Al comando dalla prima giornata di gara, Jacopo Cerutti e l&rsquo;Aprilia Tuareg 660 hanno potuto festeggiare sul podio di Dakar la loro prima Africa Eco Race. Un successo meritato ma non scontato visto che il progetto &ldquo;Road to Dakar&rdquo; &egrave; nato solo a gennaio 2023.  AFRICA ECO RACE, CERUTTI AL TOP: &ldquo;LA TUAREG SI &Egrave; DIMOSTRATA ALL&#39;ALTEZZA&rdquo;  Rivola: &quot;Vittoria senza precedenti&quot;  Da quando il compianto Hubert Auriol nel 2009 ha deciso di riportare i motori in Africa dopo che la Dakar emigr&ograve; in sud America, nessuna casa aveva vinto la classifica assoluta con una moto al debutto. A rafforzare l&rsquo;impresa di Aprilia e di Jacopo Cerutti, dei rivali di altissimo livello come Alessandro Botturi e Pol Tarres con le Yamaha Tenere 700 che potevano vantare pi&ugrave; esperienza sui terreni africani. La Tuareg 660 allestita dall&rsquo;officina dei fratelli Guareschi dopo aver debuttato nell&rsquo;Italiano Motorally vincendolo ha chiuso sul podio il Transanatolia Rally. In Turchia c&rsquo;&egrave; stato il primo approccio ad un vero e proprio Rally ma comunque molto differente dalle insidie dei terreni africani che avrebbero accolto Jacopo Cerutti e Francesco Montanari all&rsquo;Africa Eco Race.&nbsp;  &ldquo;Quello che Jacopo ha fatto, vincendo a Dakar, non ha precedenti&rdquo;. Cos&igrave; esordisce Massimo Rivola, Amministratole Delegato di Aprilia Racing: &ldquo;&Egrave; una vera, enorme impresa sportiva che esalta un grande campione, una eccezionale moto italiana, progettata, sviluppata e prodotta qui a Noale e un lavoro incredibile fatto da Aprilia Racing e dai Guareschi, ai quali va un mio speciale ringraziamento&rdquo;. Ripercorrendo quanto accaduto in queste due settimane, Rivola ha riconosciuto il valore dell&rsquo;avversario: &ldquo;Aver comandato fin dal primo giorno una delle gare pi&ugrave; difficili che ci siano al mondo, di fronte ad avversari fortissimi &egrave; uno straordinario segnale di forza che &egrave; andato al di l&agrave; di ogni nostra aspettativa&rdquo;.&nbsp;    JACOPO CERUTTI PORTA L&rsquo;APRILIA TUAREG 660 ALLA VITTORIA NELL&rsquo;AFRICA ECO RACE  Guareschi: &quot;La moto &egrave; stata perfetta&quot;  Le Aprilia Tuareg 660 che hanno chiuso al primo posto assoluto ed all&rsquo;ottavo posto con Jacopo Cerutti e Francesco Montanari: &ldquo;Fantastico! Jacopo &egrave; stato eccezionale per tutta la gara, sempre dettando il ritmo&rdquo;. Queste le prime parole di Vittoriano Guareschi, a capo progetto delle Tuareg 660 GCorse. &ldquo;La seconda tappa &egrave; stata la chiave, con quello strappo in classifica che poi gli ha permesso di gestire da grande campione. Grande anche Francesco che al debutto ha portato la moto a Dakar togliendosi pi&ugrave; di una soddisfazione nelle speciali. Quello che ha fatto tutto il team &egrave; incredibile, era la nostra prima esperienza contro avversari fortissimi, come il team Yamaha, che hanno grande esperienza, specie sulla parte di deserto in Mauritania&rdquo;.&nbsp;Un applauso anche alla moto di Noale che ha portato a termine senza problemi gli oltre 6000km di gara: &ldquo;La moto &egrave; stata perfetta, mai un problema, con questo trionfo il progetto Tuareg ha mostrato tutte le sue qualit&agrave; di base: bilanciamento dei pesi, escursione delle sospensioni, carattere del motore, qualit&agrave; dei materiali. La moto di serie &egrave; gi&agrave; un punto di riferimento&rdquo;.&nbsp;    DAKAR 2024, TAPPA 7: CORNEJO BATTE I FRATELLI BENAVIDES, OUT LUCCI 

L&rsquo;Amministratole Delegato di Aprilia Racing parla dell&rsquo;incredibile successo di Jacopo Cerutti e della Tuareg 660 sul traguardo di Dakar

Africa Eco Race, Rivola: &ldquo;Dominare all&rsquo;esordio, un&rsquo;impresa mai riuscita a nessuno&rdquo;

        Come vi abbiamo raccontato, l'Aprilia Tuareg 660 ha conquistato la vittoria alla prima partecipazione all'Africa Eco Race, dimostrando di essere una moto davvero competitiva nelle mani di un pilota veloce ed esperto come Jacopo Cerutti, che con la adventure della Casa di Noale ha anche conquistato il titolo nell'Italiano Motorally pochi mesi fa. La vittoria &egrave; arrivata al termine di due settimane di gara a di poco impegnative che hanno visto i protagonisti percorrere oltre seimila chilometri tra Marocco, Mauritania (con le sue dune estremamente impegnative per tutti) e Senegal, visto l'arrivo sull'iconico Lago Rosa. Cerutti ha messo in mostra una grande competitivit&agrave;, tenendo testa con l'Aprilia alle velocissime e gi&agrave; collaudate Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; di Alessandro Botturi e Pol Tarr&eacute;s con i quali si &egrave; sempre conteso la leadership delle varie tappe. Dakar: Barreda out senza vittorie di tappa, come non accadeva dal 2011 Le parole di Cerutti dopo il trionfo all'Africa Eco Race  &ldquo;L'ultima tappa &egrave; iniziata con un bello spavento, visto che dopo una ventina di chilometri c'&egrave; stata un po' di confusione con una nota e pensavo che gli avversari mi avessero staccato&rdquo;, ha spiegato Jacopo dopo la vittoria. &ldquo;Per fortuna, poco dopo ho ritrovato la strada e sono riuscito ad agganciare Botturi, tenendo il suo passo fino al termine della speciale. Ci tengo a fare i complimenti ai miei avversari per la correttezza messa in mostra nel corso della gara, visto che &egrave; stata una lotta tesissima tra me, Botturi e Tarr&eacute;s a metterci pressione a vicenda&rdquo;. Chiaramente, non &egrave; mancato un pensiero rivolto alla moto che gli ha permesso di cogliere questo grande trionfo: &ldquo;Non posso non ringraziare una gran moto. La Tuareg 660 si &egrave; dimostrata all'altezza di una maratona impegnativa come questa e ora non vedo l'ora di festeggiare il risultato insieme a tutto il team&rdquo;. Hillier passa a Honda per NW200 e TT, con la Dakar 2025 nel mirino       

Jacopo ha vinto la maratona africana con l'Aprilia, che torna cos&igrave; al vertice di un Rally Raid: &ldquo;Con Botturi e Tarr&eacute;s &egrave; stata una bella lotta, ma ora possiamo festeggiare&rdquo;

Africa Eco Race, Cerutti al top: “La Tuareg si è dimostrata all'altezza”

