        Le voci del paddock danno per quasi certo l&rsquo;accordo fra Leon Camier e il team Barni: ma non &egrave; ancora sicuro che sia il pilota inglese a disputare la prossima stagione sulla Ducati V4 Panigale del team indipendente. &ldquo;Abbiamo parlato con Camier, ma anche con Cortese, con Foret e con Melandri&hellip; Ma per il momento non c'&egrave; niente di confermato con nessuno di loro, si decider&agrave; dopo il Qatar&rdquo;, ci dice Marco Barnab&ograve;, team owner della scuderia Barni, che abbiamo raggiunto telefonicamente. &nbsp;&nbsp;&nbsp; Una cosa &egrave; certa: con Rinaldi non ci sar&agrave; un seguito. Cosa &egrave; mancato? &ldquo;Non &egrave; stata colpa di nessuno, ma il mondiale Superbike &egrave; sempre pi&ugrave; difficile&hellip; Rinaldi si &egrave; trovato con una moto su molti circuiti che non ha mai visto, e il fatto che avesse poca esperienza ha complicato la situazione. Essendo un team privato abbiamo bisogno di fare qualche exploit per fare contenti i nostri sponsor&rdquo;, aggiunge Barnab&ograve;. &ldquo;L&rsquo;ideale per un team come il nostro sarebbe schierare due piloti: uno esperto e uno giovane da far crescere, ma non ho questo possibilit&agrave;. Ecco, avere Camier e Rinaldi sarebbe stato perfetto, perch&eacute; Rinaldi avrebbe potuto fare la sua strada tranquillamente, senza pressione. Ma i team ufficiali vogliono solo 2 piloti gi&agrave; forti, e i privati come me non possono permettersi due piloti&hellip; Mi dispiace perch&eacute; per un giovane come Rinaldi &egrave; difficile crescere&rdquo;, dice Barnab&ograve;. Ti dispiace che le vostre strade si dividano? &ldquo;S&igrave;, mi dispiace dover rinunciare a Rinaldi, ma per ragioni economiche non posso permettermelo&hellip; &nbsp;devo portare a casa anche i risultati. Molti mi dicono continuamente che lo scorso anno con Foret ero sempre pi&ugrave; avanti, io cerco di spiegare che Michael non ha la stessa esperienza, ma la gente non vuole capire&rdquo;. Quest&rsquo;anno Rinaldi avrebbe il vantaggio di conoscere gi&agrave; le piste. Ci avete pensato? &ldquo;Si confronta comunque con piloti che sono l&igrave; gi&agrave; da 10 anni. L&rsquo;anno prossimo ci saranno 23 o 24 moto, di cui dieci ufficiali, e ci ritroveremmo anche la prossima stagione a rientrare a fatica in zona punti.&nbsp; Anche economicamente sarebbe stato pi&ugrave; conveniente per me continuare con lui, ma ci servono i risultati&rdquo;. Tornando al sostituto di Rinaldi, Cortese sembra sia gi&agrave; con Puccetti&hellip; &ldquo;Non scriverlo, non c&rsquo;&egrave; niente di certo, anzi potrebbe esserci una sorpresa. A Melandri secondo me dispiace smettere perch&eacute; questa &egrave; una stagione che ha finito male&hellip; quindi potrebbe tornare. Ma noi ci siamo presi tempo fino al Qatar&rdquo;, conclude Barnab&ograve;, anticipando qualsiasi altro nostro tentativo di saperne di pi&ugrave;. Non ci resta che attendere! &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;       

<p>&ldquo;Abbiamo parlato anche con Cortese, Foret e Melandri. Mi dispiace rinunciare a Rinaldi, sarebbe stato bello affiancarlo ad un pilota pi&ugrave; esperto&rdquo;, dice il team owner di Barni</p> <p>&nbsp;</p>

SBK, esclusivo: Barnabò, “Camier, la conferma dopo il Qatar”

