Nato sportivamente in SBK con la Yamaha, evolutosi nella MotoGP, manager di Valentino Rossi nei tempi pi&ugrave; vincenti, successi, soddisfazioni iridate assieme a Suzuki, esperienza di livello collezionata in Formula1 per Alpine e Renault. Davide Brivio &egrave; un dirigente brianzolo dalle mille e significative interpretazioni, siano questi gestionali o di rappresentanza. Qualsiasi cosa faccia, gli viene bene, tanto da aver meritato un ruolo nel neonato tram Trackhouse, realt&agrave; americana proveniente dalle NASCAR automobilistica: &ldquo;Proprio recando a Charlotte in North Carolina mi sono accorto della seriet&agrave; su cui verte il progetto&rdquo; il racconto di Davide, che sul volo pensava e ripensava all&rsquo;offerta ricevuta: &ldquo;Dopo la chiamata, ci ho pensato qualche istante, sino a dirmi: dai, vai! Le chiacchierate condivise al telefono erano semplice premessa alla dimensione delle intenzioni di Justin Marks, titolare dalla infinita passione per il motosport&rdquo;.  Trackhouse Racing, la nuova sfida per Brivio in MotoGP  Che tipo di realt&agrave; &egrave; Trackhouse? Lo spiega direttamente Davide: &quot;Anzitutto, grossa&quot; ce ne siamo resi conto &quot;Mi sono recato negli Stati Uniti con cose da scoprire, l&rsquo;ho fatto: la struttura vive di corse, le persone sanno cosa significhi partecipare a competizioni e conoscono il sapore della vittoria. Casomai, loro hanno bisogno di maturare esperienza in MotoGP. Quale &egrave; il modo migliore per riuscirci? Esserci&rdquo;.  Qatar, primo Gran Premio per Trackhouse, ennesimo per te. Come &egrave; andato?  &ldquo;Non benissimo, se guardiamo i risultati di Miguel Oliveira e Raul Fernandez. Per&ograve;, per noi il Gran Premio inaugurale &egrave; stato fondamentale, poich&eacute; il vero inizio per Trackhouse. Sembrerebbe un principio, lo &egrave;, ma &egrave; anche un traguardo: Justin si era rivelato interessato a met&agrave; del 2023. Era venuto in Austria a esplorare la situazione, perci&ograve; pensava di debuttare nel 2025. E&rsquo; arrivata la comunicazione dalla Dorna nello scorso novembre, in merito all&rsquo;opportunit&agrave; subitanea: siamo entrati subito. Tutto &egrave; stato fatto in pochi mesi, tra allestimento staff e lavoro sulle moto&rdquo;.  Aprilia &egrave; un bel Marchio sul quale contare.  &ldquo;Abbiamo ottime RS-GP e supporto del Costruttore. Il merito di Trackhouse &egrave; spiegato dal segnale: voglia e intenzioni di fare bene sono altissime. Marks ha discusso il contratto insieme ad Aprilia, chiedendo immediatamente le RS-GP versione 2024, pi&ugrave; costose rispetto alle 23, ma continuamente aggiornate. Dopo qualche parola, ha accettato. La cosa mi ha colpito positivamente. Arriveremo ad avere le stesse moto del team Factory di Noale, oggi, nel 2025 e 2026. Per noi &egrave; enorme appeal verso piloti, sponsor e ambiente&rdquo;.    Formula 1 e MotoGP simili ma diverse  A proposito di ambiente: la Formula 1 &egrave; veramente diversa dalla MotoGP? Risponde Brivio: &quot;Potremmo dirla cos&igrave;: in Formula 1 corrono aziende, in MotoGP corrono team. Le quattro ruote godono di risorse economiche e umane enormi perch&eacute;, logicamente, la vettura &egrave; pi&ugrave; grande di una due ruote. Sulla monoposto operano tantissime persone, e quasi ogni pezzo si produce in casa, a parte gomme, freni e poco altro. Tra power unit in configurazione ibrida e sezioni aerodinamiche, non si smette mai di intervenire. Il gioco richiede risorse grandi, un numero di ingegneri cospicuo, reparti separati ma collegati tra loro. Se quantifichiamo le differenze, sono grosse&rdquo;.  Grosso fu il suo colpo: strappare Valentino Rossi alla Honda nel 2003, portandolo in Yamaha  &ldquo;Ricordo bene quello storico blitz ma, qualora lo paragonassimo al viaggio affrontato negli USA alla volta di Trackhouse, non vi trovo affinit&agrave;. Anche perch&eacute; la MotoGP &egrave; cambiata nel tempo, i personaggi che la compongono pure&hellip; Valentino fu una sorta di effetto popolare, simile ad Alberto Tomba nello sci e Jannik Sinner nel tennis. Rossi dette l&rsquo;impennata al sistema, oggi l&rsquo;effetto 46 si &egrave; smorzato, per&ograve; l&rsquo;audience &egrave; ancora alto. L&rsquo;entusiasmo c&rsquo;&egrave;. Eccome&rdquo;.  Provi ancora entusiasmo?  &ldquo;Certamente. Parecchio, altrimenti me ne resterei a casa. Nella mia carriera, ho preso tanti aerei, lo faccio volentieri, di nuovo. La passione per il mio lavoro &egrave; intatta, anzi, la definirei ulteriormente cresciuta e consolidata. Se cos&igrave; non fosse, probabilmente mi occuperei di altro&quot;.   

L&#39;INTERVISTA - Davide di Trackhouse Racing: &quot;Valentino dette l&#39;impennata al sistema, come Tomba nello sci e Sinner col tennis, ma l&#39;entusiamo vige ancora&quot;

Brivio: &quot;Effetto Rossi in MotoGP smorzato, l&#39;interesse &egrave; per&ograve; alto&quot;

        Davide Brivio&rsquo;s last MotoGP adventure concluded in 2020, one that culminated with a surprising world title achieved with Joan Mir and Suzuki. The 59-Italian embarked on a new chapter in 2021, moving to Formula 1 as the Racing Director for Alpine, but after three seasons he is now ready to return to the two-wheeled world in a brand-new role. Brivio will be the new Team Principal for the Trackhouse team, which arrives on the grid this year in place of team RNF. Team owner Justin Marks has decided to trust in Davide&rsquo;s significant experience as the team aims high in the reigning class with the Aprilia RS-GP bikes ridden by Miguel Oliveira and Raul Fernandez. &nbsp; Brivio: &ldquo;The Trackhouse project is already successful&rdquo; "It all happened very quickly in the last days with Justin asking me to help Trackhouse in the MotoGP challenge&rdquo;, explains Brivio. &ldquo;It&rsquo;s so exciting to be a part of this new project right from the start and I&rsquo;m really looking forward to get to know Trackhouse and see what we can bring to the championship from the successful vision and experience that this company has in other sports and environments. It could be a great combination of the two worlds. Now, it&rsquo;s almost time to go racing and we will try to support our two talented riders Miguel and Raul as best we can, and have fun.&rdquo;       

After a three-year stint in Formula 1, the Italian is ready for a new challenge in the world championship paddock, with Justin Marks&rsquo; team &nbsp;

Davide Brivio returns to MotoGP: he will be the Trackhouse Team Principal

        La scorsa avventura in MotoGP di Davide Brivio si era conclusa nel 2020, culminando con il sorprendente titolo mondiale conquistato con Joan Mir e la Suzuki. Dal 2021 &egrave; iniziata una nuova vita per il 59enne italiano, passato in Formula 1 come Racing Director di Alpine, ma dopo tre stagioni &egrave; pronto a tornare alle due ruote in una nuova veste. Brivio sar&agrave; infatti il nuovo Team Principal del team Trackhouse, squadra arrivata quest'anno in griglia subentrando ad RNF e capitanata da Justin Marks, che ha deciso di puntare sulla grande esperienza di Davide per arrivare immediatamente in alto nella classe regina con le Aprilia RS-GP guidate da Miguel Oliveira e Raul Fernandez. MotoGP: quattro wild card in vista per Lorenzo Savadori Brivio: &ldquo;Il progetto Trackhouse &egrave; gi&agrave; vincente&rdquo;  &ldquo;Marks mi ha chiesto di aiutare il team Trackhouse nella sua nuova sfida in MotoGP, ma &egrave; accaduto tutto molto velocemente, nel giro di pochi giorni&rdquo;, ha spiegato Brivio. &ldquo;E' emozionante entrare a far parte di un nuovo progetto e non vedo l'ora di conoscere meglio la squadra per capire cosa possiamo ottenere, visto che si tratta di un team gi&agrave; vincente in altre discipline e potremmo combinare due mondi diversi come quello delle auto e quello delle moto. Al momento, per&ograve;, il focus principale &egrave; quello di sostenere al meglio i nostri due piloti facendoli divertire&rdquo;. Tourist Trophy: Conor Cummins ancora al via con il team Padgett's       

