        La sicurezza stradale passa anche dalla scuola. &Egrave; fondamentale, infatti, che gli studenti vengano correttamente educati sui comportamenti da mantenere quando si &egrave; alla guida, e non solo, per la sicurezza propria e altrui. Ma per farlo serve un lavoro capillare, partendo dalle realt&agrave; locali. Ed &egrave; cos&igrave; che l&rsquo;Associazione Motociclisti Incolumi e il Moto Club Misano Adriatico incontrano, il 16 settembre 2023 dalle ore 9 al Teatro Astra, gli studenti dell&rsquo;Istituto Comprensivo Statale Misano Adriatico con il progetto &ldquo;La sicurezza sulle strade e delle strade&rdquo;. Ospite d&rsquo;eccezione il pilota Emiliano Ercolani, vincitore della Yamaha R3 Blu Cru European SuperFinale 2022, il campionato monomarca giovanile del Mondiale Superbike. Perch&eacute; serve l&rsquo;educazione stradale Secondo i dati OMS, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte e invalidit&agrave; tra i giovani dai 5 ai 29 anni; tra le vittime, soprattutto pedoni, ciclisti e motociclisti. I pi&ugrave; esposti agli incidenti sono gli adolescenti che si preparano a ottenere il certificato di idoneit&agrave; alla guida del ciclomotore, il patentino. Affrontare la strada &egrave; una grande responsabilit&agrave; e occorre essere preparati. All&rsquo;incontro, patrocinato da Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini e Comune di Misano Adriatico e sostenuto da Alpinestars, Pasta Toscana e Airoh, interverranno medici, ingegneri e avvocati che parleranno dei pericoli che possiamo incontrare nelle infrastrutture stradali e nei comportamenti di guida sbagliati, della protezione offerta da un abbigliamento adeguato, del Codice della strada e delle sanzioni in caso di infrazione. Ogni aspetto deve essere approfondito e conosciuto dai giovani. Per questo all&rsquo;incontro non mancheranno interventi per illustrare le caratteristiche dei caschi, la loro omologazione e l&rsquo;uso corretto; ma anche il funzionamento delle protezioni individuali e dell&rsquo;airbag motociclistico in caso di caduta dal mezzo; l&rsquo;utilit&agrave; dei sistemi d&rsquo;illuminazione e di rifrangenza sui veicoli e sull&rsquo;abbigliamento. Gli istruttori AMI Riding School spiegheranno come guidare in sicurezza un veicolo a due ruote motorizzate, mentre alcuni esponenti del Moto Club Misano Adriatico parleranno dell&rsquo;attivit&agrave; di formazione e di sostegno ai giovani piloti. &ldquo;Diffondere la cultura della prevenzione tra i pi&ugrave; giovani significa prepararli ad affrontare con consapevolezza strade piene di insidie, a maggior ragione se utilizzano un veicolo a due ruote quindi dall&rsquo;equilibrio instabile&rdquo; afferma Marco Guidarini, medico traumatologo e presidente AMI. &ldquo;Promuovendo tra loro il concetto di riserva di sicurezza - il casco e il paraschiena per chi viaggia in moto, l&rsquo;airbag e la cintura per chi viaggia in auto, la &lsquo;lettura&rsquo; della strada per tutti - contribuiamo a dare impulso a uno strumento che pu&ograve; rivelarsi salvavita&rdquo;.        

