        Affacciarsi sulla scena mondiale e vincere subito il titolo &egrave; un fatto pi&ugrave; unico che raro, figurarsi a 17 anni, quando i tuoi rivali di anni ne hanno 24 e 31 e alle spalle hanno diverse stagioni iridate. Protagonista di questo quadro che sembra pi&ugrave; favola che realt&agrave; &egrave; Loris Capirossi, capace di iniziare la sua carriera con il &ldquo;botto&rdquo;. Non aveva ancora compiuto 17 anni quando, il 25 marzo 1990, si schier&ograve; sulla griglia di partenza di Suzuka, e dalla ventiseiesima casella risal&igrave; fino a portare a casa un positivo sesto posto con la Honda RS125R del Team Pileri. Ne aveva invece 17 e 165 giorni quando si present&ograve; in griglia di partenza all&rsquo;ultimo GP della stagione a Phillip Island, in piena lotta per il titolo. Duelli da leggenda: Ekerold contro Mang al N&uuml;rburgring Capirossi, iridato 125 al primo colpo&nbsp;  Ma come era arrivato a essere uno dei pretendenti al titolo quel ragazzino nuovo nel Mondiale? Dopo il primo GP Loris aveva iniziato a prendere bene le misure, tanto da assaggiare il podio gi&agrave; alla terza uscita stagionale, a Misano, restando nei primi tre anche nelle tre gare successive. Nei primi nove GP Capirossi sal&igrave; sul podio cinque volte, e la vittoria arriv&ograve; al decimo tentativo, a Donington Park. Due gare pi&ugrave; tardi, per&ograve;, la sua lotta verso il titolo sembrava per&ograve; essere finita. La caduta a Brno, infatti, apparve una porta sbarrata verso i sogni di gloria, ma vincendo in Ungheria, Loris torn&ograve; subito in gioco. Era il 16 settembre, il Mondiale faceva tappa in Australia e sullo spettacolare tracciato di Phillip Island andava in scena la lotta a tre per il titolo iridato della classe cadetta: Stefan Prein, classe 1965, con 169 punti, seguito dal ragazzino di Borgo Rivola, distante sette punti, e da Hans Spaan, classe 1958, terzo a nove lunghezze e autore della pole position. Il tedesco recit&ograve; da comparsa, perch&eacute; venne messo fuori gioco al via da un contatto involontario con Alessandro Gramigni, che ruppe la leva del cambio di Prein, costringendolo al ritiro. Uno sviluppo che significava soltanto una cosa per &ldquo;Capirex&rdquo;: un avversario in meno. A quel punto tutti gli occhi erano su Spaan.  La leggenda narra che per aiutare Loris si mise in marcia la pattuglia italiana composta dai &ldquo;fratelli maggiori&rdquo;: Fausto Gresini, suo compagno di squadra, Doriano Romboni (velocissimo pur con una Honda poco pi&ugrave; che &ldquo;affittata&rdquo; per l&rsquo;occasione) e Bruno Casanova, i due piloti che salirono sul podio proprio alle spalle del pi&ugrave; giovane campione del Mondo della storia. In realt&agrave;, a svolgere il vero gioco di squadra fu proprio Gresini, che rallent&ograve; Spaan ove possibile per far s&igrave; che Capirossi recuperasse terreno nella fase pi&ugrave; complicata. All&rsquo;olandese saltarono i nervi, tanto che durante la gara rifil&ograve; un pugno sul casco di Gresini. Un gesto che peraltro gli fece perdere posizioni. Il gran finale fu in volata, come consuetudine (di ieri e di oggi) nella classe pi&ugrave; piccola. Con cinque piloti, raccolti in carena, che si lanciarono sul lungo rettilineo in discesa: Capirossi tagli&ograve; il traguardo per primo, davanti a Casanova per poco pi&ugrave; di due decimi, Romboni, Spaan e Gresini. Fu il capolavoro di Capirossi, che si prese gara e titolo della 125. Per un&rsquo;impresa indimenticabile. La lotta tra Kocinski e Cardus in 250  In Australia si decise anche la classe di mezzo, dove i pretendenti erano John Kocinski e Carlos Cardus. Lo spagnolo arrivava da leader per soli cinque punti. L&rsquo;americano della Yamaha di Kenny Roberts &ndash; alla prima stagione intera nel Mondiale 250, dopo wild card vincenti nei GP Giappone e USA e dopo una presenza in 500 in Belgio &ndash; era il favorito fin da inizio stagione, ma Cardus contava su un team efficientissimo, con l&rsquo;ottima Honda NSR e George Vukmanovich capotecnico, uno dei pi&ugrave; prestigiosi del Circus (in precedenza aveva vinto con Freddie Spencer, poi si sarebbe ripetuto con Luca Cadalora e Max Biaggi). Tutto pareva sorridergli: Phillip Island era pi&ugrave; favorevole alla sua Honda, e qui nei test Cardus aveva girato con tempi da record. E con l&rsquo;assegnazione dei punti di allora (20 al primo, 17 al secondo, 15 al terzo) gli sarebbe bastato il secondo posto. Anche per questo Kocinski chiese, invano, a Wayne Rainey di correre la gara della 250 per aiutarlo.  Ma qualcosa and&ograve; storto per Cardus, la cui moto fin dalle prove parve meno performante, tanto che lo spagnolo dovette partire settimo mentre John era in pole position. In gara, Cardus non riusc&igrave; a stare in scia all&rsquo;americano, vincitore, e le cose degenerarono a due giri dalla fine, quando il cambio cedette e lo spagnolo si dovette ritirare. Il ritorno in pit lane resta l&rsquo;immagine simbolo di quel duello: Cardus rientr&ograve; come una furia, scese e moll&ograve; un calcio alla moto, poi punt&ograve; il dito contro il suo capomeccanico, accusandolo di sabotaggio. Il motivo? Nel 1991 Vukmanovich sarebbe passato alla struttura di Erv Kanemoto &ndash; con Cadalora &ndash; che avrebbe avuto la Honda factory soltanto in caso di mancato titolo di Cardus, il quale da campione avrebbe avuto diritto alla moto ufficiale. Un&rsquo;ipotesi che per&ograve; non ha mai avuto riscontri provati. Duelli da leggenda: il duello Bianchi-Gresini datato 1985       