Conclusa la parentesi in Formula 1 durata tre stagioni, l'italiano &egrave; pronto ad affrontare una nuova sfida nel paddock del Motomondiale con la squadra di Justin Marks

Davide Brivio torna in MotoGP: sarà Team Principal Trackhouse

        Is Alberto Puig&rsquo;s position in MotoGP at risk? It looks like it, considering the rumours that Davide Brivio is about to return to the motorcycle world. Would the Spaniard, who is linked to giant HRC, and particularly to Marc Marquez, be prepared to make room for the Italian manager? Because it seems that the parties are close to sealing a deal. Brivio, from Yamaha to Suzuki and... Honda If the Japanese manufacturer&rsquo;s factory team were to opt for Brivio&rsquo;s consultancy, we would see the return of a manager who has previous won MotoGP world titles with both Yamaha and Suzuki. Davide, currently involved in the Alpine Formula 1 project, would be back in the paddock that introduced him to the international world of two wheels. The Italian actually started out in SBK, before switching from the production-derived bikes to the prototypes. The current dissatisfaction in the Honda camp, Marc Marquez&rsquo;s departure, and the need to revolutionise the Repsol garage have had bosses, sponsors and managers working hard, with the aim of securing an Italian resource who has proved both successful and discreet. It was Brivio who snatched Valentino Rossi from Honda to deliver him to Yamaha.       

Alberto&rsquo;s position on the Repsol team is uncertain: Davide is ready to leave Formula 1 and return to the two- wheel world

Puig at risk: Brivio to Honda MotoGP?

Alberto Puig rischia il posto in MotoGP? Parrebbe proprio di s&igrave;, nelle voci insistenti che danno il ritorno alle due ruote da parte di Davide Brivio. Il catalano, legato al colosso HRC ma, in particolar modo, a Marc Marquez far&agrave; davvero spazio all&#39;ingresso del manager italiano? Le parti sono davvero vicine all&#39;accordo.  Segui in diretta le prove libere del gran premio di Valencia&nbsp;  Brivio, da Yamaha a Suzuki sino a... Honda  Qualora la formazione ufficiale dell&#39;Ala dorata si appoggiasse davvero alla consulenza di Brivio, avremmo il ritorno in MotoGP di un&nbsp;manager capace di vincere titoli mondiali marcati Yamaha e Suzuki. Davide, coinvolto nel progetto Alpine Formula 1, tornerebbe all&#39;ambiente che lo ha fatto conoscere al mondo internazionale a due ruote.  Anzi, il brianzolo cominci&ograve; con successo in SBK, per poi passare da derivate di serie a prototipi. L&#39;insoddisfazione palesata in Honda, la partenza di Marc Marquez e l&#39;esigenza di rivoluzionare il box Repsol hanno fatto lavorare vertici, sponsor e dirigenti, nell&#39;obiettivo di conseguire una risorsa italiana dimostratasi vincente e oculata. Fu lui a strappare Valentino Rossi a Honda, portandolo alla corte dei tre diapason.  &nbsp; 

Traballa il posto di Alberto nel team Repsol: Davide pronto a lasciare la Formula 1 per tornare alle due ruote

Puig a rischio: arriva Brivio in Honda MotoGP

        &ldquo;Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano&rdquo; cantava Antonello Venditti in &ldquo;Amici mai&rdquo; una delle sue pi&ugrave; celebri canzoni e quello che &egrave; trapelato dalla Spagna avrebbe del clamoroso. Davide Brivio, storico manager Yamaha e molto legato a Valentino Rossi col quale ha conquistato 4 titoli piloti potrebbe tornare in MotoGP dopo l&rsquo;addio al motomondiale per passare in Alpine F1 nel 2021 e farlo nel box del rivale numero 1 del &ldquo;Dottore&rdquo;. MOTOGP GIAPPONE, MARQUEZ: "IL FUTURO? MEGLIO NON ARRIVARE AL LIMITE NELLE RELAZIONI" Cambio obbligato La necessit&agrave; in HRC in questo momento &egrave; cercare di convincere Marc Marquez, che continua a giocare sul suo futuro, a restare con la casa giapponese ed onorare l&rsquo;ultimo anno di contratto che lega l&rsquo;otto volte campione del mondo alla casa dell&rsquo;ala dorata. Per farlo per&ograve; Marc ha da tempo chiesto fatti e non promesse. Cos&igrave; dopo l&rsquo;arrivo ad inizio stagione di Ken Kawauchi da Suzuki come Direttore Tecnico ecco che in Giappone per cercare di &ldquo;europeizzare&rdquo; progetto e modi di lavoro ecco che &egrave; spuntato il nome di Davide Brivio. La campagna acquisti di HRC non &egrave; ancora iniziata, ma gi&agrave; da Misano le voci che la casa giapponese voglia rivoluzionare il proprio parco ingegneri comprando, a peso d&rsquo;oro, qua e la dal paddock della MotoGP sono sempre pi&ugrave; intense. Tra i nomi che erano circolati c&rsquo;era anche quello, clamoroso, di Gigi Dall&rsquo;Igna che per&ograve; difficilmente lascerebbe il ruolo di Direttore Generale di Ducati Corse per accasarsi in Honda. Nelle ultime ore per&ograve; dalla Spagna, il giornalista di Dazn Ricard Jov&eacute;, ha raccontato di aver ricevuto da una sua fonte molto affidabile la notizia che HRC abbia contattato Davide Brivio per affidargli la gestione delle risorse umane del team che andrebbe dunque ad affiancare e non a sostituire Alberto Puig, attuale Team Manager HRC.  GP GIAPPONE, ALEIX: &ldquo;IL CALENDARIO 2024? NON MI PIACE, MA VA ACCETTATO&rdquo; Ritorno in MotoGP Qualora Davide Brivio dovesse accettare la proposta di HRC, per il manager lombardo sarebbe il secondo ritorno in MotoGP dopo quello avvenuto nel 2015 quando torn&ograve; nella classe regina proprio come responsabile del team Suzuki. La carriera di Brivio nel motomondiale &egrave; iniziata nel 2001 dopo che nel decennio precedente aveva ricoperto il ruolo di Team Manager Yamaha nel mondiale SBK, proprio nel 2001 seguendo Noriyuki Haga approda in MotoGP e dal 2002 diventa Team Manager Yamaha Racing. Nel 2004 riesce a portare nella casa dei tre diapason Valentino Rossi con cui vincer&agrave; 4 titoli e che lo convincer&agrave; a lasciare la casa giapponese per gestire il management della neonata VR46 Riders Academy. Nel 2013 viene contattato da Suzuki che gli affida la direzione del progetto MotoGP che prevedeva il rientro nella classe regina nel 2015. In sole 6 stagioni Davide Brivio conduce la piccola realt&agrave; giapponese al titolo mondiale con Joan Mir nella stagione 2020 al termine della quale lascer&agrave; la MotoGP per lanciarsi in una nuova sfida chiamata Formula1 dove ricopre il ruolo di Racing Director del team Alpine F1. Il matrimonio con la casa francese per&ograve; non sembra idilliaco e questo starebbe convincendo Brivio a lasciare il Circus della F1 per riabbracciare quello del motomondiale.  MOTOGP, DI GIANNANTONIO: "MARQUEZ? IO SPERO DI ESSERE QUI NEL 2024"       

La necessit&agrave; di &ldquo;europeizzare&rdquo; il progetto per convincere Marc Marquez a non lasciare Honda ha spinto i vertici della casa giapponese a contattare il manager italiano ora in F1 con Alpine

