La showgirl ha condiviso alcuni scatti che la ritraggono in sella alla Rossa assieme al compagno e appassionato di moto Alessandro Carollo

Michelle Hunziker, foto di passione in sella alla Ducati Panigale

        Negli ultimi anni, a Borgo Panigale hanno cambiato rotta piuttosto drasticamente. L&rsquo;obiettivo non sono pi&ugrave; le prestazioni pure (che comunque rimangono un fiore all&rsquo;occhiello, sia chiaro) ma sono le prestazioni sfruttabili. Significa che la moto dev&rsquo;essere prima di tutto facile da guidare, intuitiva. Deve avere un pacchetto elettronico in grado di gestire i cavalli che il motore riesce a produrre. Un compito non banale, perch&eacute; non si tratta (soltanto) di montare un controllo di trazione. Significa progettare un&rsquo;elettronica capace di gestire miliardi di informazioni al secondo; significa avere un&rsquo;elettronica capace di far dialogare tutti i componenti della moto (motore e ciclistica) per dare una risposta al pilota armoniosa e al tempo stesso coerente con quanto richiesto. Ma l&rsquo;elettronica da sola non basta, serve anche lavorare su ergonomia, aerodinamica&hellip;andiamo con ordine e cerchiamo di capire dove sono intervenuti i tecnici di Borgo Panigale. The Test: BMW R 18 B, una moto esagerata &nbsp; Il gran lavoro degli uomini Ducati   Si voleva una sportiva pi&ugrave; performante ma anche pi&ugrave; facile. La Panigale del 2022 adotta prima di tutto delle alette con disegno a doppio profilo, pi&ugrave; compatte del 40% e pi&ugrave; sottili del 50% rispetto al modello precedente (garantiscono per&ograve; il medesimo carico verticale, fino a 37 kg a 300 km/h). La parte bassa della carena invece ha diverse prese di estrazione, per migliorare il raffreddamento del motore. Tecnici e collaudatori hanno lavorato a lungo anche sull&rsquo;ergonomia: come gi&agrave; detto si voleva una moto pi&ugrave; confortevole e meno stancante, con una posizione di guida capace di adattarsi a piloti di diversa taglia. Ecco allora una nuova sella, pi&ugrave; piatta e dal diverso materiale (pi&ugrave; grip), e un serbatoio pi&ugrave; sciancrato (ma con un litro di capacit&agrave; in pi&ugrave;), per offrire al pilota la possibilit&agrave; di ancorarsi meglio in frenata e di inserirsi meglio nella bolla aerodinamica della moto. Anche a livello di meccanica ci sono modifiche importanti da segnalare. &nbsp; I dati   La V4 &egrave; equipaggiata con il poderoso Desmosedici Stradale di 1103 cm3, che grazie ad alcuni aggiornamenti tecnici (circuito di lubrificazione, pompa dell&rsquo;olio, impianto di scarico, mappatura centralina&hellip;) ora eroga 215,5 CV a 13.000 giri, 1,5 in pi&ugrave; del modello precedente ma soprattutto ha una maggiore propensione all&rsquo;allungo. Non &egrave; tutto: il cambio &egrave; stato allungato in prima, seconda e sesta marcia (prima e seconda ora sono molto pi&ugrave; ravvicinate, proprio come in Superbike) e beneficia di un quickshifter bidirezionale pi&ugrave; efficace. Per quanto riguarda la ciclistica &egrave; confermato il telaio Front Frame (monoblocco in alluminio) e sulla versione S &egrave; presente un&rsquo;inedita forcella pressurizzata &Ouml;hlins NPX25/30 a controllo elettronico con escursione aumentata a 125 mm (+5) e rigidezza delle molle ridotta. Il pivot del monobraccio, inoltre, &egrave; stato alzato di 4 mm, per migliorare la stabilit&agrave; della moto in percorrenza di curva e in accelerazione (aumenta il cosiddetto &ldquo;effetto anti squat&rdquo;, ovvero la riduzione dell&rsquo;affondamento del posteriore in uscita di curva e in fase di riapertura del gas). Tutto, per un peso di appena 195,5 kg col pieno. &nbsp; Motore ed elettronica ok   Anche l&rsquo;elettronica ha subito un&rsquo;evoluzione. Ai classici &ldquo;Power Mode&rdquo; (le mappe motore) si aggiungono Full e Low; la prima permette al motore di esprimere tutto il suo potenziale senza filtri elettronici, eccetto per la prima marcia. Nel secondo caso invece la potenza scende a 150 CV e la risposta al gas &egrave; particolarmente gestibile. Tutta l&rsquo;elettronica si regola da un&rsquo;inedita strumentazione TFT, rivista nella posizione delle spie e