        &Egrave; stato un debutto incredibile in gara per l&rsquo;Aprilia Tuareg 660 preparata da GCorse e condotta magistralmente da Monaco fino a Dakar da Jacopo Cerutti. Quattro vittorie di tappa, tra cui le prime due che hanno subito indirizzato la corsa che rievoca il percorso della &ldquo;vecchia&rdquo; Parigi-Dakar. VAN BEVEREN SI PRENDE LA PRIMA 48H CHRONO DELLA DAKAR Tappa a Tarres, gara a Cerutti L&rsquo;ultima vera speciale della gara &egrave; andata al pilota Yamaha Pol Tarres che si &egrave; preso gli ultimi 247km in Mauritania davanti ad un ottimo Attilio Fert con la KTM 450 Rally Replica del team France Road Book. L'andorrano ha fatto il vuoto rifilando 7&rsquo;33&rdquo; al francese e 9&rsquo;32&rdquo; a Jacopo Cerutti con l&rsquo;Aprilia Tuareg 660 che scattato per secondo alle spalle di Alessandro Botturi lo ha recuperato e gestito cos&igrave; il vantaggio sul bresciano. Due minuti recuperati all&rsquo;ufficiale Yamaha Tenere World Raid Team che gli hanno permesso di aumentare il margine nella generale a 6&rsquo;38&rdquo;. Domani nell&rsquo;ultima giornata dell&rsquo;edizione 2024 dell&rsquo;Africa Eco Race la &ldquo;speciale&rdquo; di 15 chilometri sulle rive del Lac Rose sar&agrave; solo una passerella per Jacopo Cerutti e l&rsquo;Aprilia Tuareg 660 GCorse. Un progetto nato solo qualche mese fa con il lancio del progetto &ldquo;Road to Dakar&rdquo; che ha visto Cerutti e l&rsquo;Aprilia prima al Campionato Italiano Motorally classe G1000, riuscendo a vincere al debutto il titolo tricolore. La moto che di base resta la Aprilia Tuareg 660 che tutti gli appassionati possono comprare in concessionario &egrave; stata messa a punto e migliorata di gara in gara dall&rsquo;officina dei fratelli Guareschi che hanno gestito il team sia nell&rsquo;italiano che in questa avventura africana. Ottima prestazione anche di Francesco Montanari con la seconda Aprilia ufficiale che ha chiuso in ottava posizione la sua prima esperienza all&rsquo;Africa Eco Race.  AFRICA ECO RACE, TAPPA 10: VINCE BOTTURI, DOPPIO PODIO PER APRILIA Tanti italiani in top10 Alle spalle di Cerutti e Botturi ha terminato la gara Pol Tarres, velocissimo in diverse tappe ma poco costante e quindi pi&ugrave; attardato rispetto alla coppia italiana. Quarta piazza per Alexandre Vaudan, lo svizzero vince la classifica riservata ai 450 davanti a Attilio Fert e Marco Aurelio Fontana, al debutto nei rally africani dopo la medaglia olimpica a Londra 2012. Settimo un altro italiano, Mauro Menichini con l&rsquo;Husqvarna del Solarys Racing a precedere come detto Francesco Montanari, ultimo degli italiani in top10.  HILLIER PASSA A HONDA PER NW200 E TT, CON LA DAKAR 2025 NEL MIRINO       

L&rsquo;ultimo stage cronometrato va a Pol Tarres ma &egrave; l&rsquo;italiano con la moto di Noale a transitare vittorioso sul Lago Rosa di Dakar

Jacopo Cerutti porta l’Aprilia Tuareg 660 alla vittoria nell’Africa Eco Race

        La nona tappa dell'Africa Eco Race si era conclusa con la vittoria di giornata da parte di Alessandro Botturi. Tuttavia, a qualche ora di distanza dalla fine della speciale ad anello tra le dune della Mauritania, con partenza ed arrivo ad Amodjar, il pilota ufficiale Yamaha &egrave; stato penalizzato di 6 minuti nel tempo complessivo della speciale, perdendo cos&igrave; la prima posizione finendo al terzo posto. Dakar 2024, Giraldi: "Bisogna dare il giusto valore ai fallimenti" Cerutti nuovo vincitore della Tappa 9  Il nuovo vincitore &egrave; diventato quindi Jacopo Cerutti con l'Aprilia Tuareg 660, il quale non ha solo consolidato la propria leadership, ma ha anche e soprattutto aumentato il vantaggio nella classifica generale del Rally Raid africano a 07'04'' proprio sullo stesso Botturi. Pol Tarr&eacute;s, altro pilota Yamaha, passa invece da terzo a secondo di giornata, restando tuttavia terzo nella generale con oltre 24 minuti di divario a tre tappe dalla conclusione. A proposito di Aprilia, se da una parte Cerutti ha quindi centrato un ulteriore successo, dall'altra Francesco Montanari &egrave; incappato in una rovinosa caduta. Fortunatamente, il centauro tricolore &egrave; riuscito a stringere i denti arrivando a fine tappa, accusando per&ograve; circa 2 ore e mezza di ritardo dal compagno di squadra. Inoltre, parlando di penalit&agrave;, a Giovanni Gritti sono stati aggiunti 5 minuti ed &egrave; passato dalla sesta all'ottava piazza della speciale, ma si potr&agrave; riscattare immediatamente nel prossimo stage puntando ancora una volta al primato tra le 450. Edoardo Colombi: "Il titolo? Un'emozione unica. Ora puntiamo al BSB"       

Il pilota Aprilia &egrave; balzato al comando della speciale allungando ulteriormente il proprio margine nella generale grazie ai 6 minuti dati all'alfiere Yamaha

Africa Eco Race: Botturi penalizzato, Cerutti nuovo vincitore della Tappa 9

        Per la terza volta in quattro giorni di gara, Jacopo Cerutti e l'Aprilia Tuareg 660 hanno chiuso al comando la tappa dell'Africa Eco Race 2024. Il pilota italiano &egrave; infatti riuscito a confermarsi al top nella quarta prova speciale del Rally Raid africano dopo ben 455 chilometri cronometrati che hanno portato il gruppo da Oued Draa a Fort Chacal. Con questa terza vittoria di tappa, Cerutti e la moto della Casa di Noale hanno allungato ulteriormente il proprio vantaggio nella classifica generale dell'evento a quasi 9 minuti, seguiti dalle due Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; ufficiali guidate da Pol Tarr&eacute;s ed Alessandro Botturi (quest'ultimo vincitore della terza tappa), i quali hanno concluso rispettivamente in seconda e terza pizza piazza la giornata. Perso e senza roadbook: il traumatico Prologo di Skyler Howes alla Dakar 2024 Bene Gritti e Montanari, Pedrero resiste con l'Harley-Davidson  Cos&igrave; come nelle scorse giornate, anche questa volta sono stati tanti i piloti tricolore in grado di mettersi in luce, come Giovanni Gritti, quinto alle spalle di Guillaume Borne ma secondo tra le moto da 450cc e davanti al connazionale Alessandro Ruoso, e Francesco Montanari, ottavo con la seconda Aprilia ufficiale. Prosegue anche la "cavalcata" di Joan Pedrero Garcia con la Harley-Davidson Pan America 1250 completamente di serie; lo spagnolo ha chiuso nono assoluto ed occupa ora la 14esima posizione della classifica generale. Ora i piloti sono attesi all'ultima prova speciale in terra marocchina, con 404 km cronometrati da Fort Chacal a Dakhla prima della giornata di riposo nella medesima cittadina il 7 gennaio, che sar&agrave; l'unico giorno con i motori spenti prima di ripartire alla volta della Mauritania per il giro di boa del Rally Raid africano. Dakar 2024, Prologo: a Schareina i primi 27 km, Sanders e Branch sul podio       

Jacopo si &egrave; imposto per la terza volta in quattro giorni in sella alla Tuareg 660, precedendo la coppia ufficiale Yamaha formata da Tarr&eacute;s e Botturi

