        Marc Marquez &egrave; stato uno dei protagonisti della presentazione streaming del team Honda Repsol, che ha svelato i colori delle RC213V che prenderanno parte alla stagione 2023 della MotoGP. La presentazione della docu-serie su Marc Marquez Le dichiarazioni di Marquez  Il 2023 deve essere l&rsquo;anno del riscatto sia per la Casa di Tokyo che per l&rsquo;otto volte iridato, entrambi reduci da un 2022 molto complicato e senza vittorie all&rsquo;attivo in top class. &nbsp; &ldquo;Il mio inverno &egrave; stato finalmente normale, dopo tanti problemi a causa degli infortuni&rdquo; ha spiegato Marquez nel corso del suo breve intervento durante l&rsquo;unveiling Honda. A sentire Marc, le impressioni ricavate nei recenti test di Sepang sono positive, a dispetto del tanto lavoro svolto nell&rsquo;interno del suo box per risolvere i problemi che attanagliano la RC213V: "Mi sono sentito a mio agio nei test in Malesia e, a un mese dall'inizio della stagione, mi auguro un anno ricco di successi. Ci aspetta un test importante a Portimao &ndash; ha proseguito il pilota numero 93 - abbiamo del lavoro da fare, ma gli ingegneri hanno lavorato sodo in Giappone. Sono ansioso di continuare a lavorare e di iniziare questa stagione, mi sento in forma e pronto per correre&rdquo;. Il messaggio a Mir  Sentirsi in forma, appunto, una condizione non semplice per chi si &egrave; sottoposto a quattro interventi dopo l&rsquo;incidente di Jerez 2020, ma anche qui Marc sembra ottimista: "Vengo da due anni difficili, i peggiori della mia carriera. Adesso dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, sia i piloti che il team: se ci riusciremo possiamo fare un grande campionato". Nel 2023, Marc avr&agrave; Joan Mir al suo fianco, in sostituzione di Pol Espargaro partito in direzione GASGAS: "Questo team deve avere due piloti in grado di vincere Gran Premi&rdquo; ha commentato la Formica Atomica a proposito del nuovo compagno di box. &ldquo;Joan viene da un&rsquo;altra moto, ma appena salito in sella alla Honda ha fornito informazioni e sensazioni molto simili alle mie. Questo dovrebbe facilitare il lavoro della squadra. L'obiettivo &egrave; essere entrambi al top" ha concluso Marquez.        

Le dichiarazioni dell'otto volte iridato a margine della presentazione Honda Repsol: "Io e Joan dobbiamo essere entrambi al top"

MotoGP, Marc Marquez: "Io e Mir dobbiamo remare nella stessa direzione"

Il profilo social del Team Repsol Honda ha sfidato gli utenti a creare dei meme sul pilota spagnolo: ecco il risultato

MotoGP: Marc Marquez prende il sole? La reazione del web è esilarante

Sono passati ben dieci anni dal debutto di Marc Marquez in Casa Repsol&nbsp;Honda. Dopo vittorie a volont&agrave;, duelli entrati nella storia e ben sei titoli MotoGP vinti insieme; il campione spagnolo celebra questo anniversario mostrando sui social il suo nuovo cimelio.  Un regalo unico   In questi giorni senza corse, infatti, Marc ha festeggiato insieme al team l&rsquo;anniversario, ricevendo in regalo un enorme dipinto che lo raffigura in sella alla sua tanto amata Honda Repsol. Un pezzo gi&agrave; collocato nella dimora dello spagnolo, che ha voluto condividere il momento con i suoi fan, pubblicando una foto su Instagram e ringraziando la squadra per il lungo tempo passato insieme.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da Marc Ma?rquez (@marcmarquez93)    Come procede la riabilitazione di Marquez?   Un regalo che, siamo certi, dar&agrave; ancora pi&ugrave; motivazione al pilota HRC, che sta affrontando un nuovo periodo di riabilitazione dovuto al quarto intervento al braccio. La troppa fretta nel rientrare in pista dopo l&#39;infortunio patito a Jerez nel 2020 ha infatti obbligato il numero 93 a fare altre due operazioni per far s&igrave; che l&rsquo;omero possa saldarsi a dovere. Per adesso, tutto sta procedendo a dovere e il rientro in pista per Marc &egrave; sempre pi&ugrave; vicino.&nbsp; 

Il pilota otto volte campione del mondo aggiunge una nuova chicca celebrativa nella sua casa