L&rsquo;Associazione Motociclisti Incolumi e il Moto Club Misano Adriatico incontrano gli studenti: focus su Codice della strada, abbigliamento e protezioni

Il Codice della strada spiegato ai giovani: appuntamento a Misano

Nella rapida correzione di rotta decisa dai vertici del Team Suzuki in vista del prossimo biennio si pu&ograve; percepire una sorta di ritorno alle origini del progetto; vi &egrave; un miscuglio di pragmatismo, avvedutezza, realismo, ma anche il senso di una sfida diversa ma non per questo priva di emozioni e soddisfazioni. C&rsquo;&egrave; qualit&agrave;, insomma, nella &ldquo;politica dei giovani&rdquo; che caratterizza la Suzuki.&nbsp;  STRATEGIA FURBA - Quarantadue anni in due, Alex Rins e Joan Mir permettono alla Casa di Hamamatsu di posizionarsi in modo furbo, e per nulla in disparte, nello scenario della MotoGP. Ma per capire i fondamenti del progetto &egrave; necessario considerare le esperienze recenti, in particolare due: quella del primo biennio, con Maverick Vi&ntilde;ales, e l&rsquo;attuale, con Andrea Iannone (questa esperienza si concluder&agrave; alla fine di quest&rsquo;anno).&nbsp; Queste due storie sono alla base dei ragionamenti compiuti dai vertici del racing Suzuki, nel momento in cui hanno impostato le stagioni 2019 e 2020.&nbsp;  PADRONI DI SE STESSI - Scegliere di collocarsi al di fuori della zona incandescente &ndash; perch&eacute; non si &egrave; ancora pronti per certi obiettivi &ndash; &egrave; una soluzione che deriva dalla mentalit&agrave; con cui i vertici di Suzuki Motor Corporation (dunque un livello ben al di sopra della squadra ma anche del reparto corse) hanno sempre voluto impegnarsi nello sport: conta la passione, ma bisogna fare bene i conti.&nbsp; In fondo la Suzuki &ndash; per una precisa scelta aziendale &ndash; corre con le proprie risorse, perci&ograve; non deve rendere conto ad alcuno sponsor o investitore; il budget per finanziare il progetto MotoGP viene interamente dalle proprie tasche. Ecco, dopo mesi e mesi di riflessioni e valutazioni, i vertici della squadra hanno deciso che conviene utilizzare il denaro in modo sensato, spendendo per rafforzare il reparto corse, quindi per migliorare la moto. Il top rider, adesso, non &egrave; la priorit&agrave;. Anzi, crea pi&ugrave; problemi che vantaggi, come dimostra il caso-Iannone. E qui si arriva alle due esperienze di cui si &egrave; parlato prima.  