        Il team ParkinGo &egrave; pronto per una nuova stagione nel mondiale Supersport. Lo scorso anno la lotta per il titolo si &egrave; conclusa al fotofinish, e la compagine guidata da Giuliano Rovelli ha sfiorato il titolo mondiale, sfuggito per un solo punto con il pilota spagnolo Mika Perez. &nbsp; Ora il team&nbsp; ParkinGo ha annunciato una formazione rinnovata e potenziata. I PILOTI E IL DS - In pista, a bordo delle Kawasaki Ninja 400cc&nbsp;, lo spagnolo Manuel Gonzales, vincitore della Talent Cup del CEV nel 2017 e sesto classificato nella WSSP 300 2018,&nbsp;l&rsquo;australiano Tom&nbsp;Edwards,&nbsp;tra i migliori debuttanti dello scorso anno, nonch&eacute; autore della pole position a Portimao e il confermato&nbsp;Filippo Rovelli,&nbsp; vincitore del MES MotoEstate.&nbsp; &nbsp;Rinnovato anche il settore tecnico, dove il campione del mondo&nbsp;Supersport 2002 Fabien Foret&nbsp;assume il ruolo di&nbsp;direttore sportivo,&nbsp;Edoardo Rovelli&nbsp;gi&agrave; in pista nel mondiale 300 nel 2017 sar&agrave; in nuovo&nbsp;team Manager, mentre&nbsp;Giuliano Rovelli,&nbsp;fondatore del marchio ParkinGo nel 1995 e team manager della scuderia ParkinGo Yamaha Campione del mondo Supersport 2011 con Chaz Davies &egrave; il team owner. POTENZIAMENTO - &ldquo;Per il terzo anno siamo al via del mondiale 300, una categoria nella quale anche io ho militato e che reputo tra le pi&ugrave; divertenti e competitive del panorama attuale&rdquo;, ha detto Edoardo Rovelli, team manager di ParkinGo Kawasaki. &ldquo;Siamo onorati di rappresentare&nbsp;ancora Kawasaki che oltre a essere campione marche&nbsp;rappresenta lo stato dell&rsquo;arte in queste piccole cilindrate. Abbiamo scelto tre piloti nei quali crediamo molto,&nbsp;Manuel&nbsp;Gonzales&nbsp;miglior pilota Yamaha 2018,&nbsp;Tom Edwards&nbsp;che ci &egrave; piaciuto per la sua enorme grinta e coraggio in pista e&nbsp;Filippo Rovelli&nbsp;che &egrave; molto veloce e&nbsp; ha fatto un ottimo rodaggio nel mondiale&rdquo;, ha aggiunto Edoardo Rovelli. &ldquo;Il settore tecnico &egrave; stato potenziato con l&rsquo;arrivo di Fabien Foret che gi&agrave; collaborava con noi e con il mio impegno in pianta stabile. Credo che il nostro team sia una tra le strutture pi&ugrave; interessanti e competitive della categoria per il 2019&rdquo;, ha concluso Rovelli. UNA VETRINA IMPORTANTE &ndash; ParkinGo &egrave; un&rsquo;azienda leader in Europa&nbsp;nel settore dei parcheggi aeroportuali,&nbsp;con 70&nbsp;location ubicate nei pi&ugrave; frequentati aeroporti e stazioni marittime,&nbsp;2 milioni e 500 mila&nbsp;clienti,&nbsp;100 multinazionali&nbsp;e&nbsp;7.600 aziende&nbsp;convenzionate. Investir&agrave; per il terzo anno nella competitiva serie riservata ai migliori giovani talenti del motociclismo internazionale. Il&nbsp;mondiale Supersport 300, infatti, &nbsp;pu&ograve; essere considerato il fiore all&rsquo;occhiello della rinnovata World Superbike: vi prendono parte una settantina di piloti provenienti da 13 diverse nazioni&nbsp;e consta di&nbsp;9 appuntamenti, con partenza il&nbsp;7 aprile ad Aragon&nbsp;in Spagna e chiusura a Doha in Qatar il 26 ottobre. &nbsp;       

Annunciato lo schieramento della compagine guidata da Giuliano Rovelli: al via Manuel Gonzales, Tom Edwards e Filippo Rovelli