Aprilia ancora al top: Cerutti vince la Tappa 4 dell'Africa Eco Race

        L'edizione 2024 della Africa Eco Race continua a parlare italiano. Dopo una prima tappa vinta da Jacopo Cerutti, il centauro tricolore &egrave; riuscito a ripetersi anche nella seconda prova speciale (sempre in Marocco, con 382 km di tappa da Boudnib a Mhamid) in sella all'Aprilia Tuareg 660, aumentando il proprio vantaggio nella classifica generale. Jacopo ha preceduto la coppia di piloti ufficiali Yamaha alla guida delle T&eacute;n&eacute;r&eacute;, ovvero Pol Tarr&eacute;s e l'esperto Alessandro Botturi, rispettivamente secondo e terzo sia nella tappa odierna che nella classifica generale, mentre il primo delle &ldquo;classiche&rdquo; moto da Rally da 450cc &egrave; stato il padrone di casa Guillaume Borne. Adrien Van Beveren e l'importanza della Dakar: "E' tutta la mia vita" Tanta Italia in Top 10, bene Pedrero con la Harley-Davidson  La tappa odierna ha visto tanti italiani protagonisti, visto che oltre ai gi&agrave; citati Cerutti e Botturi troviamo nelle prime dieci posizioni anche Giovanni Gritti, sesto su Honda, Francesco Montanari, ottavo con la seconda Aprilia Tuareg 660, e Massimiliano Guerrini a chiudere la Top 10 con una Husqvarna. Da segnalare inoltre la buona gara di Marco Aurelio Fontana, 14&deg; di tappa e 15&deg; della generale, cos&igrave; come quella dello spagnolo Joan Pedrero Garcia, 13&deg; nella speciale ma ancora in Top 10 nella generale con una Harley-Davidson Pan America 1250, ben pi&ugrave; pesante rispetto alle dirette rivali. La corsa &egrave; per&ograve; ancora lunga e la terza tappa misurer&agrave; ben 462 chilometri di speciale: i colori italiani conitnueranno a dominare la scena? Road Races, ufficiale: Ian Hutchinson torna a correre con il team Padgett's       

Dopo aver conquistato la prima speciale, Jacopo ha chiuso al comando anche la seconda giornata in sella alla Tuareg 660. Bene anche Botturi, terzo con la Yamaha

Africa Eco Race, Cerutti fa il bis: vittoria nella seconda tappa con l'Aprilia

        &Egrave; iniziata con la vittoria della Aprilia Tuareg 660 numero 111, guidata magistralmente da Jacopo Cerutti la Africa Eco Race 2024. Solo 173km di speciale da Nador a Boudnib in Marocco per il primo stage della gara che ricrea il mito africano della Parigi-Dakar. KTM VS HONDA MA NON SOLO: TUTTE LE MOTO DELLA DAKAR 2024 Debutto con successo per Aprilia L&rsquo;Aprilia Tuareg 660 ha debuttato solo nella scorsa stagione nel Campionato Italiano Motorally grazie alla preparazione del team GCorse, l&rsquo;officina dei fratelli Guareschi, da anni impegnati con il Gruppo Piaggio anche per la preparazione delle Moto Guzzi V7 del trofeo Guzzi Fast Endurance. Nonostante la moto avesse pochi chilometri di test, Jacopo Cerutti &egrave; riuscito a conquistare il titolo nazionale Motorally. Poco dopo la presentazione della Tuareg 660, Aprilia ha presentato il progetto &ldquo;Back to Africa&rdquo; un nome che lasciava poco all&rsquo;interpretazione e che ovviamente coinvolgeva il pilota lombardo con l&rsquo;obiettivo finale di tornare sulle orme della vecchia Parigi-Dakar. A pochi mesi dal lancio del progetto e nella prima giornata di gare in Africa dopo la presentazione a Montecarlo come da tradizione della &ldquo;vecchia&rdquo; Dakar, Cerutti e la sua Tuareg 660 hanno comandato praticamente tutta la speciale, 173km sui 598km che i piloti hanno dovuto percorrere in questo primo giorno africano. Alle sue spalle due dei favoriti della vigilia: Alessandro Botturi, gi&agrave; vincitore dell&rsquo;Africa Eco Race nel 2020 staccato di 1'47 e Pol Tarres arrivato a 3" dal "Bottu" entrambi su Yamaha Tenere 700. Jacopo Cerutti ha commentato cos&igrave; la prima giornata: &ldquo;&Egrave; molto bello iniziare questa avventura davanti a tutti e come avevo detto alla vigilia, speravo di poter primeggiare in qualche tappa. Riuscirci subito ci d&agrave; una grande carica in vista dei prossimi giorni di gara&rdquo;. Ottima prestazione anche di Francesco Montanari, alla sua prima esperienza nel deserto che ha chiuso la prima tappa in undicesima posizione a 15&rsquo;24&rdquo; dal compagno di squadra.  DAKAR, LUCIANO BENAVIDES: &ldquo;MIO FRATELLO HA VINTO DUE VOLTE, ORA TOCCA A ME&rdquo;       

Debutto migliore non poteva esserci per la casa di Noale nella classica africana, il pilota lombardo ha chiuso la prima giornata al comando

Africa Eco Race: Aprilia centra il successo nel primo stage con Jacopo Cerutti

Buona la prima per la Tuareg. La 660 enduro 660 di Aprilia vince all&rsquo;esordio il Campionato Italiano Motorally con Jacopo Cerutti che conquista il titolo tricolore della classe G-1000, riservata alle moto pluricilindriche oltre 600 cc. Un segnale importante, che rappresenta anche il ritorno alla vittoria di Aprilia nelle discipline off-road. Un successo che non &egrave; mai stato messo in discussione tra le bicilindriche: Cerutti, infatti, &egrave; stato capace di imporsi in ben sei delle otto prove disputate. In sella alla Aprilia Tuareg, poi, il pilota comasco ha pi&ugrave; volte sfiorato la vittoria assoluta, centrandola proprio nell&rsquo;appuntamento conclusivo, il Rally di Sardegna. E stabilendo un record: non era mai successo che una moto bicilindrica vincesse un rally contro le pi&ugrave; leggere monocilindriche specialistiche da enduro.  Il Rally di Sardegna    Velocissimo nella giornata di venerd&igrave; dedicata al Raid TT, primo nella classe G-1000 e terzo assoluto nella giornata di sabato, Jacopo Cerutti il giorno seguente ha chiuso secondo assoluto, mantenendo prestazioni al vertice in tutti e tre i giorni, vincendo cos&igrave; la classifica assoluta del rally. Oltre al titolo italiano G-1000, Cerutti ha inoltre chiuso al terzo posto assoluto il Campionato Italiano Motorally.  Bene anche Francesco Montanari, in sella all&rsquo;altra Tuareg di Aprilia Racing, che con un quinto e un sesto posto &egrave; riuscito a chiudere il campionato al terzo posto. Entrambe le Aprilia Tuareg sono cos&igrave; salite sul podio finale della classe G-1000.  La Aprilia Tuareg  Sviluppata da Aprilia Racing con la collaborazione di GCorse dei fratelli Guareschi, la versione da competizione della Aprilia Tuareg &egrave; equipaggiata con sospensioni &Ouml;hlins by Andreani, scarico completo in titanio SC Project e filtro aria specifico Sprint Filter. A ci&ograve; si aggiunge la preziosa la collaborazione con Metzeler.  &nbsp; 

Il lecchese conquista il titolo tricolore della classe G-1000, imponendosi in sei delle otto prove disputate