A PICCOLI PASSI - oich&eacute; serve tempo per potersi porre certi obiettivi, la Suzuki ha scelto la strada della prudenza, avanzando a piccoli passi, puntando sui giovani; soltanto che il primo giovane, Maverick Vi&ntilde;ales, era cos&igrave; talentuoso da aver stravolto i piani, spingendo la Suzuki a ragionare in termini molto pi&ugrave; ambiziosi: in vista del biennio 2017-2018 il vertice dell&rsquo;azienda era pronto ad aumentare gli investimenti, cercando di puntare alla vittoria del titolo, se il progetto fosse proseguito con Vi&ntilde;ales; ma lo spagnolo ha scelto la Yamaha, un struttura gi&agrave; abituata a inseguire la vittoria, dato che il ragazzo aveva fretta.&nbsp;  FLOP IANNONE - Ci sono rimasti male, ad Hamamatsu. Si sono sentiti traditi. E hanno&nbsp; deciso di reagire ingaggiando un pilota che era gi&agrave; un top rider. Iannone sembrava adattato a far dimenticare Vi&ntilde;ales, invece il ragazzo di Vasto si &egrave; rivelato l&rsquo;uomo sbagliato. Non certo per mancanza di talento, ma perch&eacute; Andrea aveva schemi mentali e automatismi sviluppati negli anni, dunque ha faticato a cambiarli; ma non c&rsquo;&egrave; nulla di cui stupirsi, basta pensare a come si sono trovati Valentino Rossi e Jorge Lorenzo in Ducati. Per Iannone il problema &egrave; stato inverso: si era cos&igrave; abituato alla particolarit&agrave; della Ducati, da non essere riuscito a &ldquo;capire&rdquo; la Suzuki. E forse il reparto corse, almeno all&rsquo;inizio, non ha capito lui. Non era preparato per assecondare un pilota molto pi&ugrave; esigente di Vi&ntilde;ales, perch&eacute; molto pi&ugrave; esperto.&nbsp;  A CACCIA DI TALENTI - Ecco, queste due esperienze hanno indotto i vertici della Suzuki a decidere di azzerare, ripartendo da quella posizione che le aveva portato fortuna: quella dei cacciatori di giovani talenti. Cos&igrave; come Vi&ntilde;ales venne preso dalla Moto2 dopo una sola stagione, per poi essere trasformato in un top rider, ora lo stesso obiettivo lo si vuole raggiungere con Mir che seguir&agrave; l&rsquo;identico percorso di Vi&ntilde;ales: lascer&agrave; la Moto2 dopo una sola stagione, per andare in MotoGP con la Suzuki, e dopo avere vinto due anni prima il titolo della Moto3!  CAMBIO DI MENTALITA&rsquo; - La differenza risiede nella conseguenza, appunto, delle esperienze di cui sopra: va bene far crescere giovani talenti, ma questa volta bisogna prepararsi meglio a reagire all&rsquo;attacco che arriver&agrave; dai top team. Perch&eacute; l&rsquo;obiettivo, per i prossimi anni, non &egrave; consegnare agli altri i talenti pronti per vincere (come accaduto con Vi&ntilde;ales) ma far diventare quei talenti l&rsquo;arma adatta a puntare veramente in alto.&nbsp; 