Supersport 300: Foret direttore sportivo di ParkinGo

        Campione del Mondo Supersport nel 2002, dopo una carriera piena di successi Fabien Foret ha parzialmente concluso la sua carriera agonistica, perch&eacute; ora &egrave; impegnato nell&rsquo;endurance con Kawasaki, ma &egrave; rimasto nel paddock del Mondiale Superbike come &lsquo;preparatore&rsquo; di Jonathan Rea. Quando il nordirlandese &egrave; in pista, Foret gli &egrave; sempre a fianco, e da bordo pista analizza il suo stile di guida. E quando scende gli &egrave; accanto nell&rsquo;approccio mentale alle gare, che secondo il francese &egrave; un aspetto cruciale del successo di un pilota. &ldquo;Conosco bene Jonathan perch&eacute; siamo stati compagni di squadra in passato, pur non correndo nella stessa categoria&rdquo;, ha dichiarato Fabien Foret a WorldSBK.com. &ldquo;Siamo sempre andati d&rsquo;accordo, le nostre mogli sono entrambe australiane: un inverno abbiamo condiviso lo stesso appartamento in Australia, e questo ci ha avvicinati molto. Ad un certo punto della carriera ha sentito la necessit&agrave; di avere qualcuno che lo osservasse a bordo pista ma che lo aiutasse anche a livello psicologico, ed a me &egrave; sembrata una scelta pi&ugrave; che logica&rdquo;. Un perfezionista - &nbsp;&ldquo;Rea sa cosa vuole e cerca di fare tutto il possibile per ottenerlo&rdquo;, aggiunge Foret. &ldquo;E&rsquo; un perfezionista dalla grandissima determinazione. Questo si sposa perfettamente con il mio metodo di lavoro ed il mio carattere, che lui conosce bene, quindi le cose hanno funzionato al meglio sin da subito. So perfettamente ci&ograve; che deve sentirsi dire, ma anche ci&ograve; che non deve. Per ora, le cose stanno andando bene&rdquo;.  Il ruolo di preparatore non si limita solo all&rsquo;analisi dello stile di guida. &ldquo;L&rsquo;aspetto psicologico &egrave; cruciale, specialmente in relazione alla moto&rdquo;, spiega Foret. &ldquo;In quanto piloti, pensiamo sempre a ci&ograve; che &egrave; importante sapere in relazione ai nostri avversari. Il mio ruolo a livello psicologico &egrave; tanto importante quanto quello che ho a bordo pista. Devo fare in modo che lui sia tra i migliori e che non si faccia troppe domande&rdquo;. Le qualit&agrave; di Rea - &ldquo;A livello fisico, &egrave; pronto. &Egrave; determinato ed estremamente professionale, ma anche molto talentuoso&rdquo;: cos&igrave; Foret definisce le qualit&agrave; di Rea. Ma il francese, esattamente, su cosa lavora? &ldquo;Secondo me c&rsquo;&egrave; da lavorare sui momenti in cui sorgono dubbi, anche se in realt&agrave; non si tratta di una debolezza perch&eacute; &egrave; una cosa che succede a tutti ed in tutti gli sport&rdquo;, spiega Foret. &ldquo;Per questo motivo devo essere presente e pronto a dargli supporto nelle decisioni di natura tecnica, ma anche essere l&igrave; prima di una gara, per poterlo aiutare ad affrontare gli avversari. Devo fare in modo che lui abbia la giusta fiducia nelle sue capacit&agrave;&rdquo;. Foret e la sua nuova vita da coach &ndash; Fabien Foret non lavora soltanto con Jonathan Rea.  &ldquo;Quest&rsquo;anno ho lavorato anche a fianco di Randy Krummenacher. &Egrave; stato un lavoro abbastanza diverso, con aspettative differenti e rivolto principalmente allo stile di guida necessario per la Superbike, soprattutto in curva&rdquo;, spiega Foret. &ldquo;Johnny &egrave; assolutamente d&rsquo;accordo sul fatto che io mi occupi anche di altri piloti, a meno che questi non siano in diretta competizione con lui. Sembra un lavoro semplice, specialmente quando si lavora di Johnny, uno che ha dimostrato di poter vincere e dominare cos&igrave; tanto gi&agrave; in passato&hellip; ma quando conosci la materia, non &egrave; poi cos&igrave; ovvio. Ci sono tanti piloti esperti che ci hanno provato ed hanno fallito. Ci vuole lavoro, energia e bisogna essere presenti a tutti i debriefing. Non &egrave; semplice lavorare con altri piloti ed assicurare lo stesso livello di qualit&agrave; a ciascuno di essi. Se sono qui, per un certo verso &egrave; grazie a Johnny, quindi voglio continuare a fare un buon lavoro e spero di poterlo accompagnare fino a fine carriera, se lo desidera&rdquo;, conclude Foret.       