Italiano Motorally: Aprilia trionfa con Cerutti e la Tuareg 660

        Grandi novit&agrave; in casa Aprilia per quanto riguarda il mondo racing e, in particolare, il fuoristrada. La Casa di Noale ha infatti annunciato il proprio ritorno in maniera ufficiale nei Rally Raid, dove verr&agrave; portata in gara la Tuareg 660; a guidarla saranno Tommaso Montanari e Jacopo Cerutti, con quest'ultimo (che vanta una grande esperienza a livello internazionale e diverse partecipazioni alla Dakar) che si occuper&agrave; anche dello sviluppo della versione racing. Per Aprilia si tratta di un importante ritorno, visto che l'ultima partecipazione ufficiale nei Rally risale alla Dakar 2012 ed &egrave; tuttora l'ultimo marchio italiano ad aver vinto una speciale nella corsa off road pi&ugrave; estrema e prestigiosa al mondo. Per questo 2023 l'impegno principale sar&agrave; il Campionato Italiano Motorally, dove gli stessi Cerutti e Montanari correranno in collaborazione con il team GCorse dei fratelli Guareschi, con anche una struttura Aprilia dedicata a coloro che correranno nella classe GPX con le Tuareg 660. Esclusiva, Fanottoli: "Concludere la Dakar? Un sogno che si avvera" Le parole di Massimo Rivola e Romano Albesiano   Massimo Rivola, AD di Aprilia Racing, non ha nascosto il proprio entusiasmo per questa grande novit&agrave;: &ldquo;Col progetto &lsquo;Back to Africa&rsquo; Aprilia Racing torna al mondo off road, alle competizioni che ne decretarono la nascita. Vogliamo continuare a crescere nel Motomondiale e nelle gare in pista. Vogliamo scovare nuovi talenti nel nostro Campionato SP 250 e nel Trofeo RS 660, ma accanto a queste attivit&agrave; apriamo un progetto tutto nuovo con la straordinaria Aprilia Tuareg. &Egrave; un ulteriore segno di sviluppo per un reparto corse che &egrave; molto cresciuto negli ultimi anni arrivando a risultati mai raggiunti prima&rdquo;. Della stessa opinione anche il Direttore Tecnico Romano Albesiano: &ldquo;Raccogliamo il testimone di una storia di grande successo. Aprilia &egrave; l&rsquo;ultima marca italiana ad aver vinto una tappa alla Dakar e risale al 2010 l&rsquo;ultimo podio nella classifica generale. Ora siamo solo ai primi passi di un progetto totalmente nuovo e la stagione 2023 servir&agrave; ad avviare il percorso che dovr&agrave; riportarci alle grandi gare nel deserto, ma certamente la moto che nascer&agrave; si fonder&agrave; sui valori che da sempre rappresentano Aprilia nelle gare, ovvero l&rsquo;innovazione al servizio della performance&rdquo;. Esclusiva, Zacchetti: "Ci ricorderemo a lungo di questa pazza Dakar 2023" Cerutti: &ldquo;Legarmi ad un marchio italiano mi rende orgoglioso&rdquo;  Jacopo svolger&agrave; il doppio ruolo di pilota e collaudatore della Tuareg 660, iniziando un nuovo capitolo della propria carriera: &ldquo;Sono felicissimo di far parte di questo progetto, legarsi a un marchio italiano al 100% e con una storia sportiva cos&igrave; importante &egrave; un grande orgoglio. Dopo le esperienze con le enduro 450 sar&agrave; una nuova sfida per me, salir&ograve; su una bicilindrica che ha un grandissimo potenziale e avr&ograve; un ruolo centrale sul fronte dello sviluppo. Per un pilota sono stimoli eccezionali e non vedo l&rsquo;ora di cominciare&rdquo;. Esclusiva, Paolo Lucci: "Quando ci corri, la Dakar diventa la tua vita"       

La Casa di Noale far&agrave; il proprio ritorno nell'off road con l'ambizioso progetto &ldquo;Back to Africa&rdquo;, ad un decennio di distanza dall'ultima apparizione alla Dakar

Aprilia torna nel mondo dei Rally Raid con la Tuareg 660

Jacopo Cerutti ci porta alla scoperta dei sistemi di navigazione delle moto e delle auto impegnate nella Dakar 2022. Di Federico Tondelli

Dakar: i segreti della navigazione

Nel terzo giorno del Sandalion Rally, la carovana dei piloti ha ripreso la competizione nel ricordo di Sara Lenzi, la diciottenne che ha perso la vita in un incidente in trasferimento durante la prima giornata.  Dopo un giorno di stop, vissuto con una cerimonia di commemorazione e un minuto di silenzio per Sara, la maggior parte dei piloti ha ripreso la gara.  &ldquo;Sono stati i genitori di Sara a chiedermi di far continuare la competizione&rdquo;, ci ha detto Antonio Assirelli, coordinatore del Motorally per Federmoto. &ldquo;Vedendo loro, ho capito da chi aveva preso tutta la sua forza Sara&rdquo;.  Tutti i piloti hanno vissuto la giornata odierna con il pensiero a Sara Lenzi, vivendo intensamente la &ldquo;speciale&rdquo; di mercoled&igrave; che non era fatta solo di chilometri e note ma anche di una commistione di ricordi, pensieri e riflessioni.  Vittoria per Cerutti  Per quanto riguarda la cronaca sportiva Jacopo Cerutti, gi&agrave; campione Italiano per la quinta volta con 2 prove d&rsquo;anticipo, &egrave; stato il miglior interprete dei due settori selettivi creati dal Moto Club Insolita Sardegna confermandosi campione italiano Raid TT 2020.  Il primo settore selettivo prevedeva di 22 chilometri mentre la seconda prova era di 36 chilometri. Se il lecchese Jacopo Cerutti del Team Solarys ha dato sfoggio delle sue abilit&agrave; in entrambi i settori cronometrati onore e meriti vanno anche ai 2 plurititolati piloti provenienti dall&rsquo;enduro Tommaso Montanari e Claudio Spanu, alle prime armi con la navigazione, ma in grado di raccogliere una seconda e una terza posizione nel primo settore. Nel successivo, Cerutti e Montanari hanno bissato il risultato mentre in terza posizione si &egrave; imposto Matteo Bresolin CF Racing.  A fine giornata la top ten si completava con Leonardo Tonelli in quarta posizione, Vanni Cominotto in quinta posizione assoluta, Giovanni Gritti&nbsp; in sesta piazza a sua volta seguito da Filippo Tullio, Marco Menichini, Carlo Cabini e un sempre pi&ugrave; performante Edoardo Cavicchi.   Esclusivo Petrucci: &quot;Nella prima giornata avevo le tracce&quot;  Nella classifica dopo le due giornate, Jacopo Cerutti ha vinto il Raid TT davanti a Leonardo Tonelli e Matteo Bresolino, con Vanni Cominotto quarto e Danilo Petrucci quinto.  Durante il day 1 del rally TT Danilo &egrave; stato il pi&ugrave; veloce di tutti i 100 partenti mentre nella giornata di mercoled&igrave; ha commesso un piccolo errore dopo essere stato proprio lui ad aprire la giornata.  &ldquo;Nella prima giornata sono stato agevolato perch&eacute; avevo le tracce dei primi da seguire&rdquo;, ci ha detto Danilo con grande sportivit&agrave; nella nostra intervista esclusiva. &ldquo;Sapevo di essere veloce sia nell&rsquo;enduro che nel motocross, ma navigare &egrave; un&rsquo;altra cosa. Ho sbagliato a leggere una nota e ho preso un sentiero fuori percorso, finendo contro una recinzione&rdquo;, racconta.   &ldquo;Ho perso sei minuti, ma poi ho ritrovato la strada e ho continuato a navigare fino al traguardo. Peccato per l&rsquo;incidente di Sara, non ci voleva&hellip; Ero indeciso se riprendere la gara o no, poi i suoi genitori ci hanno detto che dovevamo continuare&hellip;&rdquo; conclude Petrucci. Troverete un&#39;ampia intervista con &#39;Petrux&#39; a proposito dell&#39;esperienza in Sardegna sul prossimo numero di Motosprint settimanale, in edicola marted&igrave; 15 dicembre.  Le classifiche  Per quanto concerne la classe 125 &egrave; stato Filippo Pietri il mattatore mentre Gilberto Cantori ha dominato nella categoria Ultra Veteran. Vanni Cominotto si aggiudica la classe 250 e RT1 con l&rsquo;oro, gradino pi&ugrave; alto del podio anche per Sandro Calesini per la classe Veteran. Tommaso Montanari sigla il suo primo oro nel motorally per la classe 300 mentre Jacopo Cerutti si laurea campione nella 450 e RT2.  Leonardo Tonelli, amico fraterno di Sara, con la quale si allenava ogni giorno, ha corso con il numero della pilota toscana chiudendo la sua ultima prova di campionato 2020 sul gradino pi&ugrave; alto del podio nella classe 600 e nella classe RT3.  La 1000 &egrave; andata a Pierluigi Valentini mentre la classe Sport &egrave; stata appannaggio del pilota di casa Massimo Piras. Giovanni Gritti si conferma campione nella categoria Marathon e si assicura l&rsquo;oro nella RT4. Onore e meriti a tutto il Fast Team fra le squadre, mente &nbsp;per i Team indipendenti sul gradino pi&ugrave; alto del podio &egrave; salito l&rsquo;Africa Dream Racing.  &nbsp; 