L'imolese e lo statunitense conquistarono il titolo, in 125 e 250, al primo anno intero nel Mondiale, e lo fecero alla stessa maniera: completando a Phillip Island una rimonta apparentemente impossibile, tra botte e presunti sabotaggi

Duelli da leggenda: Capirossi e Kocinski, campioni al debutto

Sembra essersi deteriorato in maniera ormai irreparabile il rapporto che lega Maverick Vinales alla Yamaha. Troppi alti e bassi da parte dello spagnolo, che dal lato suo non ha mai fatto mistero di non trovarsi particolarmente a suo agio con l&#39;ultima M1. Tanto da arrivare persino a manometterla nell&#39;ultimo, rocambolesco, GP di Stiria conclusosi con il ritiro di Vinales?  Questo sembrano pensare nel team di Iwata, che questa mattina ha comunicato la sospensione dello spagnolo per la prossima gara in Austria. Eloquente, del resto, la motivazione per cui la squadra ha deciso di non schierare Maverick, accusato di aver &quot;potenzialmente causato danni significativi al motore della sua YZR-M1, che potrebbero aver causato seri rischi al pilota stesso e possibilmente messo in pericolo tutti gli altri piloti nella gara della MotoGP&quot;.  Se il primo avvio di gara aveva fatto ben sperare il pilota spagnolo, &egrave; con lo schieramento per la ripartenza che sono arrivati i primi problemi e uno spegnimento che ha costretto Vinales, prima, a partire dalla corsia dei box e poi a riportarvici la sua M1.  &ldquo;Abbiamo cambiato la frizione, ho fatto una partenza normale in griglia per il giro di ricognizione e la moto si &egrave; fermata, non so il perch&eacute;&rdquo;, aveva raccontato Maverick nel post gara, quando nel paddock iniziavano a circolare le prime voci su un presunto dolo del pilota, che parebbe aver cercato di mandare su di giri la sua Yamaha, riportandola in pit-lane.  Il precedente di Kocinski   Una versione che sembrerebbe avere un certo fondamento e che, sebbene sia ancora da verificare, riporta alla mente un episodio quasi analogo. Era il 1993 quando John Kocinski, insoddisfatto dal rendimento della sua Suzuki nel GP d&#39;Olanda, decise di parcheggiare a bordo pista la sua 250, farne esplodere il motore, mandandolo su di giri, e poi prendere la moto a calci, per mascherare la volontariet&agrave; del gesto. Risultato? Il licenziamento in tronco del pilota di Little Rock, che si liber&ograve; di una squadra con cui non riusciva a ottenere risultati.  Lo statunitense non rimase molto tempo senza sella, perch&eacute; Claudio Castiglioni lo mise sulla Cagiva C593 per le ultime gare stagionali. Viene dunque da chiedersi: che la storia possa ripertersi? Aprilia, che in questi giorni avrebbe dovuto annunciare il suo passaggio nel team per il prossimo anno, potrebbe decidere di giocare di anticipo e piazzarlo prima sulla RS-GP?  I possibili scenari   Lecito sognare visto che i presupposti ci sono tutti: Vinales potrebbe salire sulla terza Aprilia usata da Andrea Dovizioso per i test, gi&agrave; dal prossimo GP in Inghilterra, dove gli infortunati Savadori e Morbidelli dovrebbero rientrare nelle rispettive squadre di appartenenza. E nel team ufficiale Yamaha? Il nome pi&ugrave; probabile per sostituire lo spagnolo sarebbe quello del collaudatore Cal Crutchlow, ma all&#39;orizzonte potrebbe esserci anche l&#39;ipotesi di uno scambio, ben pi&ugrave; romantico, che potrebbe portare Dovizioso in sella alla M1 griffata Monster Energy.  Tutta ancora da stabilire la piega che prender&agrave; la vicenda dopo il Red Bull Ring, ma quello che sembra certo &egrave; che il prosieguo di stagione della Yamaha difficilmente contempler&agrave; nel box la moto #12. Volontariet&agrave; o meno dello spagnolo.  SSP300: il Vinales Racing Team e Yamaha si separano 