MotoGP, nuovo dipinto in casa Marquez per celebrare i 10 anni con Repsol

        Quello di Marc Marquez &egrave; un vero e proprio calvario che deve imporre una serie riflessione al pilota spagnolo. Ha senso continuare a rischiare cos&igrave; o sarebbe meglio dire basta? Una domanda che lo spagnolo si sar&agrave; posto pi&ugrave; volte, ma che stavolta diventa necessaria e importante come mai prima d&rsquo;ora.  Marquez, riecco la diplopia  La notizia &egrave; nota: dopo la rovinosa caduta patita nel warm up del GP Indonesia, Marquez ha deciso precauzionalmente di non prendere parte alla gara. Una scelta saggia, visto il riacutizzarsi della diplopia, che si somma alla commozione cerebrale emersa dopo una TAC all&rsquo;ospedale di Lombak. Tempi di recupero? Difficili da prevedere. Bisogner&agrave; aspettare i prossimi controlli per capire entit&agrave; del danno e tempo necessario a ritornare in piena forma. Facile pensare che questo ennesimo stop vada a compromettere la stagione 2022 di un Marquez apparso incapace di guidare sopra i problemi di una Honda RC213V non ancora in suo controllo: quando si tratta di gestire, come in Qatar, Marc riesce nel suo intento, ma quando prova a spingere (come a Mandalika) l&rsquo;iberico torna a collezionare un elevato numero di cadute che adesso non pu&ograve; pi&ugrave; permettersi. VOTA IL SONDAGGIO: che futuro attende Marc Marquez?&nbsp; Marc, carriera a rischio?  Cadute che, sommate alle difficolt&agrave; fisiche del #93, vanno a compromettere le certezze e la forza mentale di un pilota che fino a Jerez 2020 appariva indistruttibile e che adesso sembra sempre pi&ugrave; fragile. Il Marquez capace di guidare sopra i problemi sembra non esistere pi&ugrave;, semplicemente perch&eacute; adesso &egrave; lui ad avere problemi che non gli consentono di andare oltre il limite. Proviamo a rispondere alla domanda posta all&rsquo;inizio: ci auguriamo, come tutti, di rivedere Marc in pista presto, molto presto, ma la sensazione &egrave; che i tempi per un completo recupero siano parecchio lunghi. In una MotoGP sempre pi&ugrave; equilibrata e dominata da volti giovani, l&rsquo;idea del ritiro potrebbe palesarsi nella mente di un campione che, alla soglia dei 30 anni, ha gi&agrave; vinto tutto e che potrebbe decidere di deporre le armi in nome della propria salute. Le parole di Marc Marquez dopo il riacutizzarsi della dipoplia       

Lo spagnolo si ritrova ad affrontare un nuovo episodio di diplopia: il periodo pi&ugrave; buio della sua carriera sembra non avere fine

MotoGP: Marc Marquez, non sarebbe meglio dire basta?

        Dopo una settimana di pausa, torna il Motomondiale con il secondo appuntamento della stagione 2022. Si riparte da Mandalika, circuito che i piloti della MotoGP hanno potuto provare nei test di febbraio, quando a svettare fu il portacolori Honda Repsol Pol Espargaro. Tecnica: i segreti della Yamaha M1 campione del mondo Pol Espargaro, veloce in Qatar come nei test   Trattandosi di un tracciato sul quale la top class non ha mai gareggiato, risulta difficile e azzardato lanciarsi in un pronostico, ma appare altrettanto ragionevole inserire il minore dei fratelli Espargaro tra i papabili vincitori del GP Indonesia. Pol &egrave; in forma, e lo ha dimostrato nel GP Qatar concluso a poco pi&ugrave; di un secondo di distacco dal vincitore Enea Bastianini (+1.351): una gara in cui lo spagnolo ha dimostrato grande solidit&agrave; e una buona costanza, conducendo 17 dei 22 giri previsti prima della bandiera a scacchi, una prestazione condita dal quarto giro pi&ugrave; veloce della corsa (1'54.534). Insomma, &egrave; mancato poco affinch&eacute; il #44 festeggiasse la prima affermazione in classe regina, ma gi&agrave; in Indonesia potr&agrave; puntare nuovamente al bersaglio grosso. Appartiene all&rsquo;iberico la miglior prestazione realizzata nei test condotti un mese fa a Mandalika, un 1'31.060 che aveva consentito a Pol di precedere Fabio Quartararo di 14 millesimi. Dando uno sguardo ai cronologici del terzo giorno di collaudi indonesiani, giornata in cui Pol realizz&ograve; il miglior tempo, i dati rafforzano la candidatura dell&rsquo;alfiere HRC a possibile vincitore del secondo GP dell'anno: sono stati ben 15 (su 38) i passaggi conclusi da Espargaro sul piede dell&rsquo;1&rsquo;32, una prestazione avvicinata e superata con costanza solo da Quartararo, autore di molti pi&ugrave; giri, 79, di cui 24 in 1&rsquo;32 e 10 in 1&rsquo;31. Indonesia, cabala favorevole alla Honda  Considerazioni e valutazioni che andranno eventualmente ricalibrate dopo le prove di venerd&igrave;, quando i piloti si ritroveranno ad affrontare un asfalto rimesso a nuovo dopo le tante problematiche di grip e sicurezza emerse durante i test: una variabile che potrebbe cambiare i valori in campo, ma che Pol Espargaro affronter&agrave; con la sicurezza che la nuova RC213V gli conferisce: &ldquo;Questa &egrave; la moto che ho sempre desiderato - ha raccontato il compagno di Marc Marquez dopo Losail - Peccato solo per le gomme che mi hanno tradito nel finale del GP Qatar consentendo a Bastianini e Binder di approfittare di un mio errore". La rivincita potrebbe arrivare gi&agrave; a Mandalika, circuito apparso subito amico di Pol e della sua Honda. Per quel che pu&ograve; contare, c&rsquo;&egrave; anche un dato statistico che sorride alla Casa di Tokyo: nelle precedenti edizioni del GP Indonesia, la vittoria &egrave; sempre andata a un pilota Honda Repsol (1996 Mick Doohan, 1997 Tadayuki Okada): chiss&agrave; che anche la cabala non porti fortuna a Pol, ancora a secco di vittorie in MotoGP. MotoGP: la mappa di tutti i tracciati del 2022       