"Ad un certo punto della carriera ha sentito la necessit&agrave; di avere qualcuno che lo osservasse a bordo pista ma che lo aiutasse anche a livello psicologico", racconta Fabien Foret, preparatore di Rea

Foret: "Rea è perfezionista e determinato"

di Federico Porrozzi    Sono stati i grandi protagonisti dell&rsquo;edizione 2015 della 24 Ore di Le Mans. Alternandosi alla guida della Kawasaki SCR, Fabien Foret, Matthieu Lagrive e Gregory Leblanc hanno corso una gara perfetta, portando a casa la vittoria con ben 9 giri di vantaggio sui primi rivali.  L&rsquo;IRIDATO - I tre francesi, per&ograve;, non sono dei novellini. Sono abituati ai trionfi, soprattutti quelli legati alle moto derivate di serie. Il pi&ugrave; conosciuto dei tre &egrave; certamente Foret: quindici stagioni mondiali nella Supersport durante i quali ha centrato un titolo iridato (con la Honda Ten Kate nel 2002) e tre podi assoluti. Ben 16 vittorie, 44 podi e 14 pole position su 151 gare disputate in sella a Yamaha, Ducati, Honda, Kawasaki. Prima di passare a tempo pieno nell&rsquo;endurance, per il 43enne di Angouleme anche un paio di stagioni nel mondiale Superbike, ma senza troppa fortuna. Nella   LO STAKANOVISTA - Lagrive, invece, arriva al mondiale Supersport nel 2002, dopo ottimi piazzamenti nell&rsquo;endurance (24 Ore e Bol d&rsquo;Or) e nel campionato francese. Nella manifestazione iridata, a parte qualche exploit non brilla. La guida del 36enne di Lisieux dans le Calvados &egrave; pi&ugrave; redditizia in altri contesti, a cui partecipa parallelamente al suo impegno iridato: alle gare &ldquo;sprint&rdquo; (da segnalare anche la sua partecipazione al mondiale Superbike, Matthieu continua a preferire quelle di durata, di cui diventa pi&ugrave; volte campione del mondo e vincitore di alcune corse storiche come Bol d&rsquo;Or, 24 Ore di Oschersleben e varie 8 ore. Fino a domenica scorsa, per&ograve;, mancava nel suo palmares la vittoria della 24 Ore di Le Mans, pi&ugrave; volte sfiorata in quasi 15 anni di carriera. Un sogno realizzato.  LO SPECIALISTA - Gregory Leblanc, invece, di Le Mans prima di domenica ne aveva conquistate gi&agrave; quattro. Tutte consecutive e tutte su Kawasaki: prima nel 2010 con Da Costa e Four, poi nel 2011 sempre con gli stessi compagni di squadra, a seguire nel 2012 con Da Costa e Foray e nel 2013 con Saichaud e Foret.  Anche il 30enne di Meaux ha alternato la sua carriera tra le gare di endurance e quelle &ldquo;sprint&rdquo;: ha corso 19 gare nel motomondiale (classe 125 e 250 con un 13esimo posto come miglior risultato) e 29 nel mondiale Supersport con un nono posto come personal best ma &egrave;, ormai da anni, uno dei piloti di riferimento dell&rsquo;Endurance iridata. 

I vincitori dell&rsquo;ultima edizione della 24 Ore di Le Mans hanno tutti un passato (pi&ugrave; o meno glorioso) nel mondiale Supersport