MotoGP, HRC fa shopping: nel mirino Davide Brivio

Dalla MotoGP alla F1, &egrave; questa la vita di Davide Brivio, l&rsquo;uomo che ha portato sul tetto del mondo la Casa giapponese. Nel 2020 con Joan Mir il team ha trionfato, l&#39;utima volta era stata nei primi anni 2000 con Kenny Roberts Jr.  Dopo la decisione di Davide di lasciare il motomondiale e approdare nel circus della Formula 1, la Suzuki ha navigato un po&#39; nel buio fino ad arrivare alla sconvolgente notizia dell&rsquo;abbandono.  Brivio &egrave; anche lui anche lui dispiaciuto delle sorti del team: &ldquo;Sono legato alla squadra e non vedere pi&ugrave; nel paddock questi ragazzi mi rende triste. Hanno dato sempre il massimo. Sicuramente spero che non succedi, anche se &egrave; tutto piuttosto gi&agrave; definito.&rdquo;    Cercare una soluzione   La decisione del team giapponese di non partecipare piu al campionato &egrave; ormai definitiva, ma Davide spera che si possa almeno salvare la squadra. &ldquo;Vorrei che comunque questi ragazzi restassero in MotoGP. Se fossimo in F1 qualcuno avrebbe comprato il team, per&ograve; &egrave; un&rsquo;altra situazione qui - commenta Brivio ai microfoni di Sky -. &Egrave; una grande opportunit&agrave; da sfruttare, perch&eacute; c&rsquo;&egrave; gi&agrave; una struttura pronta con delle persone. Sarebbe un cammino che parte, sin da subito, da met&agrave;.&rdquo;  Ci sono molte case che vorrebbero entrare nel paddock. Aziende che sono leader mondiale nelle vendite e che vorrebbero intraprendere questa avventura. &ldquo;Un&rsquo;ipotesi potrebbe essere ad esempio la BMW. Io credo che sarebbe un grande occasione per loro.&rdquo; Afferma Brivio. 

Il team manager, campione del mondo con Mir nel 2020, &egrave; dispiaciuto delle sorti della squadra

MotoGP, Davide Brivio e l&#39;abbandono Suzuki: &ldquo;Spero ancora che non succeda&rdquo;

        Quattro titoli MotoGP nell&rsquo;arco di sei stagioni hanno fatto entrare Valentino Rossi nell&rsquo;Olimpo dei piloti della Yamaha: nessuno, neppure le grandi stelle americane n&eacute; Jorge Lorenzo, ha portato tanti titoli della classe regina a Iwata. Un periodo contraddistinto dalla classe di Valentino, dalla fusione con la Casa di Iwata del suo gruppo di lavoro capitanato da Jeremy Burgess dopo la lunga storia con la Honda. E ancora dalle intuizioni tecniche di Masao Furusawa, e dalla doppia bravura di Davide Brivio, capace prima di imbastire la trattativa per Rossi nel 2003, quando il Fenomeno sembrava inarrivabile per una Casa che in quella stagione otteneva un solo podio nell&rsquo;arco di 16 GP, e poi di gestire Valentino nella prima parte dell&rsquo;avventura in Yamaha. E proprio Brivio racconta quegli anni vissuti accanto a Rossi e al responsabile tecnico Furusawa. Un passato che evoca bei ricordi all&rsquo;attuale manager della Renault-Alpine in Formula 1, incarico ottenuto dopo il titolo di Joan Mir con la Suzuki MotoGP. &ldquo;Il mio merito con Valentino? Forse quello di credere in una mossa da incoscienti". Perch&eacute; il tentativo velleitario di togliere Rossi alla potenza dominante, l&rsquo;HRC, e portarlo in una Casa in difficolt&agrave;, ebbe successo. MotoGP, Rossi: &ldquo;La bambina sta per nascere, siamo agli sgoccioli&rdquo; Brivio: "Furono anni magici"   Davide, come definiresti gli anni vissuti con Rossi in Yamaha? &ldquo;Magici. Ero in Yamaha MotoGP da due anni e vivevamo una situazione difficile. Soprattutto nel 2003 eravamo saliti sul podio soltanto una volta, e la Honda era un&rsquo;assoluta dominatrice. All&rsquo;epoca c&rsquo;erano soltanto Honda, Ducati e Yamaha, con la prima dominante e noi ad arrancare. L&rsquo;arrivo di Valentino, unito al contributo di Furusawa che prese in mano l&rsquo;organizzazione, cambi&ograve; la storia della Yamaha in MotoGP&rdquo;. Si ribaltarono i ruoli con la rivale storica. &ldquo;Da sfidante impotente della Honda, la Yamaha divenne una grande concorrente. Furono anni importantissimi, la base di quello che poi &egrave; stata la Yamaha negli anni successivi&rdquo;. Cosa legava Rossi a Furusawa? &ldquo;Si era creato un rapporto di grande fiducia reciproca, perch&eacute; Furusawa era arrivato poco prima di Rossi a riorganizzare tutta l&rsquo;attivit&agrave; del reparto corse. Quindi lui iniziava l&rsquo;avventura della MotoGP e Valentino era appena arrivato da noi. Erano un po&rsquo; tutti e due nuovi. Fu un percorso che cominciarono assieme, e fu spontaneo il rapporto di grande complicit&agrave;&rdquo;. Rossi arriv&ograve; anche per merito di Furusawa. &ldquo;Prima dell&rsquo;arrivo di Furusawa, stavamo provando a convincere la Yamaha a prendere Valentino, ma senza grande successo. Con l&rsquo;arrivo di Masao vidi l&rsquo;opportunit&agrave; di riprovarci e ripartire da zero. All&rsquo;inizio rimase sorpreso, ma con lui trovai una porta aperta. Accett&ograve; subito di parlarci e il primo incontro tra i due fu molto carino, cordiale. Si cre&ograve; una buona atmosfera. Fu proprio Masao a fare un grande azione in Yamaha per convincere poi il Presidente&rdquo;. L'approccio di Valentino   Rossi trionf&ograve; subito: te lo saresti aspettato? &ldquo;No, l&rsquo;idea era questa: il 2005 sarebbe stato il 50&deg; anniversario della fondazione della Yamaha Motor, e quindi l&rsquo;arrivo di Valentino era perfetto per celebrarlo con un successo. Il 2004 doveva essere l&rsquo;anno per &lsquo;sistemare&rsquo; la moto, Valentino si sarebbe adattato e poi avrebbe puntato a vincere l&rsquo;anno successivo. E invece trionf&ograve; subito, anche se la moto non era perfetta. Non posso dire che fu inaspettato, ma lo consideravamo molto difficile, visto che arrivavamo dal dominio Honda&rdquo;. Cosa port&ograve; Valentino al gruppo? &ldquo;L&rsquo;approccio mentale a vincere. Un conto &egrave; partecipare alle gare cercando di fare il massimo e un conto &egrave; farlo perch&eacute; devi vincere il campionato. &Egrave; un lavoro completamente diverso. Valentino ha insegnato alla Yamaha a spingere al massimo su tutto, a curare i dettagli della moto ma anche quelli organizzativi. Potrei definirla quasi &lsquo;l&rsquo;arte della guerra&rsquo;, anche a livello strategico. Come magari riuscire a essere pi&ugrave; forti dell&rsquo;avversario, o a indebolirlo quando si poteva. Tutto ovviamente dal punto di vista sportivo. Ha portato questo approccio di essere al massimo in tutti i settori, senza trascurare nulla. Un grande cambio di mentalit&agrave;&rdquo;. E a livello umano? &ldquo;Dal mio punto di vista credo abbia dimostrato e abbia fatto vedere &ndash; perch&eacute; &egrave; parte del suo carattere, non per una strategia &ndash; che si pu&ograve; essere altamente professionali e vincere anche con leggerezza e divertendosi. A volte il fatto di ridere o scherzare viene visto come poco serio, invece lui ha dimostrato che si pu&ograve; essere molto professionali quando bisogna allenarsi e quando si scende in pista. In quei momenti c&rsquo;&egrave; la massima concentrazione e si spinge al massimo. Poi quando &egrave; finita la gara, si va a cena la sera e ci si pu&ograve; anche divertire senza che questo vada a influenzare l&rsquo;altra parte. &Egrave; stato per me un grande insegnamento&rdquo;. Quale messaggio ha mandato Valentino vincendo questa grande sfida? &ldquo;Ha fatto capire quanto il pilota sia importante in questo sport. In quegli anni, 2001, 2002 e 2003 si cominciava a pensare che, con una certa moto, chiunque potesse vincere. Questa certezza l&rsquo;ha smentita dimostrando che era merito anche suo. L&rsquo;ha sbattuta in faccia a tutti, mostrando quanto il pilota potesse fare la differenza&rdquo;. Esclusiva, Giacomo Agostini: "La Yamaha era come una famiglia per me" Le vittorie, le sconfitte   Come descrivi i suoi quattro titoli con la Yamaha? &ldquo;Sono molto diversi l&rsquo;uno dall&rsquo;altro. Il primo fu quello importante, perch&eacute; aveva lasciato la Honda e doveva dare un segnale: fu un titolo un po&rsquo; a sorpresa. Nel 2005 ci saremmo dovuti confermare, sapendo che la Honda avrebbe reagito, invece con la moto nuova ottenemmo addirittura la tripla corona: i titoli piloti, costruttori e team&rdquo;. Poi ci furono due anni di pausa. &ldquo;Arrivarono le sconfitte, perch&eacute; il 2006 - anche se adesso da un certo punto di vista &egrave; stato bello che abbia vinto Nicky Hayden - fu la prima sconfitta di Valentino, e pes&ograve; davvero tanto, furono necessari alcuni mesi per assorbirla. Nel 2007 partimmo aggressivi per rivincere e invece arriv&ograve; Casey Stoner. Quell&rsquo;anno trovammo dei problemi: la Ducati era con le Bridgestone, e le nostre Michelin non erano abbastanza competitive, e fu un&rsquo;altra sconfitta&rdquo;. Il 2008 fu l&rsquo;anno della rivincita. &ldquo;L&rsquo;anno della rinascita, e questo valore lo ha reso un titolo ancora diverso dai precedenti. Il 2009 &egrave; stato l&rsquo;anno della lotta con Jorge Lorenzo, che era l&rsquo;astro nascente. Sono quattro Mondiali, ma ognuno ha una sua sfaccettatura, una storia diversa e un valore tutto suo&rdquo;. In Yamaha come li hanno vissuti? &ldquo;La Yamaha &egrave; passata da essere sfidante quasi inerme a recitare da protagonista. Questo ha creato molta pi&ugrave; consapevolezza in tutti, i dipendenti erano tutti molto orgogliosi di far parte della Casa e di questa storia. Credo che per Furusawa sia stata anche una grande consacrazione, perch&eacute; era la fine della sua carriera. Tra l&rsquo;altro Masao, attorno alla fine del 2004, ebbe anche un grossissimo problema di salute: gli venne diagnosticata una brutta malattia e se la trascin&ograve; un po&rsquo; troppo proprio perch&eacute; stavamo vincendo il Mondiale. Noi non lo sapevamo, lo scoprimmo dopo. Poi nel finale di stagione, quando ormai le cose si erano messe bene, decise di farsi curare e tutto and&ograve; nel migliore dei modi&rdquo;. Luca Cadalora: "Vi racconto cosa aveva di speciale la 250"       