Lo spagnolo, ai ferri corti con Yamaha, sembra aver voluto ricalcare le orme dello statunitense, che nel 1993 manomise la sua Suzuki, prima di passare in Cagiva. Chiss&agrave; se Aprilia sar&agrave; gi&agrave; alla finestra...

MotoGP: e se Vinales avesse voluto fare come Kocinski?

        Much requested after the &ldquo;Whatever happened to: Troy Corser&rdquo;, in this new episode we talk about a rider who had quite a brief career (13 years between the world championship and Superike) but who had the honour of being the first to secure both championship titles. Introducing John Kocinski. The early years - spotted by Kenny Roberts Sr.  Born in Little Rock on 20 March 1968 into a family of Polish origin, he started riding minibikes when he was four. Spotted by Kenny Roberts Sr., in the early 80s Roberts himself entered him into various amateur championships. In 1981, he won the 125 americana and finished second in the 250 class aboard a Yamaha, while in '82-'83 he won the amateur AMA, first with a privateer bike and then with a Honda. Over subsequent years, he took part in Endurance races, up until 1987. The 250 world championship  He made his 125 world championship debut in 1988, competing with a Yamaha in the first two races, in Japan and the US. Everyone sat up and took notice when he finished his home race in fourth place. The following year saw him win his first two races, in Japan and the US, and he rounded out the year in 14th place, with 40 points. His only complete season in the 125 class was 1990. It brought 7 wins, 12 podiums, 223 points and his first world title. In 1993 he returned to 250 with the Suzuki, competing in seven races and scoring two podiums, to finish the season twelfth with 80 points. The 500 - Part one  In 1989 Yamaha offered him a race in the top class, at the tricky Spa track. In his only race of the year, John crossed the line fifth. After his triumphant season in 250, he moved to the 500 class for '91, again with Yamaha. He won the final race in Malaysia and scored four additional podiums, finishing the season fourth with 161 points. The 1992 season began with a DNF in Japan and two missed races in Australia and Malaysia. He started back in Spain, finishing fifth. John then reached the podium at Mugello, Assen, France and Brazil and won the season finale in South Africa. He rounded out the year in third place with 102 points. He began '93 in the 250 class with Suzuki, but as of Brno he was back in 500 with the Cagiva. He powered the Italian bike to victory at his home race of Laguna Seca after scoring a double fourth at Brno and Misano. Eleventh for him overall that season, with 51 points. 1994 began with a win in Australia and second place in Malaysia which put him at the top of the standings. A gradual loss of power for his Cagiva C594 over subsequent races prevented him from fighting for the title. He reached the podium on five occasions but finished third overall, with 172 points. Disappointed with the final result he left the paddock and moved to Superbike. Superbike  He spent 1995 training ahead of his 1996 debut in production-derived series. With Fogarty having moved to Honda, Ducati chose the American to flank &lsquo;captain&rsquo; Troy Corser. In 1996 Kocinski closed the season in third place, behind Corser and Slight (finishing just 10 points behind the New Zealander). Her scored five wins and twelve podiums during that first season. Over the winter Fogarty and Kocinski &lsquo;swapped&rsquo; bikes, Carl returning to Ducati and John moving to HRC with the RC45. It was essentially Kocinski who left Ducati due to a misunderstanding with team manager Virginio Ferrari. 1997 was a triumphant year for Kocinski, who scored 9 wins, 17 podiums, 416 points (a career record) and his second world title. John thus became the first rider to win in both the world championship and Superbike. The 500 - Part two  In '98-'99 John completed a final stint in the top class, again with Honda. 1998 saw him race for Sito Pons&rsquo; team, competing in ten of the season&rsquo;s fourteen races and closing twelfth overall with 64 points and a fourth place in France as his best result. In 1999 he moved to team Kanemoto. The season got off to a bad start with a double DNF in Malaysia and Japan. He reached the podium for the final time in his career in France, crossing the line second behind Criville. John finished the year in eighth place with 115 points, and bid farewell to the world championship paddock at the end of that year. Latter years  In 2000 he returned home to compete in the AMA Superbike, where he finished seventh. In 2001-2002 Yamaha asked him to develop the M1 for the 2002 MotoGP. And in that same year, he announced his retirement from racing. John Kocinski today  What does John Kocinski do today? Having hung up his helmet, Kocinski became a businessman and is now a very successful real estate agent. Despite his new found success, the American still likes to get out on the dirt track from time to time. Translated by Heather Watson MotoGP, Petronas Yamaha unveils its 2021 M1 bikes       