nell&rsquo;interfaccia. Infine, in Ducati sono intervenuti anche sul design. In verit&agrave; sotto questo aspetto non ci sono state rivoluzioni, piuttosto un adeguamento ai recenti stilemi. Il Centro Stile ha previsto nuovi loghi neri applicati alle carene, una sella in doppio tessuto (bicolore sulla S) e, sempre per la versione S, il tag rosso sui cerchi neri. &nbsp;Per quanto riguarda i prezzi, si parte da 24.590 euro per la standard, ma per una S ne servono almeno 29.990. &Egrave; storia: ogni Ducati che si rispetti, fin dai primi modelli, &egrave; una moto prima di tutto emozionante, gi&agrave; da ferma. La moto deve &ldquo;fare sangue&rdquo; e cos&igrave; &egrave; anche per questa nuova Panigale. La V4 si present&ograve; la prima volta come una moto dalle prestazioni elevatissime ma allo stesso tempo sfruttabili solamente da pochi, esperti piloti, ma oggi le cose sono molto cambiate. Oggi la Panigale &egrave; un concentrato di prestazioni racchiuse in un pacchetto incredibilmente utilizzabile. Prendiamo il motore. Nonostante la sua potenza selvaggia, &egrave; gestito da un comando del gas capace di smorzare gli eventuali eccessi del pilota. Un&rsquo;ottima sensazione di controllo, che permette anche ai nonprofessionisti di gestire la moto senza essere violentati a ogni piccola apertura di gas. Non fatevi ingannare per&ograve;, perch&eacute; quando serve, il V4 ha una forza micidiale, anche nelle marce alte e anche a regimi non ottimali. La progressione &egrave; eccezionale, una spinta costante fino a 10.000 giri e oltre tale regime si scatena con una ferocia inaudita. &nbsp; Rapportatura del cambio ben riuscita   I rettilinei passano in fretta&hellip;molto in fretta. Anche perch&eacute; il 4 cilindri &egrave; assistito da un cambio realmente a punto, rapido e preciso. Utilizzare la prima marcia nei tornanti non &egrave; pi&ugrave; utopia: la moto non si &ldquo;ferma&rdquo; a centro curva, scorre come in qualunque altro rapporto, e quando si riprende il gas a moto molto piegata si ha una fantastica sensazione di dolcezza, non di esuberanza. Una rapportata che, per un motivo o per l&rsquo;altro, consente di guidare meglio e sentirsi meno impiccati. Queste incredibili prestazioni sono controllate da un&rsquo;elettronica altrettanto sbalorditiva. Difficile dire quale sia il controllo chiamato in causa nelle diverse fasi di guida, ma in fondo non importa: ci&ograve; che conta &egrave; che ora il pilota ha la libert&agrave; di srotolare il gas senza essere picchiato dalla moto. Un motore potentissimo, ma che non morde. Un ottimo lavoro di smorzamento, quello dei tecnici, evidente anche nella ciclistica. La precedente V4 era una sportiva lunga e stabile, rincuorante, ma grazie alle modifiche dei tecnici ora &egrave; anche molto reattiva. Il suo punto forte &egrave; la staccata: nessun&rsquo;altra supersportiva si ferma in cos&igrave; poco spazio. E non &egrave; una mera questione di impianto frenante. Tutto, dal freno motore alle quote ciclistiche, permette di frenare Sulle Superbike pi&ugrave; performanti, come sulle MotoGP, ormai le ali (sopra) sono indispensabili: rappresentano un &ldquo;plus&rdquo; di marketing, oltre che tecnico. Sotto, il codino della Panigale, minimale all&rsquo;ennesima potenza: passano gli anni ma questo elemento stilistico, abbellito con faro e LED, resta un capolavoro del design. realmente tardi. Certo, occorre un bel po&rsquo; di fegato&hellip; Spremendo saldamente i freni, l&rsquo;avantreno non accusa effetto autoraddrizzante. Si lancia alla corda naturalmente, come se ci fosse un binario da cui &egrave; impossibile spostarsi. Non &egrave; ancora la pi&ugrave; rapida a prendere la corda, chiede un pelo di sforzo in pi&ugrave; di quanto non facciano alcune sue concorrenti, ma la stabilit&agrave; e l&rsquo;aderenza sono indiscutibilmente eccellenti. E poi, quando s&rsquo;intravede l&rsquo;uscita e si riprende in mano il gas, rimane sulla traiettoria senza puntare (fastidiosamente) all&rsquo;esterno. Una moto precisa, stabile, incredibilmente potente ma anche facilmente (si fa per dire) sfruttabile da semplici pistaioli della domenica. The Test: Triumph Tiger 850 Sport, una tigre ammaestrata       