Il brianzolo ricorda l'esperienza in MotoGP: "Nel 2004, anche grazie al lavoro di Furusawa, la Yamaha divent&ograve; dominatrice"

Esclusiva, Davide Brivio: “Con il suo arrivo, Rossi cambiò la mentalità Yamaha”

        Difendere il titolo &egrave; pi&ugrave; difficile che vincerlo, si dice, e la Suzuki lo pu&ograve; confermare. Trionfatrice dopo 20 anni grazie a una stagione regolare e attenta di Joan Mir nel 2020, nella scorsa annata la Suzuki ha visto sia il maiorchino che il compagno di squadra Alex Rins affacciarsi sulla scena iridata con l&rsquo;obiettivo di mantenere l&rsquo;ambito trofeo ad Hamamatsu, ma cos&igrave; non &egrave; andata. Mir ha lottato, chiudendo terzo, per Rins invece l&rsquo;anno &egrave; stato decisamente complicato. Tredicesimo il suo piazzamento finale, soltanto 11 le gare in cui &egrave; andato a punti sulle 18 in programma, e soltanto un podio firmato nel 2021, a Silverstone dove due anni fa vinse in volata contro Marc Marquez. Tante, troppe le cadute, in gara ma non soltanto, dato che a Barcellona si &egrave; infortunato il gioved&igrave;, percorrendo la pista in... bicicletta. Ci ha pensato la vita privata a regalargli soddisfazioni, con l&rsquo;arrivo di Lucas, primogenito del pilota che si appresta a vivere la sesta stagione con la Suzuki. MotoGP, sostituzione in vista? Lecuona al posto di Marc Marquez Troppe cadute   Escludendo l&rsquo;annata da rookie, quella appena trascorsa &egrave; stata la stagione pi&ugrave; difficile per te in MotoGP, come te lo spieghi? &ldquo;Soprattutto l&rsquo;inizio &egrave; stato molto duro. C&rsquo;era la velocit&agrave; ma non riuscivo a finire le gare, cadevo sempre. &Egrave; stato molto complicato per tutte le cadute, per l&rsquo;irregolarit&agrave; che ho avuto e per tutto quello che &egrave; successo. Non ho viaggiato nelle posizioni desiderate, perch&eacute; mi sarebbe piaciuto stare davanti e vincere le gare. Quantomeno ho trovato qualcosa di buono nella moto che mi ha permesso di chiudere meglio la stagione&rdquo;. Qual &egrave; stato il momento pi&ugrave; difficile?  "Forse la gara del Mugello: arrivavo da alcune cadute e, pur guidando senza pressione, sono scivolato anche nel GP italiano".  Cosa pensa un pilota che cade molte volte? &ldquo;Passano per la testa parecchie cose, ma dietro di me c&rsquo;&egrave; un team di persone, compresi i miei sponsor come per esempio Nolan, a supportarmi. Grazie a loro i momenti pi&ugrave; difficili si superano meglio&rdquo;. Il rapporto con la Suzuki   Quanto ti ha aiutato la Suzuki a superare questo momento? &ldquo;Siamo rimasti uniti. Naturalmente ci sono stati momenti buoni, altri pi&ugrave; difficili, momenti di calo, ma hanno sempre provato a starmi vicino. Il semplice fatto che loro fossero con me, nella buona e nella cattiva sorte, mi ha aiutato&rdquo;. Cos&rsquo;&egrave; mancato alla Suzuki per lottare per il titolo? &ldquo;Sinceramente ci sono mancate alcune piccole cose, che sono arrivate tardi rispetto ai nostri avversari. Per esempio il rear device (l&rsquo;abbassatore di assetto della moto, ndr), a noi &egrave; arrivato a met&agrave; stagione quando gli altri lo usavano gi&agrave; da tempo. Con l&rsquo;equilibrio che c&rsquo;&egrave; oggi in pista, quei pochi decimi che guadagni con una novit&agrave; si notano molto&rdquo;. Questo nuovo elemento vi ha dato questo aiuto? &ldquo;S&igrave;, fa molta differenza, soprattutto in uscita di curva perch&eacute; la moto resta pi&ugrave; bassa e aiuta l&rsquo;accelerazione&rdquo;. Ripensando al 2021, ti sei pentito di qualcosa? &ldquo;No. &Egrave; vero che ci sono state alcune gare nelle quali, dopo che sono caduto, ho pensato che avrei potuto fare meglio, senza rischiare tanto, magari restando dietro, ma alla fine questo &egrave; il mio modo di essere. Quando sono l&igrave;, con la possibilit&agrave; di ben figurare, provo a spingere&rdquo;. Ti appresti a vivere il sesto anno con la Suzuki, come racconteresti la vostra storia? &ldquo;&Egrave; gi&agrave; passato molto tempo. Sto molto bene con loro, mi appoggiano, hanno fiducia in me da tanto e continuano a credere nelle mie capacit&agrave;. Sono felice di far parte di questa squadra&rdquo;. Per quanti anni ancora vuoi rappresentare la Casa di Hamamatsu? &ldquo;Sono aperto a tutto, la Suzuki si sta comportando in maniera fantastica con me, mi piacerebbe continuare con loro&rdquo;. Cosa ti aspetti dal 2022? &ldquo;Spero che potremo avere una moto migliore. Nei test abbiamo provato la nuova versione della GSX-RR e sono stati compiuti dei passi in avanti. Spero di essere pi&ugrave; competitivo&rdquo;. Cosa vorresti avere del tuo compagno di squadra Mir? &ldquo;La sua regolarit&agrave;&rdquo;. La lezione da imparare dopo il 2021   Nel 2021 sei anche diventato padre, cos&rsquo;&egrave; cambiato? &nbsp;&ldquo;La paternit&agrave; mi ha cambiato, ma non tanto. Intendo dire che al momento continuo a essere la stessa persona di prima e faccio le stesse cose. Sono soltanto pi&ugrave; felice di avere Lucas e mia moglie al mio fianco per avere il loro appoggio&rdquo;. Da un anno cos&igrave; difficile, cosa ti resta di positivo? &ldquo;L&rsquo;esperienza maturata in ogni circuito, perch&eacute; alla fine ogni caduta insegna qualcosa, e tutto il lavoro che ho svolto con il team. Tutto questo viene via con me in vista della nuova stagione, per evitare di commettere gli stessi errori&rdquo;. Cosa ti ha insegnato in particolare la stagione 2021? &ldquo;Mi ha insegnato a gestire meglio le gare, e a essere padre&rdquo;. Si &egrave; ritirato Valentino Rossi, uno dei tuoi punti di riferimento: come sar&agrave; la MotoGP senza di lui? &ldquo;Sono fortunato ad aver condiviso la pista con lui. Ora c&rsquo;&egrave; un equilibrio massimo in MotoGP e anche se nell&rsquo;ultimo anno non &egrave; stato troppo competitivo, nel 2020 in qualche gara riusciva a stare davanti, pur avendo pi&ugrave; di 40 anni. Questo &egrave; incredibile, &egrave; magico&rdquo;. Il 2021 &egrave; stato il primo anno senza Davide Brivio nel box, quanto ha pesato? &ldquo;Onestamente &egrave; stato un po&rsquo; complicato. La figura di un manager in un team &egrave; necessaria. Pensavo che tutto potesse andare comunque bene, ed &egrave; andata cos&igrave;, ma una figura del genere &egrave; mancata&rdquo;. Vorresti che tornasse? &ldquo;Sinceramente mi piacerebbe, s&igrave;. Quando &egrave; uscita la notizia del suo possibile ritorno gli ho scritto su Whatsapp: &lsquo;Dai Davide, torna che mi piacerebbe&rsquo;. Mi ha detto che ha ancora un anno di contratto in F1 e che pensa di continuare. Ho un rapporto molto speciale con lui. Dovessero chiedermi un parere, sarei favorevole al suo ritorno&rdquo;. Rins imita Binder: Alex si prepara alla MotoGP con una Suzuki di serie       