The latest episode in the series about &ldquo;forgotten&rdquo; riders is dedicated to the first hero to win in both the world championship and Superbike, an American of Polish origin who was spotted by a certain Kenny Roberts: John Kocinski &nbsp;

Whatever happened to: John Kocinski

Chiesta a gran voce dopo &ldquo;Che fine ha fatto: Troy Corser&rdquo;, in questa nuova puntata parliamo di un pilota che ha avuto una carriera piuttosto breve (13 anni tra Motomondiale e Superbike) ma che ha avuto l&rsquo;onore di essere stato il primo a portarsi a casa entrambi i titoli dei due campionati rivali: John Kocinski&nbsp;  Gli inizi - notato da Kenny Roberts sr   Nato a Little Rock il 20 marzo 1968 in una famiglia di origine polacca, a 4 anni inizia a guidare le minimoto. Notato da Kenny Roberts, all&rsquo;inizio degli anni 80 viene iscritto dallo stesso Roberts a vari campionati dilettantistici. Nel 1981 vince la 125 americana arrivando secondo anche nella 250 in sella ad una Yamaha, mentre nel biennio 82-83 vince il campionato AMA amatoriale prima con una moto privata e poi con una Honda. Negli anni successivi disputa anche gare Endurance fino al 1987.&nbsp;  Il Motomondiale - la 250   Nel 1988 debutta nel Motomondiale nella quarto di litro in sella ad una Yamaha disputando le prime due gare, Giappone e Stati Uniti. Con il quarto posto proprio in casa si fa notare da tutto il paddock. L&rsquo;anno successivo, il 1989, vince le sue prime due gare in carriera, proprio Giappone e Stati Uniti, chiudendo l&rsquo;anno con 40 punti e la 14^ posizione.  L&rsquo;unica stagione completa nella quarto di litro &egrave; quella del 90. 7 vittorie, 12 podi, 223 punti e primo titolo in carriera.  Ritorna in 250 nel 93 con la Suzuki disputando 7 gare con 2 podi e chiudendo quel campionato in 12^ posizione con 80 punti.&nbsp;  La 500 - Prima parte   Nel 1989 Yamaha gli concede una gara in Top Class, su una pista difficile come quella di Spa. John chiude al quinto posto quell&rsquo;unica gara dell&rsquo;anno.  Dopo il trionfale 90 in 250, torna in 500 per il 91 sempre con Yamaha. Vince la gara finale in Malesia e sale sul podio altre 4 volte chiudendo il campionato al quarto posto con 161 punti.  La stagione 92 inizia con un ritiro in Giappone, non parte per le due successive gare di Australia e Malesia. Riparte dal Gran Premio di Spagna chiudendo al quinto posto. Sale sul podio al Mugello, Assen, Francia e Brasile e vince l&rsquo;ultima gara stagionale in Sudafrica. Chiude la stagione al terzo posto con 102 punti.  Il 93 lo inizia in 250 con la Suzuki ma dalla gara di Brno ritorna in 500 con la Cagiva per chiudere la stagione. Porta al successo la moto italiana nella gara di casa a Laguna Seca dopo il doppio quarto posto di Brno e Misano. Campionato chiuso all&rsquo;11&deg; posto con 51 punti.  