Foret, Lagrive e Leblanc, seconda vita nell&rsquo;Endurance

di Federico Porrozzi    SCR Kawasaki vince la 39esima edizione della 24 Ore di Le Mans, dominando la scena dal primo terzo di gara in poi. Dopo il trionfo Suzuki Sert di Philippe, Delhalle e Masson del 2015, un altro equipaggio francese sale sul tetto della gara endurance pi&ugrave; famosa del mondo.  EX-SUPERBIKE - Si tratta dei tre ex-piloti del mondiale Superbike, Fabien Foret (ex-campione iridato Supersport), Mathieu Lagrive e Gregory Leblanc, che dopo una prima fase piuttosto difficile (condizionata dalla pioggia in partenza e dalla scivolata di Leblanc, poi ripartito), sono riusciti a risalire in fretta la classifica, a superare i due equipaggi Honda FCC e Endurance dopo un terzo di gara e a controllare l&rsquo;enorme vantaggio (9 giri alla fine) fin sotto la bandiera a scacchi.  TOP TEAM IN DIFFICOLTA&rsquo; - Un trionfo limpido, che ha rivelato lo strapotere del trio Kawasaki, possibile anche grazie ad alcuni ritiri eccellenti o episodi decisivi: non hanno finito la gara GMT94 (a causa di ripetute cadute di Louis Rossi, che ha vanificato le ottime prestazioni di Niccol&ograve; Canepa e David Checa) e Penz13.com BMW, tra i pi&ugrave; veloci ma poi costretto al ritiro per la caduta di Kenny Foray (in gara con Gines e Pesek). Out anche Kawasaki Bolliger, con Gianluca Vizziello che insieme a Savary e Saiger si stava giocando il secondo posto fino a poche ore dal termine prima che il motore abbandonasse la loro &ldquo;verdona&rdquo;.  SERT, RIMONTA DOPO LA SFORTUNA - Fuori dal podio anche i vincitori dell&rsquo;edizione del 2015, Suzuki Sert: dopo le ripetute cadute di inizio gara, Philippe, Delhalle e Masson hanno rimontato alla grande, chiudendo quinti e alle spalle del Team R2CL (bella la prova dello scatenato Mathias, galvanizzato dalla chiamata del Team Pedercini per correre il mondiale Superbike).   SUZUKI E HONDA SUL PODIO - Ad affiancare SCR sul podio, quindi, sono stati il britannico Gregg Black, il belga Gregory Fastre e l&rsquo;australiano Alex Cudlin, piloti dell&rsquo;equipaggio Suzuki del Team April Moto Motors Events che nel finale hanno avuto la meglio sulla Honda terza classificata, quella FCC TSR di Kazuma Watanabe, Alan Techer e Damian Cudlin. 

Il trio francese fa la differenza dopo il primo terzo di gara: passa Honda FCC TSR e vola indisturbato verso la vittoria. Sfortunati gli italiani 

24 Ore Le Mans: SRC Kawasaki, trionfano Foret, Lagrive e Leblanc

Sam Lowes (Yakhnich Motorsport Yamaha) &egrave; ad un passo dal titolo, grazie al vantaggio di ben 49 punti sul diretto inseguitore, Kenan Sofuoglu (Mahi Racing Team India Kawasaki), con sole due gare da disputare. Nonostante la vittoria ottenuta davanti al proprio pubblico all&rsquo;Intercity Istanbul Park, per il pilota turco le speranze di difesa dello scettro di Campione sono davvero limitate.  Il pilota di casa Fabien Foret, in questo senso, potrebbe giocare un ruolo fondamentale per mantenere il compagno di squadra in lotta per il successo finale, mentre per gli alfieri del Team Pata Honda, Michael van der Mark e Lorenzo Zanetti, il round francese rappresenta un&rsquo;ulteriore occasione per puntare al primo successo in Supersport e restare in lotta per un piazzamento finale tra i primi tre. Il giovane pilota francese Florian Marino (Intermoto Ponyexpres Kawasaki) &egrave; chiamato ad una performance di alto livello davanti al pubblico amico, per concretizzare le ottime prestazioni ottenute di recente in prova ed in qualifica.  Altro cambio in corsa per PTR Honda, che schierer&agrave; l&rsquo;americano Corey Alexander ed il britannico Lee Johnston per questo round, oltre ai gi&agrave; presenti Danny Webb, Luca Marconi e Nacho Calero Perez.  Classifica (dopo 11 di 13 round):  1. Lowes 205; 2. Sofuoglu 156; 3. Foret 121; 4. Vd Mark 107; 5. Zanetti 99; 6. Scassa 74; 7. Kennedy 71; 8. Rolfo 62; 9. Coghlan 60; 10. Antonelli 55; etc.  Costruttori:  1. Kawasaki 225; 2. Yamaha 213; 3. Honda 142; 4. MV Agusta 72; 5. Suzuki 30; 6. Triumph 6.

Ha 49 punti pi&ugrave; di Sofuoglu. Ma...

6 risultati per 'foret'

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SS: Lowes, è quasi fatta