Lo spagnolo si racconta: "Il 2021 in pista &egrave; stato molto complicato: sono caduto troppo frequentemente, ma allo stesso tempo &egrave; un anno che non dimenticher&ograve;, perch&eacute; sono diventato padre. Voglio riscattarmi con Suzuki: e se tornasse Davide..."

Esclusiva, Rins: “Il ritorno di Brivio? Mi piacerebbe, manca una figura come la sua”

        Alla luce del titolo iridato conquistato da Joan Mir nel 2020, le aspettative della Suzuki nei confronti della stagione appena terminata erano ben diverse, ma l'addio di Davide Brivio e la superiorit&agrave; mostrata dalla concorrenza hanno complicato i piani della Casa di Hamamatsu.&nbsp; Mir ha concluso il 2021 al terzo posto della classifica generale, Rins addirittura al 13esimo, per un bottino totale di 7 podi e 0 vittorie. Un risultato complessivo che si pu&ograve; tranquillamente definire deludente.&nbsp; Shinichi Sahara, responsabile tecnico del progetto MotoGP, ha raccontato le difficolt&agrave; vissute dalla Suzuki attraverso le colonne del suo blog. Jarvis: "Rossi? Tutti lo conoscono, non &egrave; cos&igrave; per Marquez" Sahara: "Anno difficile"   "Siamo alla fine di una stagione impegnativa e direi che, pur non aver conquistato i risultati sperati, abbiamo ottenuto il 60-70% di ci&ograve; che mi aspettavo", ha esordito Sahara. "Il 2021 &egrave; stato un anno diverso per tutti noi: dopo la vittoria del titolo e l'addio di Davide Brivio, abbiamo dovuto trovare la strada da seguire. In precedenza avevo ricoperto il ruolo di Team Director, gestendo principalmente la situazione dalla fabbrica in Giappone, ma nel 2021 ho assunto un nuovo ruolo come Team Manager e Project Leader". Un doppio ruolo che ha richiesto tanto impegno, andando a incidere sui risultati: "Questo carico di lavoro, unito all'essere ancora il Group Leader nel dipartimento di sviluppo in Giappone, &egrave; stato eccessivo - &egrave; l'ammissione del giapponese - Ma posso dire di aver imparato molto: trascorrere pi&ugrave; tempo in pista mi ha permesso di avere delle intuizioni che non avevo negli anni precedenti. Adesso riesco a notare ogni dettaglio della GSX-RR e del suo comportamento in pista". L'altro lato della medaglia  Gli aspetti positivi per&ograve; non mancano: &ldquo;All'inizio della stagione 2021, non ero in grado di confrontare la moto attuale con quella dell'anno precedente, vista la mia scarsa presenza in pista (solo a Portimao) nel 2020". &ldquo;Adesso posso dire di conoscere molto bene la nostra moto. Assistere a tutte le gare non &egrave; stato solo vantaggioso dal lato tecnico, ma anche dal lato della gestione umana del box. Ho avuto modo di relazionarmi con molte persone nel paddock, molto pi&ugrave; di prima. Ovviamente conoscevo gi&agrave; la maggior parte di loro, ma avere una comunicazione diretta con loro faccia a faccia ci ha permesso di conoscerci meglio che tramite e-mail o riunioni video". &ldquo;Anche all'interno del nostro team, ho acquisito molta pi&ugrave; familiarit&agrave; con tutto il lavoro svolto da ciascun membro del team",&nbsp;ha concluso Sahara. Loris Reggiani: "La 250 inizi&ograve; come un ripiego, poi divenne casa mia"       

Il manager giapponese ha tracciato un bilancio della stagione 2021, in cui ha dovuto sopperire all'addio di Brivio e occuparsi, allo stesso tempo, dello sviluppo della moto

MotoGP, Sahara ammette: “Sostituire Brivio è stato un impegno eccessivo”

        In 2006, a season in which Valentino Rossi saw Nicky Hayden snatch the world title, the Italian had a real chance of moving to Formula 1. A &lsquo;sliding doors&rsquo; that has been much discussed over the years, and one that Davide Brivio still recalls now, Brivio having been the factory Yamaha team manager at that time. The Yamaha counter-move  The Italian manager, who now wears Alpine colours in the F1 paddock, recalls those moments as Rossi takes part in his final MotoGP race. &ldquo;In 2006, he completed some tests with Ferrari at Valencia, there was a serious and real chance he&rsquo;d move to Formula 1&rdquo;, the Italian tells Sky Sport. The Italian&rsquo;s departure would have left a space in the Iwata manufacturer&rsquo;s garage, and so they decided to guard against that. &ldquo;We were in difficulty in Yamaha, we asked ourselves what we would do if Vale were to leave&rdquo;. And so to the hiring of Jorge Lorenzo: &ldquo;The arrival of Jorge was the result, as we prepared for a future without Valentino&rdquo;. In the end, Rossi decided to continue in MotoGP, flanking the Majorcan in 2008-2010 and 2013-2016. &ldquo;In actual fact, Lorenzo retired before Valentino&rdquo;, smiles Brivio in conclusion. Translated by Heather Watson GP Valencia, Rossi: &ldquo;I'm pleased to have developed MotoGP&rdquo;       

The former Suzuki team manager thinks back to when they hired Jorge Lorenzo at Yamaha, at a time when Valentino Rossi was very close to moving from two to four wheels

MotoGP, Davide Brivio reveals: “Rossi was close to F1, so we hired Lorenzo”

Nel 2006, stagione in cui Valentino Rossi vide sfuggire il Mondiale tra le mani di Nicky Hayden, per il pesarese ci fu la concreta ipotesi di passare in Formula 1. Una sliding doors di cui si &egrave; tanto parlato nel corso degli anni e che ancora tiene banco nei discorsi di Davide Brivio, che all&rsquo;epoca ricopriva il ruolo di team manager della squadra factory Yamaha.    La contromossa Yamaha   Il brianzolo, ora passato nel Circus con i colori Alpine, &egrave; tornato a parlare di quei momenti in occasione dell&#39;ultima gara di Rossi in MotoGP. &ldquo;Nel 2006 fece dei test con la Ferrari a Valencia, l&rsquo;ipotesi di passare in Formula 1 era seria e concreta&rdquo;, &egrave; il ricordo del brianzolo ai microfoni di Sky Sport.  L&rsquo;addio del pesarese avrebbe lasciato un vuoto nel box della Casa di Iwata, che decise cos&igrave; di cautelarsi. &ldquo;In Yamaha eravamo in difficolt&agrave;, ci chiedevano cosa avremmo fatto se Vale fosse andato via&rdquo;. Ecco spiegato l&rsquo;ingaggio di Jorge Lorenzo: &ldquo;L&rsquo;arrivo di Jorge fu dovuto a questa situazione: per prepararci al futuro senza Valentino&rdquo;.  Alla fine, Rossi decise di continuare in MotoGP, affiancando proprio il maiorchino nei periodi 2008-2010 e 2013-2016: &ldquo;In realt&agrave;, si &egrave; ritirato prima Lorenzo di Valentino&rdquo;, sorride per concludere Brivio.  MotoGP: dai piloti al murales, quanti omaggi per Valentino Rossi 