&quot;Nella prima giornata sono stato agevolato dalle tracce da seguire&rdquo;, ci dice nella nostra intervista esclusiva il pilota della MotoGP, al debutto assoluto con la navigazione

Sandalion Rally: Cerutti vince, Petrucci quinto

Da alcuni&nbsp;anni, Maurizio Gerini e Jacopo Cerutti sono i nostri migliori esponenti alla Dakar, soprattutto da quando il loro &ldquo;padre sportivo&rdquo; Alessandro Botturi ha deciso di cimentarsi, con successo, all&rsquo;Africa Eco Race. Entrambi hanno tagliato il traguardo della prima edizione saudita, Gerini 20&deg;, Cerutti due posizioni pi&ugrave; indietro, da compagni del Team Solarys di Castiglion Fiorentino, l&rsquo;unica realt&agrave; nazionale che profonde un certo impegno nei raid.  Compagni, ma di certo non analoghi: il comasco Cerutti ha l&rsquo;aria del bravo ragazzo, il fidanzato che tutte le mamme vorrebbero per la loro figlia. Gerini &egrave; l&rsquo;opposto, guascone e casinista, con grande propensione allo show.&nbsp;&nbsp;  Anche in sella sono molto diversi, Cerutti guida in modo molto pulito, tanto da sembrare lento - cosa che in realt&agrave; non &egrave; - mentre Gerini ha una guida pi&ugrave; aggressiva che aumenta di intensit&agrave; tappa dopo tappa. La Dakar 2020 per Gerini era la terza, portata a termine come le altre due in cui aveva vinto per due volte la categoria Marathon (il 14&deg; posto in Per&ugrave; nel 2019 il miglior risultato). Cerutti era alla quinta Dakar, la terza portata a termine, e il suo miglior risultato rimane il 12&deg; posto al debutto nel 2016. Li abbiamo sentiti per raccontarci la loro esperienza nella gara pi&ugrave; dura al Mondo.&nbsp;    Dakar&nbsp;in Arabia Saudita... che gara &egrave; stata?&nbsp;  GERINI:&nbsp;&quot;Abbiamo trovato una gara nuova, con una prima parte pi&ugrave; tortuosa, navigata, con molti sassi e polvere; una seconda parte molto veloce e pi&ugrave; sabbiosa. Non abbiamo mai trovato ostacoli insormontabili o difficolt&agrave; esagerate ma la Dakar rimane insidiosa e complicata: vedi Pavan che ha rischiato di mandare tutto in fumo a pochi km dalla fine per una brutta caduta&quot;.&nbsp;&nbsp;  CERUTTI:&nbsp;&quot;Bella ma troppo veloce per le moto, secondo me meno impegnativa soprattutto dal punto di vista fisico, ma con panorami fantastici soprattutto nella prima settimana&quot;.&nbsp;  Quali sono le principali differenze con il Sud America?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Per quanto riguarda il territorio in Arabia non abbiamo mai trovato quelle dune immense che caratterizzavano il Per&ugrave; e nemmeno il tanto odiato fesh fesh, mi &egrave; mancato invece il calore del pubblico che in Sud America faceva sentire chiunque una vera star. Ma anche i sauditi si appassioneranno a questa incredibile gara&quot;.&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Per prima cosa il clima, molto freddo al mattino e non troppo caldo di giorno. Poi speciali parecchio pi&ugrave; veloci e anche pi&ugrave; navigate ma soltanto nella prima settimana di gara. Infine il pubblico che &egrave; stato ovviamente molto meno numeroso ma comunque disponibile e appassionato&quot;.&nbsp;  Quali&nbsp;sono stati i momenti pi&ugrave; difficili?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Non ho commesso grossi errori, sicuramente quando mi trovavo a pi&ugrave; di 100 km da fine speciale, sentire che il posteriore mi stava abbandonando &egrave; stato un brutto colpo. Per fortuna questa Dakar ha insegnato a molti che in qualche modo si pu&ograve; terminare una speciale anche con il solo cerchio. Il peggio per&ograve; &egrave; giunto quando, in trasferimento verso il bivacco, anche questo si &egrave; distrutto facendomi volare a terra a pelle d&rsquo;orso e facendomi battere forte il polso destro, con lesioni ai legamenti. Un altro momento di immenso sconforto l&rsquo;ho vissuto quando durante la mia miglior speciale di sempre, sono rimasto senza benzina mentre mi trovavo in quinta posizione. Fortuna che il pilota americano Skyler Howes &egrave; stato cos&igrave; generoso da trainarmi per dieci km fino al rifornimento&quot;.  C:&nbsp;&quot;La seconda settimana, sia per quello che &egrave; successo al povero Paulo Gon&ccedil;alves che per l&rsquo;esagerata velocit&agrave; delle speciali: non potevo esprimermi come volevo. E anche al secondo giorno quando sono rimasto sul cerchio e ho perso quasi un&rsquo;ora&quot;.  Com&rsquo;&egrave; stato il podio di Qiddiya dopo due settimane di gara?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Il podio &egrave; gioia, ricompensa per i sacrifici della squadra e miei. L&igrave; sopra ti ripassa davanti tutta la fatica fatta durante l&rsquo;anno, non soltanto per la preparazione fisica, ma per il contorno, come la rincorsa al budget necessario per questa costosa gara. Essere su quel podio per la terza volta in tre partecipazioni, &egrave; un traguardo sul quale pochi avrebbero scommesso&quot;.&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Per me &egrave; stato strano rispetto al solito, quasi pi&ugrave; un sollievo che una gioia immensa come era stato nelle precedenti edizioni. Ma sempre con grande soddisfazione&quot;.&nbsp;    Le temperature rigide sono state un problema?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;&Egrave; stata una difficolt&agrave;: ogni mattina eravamo obbligati a vestirci quasi come palombari per poter affrontare i lunghi trasferimenti prima del sorgere del Sole. Pi&ugrave; volte avevo talmente tanti strati addosso che non riuscivo ad alzare le braccia per indossare gli occhiali e mi dovevo far aiutare&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Al mattino sicuramente s&igrave;, i trasferimenti con quel clima pesavano, per&ograve; basta essere ben equipaggiati e non si soffre&quot;.&nbsp;&nbsp;  Cosa pensate del road-book consegnato al mattino?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;S&igrave;. Ho conosciuto il direttore David Castera soltanto pochi mesi fa e ho trovato subito un buon feeling: si mette sempre dalla parte dei piloti e lo dimostrano le nuove regole del road-book consegnato al mattino per rendere meno pesante il divario tra ufficiali e privati. Considero il lavoro del map man un&rsquo;ingiustizia nei confronti di chi gi&agrave; fa molti sacrifici per partecipare a una gara cos&igrave; impegnativa&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Ho apprezzato moltissimo il road-book gi&agrave; colorato e anche il fatto di riceverlo al mattino stesso. Mette tutti sullo stesso piano e questo &egrave; ottimo. Riguardo alla navigazione, me l&rsquo;aspettavo un po&rsquo; pi&ugrave; difficile nella seconda parte di gara, mentre la prima settimana &egrave; stata molto bella e varia&quot;.&nbsp;  Quanto&nbsp;costa una Dakar per un pilota privato?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Io non uso tenere i conti delle cose che amo e ho la fortuna di avere alle spalle un team che pensa alla maggior parte delle cose. Partendo da zero, per una Dakar dignitosa ci vogliono non meno di 70mila euro&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Per disputarla in modo &ldquo;decente&rdquo; e con buona assistenza siamo intorno ai 50-60.000 &euro;, come minimo&quot;.&nbsp;&nbsp;  Cosa consigli a chi sogna di partecipare alla prossima Dakar?&nbsp;  G: &quot;Correre pi&ugrave; gare possibili nel deserto per fare esperienza. Queste gare e l&rsquo;atmosfera che si crea regalano emozioni uniche nella vita&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Anch&rsquo;io consiglio di fare qualche Rally prima per imparare a navigare il meglio possibile e magari anche per saper sistemare la moto, perch&eacute; alla Dakar non si sa mai... &ldquo;Non mollare mai&rdquo; &egrave; il motto&quot;.    Cosa manca ai piloti italiani per aspirare alla Top 10?  G:&nbsp;&quot;Il budget. I team ufficiali investono molto anche nella preparazione dei piloti, alcune trasferte programmate su terreni simili a quelli della gara sono un punto di forza tenendo conto che in Italia non c&rsquo;&egrave; nulla di vagamente simile alle dune del deserto&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Mancano i posti per allenarsi, o i soldi per passare pi&ugrave; tempo in quei deserti. Manca un team che si dedichi al 100% alle gare nel deserto e con un budget adeguato. Mancano piloti che vengano a fare Rally e creino competizione anche tra gli stessi italiani stimolando tutti a migliorare. Manca la visibilit&agrave; in TV e sui giornali che permette ai team di avere certi budget. Il cane che si morde la coda...&quot;.&nbsp;&nbsp;  Quali sono i pregi e i difetti del tuo compagno di team?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Conosco Jacopo da molti anni e ci siamo trovati sempre molto bene assieme nonostante i nostri caratteri siano molto diversi. Ho sempre invidiato il suo saper essere metodico, preciso e pignolo. Come pilota lo considero completo... Il suo punto debole? Il sonno leggero: alla Dakar, in tenda con i generatori nelle orecchie, non aiuta&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Maurizio &egrave; un grande pilota, che sa sempre arrangiarsi e limitare i danni in tutte le difficolt&agrave;. Scherzando gli dico che casca sempre in piedi: in un modo o nell&rsquo;altro esce da ogni situazione senza grossi problemi. Quest&rsquo;anno &egrave; stato velocissimo nelle tappe pi&ugrave; rapide in fuoripista, dove io ho faticato, ed &egrave; migliorato nella navigazione&quot;.&nbsp;&nbsp;  Tornerete il prossimo anno?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Soltanto con un budget adeguato. Quest&rsquo;anno ho fatto davvero fatica a chiudere i conti e l&rsquo;unico movente in questa condizione &egrave; la passione pura. Razionalmente il prezzo da pagare &egrave; troppo per rischiare di rimetterci pure dei soldi ma so gi&agrave; che tra un mese non vedr&ograve; l&rsquo;ora di ripartire&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;Ni, nel senso che non lo so ancora... Dipende dal budget e dal percorso. La seconda settimana, a parere mio e di tanti altri piloti, &egrave; stata troppo veloce e pericolosa. 115 km/h di media in moto sono tanti. Anche la MotoGP &egrave; pericolosa, ma se negli ultimi anni la Dakar era come la MotoGP, quest&rsquo;anno &egrave; stata come il Tourist Trophy&quot;.&nbsp;&nbsp;  Chi &egrave; pi&ugrave; forte, Cerutti o Gerini?&nbsp;  G:&nbsp;&quot;Il sottoscritto, per&ograve; Jacopo &egrave; un navigatore nato&quot;.&nbsp;&nbsp;  C:&nbsp;&quot;A volte io, altre lui. Siamo molto diversi come piloti e dipende dal tipo di gara. Vorrei dire che sono pi&ugrave; veloce io, ma quest&rsquo;anno mi ha suonato&quot;.  Edi Orioli, marchiato a fuoco dalla Dakar 