La nuova Superbike di Borgo Panigale non ha perso un briciolo di velocit&agrave; ma ora &egrave; pi&ugrave; guidabile, anche per chi non &egrave; un pilota professionista. Il trucco? L'elettronica evoluta ma non soltanto... Il prezzo, per&ograve;, &egrave; per pochi

The Test: Ducati Panigale V4 S, una belva più... guidabile

Ducati si conferma un&rsquo;azienda capace di fare marketing. Recentemente ha presentato la Panigale V2 Bayliss 1st Championship 20th Anniversary. Come si evince dal nome, la moto celebra Bayliss, Ducati Corse e le loro imprese nel Mondiale SBK: 52 vittorie, 94 podi e tre titoli iridati (2001, 2006 e 2008) conquistati con tre moto diverse, tutte bicilindriche: 996 R, 999 R e 1098 R. Per questo motivo, per realizzare la serie numerata, era logico utilizzare la Panigale V2, non la Panigale V4.  Cose di Case: MV Agusta... inedite  Che...numeri   Tralasciamo la parte tecnica, ho deciso di parlare di questa versione della Panigale V2 perch&eacute;, nonostante la cilindrata importante, rappresenta il modello d&rsquo;ingresso alla famiglia Panigale. La Panigale V4, infatti, &egrave; talmente potente da mettere in crisi anche motociclisti esperti e la sua sorella naked, la Streetfighter V4, &egrave; una delle poche naked in grado di erogare oltre 200 CV! A Borgo Panigale, da sempre, hanno utilizzato gli eccezionali dati della scheda per promuovere i loro prodotti. Il cliente Ducati sa che, anche se acquister&agrave; una moto da turismo, trover&agrave; un po&rsquo; di sportivit&agrave; nell&rsquo;erogazione del motore, nel rendimento della ciclistica e nella risposta dei freni. L&rsquo;evoluzione tecnologica ha esasperato questo modo di progettare e se dal punto di vista ingegneristico il risultato &egrave; affascinante, dal lato pratico, gli utenti si trovano in sella a dei missili con le ruote, che, in mancanza di esperienza possono incutere timore. In questo contesto nasce la Panigale V2, che &egrave; equipaggiata con il bicilindrico Superquadro di 955 cm&sup3; ed eroga una potenza massima di 155 CV a 10.750 giri/minuto e una coppia massima di 104 Nm a 9000 giri/minuto.  A volte, nei concessionari, ascolto i discorsi dei clienti: &ldquo;Comprer&ograve; la V2 perch&eacute; ha poca potenza e si guida pi&ugrave; facilmente della V4&rdquo;. Vorrei ricordare che la 996 R, la massima espressione tecnologica di Ducati Corse nel periodo in cui Bayliss ha vinto il suo primo Mondiale SBK, in configurazione Racing, dichiarava poco pi&ugrave; di 170 CV, una potenza non molto superiore a quella raggiunta della Panigale V2 di serie (con meno cilindrata rispetto alla 996 R SBK), che &egrave; anche conforme alla normativa Euro 5. Questo dato spiega che oggi, un amatore, anche acquistando un prodotto che Ducati considera poco pi&ugrave; che entry level (tra le sue sportive), ha a disposizione tanta potenza, tanta coppia e tanta tecnologia, che purtroppo vengono dati per &ldquo;normali&rdquo; ma che &ldquo;normali&rdquo; non sono!  SBK, Troy Bayliss: &ldquo;Io che sognavo a occhi aperti&rdquo; 