L&#39;ex team manager Suzuki ha ricordato i momenti che portarono all&#39;ingaggio di Jorge Lorenzo da parte di Yamaha, nel periodo in cui Valentino Rossi fu davvero vicino al passaggio tra le quattro ruote

MotoGP, Davide Brivio rivela: &ldquo;Rossi fu vicino alla F1, cos&igrave; prendemmo Lorenzo&rdquo;

Nonostante l&#39;arrabbiatura per non essersi potuto inserire nella lotta per la pole position, con il terzo posto conquistato a Portimao, Joan Mir pu&ograve; festeggiare la sua miglior qualifica in MotoGP. Un risultato che in questo finale di stagione d&agrave; un po&#39; di morale alla Suzuki, ben lontana dalla forma mostrata la scorsa stagione, quando &egrave; riuscita a conquistare il Mondiale Piloti proprio con il maiorchino.  Cosa &egrave; cambiato da allora? Di sicuro, la ritrovata competitivit&agrave; del nuovo Campione del Mondo, Fabio Quartararo, ma prima ancora l&#39;approdo in F1 di Davide Brivio, vero e proprio trascinatore dell&#39;impresa compiuta dalla Casa di Hamamatsu. Difficile sostituire la figura che ha allestito il progetto pezzo per pezzo. Tanto che il costruttore giapponese ha preferito optare per una soluzione &quot;casalinga&quot;, investendo di un doppio ruolo Shinichi Sahara, piuttosto che ingaggiare un nuovo team manager. Una soluzione che non ha dato i frutti sperati, come testimonia la stagione corrente.  Brivio non guarda indietro, ma avanti   Ecco dunque che sono bastate alcune voci sulla presunta delusione del CEO Renault, rispetto all&#39;operato di Brivio, ad alimentare l&#39;idea di un ritorno tra le moto del manager brianzolo. Scenario possibile o mera suggestione? A fugare ogni dubbio sulla questione ci ha pensato il diretto interessato, intervistato da Sky durante le Libere del GP del Messico.  .&quot;C&#39;&egrave; ancora da fare. Devo dire che la Formula 1 &egrave; ovviamente molto complessa, nel senso che &egrave; molto articolata&quot; ha spiegato Davide, che pur avendo ancora parecchio da imparare non vuole gettare la spugna, proprio adesso. &quot;Questa &egrave; un&#39;esperienza che mi sta piacendo molto, quindi adesso sono qui. Anzi, adesso siamo in un momento anche molto bello. Siamo molto concentrati su questo finale di campionato, sul cercare di mantenere il 5&deg; posto, che non sar&agrave; una cosa facile, a partire da questo weekend con l&#39;AlphaTauri molto competitiva - ha continuato -. Sono qui e sto cercando di imparare il pi&ugrave; possibile&quot;.  Nessuna nostalgia, quindi. O quantomeno, niente Suzuki o team VR46 all&#39;orizzonte. Brivio non vuole tornare indietro e ha bene in mente dove vuole essere nel 2022: &quot;Alpine. Alpine F1&quot;.  Qualifiche MotoGP Algarve: pole di Bagnaia nel tripudio Ducati di Portimao 

Suggestione o realt&agrave; il ritorno tra le moto del manager brianzolo? A fugare ogni dubbio ci ha pensato il diretto interessato

MotoGP, Brivio bis in Suzuki? Davide dice la sua

Il ritorno di Suzuki, in veste ufficiale, in MotoGP &egrave; stato un lavoro a cui Davide Brivio ha dato anima e corpo, riuscendo a portare la Casa di Hamamatsu alla vittoria iridata nel 2020. Un risultato straordinario, che ha dell&#39;incredibile, fatto di sacrifici e passione, con un pilota, Joan Mir, che ha puntato tutto sulla costanza e sul commettere meno errori possibili. Quest&rsquo;anno la situazione in pista &egrave; in salita per Suzuki, ma secondo Mir questo non dipende dall&rsquo;assenza del manager italiano di successo (oggi impegnato in Formula 1 con il team Alpine).  Il problema &egrave; di natura tecnica   Il maiorchino ha detto intervistato dal sito di Autosport.com: &ldquo;Non penso sia quello il motivo. Sicuramente Davide ha fatto un lavoro super qui in Suzuki. Ma la ragione principale delle nostre difficolt&agrave; deriva dal fatto di non essere riusciti a trovare un miglioramento tecnico. Non &egrave; stato fatto un grande passo in avanti come invece ci sono riusciti i nostri rivali&rdquo;. Questo &egrave; un dato di fatto: su nove gare Mir ha ottenuto solo tre terzi posti, e il suo compagno di squadra &egrave; ancora a zero podi.  Avere 55 punti di ritardo dopo la prima parte di stagione &egrave; segno che qualcosa non &egrave; andato nel verso giusto, pur avendo ridotto al minimo gli errori. Mir, a parte la caduta registrata in Francia, in condizioni di bagnato, ha sempre lottato in difesa, stando per lo pi&ugrave; nella top 5. Lo stesso campione del mondo in carica ha infatti ammesso: &ldquo;Ci&ograve; non significa che Suzuki non sta lavorando, in Giappone stanno lavorando. Davide non si occupava di queste cose. Devono continuare a migliorare, perch&eacute; abbiamo visto che gli avversari l&rsquo;hanno fatto in un modo migliore&rdquo;.  Sahara, il boss   La figura di Davide Brivio non &egrave; stata sostituita da un&rsquo;altra persona, ma il suo ruolo &egrave; stato inglobato a quello del capo progetto Shinichi Sahara. Mir : &ldquo;Mi fido molto di lui. Ora guida tutto, &egrave; dentro il progetto e vede tutti i problemi&rdquo;.  Per la seconda parte di stagione Suzuki torner&agrave; in pista pi&ugrave; competitiva? In Giappone stanno lavorando per questo. Il distacco che Mir paga dal leader &egrave; ancora recuperabile, a fronte delle dieci gare ancora da disputare, ma &egrave; necessario ora tornare a stare davanti con prepotenza, per impensierire seriamente Quartararo e le Ducati di Johann Zarco e Francesco Bagnaia.  La Qualifica Sprint potrebbe funzionare in MotoGP? 

Il maiorchino paga 55 punti dal leader Quartararo in campionato e ha rinnovato la sua piena fiducia in Suzuki, parlando dell&#39;addio del manager brianzolo

MotoGP, Mir: &ldquo;Questi risultati non sono frutto dell&rsquo;assenza di Brivio&rdquo;