Cagiva, all&#39;asta la C593 del trionfo di Kocinski a Laguna Seca  Inizia la stagione 94 con il successo in Australia ed il secondo posto in Malesia che lo proiettano in testa alla classifica. Una progressiva perdita di potenza della sua Cagiva C594 nelle gare successive non gli permette di lottare per il titolo. Sale sul podio altre 5 volte ma termina il mondiale al terzo posto con 172 punti. Deluso dal risultato finale, abbandona il Motomondiale e si trasferisce in Superbike.  La Superbike   Passa tutto il 95 ad allenarsi in vista del debutto l&rsquo;anno successivo tra le derivate di serie. Con Fogarty passato in Honda, Ducati sceglie proprio l&rsquo;americano da affiancare al capitano Troy Corser.  Nel 96 Kocinski chiude al terzo posto dietro proprio a Corser e Slight con 337 punti, 10 in meno del neozelandese. 5 vittorie e 12 podi nella sua prima stagione.  Nell&rsquo;inverno 96 Fogarty e Kocinski si &ldquo;scambiano&rdquo; le moto: Carl torna in Ducati dopo il mezzo flop Honda mentre John passa proprio in HRC con la RC45. Effettivamente fu Kocinski ad abbandonare Ducati per incomprensioni con il team manager Virginio Ferrari.  Il 97 &egrave; trionfale per Kocinski: 9 vittorie, 17 podi, 416 punti (massimo in carriera) e secondo titolo mondiale. John diventa quindi il primo pilota a vincere il Motomondiale e la Superbike.  La 500 - Seconda parte   Nel biennio 98-99 John si concede un ultimo stint in Top Class, sempre con Honda. Nel 98 corre per il team di Sito Pons disputando 10 delle 14 gare in calendario e chiudendo al 12&deg; posto con 64 punti ed un quarto posto in Francia come miglior risultato.  Nel 1999 passa al team Kanemoto. La stagione parte male con un doppio ritiro in Malesia e Giappone, a Jerez &egrave; sesto mentre in Francia sale sul podio per l&rsquo;ultima volta in carriera chiudendo secondo alle spalle di Crivill&egrave;. Chiude il campionato all&rsquo;8&deg; posto con 115 punti e saluta il Motomondiale a fine anno.&nbsp;  Gli ultimi anni   Nel 2000 torna in patria per disputare l&rsquo;AMA Superbike chiudendo al settimo posto. Nel biennio 2001-2002 viene chiamato dalla Yamaha per sviluppare la M1 per il Mondiale MotoGP del 2002. Nello stesso anno annuncia il ritiro dalle corse.&nbsp;  John Kocinski oggi   Che cosa fa John Kocinski oggi? Dopo aver chiuso con le due ruote, Kocinski si &egrave; dedicato agli affari ed oggi &egrave; un agente immobiliare di grande successo. Nonostante il successo nella sua nuova professione, l&#39;americano non disdegna qualche gara di dirt track ogni tanto.  Le 24 moto pi&ugrave; iconiche di Motomondiale e SBK - FOTO 

La nuova puntata della rubrica sui piloti &ldquo;dimenticati&rdquo; &egrave; dedicata al primo eroe dei due mondi, ossia vincitore del mondiale sia Motomondiale che in Superbike, un americano di origini polacche notato da un certo Kenny Roberts: John Kocinski