Ducati la considera una entry level ma &egrave; potente quasi come la 996 R SBK!

Cose di Case: la Ducati Panigale V2 di Troy Bayliss

Lo riconoscete? Quello che vedete in azione &egrave; Johann Zarco, francese titolare della sella Ducati Desmosedici del team Avintia MotoGP, squadra satellite della Casa bolognese, che schierer&agrave; il due volte iridato della Middle Class nella stagione 2020.    Johann ha pubblicato tre immagini sui suoi profili social, soddisfatto di essere tornato in pista: &quot;Per me &egrave; stato il primo allenamento su una motocicletta, la Regina delle moto stradali: la Panigale V4S! Sono molto felice e ringrazio per questa possibilit&agrave;&quot;. Zarco ha girato sul circuito di Ales, un tracciato tortuoso, ricco di curve, perfetto per riprendere automatismi e riflessi.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   First training with the Queen of all road bikes! @panigalev4s So happy with this possibility to go on track again! Thanks so much @ducatifranceofficiel , @michelinmotorsport and @polemecaniqueales to help me preparing perfectly. @ducaticorse - @motogp - @realeavintia #training - #backinbusiness - #enjoy @chriistiandassonneville  Un post condiviso da  Johann Zarco (@johannzarco) in data: 2 Giu 2020 alle ore 5:09 PDT      Intutato di nero, una affascinante e prestante Rossa per lui e, come si intravede nello scatto, due belle gommette Michelin slick; perch&eacute;, va bene un modello di serie per tornare a piegare, tuttavia, meglio farlo con coperture ancora pi&ugrave; estreme.  Ducati: la Panigale V4 scende in pista con il pacchetto Racing 

Johann ha girato in Francia, sulla Ducati Panigale V4S, dotata di gomme Michelin slick

Zarco torna in pista &ldquo;con la Regina delle moto stradali&rdquo;