Dopo il podio conquistato in Qatar, lo spagnolo vola a Mandalika con l'obiettivo di vincere la prima gara in classe regina. Un risultato che sembra alla portata del #44: ecco perch&eacute;

GP Indonesia: Pol Espargaro alla ricerca del primo successo in MotoGP

        Una &egrave; sopravvissuta 141 anni, l&rsquo;altra 53 stagioni, ed entrambe sono rimpiante da milioni di nostalgici (l&rsquo;ultimo &egrave; stato Casey Stoner). Il 2002 fu un anno storico perch&eacute; furono pensionate le monete nazionali, fra cui la Lira, e la classe 500. E come i prezzi che con il cambio valutario raddoppiarono, anche il regolamento della classe regina stabil&igrave; quasi il raddoppio delle dimensioni dei motori da 500 cm&sup3; a Mille (990 cm&sup3; per essere precisi), con l&rsquo;abbandono della tecnologia a due tempi a beneficio dei quattro tempi. Nel triennio precedente c&rsquo;erano stati tre diversi campioni del Mondo della 500, tutti per la prima volta, una circostanza che non si verificava dal 1984.  Con Alex Criville costretto al ritiro a causa degli attacchi epilettici provocati da un vecchio trauma cranico e Kenny Roberts junior in fase involutiva, l&rsquo;unico che poteva impedire la salita al trono di un quarto neoiridato della classe regina era Valentino Rossi, ultimo campione della 500. Sulla carta il principale sfidante era Max Biaggi, per il quarto anno di fila con il Team Marlboro Yamaha e per di pi&ugrave; in progressione: quarto posto finale nel 1999, seguito dal terzo e dal secondo, sempre aumentando il bottino di vittorie. MotoGP, Bagnaia: &ldquo;Ho chiesto a Ciabatti di fare la 8 Ore di Suzuka&rdquo; I primi test e la superiorit&agrave; Honda  Invece fin dai primi test fu evidente la superiorit&agrave; della Honda RC211V rispetto alla Yamaha M1, che pure era scesa in pista in anticipo. Dopo aver firmato il rinnovo biennale, superando una fase di stallo nelle trattative per lo sfruttamento dei diritti d&rsquo;immagine, Valentino polverizz&ograve; i record sul giro a Sepang (dove utilizz&ograve; per la prima volta i tappi per le orecchie) e Phillip Island. Molti pi&ugrave; dubbi regnavano nel frattempo in casa Yamaha che aveva spostato la sede da Amsterdam a Gerno di Lesmo, in Brianza, e si affidava a un nuovo direttore sportivo, l&rsquo;ex Superbike Davide Brivio. Loris Capirossi, dotato ancora di Honda NSR 500 cos&igrave; come Daijiro Kato che l&rsquo;anno prima aveva dominato la 250 (11 vittorie e tredici podi in 16 GP), inquadr&ograve; subito la questione: &ldquo;Forse nella prima parte del Mondiale ci sar&agrave; equilibrio perch&eacute; le quattro tempi saranno un po&rsquo; indietro nella messa a punto, ma dopo cresceranno, noi resteremo dove siamo&rdquo;. Sia l&rsquo;imolese che Biaggi caddero nei test IRTA di Valencia e soprattutto non riuscirono a migliorarsi pi&ugrave; di tanto. Preceduto dalle Yamaha YZR 500 di Garry McCoy e Shinya Nakano, Max aveva il morale a terra: &ldquo;Adesso il motore conta il 70% della moto, pu&ograve; darti pi&ugrave; o meno vantaggi. In un mese &egrave; difficile fare le rivoluzioni&rdquo;. Capirex allora gli butt&ograve; l&igrave;: &ldquo;Si lamenta della Yamaha lenta? Faccia cambio con la mia Honda&rdquo;. Il primo confronto diretto tra i tre italiani avvenne a marzo, nei test IRTA di Barcellona, e quelli che erano soltanto sospetti furono confermati dal cronometro: Rossi abbass&ograve; di otto decimi la pole dell&rsquo;anno prima e la sua moto risult&ograve; di nove km/h pi&ugrave; veloce della migliore delle M1.  