Caratteri e stili di guida agli antipodi, ma l&rsquo;amore&nbsp;per il deserto &egrave; lo stesso. Maurizio: &quot;I costi per disputare la Dakar sono altissimi ma finisco sempre per ascoltare la passione&quot;

Storie Italiane: Gerini e Cerutti, separati dalla nascita

La Dakar 2020 &egrave; giunta alla sua penultima tappa, che coincideva con la seconda parte della prova &ldquo;marathon&rdquo; ed &egrave; stata particolarmente tosta per i nostri migliori rappresentanti. Maurizio Gerini, numero 42, ha svolto una prima parte di prova eccezionale, riuscendo a stare nella top 5 fino ai primi 200 chilometri, salvo poi ritrovarsi a secco di benzina.  Il pilota di Imperia ha raccontato cos&igrave; l&rsquo;accaduto: &ldquo;Incredibili le sensazioni che si possono provare in questa pazza gara! Oggi durante l&rsquo;ultima parte della tappa marathon per via della sabbia particolarmente soffice, la moto ha avuto un consumo di carburante molto superiore alla norma e a 10 km dalla zona di rifornimento (sempre in prova speciale) sono rimasto a piedi! Brutta sensazione mentre stavo andando davvero bene ed ero 5&deg; nella provvisoria moto! Con la mia vecchia cinghia porta fortuna, mi sono messo in attesa di un&rsquo;anima pia che potesse trainarmi, consapevole che nessuno avrebbe perso tempo, almeno nei top 30! Invece ecco che si ferma lui, Skyler Howes, che tra l&rsquo;altro &egrave; nono nella generale! Cos&igrave; ho provato l&rsquo;ebrezza di essere trainato a 100km/h! Grazie mille amico! La mia gara &egrave; ripartita con una ventina di minuti in pi&ugrave; ma comunque felice! Ovviamente poi &egrave; stato un piacere aiutare lui che ha avuto problemi meccanici alla sua moto! Questa &egrave; la&nbsp;Dakar&rdquo;.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    Incredibili le sensazioni che si possono provare in questa pazza gara! Oggi durante l&rsquo;ultima parte della tappa marathon per via della sabbia particolarmente soffice, la moto ha avuto un consumo di carburante molto superiore alla norma e a 10 km dalla zona di rifornimento (sempre in prova speciale) sono rimasto a piedi! Brutta sensazione mentre stavo andando davvero bene ed ero 5^ nella provvisoria moto! Con la mia vecchia cinghia porta fortuna, mi sono messo in attesa di un&rsquo;anima pia che potesse trainarmi, consapevole che nessuno avrebbe perso tempo, almeno nei top 30! Invece ecco che si ferma lui! @skylerhowes110 che tra l&rsquo;altro &egrave; 9^ nella generale! Cos&igrave; ho provato l&rsquo;ebrezza di essere trainato a 100km/h! Grazie mille amico! La mia gara &egrave; ripartita con una ventina di minuti in pi&ugrave; ma comunque felice! Ovviamente poi &egrave; stato un piacere aiutare lui che ha avuto problemi meccanici alla sua moto! Questa &egrave; la #dakar @gasperifrancesca  Un post condiviso da  maurizio gerini #42 (@mauriziogerini42) in data: 16 Gen 2020 alle ore 8:18 PST     Gerini ha chiuso la prova in 21esima posizione a 29&rsquo;15&rdquo; e il suo compagno del team Solarys Jacopo Cerutti ha chiuso 28esimo, dopo aver avuto anche lui lo stesso problema: &ldquo;Oggi non &egrave; andata come speravo! Sono rimasto senza benzina a soli 4 km dal refueling. Ho aspettato tantissimo tempo prima di trovare un olandese disposto a trainarmi a patto di guidarlo nella seconda parte di speciale! &Egrave; capitato anche ad altri 15 piloti. Questa &egrave; la Dakar, ti mette costantemente alla prova! Ora sono 22esimo nella generale! Ma pensiamo a domani perch&eacute; l&rsquo;obiettivo &egrave; sempre pi&ugrave; vicino&rdquo;.  Altri due italiani sono rimasti entro i 50, ovvero Mirko Pavan 43esimo e Alessandro Barbero 47esimo. Tutti gli altri, invece, sono rimasti entro i 100: Cesare Zacchetti posto 79, Alberto Bertoldi posto 81, Francesco Catanese posto 82, Matteo Olivetto posto 91.  Nella classifica assoluta il migliore &egrave; Gerini, ventesimo, mentre Cerutti &egrave; staccato di due posizioni e tra loro sono separati di venti minuti. 