Quattro Ducati Panigale V4 R ed una Superleggera durante il test tenutosi al circuito intitolato a Marco Simoncelli. Nella giornata di gioved&igrave;, oltre a veder in azione Pirro, Krummenacher, Cavalieri e Rinaldi con Superbike dei team Barni e Go Eleven, ad un certo punto, &egrave; entrato in pista pure Lorenzo Zanetti.  Il pilota bresciano, iscritto al CIV con il Broncos Racing, &egrave; uno dei collaudatori scelti dalla Casa bolognese e da Pirelli che previo i servigi del trentaduenne di Lumezzane, portano avanti lo sviluppo di moto e coperture inedite.    A fine giornata, Lorenzo ha spiegato quale tipo di lavoro abbia svolto al Misano World Circuit: &ldquo;Stavo aiutando Valia e Aldrovandi nella preparazione dei modelli stradali, destinati poi ai clienti finali. Ho provato una versione della Superleggera che deve essere deliberata e messa in vendita. Tra l&rsquo;altro, avendo nel garage la mia V4 R che uso per allenarmi, sono state fatte interessanti comparative, perch&eacute; la mia Panigale monta componenti usati sulla Superleggera stessa&rdquo;.  Quali differenze ci sono trai i due modelli?  &ldquo;Rispetto alla V4 R, la Superleggera concede prestazioni ancora pi&ugrave; elevate. Io ho usato pneumatici slick e la nuova asfaltatura del tracciato ha sicuramente aiutato, ma la moto &egrave; capace di cose interessanti, perci&ograve; non &egrave; semplice confrontare i tempi sul giro e capire di quanto si possano migliorare nel passaggio da una moto all&rsquo;altra. Ci&ograve; che posso confrontare &egrave;, invece, il feeling di guida in sella e le relative reazioni in pista: livello motoristico, la Superleggera ha in dotazione la versione della V4 R, per&ograve; affinata di elettronica, con una messa a punto pi&ugrave; spinta ed una rivista ed affinata gestione elettronica, infatti, l&rsquo;erogazione della potenza &egrave; diversamente distribuita in tutto il range di utilizzo&rdquo;.  Quindi, si pu&ograve; andare pi&ugrave; forte con la Superleggera?  &ldquo;S&igrave;, grazie alle caratteristiche citate e prima e pure per merito di telaio in carbonio, cerchi ruota e forcellone dello stesso materiale. Con il forcellone pi&ugrave; lungo, la Superleggera &egrave; pi&ugrave; stabile della V4 R e, considerata la leggerezza delle parti usate, &egrave; anche pi&ugrave; maneggevole e reattiva. La moto &egrave; rigida, adatta per uno uso racing, pistaiolo. Si riesce a sfruttare meglio la potenza del motore, con maggior facilit&agrave;&rdquo;.    Sar&agrave; soddisfatto chi potr&agrave; guidarne una.  &ldquo;Soddisfattissimo e contento (ride). Dalla gi&agrave; eccellente e prestante V4 R, la Superleggera &egrave; una versione ancora pi&ugrave; affinata, spinta, racing. La Superleggera &egrave; per ducatisti dal palato davvero fino, anche perch&eacute; uscir&agrave; in tiratura limitata, sicch&eacute;, parliamo di una moto dalle perfomance notevoli e dalle caratteristiche di grande esclusivit&agrave;&quot;.  Test proficuo per Leandro Mercado a Misano 

Lorenzo ha girato a Misano con la Panigale V4 R e con la versione ancora pi&ugrave; esclusiva della Superbike bolognese: &quot;Si va pi&ugrave; forte, con maggior facilit&agrave;&quot;

Zanetti sulla Superleggera: &ldquo;Una Ducati per palati fini&rdquo;