L'esordio a Suzuka  Un mese dopo a Suzuka, nel GP inaugurale, si diedero appuntamento tredici 500 e nove MotoGP: tre Honda per Rossi, Tohru Ukawa e la wild card Shinichi Itoh, le tre Suzuki di Kenny Roberts Jr, Sete Gibernau e Akira Ryo, le Yamaha di Max Biaggi e Carlos Checa e l&rsquo;Aprilia di Regis Laconi. Complice la pioggia, a fare il ritmo furono i piloti di casa, Itoh e Ryo. Rossi infil&ograve; l&rsquo;occasionale compagno di marca all&rsquo;ottavo giro, trovandosi a un secondo e tre decimi dalla Suzuki gommata Dunlop. Colmato il gap, al 16&deg; giro Valentino port&ograve; l&rsquo;attacco decisivo in staccata e da l&igrave; non perse pi&ugrave; la posizione, concedendosi anche il lusso di allungare nell&rsquo;ultimo giro. In Sud Africa invece un errore nella tornata conclusiva gli cost&ograve; il bis, a beneficio di Ukawa mentre Capirossi si tolse lo sfizio di conquistare l&rsquo;ultimo gradino del podio.  Poi venne il cinque maggio e lo sport italiano non sarebbe pi&ugrave; stato lo stesso. A Jerez, nemmeno una sportellata ricevuta al secondo giro da Kenny Roberts Jr e la concomitante fuga di Ukawa impedirono a Rossi di prendersi il secondo successo stagionale. Con lui sul podio Kato e Ukawa, mentre Capirossi fu medaglia di legno e Biaggi, vittima di una partenza anticipata, incapp&ograve; nella bandiera nera per non aver effettuato lo stop-and-go nei tempi previsti. Aggiungendo la caduta in Giappone dopo aver messo la ruota davanti sulla riga bianca e il nono posto in Sud Africa per un guaio alla frizione, il romano si trov&ograve; al penultimo posto della classifica con la miseria di sette punti dopo tre round: soltanto Pere Riba, attuale capotecnico di Jonathan Rea, ne aveva di meno. Rimontare 61 punti a Rossi, in fuga con 29 lunghezze di vantaggio sul compagno Ukawa, apparve subito un&rsquo;impresa disperata. E il nervosismo sal&igrave; al punto che al Mugello, di fronte al &ldquo;no&rdquo; degli uomini di Iwata a concedergli l&rsquo;hospitality Yamaha per la cena con i suoi tanti ospiti, parenti e amici, Max lanci&ograve; il proprio scooter a tutta velocit&agrave; contro il tendone in questione&hellip; Rossi imbattibile  A differenza della sua Inter, che il 5 maggio gett&ograve; alle ortiche inopinatamente lo scudetto all&rsquo;ultima giornata, Rossi non perse pi&ugrave;. Valentino vinse sette GP consecutivi, serie mai inanellata in precedenza (e mai pi&ugrave; ripetuta in seguito). Ci&ograve; unito alle prestazioni incostanti dell&rsquo;unico dotato della sua stessa moto, Ukawa, costretto anche a saltare la gara di Donington per un volo a 200 km/h alla curva Craner, port&ograve; all&rsquo;archiviazione della pratica gi&agrave; alla sosta: con 220 punti guadagnati su un massimo di 225, Rossi si trov&ograve; con 96 lunghezze di vantaggio su Ukawa, primo inseguitore, e il doppio del bottino di Biaggi, diventato terza forza. Alla ripresa, vincendo a Brno e con il concomitante zero del fuggitivo, tradito dal pneumatico posteriore, Max credette per qualche giorno di poter emulare Steven Bradbury, sei mesi prima diventato campione olimpico sui 1000 metri short track grazie alle disgrazie altrui. Invece, sotto l&rsquo;acqua dell&rsquo;Estoril e di Rio, Rossi torn&ograve; a far valere la sua legge. E proprio in Brasile, grazie alla caduta di Ukawa al 2&deg; giro, divenne aritmeticamente campione, primo e unico iridato in quattro classi. Una gioia festeggiata con la t-shirt con davanti la scritta &lsquo;Ecco perch&eacute; ho vinto il Mondiale MotoGP 2002&rsquo; e sul retro un cruciverba di 240 caselle. Ammettendo: &ldquo;Ero convinto che la 500 andasse pi&ugrave; forte, sbagliavo clamorosamente&rdquo;. MotoGP, Enea Bastianini: &ldquo;Inferiorit&agrave; tecnica nel 2022? La vivo come una sfida&rdquo;       