Penultima tappa in salita sia per Gerini sia per Cerutti, entrambi rimasti senza benzina

Dakar, Gerini: &ldquo;Ho provato l&rsquo;ebrezza di essere trainato a 100km/h!&rdquo;

Un&rsquo;altra tappa della Dakar &egrave; stata completata in Arabia Saudita e ora ne mancano solo tre alla sua conclusione. Al termine dei 441 chilometri di speciale &egrave; stato Jacopo Cerutti a tenere alto il tricolore e a chiudere in ventiduesima posizione, a soli 17 minuti di ritardo dal primo.  Cerutti ha descritto cos&igrave; la tappa sui suoi profili social: &ldquo;&Egrave; stata una giornata lunga e impegnativa: la prima parte della speciale mi &egrave; piaciuta molto perch&eacute; tecnica e navigata, la seconda invece era molto veloce e per niente guidata. Domani tappa marathon, si tiene duro!&rdquo;.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    Stage 9 ? 19esimo nella classifica generale! Una giornata lunga e impegnativa: la prima della speciale mi &egrave; piaciuta molto perch&eacute; tecnica e navigata, la seconda parte invece molto veloce e per niente guidata. Domani tappa marathonsi tiene duro -3 alla fine @husqvarnamotorcyclesitalia @solarys_racing @lapizzapiuuno @esuka_official @t.ur_official @farmacia_di_torno @oakley @airohelmets @gaerneusa @we_villas @riday_sport @evendor.italy @dakarrally @rally_zone #MCintimiano #almar #tectubi #ghimas #vvb #computgrafica #vemax #xracesuspension  Un post condiviso da  Jacopo Cerutti (@jacocerutti15) in data: 14 Gen 2020 alle ore 5:55 PST     Il pilota comasco &egrave; ora diciannovesimo nella classifica generale, miglior pilota italiano assoluto davanti al suo compagno di squadra Maurizio Gerini nel team Solarys. Il pilota di Imperia oggi ha chiuso 24esimo e i due italiani nell&rsquo;assoluta sono separati da soli dieci minuti.  Gli altri connazionali hanno chiuso pi&ugrave; indietro, ma resistono e continuano a svolgere la loro Dakar: Alessandro Barbero 55esimo, Cesare Zacchetti 58esimo, Alberto Bertoldi 78esimo, Mirko Pavan 79esimo, Francesco Catanese 87esimo, Matteo Olivetto 99esimo e Fabio Fasola in 106esima posizione. 

Jacopo primo nella nona tappa odierna, supera il compagno di team Gerini in classifica generale

Dakar 2020, Cerutti sulla tappa 9: &ldquo;Lunga, impegnativa e varia&rdquo;

La sesta tappa, che ha portato i piloti da Ha&rsquo;il a Riyadh, &egrave; stata molto lunga e impegnativa con i 477 km di speciale in uno scenario dominato dalla sabbia del deserto. Nonostante le difficolt&agrave; gli italiani si sono fatti valere e Maurizio Gerini &egrave; stato il primo ad arrivare al traguardo in tredicesima posizione, con 20 minuti di ritardo dal leader.  Sui social il pilota di Imperia ha scritto: &ldquo;Oggi la tappa &egrave; stata veramente full gas!!! Ho trovato un buon ritmo senza giocarmi troppi jolly!!&rdquo;.&nbsp; &Egrave; proprio lui il miglior italiano nella classifica generale, in ventesima piazza, a 2h36&rsquo; dal primo.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;    Oggi la tappa &egrave; stata veramente full gas!!! Ho trovato un buon ritmo senza giocarmi troppi jolly!! @solarys_racing @motoclubamx #teamsolarys #husqvarna #smsuspension #gobbivaleriano #chiusanico @justracing #ecorec @husqvarna1903 #piccardoesavor&egrave; #battubelin #corradinienergia #dakar2020 @onboardracing #jbidrosystem #driverprofessional @just1racing @blackbird_racing #marchald_filters @inkosport_italia @gaerne_official @sixsport @goldentire_official @shaulaviaggi #fratelliporro @pistakartalbenga @rally_zone @jbidrosystem @gasperifrancesca @husqvarnamotorcyclesitalia  Un post condiviso da  maurizio gerini #42 (@mauriziogerini42) in data: 10 Gen 2020 alle ore 3:47 PST     Con soli due minuti di ritardo dal suo connazionale, nonch&eacute; compagno di squadra nel team Solarys, ha chiuso questa tappa Jacopo Cerutti, quattordicesimo: &ldquo;Sono molto felice del risultato ottenuto! Ero consapevole della lunghezza e della difficolt&agrave; di questa tappa, quindi ho gestito la gara pensando a navigare bene senza prendermi rischi. Siamo solo a met&agrave; dell&rsquo;opera e l&rsquo;obiettivo primario rimane sempre arrivare alla fine&rdquo;.  Complice una positiva prestazione, Alessandro Barbero ha terminato in 48esima posizione, con un&rsquo;ora e venti minuti di ritardo dal primo e si pu&ograve; ritenere pi&ugrave; che soddisfatto. Bene anche Fabio Fasola, 58esimo, mentre seguono al posto 78 e 79 rispettivamente Cesare Zacchetti e Mirko Pavan. Entra nei 100 Francesco Catanese, 98esimo a poco pi&ugrave; di tre ore di ritardo. 

Doppio tricolore nella top 15 con Gerini e Cerutti che continuano a svolgere un&rsquo;ottima Dakar

Dakar 2020, Gerini: &ldquo;La sesta tappa &egrave; stata full gas!&rdquo;

Stanco ma soddisfatto. La quinta tappa della Dakar 2020 &egrave; stata quella pi&ugrave; felice dal punto di vista del risultato per Jacopo Cerutti, tiratore scelto del team Solaris Husvarna,  Ventesimo posto nel computo della giornata, tra i migliori nella sezione cronometrata. Il comasco, a fine contesa, era evidentemente affaticato, tuttavia contento della sua piccola impresa: &ldquo;Un&rsquo;altra tappa abbastanza impegnativa - ha detto Jacopo sfilandosi il casco - corta, ma tosta. La prima met&agrave; &egrave; stata veloce, gli ultimi 200 chilometri presentavano sabbia, buche... insomma, ho la schiena a pezzi&rdquo;.  Dakar, tappa 5: Price rialza la testa e torna al successo  Domani, &egrave; un altro giorno, cos&igrave; dicono. Pensando al sesto stage della competizione, Cerutti &egrave; preoccupato e fiducioso, allo stesso tempo: &ldquo;La prova di domani &egrave; definita &quot;drammatica&quot; - dichiara - perch&eacute; costituita da 830 chilometri di cui 477 cronometrati. Si partir&agrave; alle 5 del mattino, affronteremo tanta sabbia e fuoripista nella prova speciale. Sono pronto, devo tenere duro. Dopodomani ci sar&agrave; il nostro giorno di riposo&rdquo;.  Maurizio Gerini    Nello stessa tenda Husky, ecco Maurizio Gerini, compagno di Cerutti. Per il pilota di Imperia, un eccellente ventiquattresimo posto, ottenuto con il coltello tra i denti: &ldquo;Quello di oggi &egrave; stato il primo assaggio vero di sabbia e dune &ndash; racconta &ndash; ed il feeling con la moto &egrave; in crescita. Mi piace, la gara sta entrando nel vivo, mi sto divertendo molto. A fine speciale ero cotto come una pera, ma &egrave; giusto cos&igrave;. Domani saranno &lsquo;solo&rsquo; 830 chilometri per defaticare (ride)&rdquo;. 