Nei prossimi due anni, la Suzuki schierer&agrave; la coppia emergente della top class. Un progetto interessante, stimolante, ambizioso e molto pragmatico

MotoGP, Suzuki: la politica dei giovani

Genesio Bevilacqua &egrave; impegnato nel mondiale Superbike ma sia le moto, sia le corse, per lui sono un meraviglioso hobby, dato che nella quotidianit&agrave; di Genesio c&rsquo;&egrave; una importante attivit&agrave; commerciale che non &egrave; collegata al mondo dei motori. Bevilacqua ha sempre investito sui giovani e continua a farlo, nel CIV, dove ha creato una struttura gestita nel 2017 da Michel Fabrizio.&nbsp;  Perch&eacute; hai deciso di investire nel CIV, oltre che nel mondiale?&nbsp; &laquo;Ho deciso di partecipare al CIV col Team Althea, perch&eacute; mi sono accorto che abbiamo bisogno di talenti giovani nel mondiale, dove troppo spesso si riciclano gli stessi nomi. L&rsquo;unico sistema per trovarli &egrave; crescerli nei campionati nazionali&raquo;.&nbsp;  Secondo te perch&eacute; manca ricambio generazionale, nelle mondiale delle derivate dalla serie?&nbsp; &laquo;&Egrave; un discorso molto complesso e non c&rsquo;&egrave; un solo motivo. Diciamo che oggi la Moto3 viene vista come un trampolino di lancio verso il mondiale prototipi ma questo trampolino &egrave; corto, quindi i piloti passano velocemente dalle Moto3 nazionali, non acquisiscono esperienza e a volte rovinano le loro carriere. Dovrebbero fermarsi di pi&ugrave; in Moto3 ma &egrave; il regolamento che dovrebbe imporlo, perch&eacute;, correre costa tempo e denaro, pertanto molti cercano di debuttare nel mondiale presto, prima di finire i fondi. Inoltre, nei campionati nazionali manca un &ldquo;classe di mezzo&rdquo; e mancher&agrave; sempre di pi&ugrave;, perch&eacute; i Costruttori non investono pi&ugrave; nelle Supersport. La Superbike, invece, funziona, perch&eacute; le moto sono davvero simili a quelle di serie, per&ograve; vincere il CIV SBK non crea molti sbocchi professionali, anche a causa della eccessiva &ldquo;variet&agrave; regolamentare&rdquo; della categoria a livello internazionale&raquo;.&nbsp;  Che differenza c&rsquo;&egrave; tra CIV e CEV?&nbsp; &laquo;Lo scorso anno ho portato Spinelli al CEV e mi sono accorto della eccessiva permissivit&agrave; regolamentare che c&rsquo;&egrave;. La Honda, ad esempio, col Team Asia, nel CEV sviluppa le moto che poi utilizza col mondiale. Questo fa lievitare i costi dei privati e genera molta differenza tra le moto di &ldquo;Serie A&rdquo; e le altre. Per vincere, bisogna spendere moltissimo e c&rsquo;&egrave; poco tempo per emergere. C&rsquo;&egrave; fretta di arrivare al CEV ma se il pilota non ha accumulato sufficiente esperienza nel CIV, il rischio di fallire &egrave; alto. Inoltre, dati alla mano, oggi nel mondiale ci sono piloti provenienti dal CIV che stanno ottenendo risultati importanti...&raquo;.&nbsp;  Come risolveresti il problema della scomparsa della classe di mezzo?&nbsp; &laquo;Bisognerebbe innanzitutto smetterla di fare passare il messaggio che a 18 anni un pilota &egrave; gi&agrave; vecchio. Escludendo i fenomeni, molti di quelli &ldquo;costruiti&rdquo; vengono male, perch&eacute; hanno avuto fretta di crescere professionalmente e magari non sono ancora formati fisicamente. Gestire un pilota nel mondiale ha un costo importante e se i risultati tardano ad arrivare diventa spesso impossibile dargli il tempo di crescere. Con questo sistema, pu&ograve; accadere che un pilota venga scartato quando ancora avrebbe molto da dare e la sua carriera termina prematuramente. Invece, bisognerebbe creare un regolamento per mantenere pi&ugrave; a lungo i piloti nei campionati nazionali, a costi sostenibili. Cos&igrave;, ad esempio, il livello qualitativo di un CIV si alzerebbe, i team del mondiale sarebbero interessati ad investire anche a livello nazionale e i piloti avrebbero tempo di crescere e magari di capire che ci sono possibilit&agrave; di carriera anche nelle derivate dalla serie. A quel punto, la Superbike, con un regolamento internazionale adeguato, potrebbe diventare un obiettivo. Se nel CIV iniziasse ad esserci una griglia della Superbike piena di diciottenni, grintosi e maturati con i tempi giusti, molti giovani arriverebbero anche nel mondiale delle derivate dalla serie. Chiaro che per fare questo servirebbe un impegno maggiore delle federazioni, oltre a team strutturati. Se la politica mi desse una mano, io sono disposto ad investire in un progetto di questo tipo&raquo;. &nbsp; Qual &egrave; il tuo sogno?&nbsp; &laquo;Trovare un giovane, crescerlo nel CIV fino alla Superbike, portarlo nel mondiale e farglielo vincere, con i tempi giusti. Se mi riuscisse un&rsquo;impresa del genere, potrei anche smettere!&raquo;. 

&lsquo;La Moto3 &egrave; un trampolino di lancio troppo corto - dice il patron del Team Althea - manca una categoria che accompagni i giovani verso la SBK, dove c&rsquo;&egrave; troppa &ldquo;variet&agrave;&rdquo; regolamentare&rsquo;

Bevilacqua: &lsquo;Giovani? Non bisogna avere fretta&rsquo;