&Egrave; iniziato il nuovo capitolo della carriera di Davide Brivio, ora impegnato in Formula 1 come Racing Director dell&#39;Alpine.  A margine della presentazione della A521, splendida monoposto con cui Fernando Alonso ed Esteban Ocon disputeranno il Mondiale 2021, Brivio ha raccontato le sue sensazioni per questa nuova avventura.  Ambiente tutto nuovo   &quot;Non &egrave; stato facile lasciare la Suzuki, un ambiente che conoscevo molto bene&ldquo;, ha ammesso Brivio ripensando ai suoi ottenuti con la Casa di Hamamatsu. &ldquo;La Formula 1 &egrave; stata per me un sogno per molto tempo. &Egrave; molto eccitante per me iniziare qualcosa di completamente nuovo, entrare in un nuovo ambiente&ldquo;.  Passare dalla MotoGP alla Formula 1 non &egrave; semplice, ma il brianzolo non &egrave; tipo da farsi spaventare. &ldquo;Ho molto da imparare, molto da capire, ma per me questa &egrave; adrenalina. Era un&rsquo;opportunit&agrave; che sentivo di dover cogliere, probabilmente mi sarei pentito se non l&rsquo;avessi colta. Spero di poter portare il mio contributo all&rsquo;Alpine F1 Team con la mia esperienza. Non sar&agrave; facile e ho bisogno di un po&rsquo; di tempo. Ma sono pienamente impegnato a farmi coinvolgere il prima possibile&ldquo;.  La Formula 1 va di fretta   Dopo i mondiali vinti in MotoGP prima con Yamaha e poi con Suzuki, per Brivio sar&agrave; necessario un periodo di adattamento al nuovo mondo delle quattro ruote. &ldquo;Ho incontrato virtualmente nuove persone e ho cercato di capire il pi&ugrave; possibile come funziona il team nell&rsquo;ambiente della Formula 1. Ritrovo alcuni aspetti che sono in comune con le mie precedenti esperienze nel motorsport, mentre altri sono assolutamente inediti. La scuderia evolve ad altissimi livelli e sono contento di vedere come &egrave; tutto organizzato. Entro in questo nuovo mondo con la volont&agrave; di dare il mio contributo&quot;. &nbsp;  Quali differenze ha potuto percepire tra il Motomondiale e il Circus? &ldquo;Qui sono tutti pi&ugrave; ansiosi di vincere prima. In confronto, in MotoGP si va un po&#39; pi&ugrave; lentamente, si cerca di progredire per migliorare le performance in un certo lasso di tempo. In Formula 1, invece, bisogna accorciare i tempi affinch&eacute; tutto sia sempre pi&ugrave; veloce. &Egrave; affascinante scoprire come tutto sia sviluppato e gestito in questo ambiente&ldquo;.  MotoGP, Brivio: &ldquo;Barcellona 2009 fu un affronto per il team di Lorenzo&rdquo;  &nbsp; 

L&#39;ex team manager Suzuki sta per vivere la sua prima stagione in F1 con Alpine: lasciare la MotoGP non &egrave; stato facile, ma Davide sentiva di dover cogliere questa opportunit&agrave;&nbsp;

Davide Brivio: &ldquo;La F1 &egrave; stata un sogno per molto tempo&rdquo;

Il sorpasso compiuto da Valentino Rossi all&#39;ultima curva del Gran Premio di Barcellona 2009 ai danni di Jorge Lorenzo rappresenta uno dei momenti pi&ugrave; iconici nella storia della MotoGP, l&#39;apice della rivalit&agrave; tra due dei piloti che pi&ugrave; hanno segnato la storia recente del Motomondiale.  Momento chiave della stagione   Nel corso del documentario &quot;Route 46 - Route 93&quot; prodotto da DAZN &egrave; stato lo stesso Rossi a definire quel sorpasso come &quot;un momento chiave, uno di quelli che indirizza la stagione in un verso o nell&#39;altro&quot;. Dopo quella vittoria Rossi riusc&igrave;, infatti, a portarsi a 106 punti nella classifica generale, gli stessi accumulati da Lorenzo e Stoner fino a quel momento, conservando il primo posto fino a fine stagione.  Le tensioni vissute in Yamaha   Nella puntata del documentario &egrave; Davide Brivio, all&#39;epoca team manager del team Yamaha e ora sbarcato in Formula 1 tra le file dell&#39;Alpine, a raccontare le tensioni vissute nel box in quel periodo: &quot;Ci siamo giocati quel campionato in casa&quot;, racconta Brivio. Dopo la vittoria di Barcellona &quot;la squadra di Valentino era molto felice, festeggiarono in grande stile&quot;.  Aria completamente diversa da quella respirata tra gli uomini del maiorchino dopo quella gara. &quot;La squadra di Jorge la prese come un affronto, il suo team la prese male. Abbiamo dovuto tenere dei meeting per parlarne con entrambe le squadre&quot;, ricorda il manager brianzolo.  Tensioni che rimasero fino al 2010, ultima stagione del Dottore in Yamaha prima del suo passaggio in Ducati. Jorge e Valentino si sarebbero poi incrociati nuovamente nel box Yamaha dal 2013 al 2016, lottando ancora per il campionato nella stagione 2015.  MotoGP, Brivio rivela: &ldquo;Suzuki voleva Valentino Rossi&rdquo; 

Nel corso di un documentario DAZN l&#39;ex team manager ha ricordato le tensioni vissute nel box Yamaha, dopo la manovra compiuta da Rossi ai danni dello spagnolo nel corso del GP Catalunya 2009

MotoGP, Brivio: &ldquo;Barcellona 2009 fu un affronto per il team di Lorenzo&rdquo;

Il passaggio del team manager Suzuki Davide Brivio dalla MotoGP alla Formula 1, ha lasciato la squadra giapponese con molti punti di domanda. E se sulla questione sono state diverse le persone che sono intervenute come l&#39;ex pilota Kevin Schwantz o il Project leader Suzuki Shinichi Sahara, questa volta a spendere alcune parole in merito &egrave; stato il campione del mondo Joan Mir.  &ldquo;Ho fiducia nel team&rdquo;   In un&#39;intervista a Sky Sport24, il maiorchino che nel 2020 &egrave; riuscito a vincere il titolo iridato in sella alla GSX-RR, ha espresso la sua opinione sull&#39;addio al team giapponese da parte di Davide Brivio: &ldquo;&Egrave; una situazione molto difficile per il team - ha detto - perch&eacute; Davide era una punto di riferimento per la squadra. E&#39; un momento difficile per&ograve; io sono molto tranquillo, penso che all&#39;interno del team ci siano molte persone che lavorano bene. Ho tanta fiducia, so che Shinichi Sahara far&agrave; un buon lavoro per trovare qualcuno che sostituisca Brivio, sia all&#39;interno del team che fuori. Al momento non so quale decisione prenderanno, per&ograve; sono sicuro che riusciremo a fare un buon lavoro, abbiamo le persone in grado di farlo&rdquo;.  &ldquo;La barca a vela, la MotoGP del mare&rdquo;   Insieme a Mir, ospite della trasmissione Sky, c&#39;era anche Max Sirena impegnato nella Prada Cup come Skipper e Team Director di Luna Rossa che ha scambiato quattro chiacchiere con il pilota Suzuki. Mir, ha parlato quindi della sua passione per la barca a vela: &ldquo;Mi piace perch&eacute; da buon maiorchino amo il mare - ha concluso -, trovo che sia uno sport estremo, possiamo considerarla come la MotoGP del mare. Ho provato le barche a vela, in futuro mi piacerebbe imparare a guidare anche una barca a vela&rdquo;.  MotoGP e SBK unite dal cross: allenamento congiunto per Dovizioso, Miller e Rinaldi 

Il campione del mondo non nega che non avere pi&ugrave; Davide Brivio al team Suzuki comporti un problema, ma &egrave; fiducioso nella squadra e pensa che riusciranno a trovare un buon sostituto

MotoGP, Mir: &ldquo;La partenza di Brivio ci lascia in una situazione difficile&rdquo;