Il 2002 coincise con l&rsquo;arrivo dell&rsquo;Euro e delle mille quattro tempi: il primo anno della MotoGP venne dominato dal binomio Rossi-Honda

MotoGP Story: il 2002, l'alba di una nuova era

&Egrave; stato Pol Espargaro a conquistare la pole position al termine delle qualifiche del GP Gran Bretagna riuscendo a precedere Francesco Bagnaia e il leader del Mondiale Fabio Quartararo. Per lo spagnolo &egrave; la prima pole da quando corre con i colori del team Honda Repsol.  Moto3, Qualifiche GP Gran Bretagna: &egrave; pole position per Romano Fenati  La Q1   In una Q1 serratissima, sono stati Johann Zarco e Alex Rins a strappare l&rsquo;accesso alla Q2 grazie a due giri veloci realizzati proprio negli ultimi istanti della sessione. Delusione per Enea Bastianini, a lungo in cima alla lista dei tempi e costretto ad accontentarsi del 13&deg; posto a causa di una caduta nei minuti finali. 14&deg; posto per Luca Marini seguito da Takaaki Nagakami e Danilo Petrucci. Continuano le difficolt&agrave; di Alex Marquex, 17&deg;, davanti a Iker Lecuona e Cal Crutchlow. Delusione per Miguel Oliveira, 20&deg; appena davanti al debuttante Jake Dixon.  Martin da paura, ma&hellip;   Q2 che ha visto Jorge Martin nei panni del mattatore, grazie a un giro mostruoso in 1:58 basso che gli aveva regalato la miglior prestazione, poi cancellato per aver tagliato i limiti della pista in curva 8. Cos&igrave; Pol Espargaro, grazie al crono di 1:58.889, &egrave; riuscito a precedere Bagnaia per soli 22 millesimi, sufficienti a prendersi la pole position. Terza posizione per Fabio Quartararo, a 36 millesimi dal poleman, seguito da Martin e Marc Marquez.  Sesta piazza per l&rsquo;Aprilia di Aleix Espargaro in 1:59.273 davanti alla Desmosedici di Jack Miller. Buon 8&deg; posto per Valentino Rossi, in costante crescita. Johann Zarco scatter&agrave; 9&deg; in griglia seguito dalle Suzuki di Alex Rins e Joan Mir. 12&deg; Brad Binder.  Guarda tutta la MotoGP su NOW  I risultati   Q2   &nbsp;  Q1 

Pol Espargaro &egrave; stato il pi&ugrave; veloce di tutti nel sabato di Silverstone, beffando di un soffio Bagnaia e Quartararo

MotoGP Gran Bretagna: Pol Espargar&ograve; svetta nelle Qualifiche, Rossi 8&deg;

Le inattese dichiarazioni rilasciate da Pol Espargar&oacute; dopo il GP Spagna hanno messo a nudo una sorprendente realt&agrave; all&rsquo;interno della Honda. Una realt&agrave; sintetizzabile con una definizione: confusione. &quot;Non so se ho fatto una buona o una cattiva gara. Non posso saperlo, perch&eacute; non ho modo di parametrarmi a nessuno, perch&eacute; ogni pilota Honda ha corso con un pacchetto differente. Io so soltanto di essere un dipendente della Honda, lavoro con ci&ograve; che mi viene fornito e con ci&ograve; che mi dicono di utilizzare&quot;.  Pol non si nasconde   In un ambiente chiuso e &ldquo;estremo&rdquo; come la Honda, ascoltare parole del genere da un proprio pilota deve essere stato uno shock. &quot;Sono confuso, la stessa confusione che c&rsquo;&egrave; nel team. Secondo me si lavora troppo individualmente e questo pregiudica il gruppo. Non posso aiutare, non posso essere aiutato e non posso nemmeno aiutare me stesso&quot;. Espargar&oacute; non ha potuto nascondere la frustrazione. &quot;Il metodo di lavoro? &Egrave; differente rispetto alle mie abitudini. Ho la sensazione di non sapere ci&ograve; che sta succedendo. L&rsquo;unica cosa che posso fare &egrave; scendere in pista con la moto che mi viene fornita. Non so di che moto si tratti: &egrave; la moto che mi viene data&quot; ha ripetuto.  MotoGP, Marc Marquez critica l&#39;holeshot: &ldquo;Non aiuta lo spettacolo&rdquo;  Le difficolt&agrave; di Marc   Poco dopo, Marc Marquez non ha smentito il nuovo compagno di squadra, anche se &egrave; stato meno radicale nel proprio commento. &quot;In questo weekend ho compreso meglio dove dobbiamo lavorare. Ho avuto l&rsquo;opportunit&agrave; di seguire Bradl, Pol e Zarco. Ho visto che in certe aree siamo carenti. L&rsquo;anno scorso non c&rsquo;ero, e non so cosa sia stato fatto. La cosa pi&ugrave; importante &egrave; non perdere il cammino. Nel 2015 lo persi e fu molto difficile ritrovarlo. Con quella esperienza, dico che voglio tornare dov&rsquo;ero. &Egrave; il momento di lavorare&quot;. Pur sentendosi &ldquo;distrutto&rdquo; a fine gara, Marc ha assicurato come il weekend si sia rivelato utile per sentirsi meglio fisicamente. E dire che l&rsquo;otto volte iridato &egrave; stato protagonista di due cadute pesanti, in particolare quella di sabato mattina, nelle FP3. Marquez &egrave; scivolato alla Curva 7, schizzando come un missile contro l&rsquo;air-fence. L&rsquo;impatto &egrave; stato con la nuca e, come lui stesso ha confessato, dopo pochi minuti Marc ha perso la cognizione dei fatti, non ricordando l&rsquo;accaduto.  Trasportato subito in ospedale per essere sottoposto a una TAC, l&rsquo;esito negativo ha permesso a Marquez di tornare in pista gi&agrave; per le quarte libere. Scattato dalla quinta fila nel GP, il suo obiettivo in gara non era il risultato, e nel GP ha avuto momento confortanti, girando anche con tempi simili ai piloti di vertice. &quot;Sono contento del risultato del GP. Con Mir e Zarco siamo andati anche forte, ma a quel ritmo le mie energie calavano rapidamente, cos&igrave; a otto giri dalla fine ho rallentato, aspettando che finisse la gara&quot;. Marquez ha aggiunto che luned&igrave; mattina, a seconda dello stato fisico al risveglio del giorno post-gara, avrebbe deciso se partecipare ai test IRTA. &quot;L&rsquo;idea sarebbe quella di svolgere pochi giri, 30 o 40, ma giri &#39;di qualit&agrave;&#39;, per avere le idee pi&ugrave; chiare. Perch&eacute; poi, fino a Le Mans non guider&ograve; nuovamente una moto&quot;. Per chi era abituato a Marquez, questa versione cos&igrave; &ldquo;umana&rdquo; &egrave; persino spiazzante.  MotoGP, Johann Zarco: &quot;Grazie Ducati, sono rinato&quot; 