Che fine ha fatto: John Kocinski

Scorching asphalt, hay bales serving as &lsquo;safety&rsquo; fencing, packed-out paddocks, ecstatic crowds and, in the midst of all this, a red lightning bolt and a number that stands out and reaches the finish line first: number 3. It&rsquo;s 22 August 1993, and John Kocinski from Little Rock, Arkansas, has just won his home GP, triumphing at Laguna Seca ahead of Alex Barros and Luca Cadarola. A Suzuki and a Yamaha left behind by the Cagiva C593, the star of a memorable day for all Italian fans. A bike that, after more than 27 years, will now be auctioned&nbsp;by Mecum Auctions.  During the penultimate round of the 1993 season, Kocinski won the race a few weeks before Kevin Schwantz (Suzuki) was crowned world champion. The win represented so much for the Castiglioni family&rsquo;s brand, a small team compared to the Japanese superpowers who monopolised the final constructors&rsquo; standings. Cagiva nevertheless finishined fourth overall.  The original C593 will go to the highest bidder   The bike up for auction is the original C593 that Kocinski powered to the line that day. Driven by a 180 HP two-stroke, four-cylinder engine with 12,700 rpm, the model offered some interesting technical solutions such as titanium expansions and carbon silencers that allowed for a weight reduction (130 kg).  The price for a model of this kind? It&rsquo;s easy to imagine that we&rsquo;re talking very high figures. The auction will take place in Las Vegas from 28 April to 1 May 2021.  Translated by Heather Watson  MotoGP, Martin: &quot;Moto2 is underestimated, I don&rsquo;t understand&quot; 

The bike that competed in the 1993 world championship and won the American GP with &ldquo;Little John&rdquo; will be sold by Mecum Auctions in Las Vegas next spring

Cagiva, Kocinski&rsquo;s winning C593 up for auction

Asfalto rovente, balle di fieno a fungere da barriere di &quot;sicurezza&quot;, paddock pieni, pubblico in visibilio: in mezzo a tutto ci&ograve;, un fulmine a tinte rosse e un numero che si staglia e arriva per primo al traguardo: il 3. &Eacute; il 22 agosto 1993, e John Kocinski da Little Rock, Arkansas, ha appena vinto il GP di casa, trionfando a Laguna Seca davanti a Alex Barros e Luca Cadarola. Una Suzuki e una Yamaha lasciate dietro dalla Cagiva C593, protagonista di una giornata memorabile per tutti i tifosi italiani. Una moto che, dopo oltre 27 anni, verr&agrave; battuta all&#39;asta da Mecum Auctions.    Penultimo turno della stagione 1993, Kocinski vinse la gara qualche settimana prima della proclamazione di Kevin Schwantz (Suzuki) a campione del mondo, ma rappresent&ograve; tantissimo per il Marchio dei Castiglioni, una scuderia piccola rispetto alle superpotenze giapponesi che monopolizzarono la classifica costruttori finale. Per Cagiva arriv&ograve; comunque il 4&deg; posto finale in graduatoria.&nbsp;  LA C593 ORIGINALE IN VENDITA AL MIGLIOR OFFERENTE  L&#39;esemplare che andr&agrave; all&#39;asta &egrave; proprio la C593 originale portata al traguardo da Kocinski. Un 2T quattro cilindri da 180 cv a 12.700 giri la spingevano in pista, per un modello contenente anche alcune soluzioni tecniche interessanti come le espansioni in titanio e i silenziatori in carbonio che permisero anche di ridurre il peso (130 kg).  Il prezzo per un modello del genere? Facile ipotizzare si tratter&agrave; di cifre molto alte. Appuntamento all&#39;asta di Las Vegas dal prossimo 28 aprile al 1&deg; maggio 2021.  Foggy ricorda: &ldquo;Odiavo l&#39;avantreno di quella Honda NSR 500&rdquo;  &nbsp; 

La moto che corse il Motomondiale 1993 e vinse il GP degli Stati Uniti con &quot;Little John&quot; sar&agrave; battuta da Mecum Auctions a Las Vegas la prossima primavera&nbsp;

6 risultati per 'john kocinski'

Duelli da leggenda: Capirossi e Kocinski, campioni al debutto

MotoGP: e se Vinales avesse voluto fare come Kocinski?

Whatever happened to: John Kocinski

Che fine ha fatto: John Kocinski

Cagiva, Kocinski’s winning C593 up for auction

Cagiva, all'asta la C593 del trionfo di Kocinski a Laguna Seca