        L'arrivo della nuova nata della casa di Borgo Panigale e il ritorno di due piloti &ldquo;di famiglia": sono queste le principali novit&agrave; del 2018 in casa Barni: il team&nbsp;schierer&agrave; al via del National Trophy due Ducati Panigale V4, affidate ai piloti Ivan Goi e Luca Conforti. Per la squadra di Marco Barnab&ograve; si tratta di un investimento importante soprattutto in prospettiva, visto che la prima moto a quattro cilindri prodotta da Ducati debutter&agrave; nel Mondiale Superbike solo tra un anno. Il 2018 sar&agrave; dunque una stagione di apprendistato che consentir&agrave; al team bergamasco di prendere confidenza con un mezzo molto diverso Panigale R bicilindrica con cui corre Xavi For&eacute;s nel mondiale Superbike. Le novit&agrave; principali riguardano, ovviamente, il motore - un 4 cilindri a V di 90&deg; che erogher&agrave; una potenza di oltre 214 CV a 13.000 giri/minuto - ma anche telaio, sospensioni e impianto frenante presentano grossi cambiamenti con soluzioni derivate direttamente dalla Moto GP. &nbsp;I piloti - Se la moto &egrave; tutta da scoprire i piloti che la porteranno in pista e aiuteranno il team a svilupparla sono ben conosciuti. Il mantovano Ivan Goi, che ha gi&agrave; corso e vinto con il Barni Racing Team laureandosi campione italiano nel 2012 (Stock 1000) e nel 2014 (Superbike), torna "a casa" dopo un anno corso con un altro team e un altro produttore. Il bresciano Luca Conforti, dopo due anni a capo del Broncos Racing Team, squadra di sua propriet&agrave;, torna a fare il pilota a tempo pieno. Per entrambi l'obiettivo &egrave; quello di far bene fin da subito nel National Trophy, trofeo di riferimento per il CIV, ma soprattutto quello di sviluppare la moto in ottica futura. &nbsp; Obiettivo: sviluppare la moto - &ldquo;Sono molto contento di aver raggiunto un accordo con Goi e Conforti, con entrambi abbiamo gi&agrave; lavorato insieme e ci siamo trovati molto bene&rdquo;, ha detto Marco Barnab&ograve;, Principal Manager. &nbsp;&ldquo;La scelta &egrave; caduta su di loro perch&eacute; servivano due piloti esperti per sviluppare la nuova moto, ma anche persone verso cui nutro grande fiducia e stima. La V4 &egrave; una moto su cui il nostro team investir&agrave; importanti risorse in futuro ed era fondamentale poter prendere confidenza gi&agrave; in questa stagione&nbsp;con un mezzo molto diverso da quello che usiamo ora in Superbike. Per questo abbiamo deciso di disputare il National Trophy con Goi e Conforti perch&eacute; &egrave; l'unico trofeo che ci permette di correre con la Panigale V4 su circuiti dove abbiamo dei riferimenti come Misano, Mugello, Imola e Vallelunga. Il nostro obiettivo sar&agrave; cercare di far bene in gara, ma soprattutto sviluppare la mot&rdquo;&raquo;. &nbsp; Goi: &ldquo;Una nuova avventura&rdquo; - &ldquo;&Egrave; bello tornare nel Barni Racing Team dopo un anno di lontananza ed &egrave; bello soprattutto far parte di questa nuova avventura&rdquo;, ha dichiarato Ivan Goi. &ldquo;Ci sono molte analogie con la mia prima esperienza con questa squadra: nel 2012 abbiamo iniziato insieme a conoscere la Panigale R, ora affrontiamo insieme la nuova era del 4 cilindri. Per questo sono veramente molto motivato e deciso a presentarmi al meglio al via della stagione&raquo;. &nbsp; Conforti: &ldquo;Il posto ideale per ripartire&rdquo; - &ldquo;Tornare a correre per il Barni Racing Team &egrave; la scelta migliore per me&rdquo;, dichiara Luca Conforti. &ldquo;Dopo due anni in cui ho provato a gestire una squadra tutta mia ha prevalso la voglia di pensare solo a fare il pilota. Questo &egrave; stato il team dove mi sono trovato meglio in carriera e il posto ideale per ripartire. Anche se gli anni avanzano la voglia di andare in moto resta e poter guidare un mezzo cos&igrave; all'avanguardia sar&agrave; stimolante. L'obiettivo &egrave; quello di portare subito la V4 in alto in classifica e dare una mano al team nello sviluppo, magari gi&agrave; con un occhio al 2019 in cui ci sar&agrave; la possibilit&agrave; di correre nel CIV Superbike&raquo;. &nbsp; Il National Trophy - Gli appuntamenti del Trofeo Nazionale moto da competizione stradali saranno sette - in contemporanea con il Campionato Italiano Velocit&agrave; - tutti trasmessi in diretta streaming e in differita su AutomotoTV: partenza il 15 aprile all'Autodromo del Mugello dove si torner&agrave; anche il 23 settembre, chiusura il 7 ottobre a Vallelunga. In mezzo due gare all'International Circuit Marco Simoncelli di Misano (20 maggio e 29 luglio)&nbsp;e un appuntamento a Imola il 24 giugno.       