Si chiama Raul Sanchez ed &egrave; nato 11 anni fa a Sant Feliu De Guixols, in Catalogna. E&rsquo; salito per la prima volta su una moto da cross quando aveva tre anni, poi ha iniziato a correre e non ha pi&ugrave; smesso: campione di Catalogna nel 2012 con la 50 cc, campione spagnolo (sempre nella stessa categoria e poi sterri risultati anche con la 65 cc.  E&rsquo; stato selezionato, insieme ad altri giovani piloti spagnoli tra i 10 e i 13 anni, per partecipare all&rsquo;Allianz Junior Moto Camp&rdquo; sulla pista di Rufea ed avere l&rsquo;opportunit&agrave; di seguire i consigli di Marc Marcquez su come diventare un pilota di successo. In piccolo (per ora), ci&ograve; che succede a Tavullia da qualche anno con la VR46 Academy.  Sono stati cinque giorni intensi, durante i quali i ragazzi hanno svolto un lavoro concreto sia in pista che fuori e al termine dei quali il campione della MotoGp ha deciso quale pilota supportare. Il prescelto? Sanchez, ovviamente. &ldquo;I miei sogni si stanno avverando grazie al sostegno che ho ricevuto - spiega Marc attraverso un tweet sul suo profilo ufficiale con tanto di foto insieme al piccolo Raul - ora vorrei fare la stessa cosa con Raul Sanchez, giovane pilota di Motocross&rdquo;.  Per Sanchez &egrave; l&rsquo;occasione della vita. Per Marquez, l&rsquo;opportunit&agrave; di restituire in qualche modo ci&ograve; che gli &egrave; stato dato&hellip;   Federico Porrozzi 

Il pilota Honda MotoGp supporter&agrave; una giovane promessa spagnola del Motocross 

Marquez fa il Rossi e &ldquo;alleva&rdquo; i giovani

Il Campionato Italiano Velocit&agrave; ha presentato i programmi della stagione 2014 a Verona all&rsquo;interno del Motor Bike Expo.  La stagione prender&agrave; il via il 28 marzo ad Imola, con i testi ufficiali, ed il 5 aprile al Mugello, con la prima gara di campionato. 10 gare concentrate in 5 fine settimana: Mugello, Misano, Imola e Vallelunga.  Il CIV investe sui giovani come dimostra l&rsquo;inserimento nella PreGP (aperta ai ragazzi di 13 anni) nel circus pi&ugrave; importante. L&rsquo;altra novit&agrave; riguarda la riformulazione del regolamento tecnico della Supersport, sempre pi&ugrave; vicina alle derivate di serie, mentre sono confermate le formule vincenti della Moto3, strategica per il vivaio italiano e della Superbike, la classe regina del CIV. Per quanto riguarda le novit&agrave; in pista, il campionato tricolore potr&agrave; contare da quest&rsquo;anno sulla collaborazione con Dunlop, fornitore unico di pneumatici per le classi Moto3 e PreGP, mentre continua la partnership con Pirelli, monogomma della classe Supersport. Il fine settimana del CIV sar&agrave; arricchito anche da prestigiosi trofei, quali il National Trophy, organizzato dal MC Spoleto, e i Trofei E&amp;E Honda 2014&rdquo;.  Le gare si potranno vedere su AutoMotoTv (canale 139 di Sky), che trasmetter&agrave; ogni evento con oltre tre ore di diretta e Raisport, che proporr&agrave; le gare di Superbike e Moto 3 la settimana successiva alla tappa, oltre a dare spazio al CIV all&rsquo;interno dei notiziari sportivi e delle rubriche di motori. Per quanto riguarda la distribuzione a livello internazionale, il CIV sar&agrave; trasmesso in Europa da Motors Tv, e, grazie all&rsquo;accordo con Mahindra, sar&agrave; possibile vedere la Moto 3 anche in India.  Con la stagione 2014 Gazzetta dello Sport diventa media partner del CIV con importanti iniziative tra cui l&rsquo;innovativo progetto educational sviluppato dalla FMI in collaborazione con RCS Group, Divisione Connecto. Giuseppe Casagrande, Learning and Corporate Solutions Manager RCS Media Group, ha illustrato il programma Moto Racing School, dedicato ai ragazzi che desiderano avvicinarsi al mondo della velocit&agrave;. Il progetto, articolato su sedici puntate, partir&agrave; dai primi di febbraio.  &nbsp;

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