Titolo MotoGP 2020 per Joan Mir e Suzuki: unica occasione o punto fermo da cui ripartire? Se il maiorchino, cos&igrave; come Alex Rins &egrave; pronto a tornare in pista per la nuova stagione 2021 (qui il nuovo calendario) con molta pi&ugrave; consapevolezza e voglia di fare, dall&#39;altro lato, la partenza di Davide Brivio, ex team manager Suzuki pesa non poco. Di tutto ci&ograve; ha parlato Kevin Schwantz in un&#39;intervista a bikesportnews.com.  Sulla stagione 2020   Chi meglio dell&#39;ex pilota che dal 1986 al 1995 ha corso in sella alla Suzuki, conquistando il titolo iridato nel 1993 poteva spendere qualche parola in merito alla Casa di Hamamatsu?! &ldquo;&Egrave; stata una stagione molto interessante, - ha detto riferendosi al campionato MotoGP 2020 - con nove diversi vincitori. La concorrenza era davvero serrata. Per Suzuki vincere il campionato del mondo &egrave; stato fantastico. KTM ha vinto un sacco di gare, Honda ha avuto qualche difficolt&agrave;, Yamaha ha avuto qualche difficolt&agrave;, penso che nel complesso la competizione sia stata fantastica&rdquo;.  MotoGP, il team LCR rinnova la sua presenza in top class fino al 2026  &ldquo;Puntavo su Rins e invece...&rdquo;   Quindi sui due piloti che corrono per la Casa azzurra: &ldquo;Pensavo che Rins fosse il ragazzo da tenere d&#39;occhio - ha aggiunto Schwantz - ma poi si &egrave; fatto male nel primo fine settimana a Jerez e ci&ograve; ha influenzato il resto della stagione. E&#39; stato Joan Mir, per&ograve;, ad essere costante e coerente. Una volta che la moto &egrave; migliorata, ha iniziato a stare davanti. Penso che Joan abbia fatto un ottimo lavoro, cos&igrave; come la Suzuki&rdquo;.  &ldquo;Mi sono offerto di aiutarli&rdquo;     Ecco quindi che arriva l&#39;argomento al momento pi&ugrave; scottante, ovvero la partenza di Davide Brivio che andr&agrave; in Formula 1: &ldquo;Voglio provare a vedere il punto di vista di Brivio che si sar&agrave; detto: &ldquo;c&#39;&egrave; una nuova sfida l&agrave; fuori, sar&agrave; un mondo diverso, voglio davvero entrarci, capire come riuscirci&quot; e non c&#39;&egrave; dubbio che lo far&agrave;. Alla Suzuki mancheranno assolutamente Davide e Roberto (coordinatore del team Suzuki), entrambi hanno fatto un ottimo lavoro con la squadra&rdquo;.  Quindi sul dopo Brivio: &ldquo;Non sar&agrave; facile, ma Sahara-san &egrave; stato in molti posti e ha fatto un sacco di cose in Suzuki, - ha aggiunto - quindi penso che abbia le carte in regola per poter mantenere la squadra competitiva e continuare a sviluppare una grande moto. Da parte mia, mi sono anche offerto di aiutarli ma non a tempo pieno, questo &egrave; certo&rdquo;.  Nella stagione 2021 occorre un nuovo titolo   Infine, sulla stagione 2021: &ldquo;Non poter assistere ai Gran Premi nel 2020 mi ha fatto sentire distante - ha concluso - ma sicuramente mi ha reso orgoglioso. Non vedo l&#39;ora di guardare di nuovo alcune buone gare. Il campionato del 2020 &egrave; stato, come ho detto, uno dei pi&ugrave; emozionanti per quanto riguarda la competizione, con vincitori diversi e costruttori diversi in testa e spero di vedere la stessa cosa. A Suzuki consiglio di battere il ferro finch&egrave; &egrave; caldo magari vincendo un secondo campionato del mondo, sarebbe davvero speciale.&quot;  MotoGP, Zeelenberg ammette: &ldquo;Con Quartararo non &egrave; andata come speravamo&rdquo; 

L&#39;ex pilota e campione del mondo con Suzuki ha parlato di Alex Rins e Joan Mir, ma anche del sostituto di Brivio e della stagione 2021

MotoGP, Schwantz: &ldquo;Mi sono offerto di aiutare Suzuki ma solo part-time&rdquo;

Davide Brivio&rsquo;s Suzuki adventure has come to an end and the Italian team manager has decided to move into the four-wheel world, as Racing Director for the F1 Alpine team.  And so we take a look back at his time in Suzuki, Brivio himself providing the MotoGP website with some interesting insight, including details of how he first came into contact with the Hamamatsu manufacturer.  &quot;At the time, I&rsquo;d left Yamaha and was working directly for Valentino Rossi. Sahara, Suzuki project manager, contacted me via Facebook: it was very strange because I didn&rsquo;t really use Facebook&quot;, reveals Brivio. &quot;He asked me about Rossi, what he was doing and what his plans for the future were. Suzuki wanted to return to MotoGP in 2014 and they asked me whether Valentino would be available to race for them&rdquo;.  Valentino&rsquo;s refusal   &ldquo;I immediately spoke with Vale, but he told me he wasn&rsquo;t very excited about the idea of Suzuki. He wanted to return to Yamaha. So I politely told Sahara that Rossi wasn&rsquo;t interested. We carried on talking and he said: &ldquo;If we were to form a team in Italy, would you be interested?&rdquo; I said yes and my work officially began on 1 April 2013. The idea was to have a test period of a few months and then begin in 2014, but they told us it had all been put back by a year and that we&rsquo;d start in 2015&Prime;, explains the Italian manager.  Mir&rsquo;s arrival   Another key moment in Suzuki history came with the decision to hire Joan Mir. &quot;In 2018 we had to decide on our 2019 line-up. The Rins project was working and so we had the idea to repeat the Rins experience with another young rider. I started to consider Joan Mir because I was struck by the fact he&rsquo;d won the Moto3 championship by winning ten races.  &quot;Joan had an option to go to Honda, but one chat was enough to convince him. I told him: &lsquo;Forget the option for a minute, if you could choose between Honda and Suzuki what would you do?&rsquo; And he said &lsquo;I would want to go to Suzuki&#39;. He told me the bike better suited his style, physique and height. My eyes lit up and I said &lsquo;He&rsquo;s the man for us&rsquo;.  Considering the results achieved in 2020, hiring Mir was clearly the right choice.  Translated by Heather Watson  MotoGP, Schwantz: &ldquo;Brivio&#39;s position is not an easy one to inherit&rdquo; 

The former Suzuki team manager looks back at how he came to work with the Japanese manufacturer and his initial contact with Sahara via Facebook

MotoGP, Brivio reveals: &ldquo;Suzuki wanted Valentino Rossi&rdquo;

L&#39;epopea di Davide Brivio in Suzuki &egrave; ormai terminata: il manager brianzolo ha deciso di salutare la Casa giapponese per passare al mondo delle quattro ruote, diventando Racing Director del team Alpine in Formula 1.  &Egrave; giunto quindi il momento di stilare un bilancio di questa esperienza e svelare qualche interessante retroscena. A rivelarne alcuni &egrave; stato lo stesso Brivio al sito della MotoGP, raccontando com&#39;&egrave; avvenuto il suo primo contatto con gli uomini di Hamamatsu.&nbsp;  &quot;All&rsquo;epoca avevo lasciato la Yamaha e stavo lavorando a livello personale per Valentino Rossi. Sahara, project manager della Suzuki, mi contatt&ograve; tramite Facebook: fu una cosa molto strana perch&eacute; non usavo Facebook&quot;, ha svelato Brivio. &quot;Mi chiedeva di Rossi, cosa stesse facendo e quali erano le sue intenzioni per il futuro. La Suzuki volevano tornare in MotoGP nel 2014 e mi chiesero se Valentino fosse stato disponibile a correre con loro&rdquo;.  Il rifiuto di Valentino   &ldquo;Io ne parlai subito con Vale, mi disse per&ograve; che la Suzuki non era un&rsquo;idea molto eccitante. Valentino voleva tornare in Yamaha. Cos&igrave;, educatamente, ho detto a Sahara che Rossi non era interessato. Quindi, abbiamo iniziato a parlare e lui ha detto: &lsquo;Se formassimo una squadra in Italia, saresti interessato?&rsquo;. Dissi di s&igrave; e inizai ufficialmente il mio lavoro il 1 aprile 2013. L&rsquo;idea era di testare quei mesi e iniziare nel 2014, ma ci dissero che tutto era stato posticipato di un anno, che saremmo entrati nel 2015&Prime;, ha spiegato il manager italiano.    L&#39;arrivo di Mir   Un altro momento chiave del periodo in Suzuki &egrave; rappresentato dalla scelta di ingaggiare Joan Mir. &quot;Nel 2018 dovevamo decidere la squadra per il 2019. Il progetto Rins stava funzionando e cominciava a emergere l&rsquo;idea di ripetere l&rsquo;esperienza di Rins con un altro giovane. Iniziai a pensare a Joan Mir perch&eacute; rimasi colpito dal fatto che avesse vinto il campionato Moto3 vincendo ben dieci gare&ldquo;.  &quot;Joan aveva un&rsquo;opzione per andare in Honda, ma bast&ograve; una chiacchierata per convincerlo. Gli dissi: &lsquo;Metti da parte l&rsquo;opzione, se potessi scegliere tra Honda e Suzuki, cosa faresti?&rsquo; Mi rispose: &lsquo;Vorrei andare alla Suzuki&#39;. Mi disse che era una moto pi&ugrave; adatta al suo stile, al suo corpo, all&rsquo;altezza. I miei occhi si illuminarono. Cos&igrave; mi dissi: &lsquo;&Egrave; l&rsquo;uomo giusto&ldquo;.  Vedendo i risultati ottenuti nel 2020, prendere Mir &egrave; stata una scelta decisamente azzeccata.  MotoGP, Rossi: &ldquo;Marini e Bastianini hanno tutti i mezzi per fare bene&rdquo; 

L&#39;ex team manager della squadra giapponese ha raccontato il suo approdo in Suzuki e il primo approccio con Sahara avvenuto tramite Facebook&nbsp;

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