La paura per Marquez, con la brutta caduta nelle libere di Jerez, e l&rsquo;ammissione di Pol Espargar&oacute;: &quot;Guido ci&ograve; che mi danno, ma ogni pilota HRC ha un pacchetto differente&quot;. La Honda &egrave; nel limbo

MotoGP: Honda Repsol tra paura e confusione

Per Pol Espargar&ograve; anche la seconda giornata di test in Qatar ha dato i suoi (buoni) frutti. Se nella prima giornata il pilota Honda aveva conquistato il quinto miglior tempo, oggi ha chiuso decimo, complice anche una caduta. La prima in sella alla RC213V che tanto gli dava preoccupazione.  La prima caduta (senza conseguenze)   &ldquo;Alla fine sono caduto. &ndash; ha detto Pol Espargar&ograve; &ndash; E&#39; stato un incidente strano. E&#39; accaduto all&#39;inizio della sessione e con gomme che di solito non avevo provato. Insomma, non &egrave; stato l&#39;incidente che mi aspettavo. Pensavo che sarei potuto cadere durante un time attack, magari quando stavo forzando di pi&ugrave;, magari forzando sull&#39;anteriore, magari al terzo giro. Invece &egrave; accaduto al primo run della giornata&rdquo;.  MotoGP: Alex Marquez cade, Lecuona lo carica sulla KTM  &ldquo;Sto migliorando ogni giorno&rdquo;   Archiviata la prima caduta con la RC213V che fortunatamente &egrave; stata senza conseguenze, il pilota Honda ha fatto un punto della situazione sui primi quattro giorni al box Alato: &ldquo;Mi sto divertendo molto, - ha spiegato - i tempi stanno venendo, il feeling alla guida anche. Penso che nella prima gara non sar&ograve; in grado di lottare per le posizioni che contano, ma sono comunque vicino. Ogni giorno sto migliorando e penso che sia positivo. Il futuro al momento sembra divertente, ma &egrave; solo l&#39;inizio e dovr&ograve; lavorare tanto insieme al team e soprattutto sulla moto&rdquo;.  &ldquo;La Honda richiede il massimo&rdquo;   Infine, una domanda curiosa che &egrave; stata fatto al pilota di Granollers sul compagno di squadra Marc Marquez: Dopo 4 giorni di guida hai potuto capire perch&egrave; lo stile di guida di Marquez &egrave; cos&igrave; aggressivo? &ldquo;Si di sicuro ho capito cosa c&#39;&egrave; bisogno di fare per ottenerlo, - ha concluso Pol - &egrave; chiaro. Se vuoi essere in testa nel giro veloce devi cercare di fare il massimo e l&#39;unico modo per farlo &egrave; spingere fino al limite e attraverso i limiti. Questo &egrave; il motivo per cui Marquez qualche volta &egrave; vicino a cadere o comunque &egrave; sempre al limite. Questo tipo di moto, con questa configurazione del motore richiedere di spingere tanto e questo onestamente &egrave; il modo di guidare che mi piace davvero. Pi&ugrave; guidi in modo aggressivo, pi&ugrave; sei veloce ed &egrave; qualcosa che sto cercando anche io&rdquo;.  MotoGP, per Marc Marquez &egrave; il giorno della verit&agrave; 

Il pilota Honda oggi &egrave; caduto per la prima volta con la RC213V: &ldquo;Non &egrave; stato come me lo immaginavo&rdquo; e su Marquez dice: &ldquo;Se vuoi dare il massimo devi essere al limite&rdquo;

MotoGP, Pol Espargar&ograve;: &ldquo;Marquez aggressivo? E&#39; l&#39;unico modo per andare forte&rdquo;