Jacopo ha finito al ventesimo posto di tappa: &ldquo;penso gi&agrave; al giorno di riposo&rdquo;. Ventiquattresimo Gerini: &ldquo;Ero cotto come una pera&rdquo;

Cerutti: &ldquo;Ho la schiena a pezzi, devo tenere duro&rdquo;

Il quarto giorno della Dakar ha riservato ai piloti una prova molto impegnativa, ma nonostante questo il &ldquo;nostro&rdquo; Jacopo Cerutti &egrave; riuscito a svolgere un&rsquo;ottima prestazione. Con la sua Husqvarna numero 41 il comasco &egrave; giunto al traguardo in ventiduesima posizione, a 15&rsquo;20 dal primo, e ha dichiarato: &ldquo;&Egrave; stata una speciale molto tosta, con tanti fuoripista di sabbia e sassi. Finisco 22esimo guadagnando cos&igrave; il 28esimo posto nella classifica generale&rdquo;.  Dakar 2020, tappa 4: penalizzato Sunderland, vince Cornejo  Risale la generale Cerutti e anche il suo compagno di squadra Maurizio Gerini pu&ograve; essere soddisfatto della sua prova, con il 28esimo posto a 27 minuti dal primo, e il 25esimo posto nella generale come miglior pilota del tricolore.  Pi&ugrave; indietro gli altri: Fabio Fasola &egrave; giunto 74esimo e restano nei cento anche Alessandro Barbero, 87, e Mirko Pavan, 94. Francesco Catanese &egrave; centosettesimo e a seguire ci sono Cesare Zacchetti, posizione 113, Alberto Bertoldi, posizione, 115 e Matteo Olivetto, posizione 116. 

Il comasco migliore degli italiani risale la classifica, Gerini 28esimo

Dakar, tappa 4, Cerutti: &ldquo;Che speciale tosta!&rdquo;

Anche oggi, Cerutti ha finito al primo posto tra gli italiani iscritti alla Dakar. Jacopo e la sua Husqvarna, come ieri, hanno lottato come iene del deserto, districandosi tra problemi, noie ed inconvenienti.  Risultando veloci: il comasco del team Solaris ha finito la prova in trentaduesima posizione, compiendo ben 16 sorpassi. Non pochi, considerando i tanti problemi vissuti dopo lo start. Oltretutto, Cerutti si &egrave; pure divertito e questo aspetto non guasta mai: &ldquo;Una bella tappa, molto impegnativa - ha dichiarato Jacopo a fine sessione - incredibilmente polverosa all&rsquo;inizio, i primi chilometri sono stati pazzeschi. A circa met&agrave; percorso, ho potuto ammirare canyon e paesaggi mai visti, stupendi ed incredibili. A fine tratta, correre era impegnativo, durissimo sotto ogni aspetto, Bellissima giornata, complicata ma proficua&rdquo;.  Dakar, tappa 3: Brabec pi&ugrave; forte dei guai, vince e passa in vetta  Se per Cerutti l&rsquo;obiettivo - risalire la classifica - &egrave; stato centrato, stesso discorso per Maurizio Gerini, bravo a finire con il posto trentacinque, in una condizione complessiva davvero ostica ed imprevedibile.  Per gli altri piloti nostrani qualche noia in pi&ugrave;, nonostante i piazzamenti finali non siano poi cos&igrave; male. Alessandro Barbero &egrave; giunto a Neom cinquantaduesimo, Fabio Fasola sessantunesimo, due posizioni oltre c&rsquo;&egrave; Alberto Bertoldi. Cesare Zacchetti &egrave; al centesimo posto, Mirko Pavan &egrave; centocinquesimo; Francesco Catanese e Matteo Olivetto rimangono nei 115 di tappa. 

Nella terza tappa, Jacopo &egrave; arrivato al traguardo trentaduesimo, rimontando 16 posizioni: &ldquo;Una bella tappa, pazzesca, polverosa e complicata&rdquo;

Dakar, Cerutti: &ldquo;Ho ammirato paesaggi incredibili&rdquo;

Al termine della seconda, e impegnativa, tappa della Dakar 2020 il miglior italiano &egrave; stato Maurizio Gerini, giunto al traguardo in 27esima posizione alla guida della sua Husqvarna numero 42. Il pilota imperiese ha portato a termine la speciale di 367 km pagando un distacco di 29 minuti e mezzo dal primo, ed &egrave; ora anche il miglior pilota italiano nella classifica generale, dove occupa il 26esimo posto. Una volta al bivacco Gerini ha descritto cos&igrave; la tappa sui suoi profili social: &ldquo;Fine della seconda giornata all&rsquo;insegna della polvere. Davvero rischioso avvicinarsi agli avversari e cercare di superare in queste condizioni. Ma ogni tanto qualche piccolo avvertimento mi ricorda che l&rsquo;obbiettivo principale resta portare a termine la gara. Grazie a tutti!&rdquo;   &Egrave; stata invece una giornata pi&ugrave; complicata per il suo compagno di squadra nel team Solarys, Jacopo Cerutti, che se ieri aveva potuto svolgere un&rsquo;ottima prova chiudendo 23esimo assoluto, oggi ha dovuto fare i conti con un problema ad una ruota che l&rsquo;ha decisamente penalizzato. A raccontarlo &egrave; lui stesso sui social: &ldquo;Dal km 260 al km 360 ho gareggiato con la mousse posteriore esplosa, navigando quindi per ben 100 km con la mousse scoppiata, per poi percorrere gli ultimi 30 km completamente sul cerchio. Sono riuscito a raggiungere la fine della speciale, riuscendo anche a colmare il tratto di trasferimento che mi divideva dal bivacco, dove il team mi ha aiutato a rimettere a nuovo la moto. So che ci metter&ograve; qualche giorno a recuperare ma la gara &egrave; ancora lunga e io mi sono allenato tutto l&rsquo;anno per portarla a casa. Sono problemi che capitano in queste gare per&ograve; il dispiacere resta&rdquo;. Il comasco ha chiuso 49esimo la seconda tappa, con poco pi&ugrave; di un&rsquo;ora di ritardo dal primo, ed &egrave; scivolato in 38esima posizione nella classifica generale.  Cerutti ha avuto lo stesso problema che ieri aveva rallentato Francesco Catanese, che ha completato la tappa odierna al 108esimo posto. Meglio di lui hanno fatto Alessandro Barbero 66esimo (+1&rsquo;47.34), Alberto Bertoldi 71esimo seguito da Cesare Zacchetti, entrambi arrivati con un ritardo di 1&rsquo;55.42 dalla vetta. Novantanovesimo posto per Fabio Fasola, mentre Matteo Olivetto e Mirco Pavan completano la classifica degli italiani in gara, rispettivamente 129esimo e 131esimo. 

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