La prima moto a quattro cilindri prodotta da Ducati debutter&agrave; nel Mondiale Superbike solo tra un anno, ma Ivan Goi e Luca Conforti la guideranno gi&agrave; nel National Trophy

CIV: la Ducati Panigale V4 approda al team Barni

Ieri Davies era stato l&rsquo;unico pilota ad abbattere il muro dell&rsquo;1&rsquo;43&rdquo;, infliggendo un distacco pesante ai suoi diretti inseguitori. Oggi Chaz &egrave; stato l&rsquo;unico a scendere sotto l&rsquo;1&rsquo;42&rdquo; e, anche se i suoi diretti inseguitori (Laverty e Savadori) sono pi&ugrave; vicini, il risultato non cambia: a Portimao Davies &egrave; stato il pi&ugrave; veloce, perch&eacute; la Ducati Panigale R &egrave; stata&nbsp;in grado di assecondarlo.  MELANDRI E HONDA ATTARDATI - La stessa regola non vale per Melandri, molto attardato rispetto a Davies (+ 1&rdquo;531). Marco era stato veloce a Jerez, mentre a Portimao &egrave; apparso in difficolt&agrave;, chiudendo solo all&rsquo;ottavo posto nel secondo giorno di test. Alle spalle di Melandri le due Honda Fireblade SP2 di Hayden e Bradl. Le CBR1000RR, per&ograve;, sono tutte nuove e in questo momento &egrave; prematuro parlare di prestazioni, considerando che molti componenti racing ancora non sono disponibili e che lo sviluppo dei nuovi quattro cilindri in linea giapponesi (che il team Ten Kate sta portando avanti con la Cosworth) &egrave; solo all&rsquo;inizio. Di fatto, il team Ten kate non &egrave; stato ancora svelato ufficialmente. La presentazione, infatti, si svolger&agrave; tra pochi giorni&nbsp;(luned&igrave; 6 febbraio)&nbsp;a Salisburgo, dove sar&agrave; mostrata la livrea Red Bull, il nuovo sponsor del team.  L&rsquo;APRILIA C&rsquo;&Egrave;, HASLAM... ANCHE -&nbsp;Al secondo e terzo posto si sono posizionate le due RSV4 RF di Laverty e Savadori, che ha messo in mostra la sua solita guida aggressiva e spettacolare e&nbsp;sta diventando anche concreta, dato che Lorenzo, tempi&nbsp;alla mano, si pu&ograve; considerare un top rider. Bisogna ricordarsi che nei test non tutti guidano al limite e che per questo i valori in campo a volte non sono chiari come potrebbe sembrare, per&ograve; se il buongiorno si vede dal mattino&hellip; Un&rsquo;altra sorpresa positiva &egrave; arrivata da un pilota che l&rsquo;Aprilia (quella ufficiale) l&rsquo;ha guidata. Stiamo parlando di Haslam, che in sella alla Kawasaki del team Puccetti (simile a quelle ufficiali ma senza dubbio un po&rsquo; meno performante delle Ninja di Rea e Sykes) ha chiuso i test di Portimao al quarto posto.  L&rsquo;ALTRO LEON -&nbsp;A un battito di ciglia da Haslam c&rsquo;&egrave; un altro Leon, Camier, che ha fatto fare un grosso salto in alto alla MV Agusta nel secondo giorno di test. Una bella soddisfazione, sia per il britannico, sia per la Casa varesina, che sta attraversando un periodo delicato, dal punto di vista economico. Camier si &egrave; permesso il lusso di fare meglio delle Yamaha di Lowes e Van der Mark. Dalla YZF-R1M, che ormai non &egrave; pi&ugrave; una debuttante, tutti si aspettano di pi&ugrave;.  I tempi della seconda&nbsp;giornata di test SBK a Portimao: 1 - Chaz Davies (Ducati) 1&rsquo;41.813 2 - Eugene Laverty (Aprilia) + 0.189 3 - Lorenzo Savadori (Aprilia) + 0.230 4 - Leon Haslam (Kawasaki) + 0.487 5 - Leon Camier (MV Agusta) + 0.526 6 - Alex Lowes (Yamaha) + 0.720 7 - Michael Van der Mark (Yamaha) + 0.981 8 - Marco Melandri (Ducati) + 1.531 9 - Nicky Hayden (Honda) + 1.679 10 - Stefan Bradl (Honda) + 1&rsquo;883 11 - Raffaele De Rosa (BMW) + 1.895 12 - Xavi Fores (Ducati) + 1.987 13 - Riccardo Russo (Yamaha) + 2.112 14 - Leandro Mercado (Aprilia) + 2.688 15 - Markus Reiterberger (BMW) + 3.007 