Jonathan Rea e la MotoGP si sono sfiorati, senza mai avvicinarsi concretamente. Non che Johnny possa ritenersi deluso: i 6 Mondiali vinti in Superbike bastano a testimoniare la grandezza di uno dei piloti pi&ugrave; forti di sempre, ma che non ha mai avuto la possibilit&agrave; concreta di correre in pianta stabile tra i prototipi.  SBK: Scott Redding scalpita e si allena a Cartagena  I colloqui con Suzuki e Honda   &quot;Il mio agente ha parlato con la Suzuki due anni fa, ma non avevano alcun interesse a prendere un pilota al di fuori del paddock della MotoGP o della Moto2&quot;, ha spiegato Rea al podcast Paddock Pass.  I colloqui con la Suzuki sono avvenuti nel 2018, anno in cui il pilota della Kawasaki aveva parlato anche con la Honda per sostituire Pedrosa nella stagione successiva: &quot;Ero pronto e disponibile quando la Honda cercava un sostituto per Dani Pedrosa. Ma alla fine Jorge Lorenzo ha ottenuto quel posto&quot;.  &quot;Molti dicono che dovrei andare in MotoGP e accettare la scommessa, ma in realt&agrave; ci sono state solo conversazioni, non c&#39;&egrave; mai stato un punto della mia carriera sportiva in cui avevo due contratti sul tavolo e dovevo decidere quale avrebbe funzionato&quot;, ha continuato il nordirlandese.  &quot;Quando mi guardo indietro e vedo cosa ho fatto in Superbike sono soddisfatto, ma sarebbe stato bello vedere cosa sarei stato capace di fare se mi avessero dato tempo con la moto giusta in MotoGP&quot;.  Un rimpianto che non trover&agrave; mai risposta.  SBK, Chaz Davies cerca il riscatto: &ldquo;Sono qui per vincere&rdquo; 

Il campione della Superbike ha raccontato le conversazioni avute con alcuni team della MotoGP, mai sfociate in qualcosa di concreto&nbsp;

MotoGP, Rea: &ldquo;Ero pronto a sostituire Pedrosa in Honda&rdquo;

        Alex Marquez e Repsol Honda hanno dato il via al nuovo anno con una &ldquo;vestizione&rdquo; ufficiale. In un video lanciato sui social network da HRC, si vede infatti una piccola intervista fatta al pilota di Cervera e fratello dell'otto volte iridato Marc Marquez nel quale Alex veste per la prima volta di arancione e risponde alle domande relative al suo futuro al team Honda.  It&rsquo;s the first time in history that two brothers will share a garage in MotoGP... pic.twitter.com/f0vkSqX2c5 &mdash; Repsol Hnda Team (@HRC_MotoGP) 2 gennaio 2020    NUOVI COLORI - &ldquo;Questa &egrave; la prima volta che indossi i vestiti Honda, cosa significa per te? - si legge dal video postato su Instagram - &Egrave; un sogno che diventa realt&agrave; - risponde Alex -. &Egrave; un onore indossare questi colori, sono veramente felice per questa opportunit&agrave;, di correre in MotoGP con il team Honda&rdquo;.  Poi guardandosi le braccia che nella felpa che indossa sono di colore arancio prosegue: &rdquo;Di solito guardavo Marc al box indossare questo colore e adesso lo vedo addosso a me, questo &egrave; motivo di grande orgoglio&rdquo;. Alex Marquez su Marc: "Farmi vincere? Non vuole perdere nemmeno a biglie&rdquo; NUOVE SFIDE - L'intervista prosegue con altre domande, tra cui quella sul fatto che Alex sia un rookie in MotoGP in un team storico&nbsp;come lo &egrave; la Honda: &rdquo;Dopo aver vinto il titolo in Moto2 - prosegue - il sogno era quello di arrivare in MotoGP, quindi essere qui adesso e con un team storico &egrave; per me un onore ma anche una sfida, e cercher&ograve; di sfruttare al meglio questa sfida dando il meglio di me. L'obiettivo della prossima stagione sar&agrave; quello di diventare 'Rookie of the year', ma adesso la cosa principale &egrave; fare una bella pre-season e trovare il giusto feeling con la RC213V prima della gara in Qatar. Per me far parte di questo team &egrave; un sogno che si avvera quindi non vedo l'ora di iniziare". Infine, non pu&ograve; mancare la domanda sul fratello Marc: &rdquo;Per noi &egrave; normale. &Egrave; vero siamo fratelli ma siamo anche compagni di team. Per me sar&agrave; un vantaggio avere un compagno di team che &egrave; stato cos&igrave; tante volte campione del mondo, quindi cercher&ograve; di recepire pi&ugrave; informazioni possibili in merito&rdquo;.       

Sul fratello Marc: &rdquo;Siamo fratelli ma anche compagni di team quindi cercher&ograve; di carpire da lui pi&ugrave; informazioni possibili sulla Honda&rdquo;

Alex Marquez indossa i panni Honda: “Un sogno divenuto realtà”

La Honda arriva all&#39;ultima tappa del Motomondiale di Valencia con un bottino in tasca davvero unico. Il titolo di Campione del mondo MotoGp conquistato dal suo pilota di punta Marc Marquez, e quello costruttori ottenuto dalla Casa Alata per bene 25 volte. Adesso, per mettere la ciliegina sulla torta ad una stagione impeccabile, mancherebbe il titolo per team che vede Honda in lotta con Ducati. La Casa di Borgo Panigale si trova in vantaggio di due punti, ma tutto sar&agrave; ancora da decidersi nell&#39;ultima tappa di Valencia.    &ldquo;CERCHERO&#39; DI AIUTARE&rdquo; - Se per&ograve; la stagione Honda &egrave; stata perfetta sotto tanti aspetti, c&#39;&egrave; un lato che &ldquo;stona&rdquo; un po&#39;, ovvero quello che riguarda Jorge Lorenzo e i suoi risultati in questa stagione. Nessuno, ad inizio campionato pretendeva che Jorge salisse sulla RC213V e conquistasse subito la vittoria, per&ograve; l&#39;adattamento alla Honda sta tardando ad arrivare, tanto che &egrave; ancora forte la voce che pensa ad un divorzio anticipato tra i due. Il maiorchino, da parte sua, si dice convinto a restare e a Valencia cercher&agrave; di proseguire con il lavoro fatto in Malesia che a suo avviso &egrave; stato molto produttivo:&rdquo;quello di Valencia &ndash; spiega &ndash; &egrave; un circuito piuttosto diverso da quelli ai quali abbiamo preso parte fino ad oggi. E&#39; molto stretto rispetto a Phillip Island o Sepang e in alcune occasioni pu&ograve; fare abbastanza freddo, soprattutto al mattino, quindi &egrave; un qualcosa al quale dobbiamo prestare attenzione. Dopo una gara pi&ugrave; positiva in Malesia mi sto impegnando a continuare questi passi in avanti e fare tutto il possibile per aiutare il team Honda a vincere il mondiale per squadre.&rdquo;    TUTTO CON FACILITA&#39; - Dall&#39;altra parte del box, c&#39;&egrave; invece Marc Marquez che sguazza in acque tranquille e che dopo una stagione come questa, non pu&ograve; che arrivare rilassato all&#39;ultima gara in programma:&rdquo;a Valencia &ndash; dice - abbiamo come obiettivo quello di vincere il mondiale per team, ma abbiamo anche come obiettivo la stagione 2020. Continueremo a provare alcune soluzioni per sfruttare il tempo che abbiamo prima di metterci in modalit&agrave; test nel post gara.&rdquo;   

A Valencia la Casa Alata punta all&#39;en plein giocandosi il titolo per team dopo il titolo mondiale e quello costruttori gi&agrave; conquistati

Honda vuole il titolo team. Lorenzo: &quot;Cercher&ograve; di dare una mano&rdquo;

        Marc Marquez in questi giorni di vacanza lontano dai circuiti, &egrave; andato a conoscere un amico speciale, un suo omonimo, il cane Marc Marquez, ovvero il cane pi&ugrave; veloce del mondo.A raccontare questa storia, in un video pubblicato su Youtube &egrave; il marchio Repsol Honda, che con questo incontro tra due campioni di velocit&agrave; ha voluto sensibilizzare la gente a non abbandonare i propri amici a quattro zampe soprattutto durante il periodo estivo (quando infatti aumenta il numero di abbandoni), raccontando la storia del cane Marc e del rifugio nel quale vive a La Noguera nel nord della Spagna. MARQUEZ CERCA CASA - Nel video si vede il sette volte iridato che va al rifugio per animali &ldquo;Amics dels animals&rdquo; dove attualmente si trovano 180 cani e 25 gatti accuditi da due dipendenti e molti volontari.&ldquo;Siamo qui in questo rifugio perch&egrave; abbiamo sentito che c'&egrave; un cane che corre molto veloce e che quindi lo hanno chiamato Marc Marquez, ma prima di ribattezzarlo - scherza il campione del team Honda &ndash; voglio vederlo di persona.&rdquo;Marquez incontra quindi Ivan che lavora nel rifugio:&rdquo;&egrave; un cane velocissimo &ndash; dice Ivan &ndash; che va veloce come una moto!&rdquo;Il Marquez pilota conosce quindi il suo omonimo a quattro zampe e tra una carezza e l'altra si fa raccontare la sua storia:&rdquo;seguiva i ciclisti avanti e indietro lungo la strada &ndash; prosegue Ivan - e alla fine &egrave; stato portato qui da noi perch&egrave; era molto pericoloso che stesse per strada, rischiava di essere investito.&rdquo;Adesso il cane &egrave; in cerca di una casa:&rdquo;non si pu&ograve; avere un Marc Marquez &ndash; va avanti Ivan &ndash; senza una casa, ci auguriamo che presto qualcuno lo adotti.&rdquo; UNA BELLA ESPERIENZA - &ldquo;Odio quando le persone regalano un cane come fosse un gioco &ndash; conclude Marquez &ndash; perch&egrave; non lo &egrave;, un cane vive 20 anni, non &egrave; sempre cucciolo, cresce e bisogna prendersene cura. E' stato bello venire qui a conoscere questi cani e vedere come lavora il rifugio occupandosi non solo di adozioni ma anche di sponsorizzare e aiutare cani e gatti in difficolt&agrave;. E' importante che esistano posti come questo. E' stata una bella esperienza.&rdquo;       

Il sette volte campione del mondo ha incontrato il cane &ldquo;pi&ugrave; veloce del mondo&rdquo; che &egrave; stato salvato dalla strada e che attende di essere adottato

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