Dopo avere dominato il day 1, Chaz chiude in testa anche il Day 2, braccato dalle Aprilia di Laverty e Savadori. Attardato Melandri.

SBK, test Portimao: Davies pigliatutto

da Imola: Marco Masetti  Mesi di riabilitazione, dolore, rabbia e due vertebre rotte, ricordo ben poco gradito di un high side a Phillip Island (leggi QUI). Adesso &egrave; il momento del ritorno: Davide Giugliano inizia il suo mondiale SBK da Imola (guarda QUI gli orari della TV) con una gran voglia di far bene e di dimenticare. In questo lo sta aiutando il pubblico, molto caldo con il romano al quale in parecchi urlano &ldquo;bentornato!&rdquo;.  Il pilota Ducati apprezza molto e dichiara: &ldquo;Non vedevo l&rsquo;ora di rientrare e farlo nella gara di casa penso sia il massimo. Il supporto della gente a me fa un effetto incredibile, mi aiuta a guarire prima. Non ne potevo pi&ugrave; di stare a casa, di vedere le gare in tv. Per&ograve; il tempo &egrave; passato in fretta e adesso sono pronto, fisicamente e di testa. Devo ritrovare gli automatismi e riprendere il feeling con la moto che, dall&rsquo;ultima volta che l&rsquo;ho guidata &egrave; cambiata&rdquo;.  Adesso &egrave; il momento della pista, della Ducati numero 34 e del sogno di Davide, tornare con il gruppo che sta davanti. &ldquo;Come andr&agrave; non lo so, ma intanto l&rsquo;importante &egrave; essere tornato&rdquo;. Guarda la gallery 

SBK Imola: Il pilota della Ducati: &ldquo;Non ne potevo pi&ugrave; di vedere le gare in televisione&rdquo;

Giugliano: Ora sono pronto

JEREZ - In circuito arriver&agrave; oggi pomeriggio in stampelle Carlos Checa. Lo spagnolo, fermo dal weekend di Istanbul, in seguito alla brutta caduta in prova nella quale si &egrave; fratturato il polso sinistro ed il bacino, domani, sabato, annuncer&agrave; il proprio ritiro dalle competizioni, dopo una stagione sfortunatissima in sella alla Ducati 1199 Panigale.  Checa saluter&agrave; il paddock della SBK presentando un casco speciale che avrebbe dovuto indossare a Laguna Seca, per celebrare i 20 anni di competizioni.  g. f.

Dopo una stagione sfortunatissima in sella alla Ducati 1199 Panigale

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Sabato Checa annuncia il ritiro