&Egrave; molto difficile intervenire su un prodotto vincente senza intaccare il suo magico equilibrio. E se parliamo di gare, la ZX-10R &egrave; da considerarsi senza dubbio una moto vincente. I suoi detrattori sostengono che sia esclusivamente merito del pilota, Jonathan Rea, ma siamo convinti che anche la moto abbia fatto il suo. Dopotutto, i Mondiali (prima dei sei di Rea c&rsquo;&egrave; stato l&rsquo;alloro di Tom Sykes) si vincono se pilota, moto e team si fondono in un impasto perfetto. Il fuoriclasse, infatti, pu&ograve; fare ben poco senza un mezzo e un team vincenti. Ma stiamo divagando; tornando a lei, la Ninja, per il 2021 &egrave; stata aggiornata (ovviamente, ora, &egrave; omologata Euro 5) in alcuni importanti dettagli (suggeriti proprio dai piloti del mondiale), senza snaturare quella che da sempre &egrave; l&rsquo;anima della Ninja.    TheTest: Aprilia Tuono 660, molto pi&ugrave; che una naked  Potenza   Cosa ci si aspetta da una SBK? Un motore potente, una ciclistica efficace, un&rsquo;elettronica capace di garantire sicurezza nella guida pi&ugrave; sportiva. Tutte caratteristiche che la nuova Ninja possiede. Il suo quattro cilindri mantiene l&rsquo;architettura e le misure del passato, con un alesaggio di 76 mm (il pi&ugrave; contenuto tra i 4 cilindri: &egrave; da considerarsi quasi un motore a &ldquo;corsa lunga&rdquo;). Eroga la bellezza di 203 CV a 13.200 giri/&rsquo;, che diventano 213 con l&rsquo;airbox in pressione. Cresce anche il regime massimo di rotazione, che passa a 14.300 giri/&rsquo;, alla faccia dei pistoni piccoli. Il quadricilindrico in linea, di tipo &ldquo;screamer&rdquo;, &egrave; dotato di un nuovo radiatore dell&rsquo;olio e di un diverso impianto di scarico. Differente &egrave; anche la rapportatura, accorciata per le prime tre marce e caratterizzata da una inedita trasmissione finale (corona da 39 anzich&eacute; da 41 denti). Anche la ciclistica &egrave; stata &egrave; evoluta. Dietro, infatti, &egrave; comparso un nuovo forcellone, pi&ugrave; lungo di 8 mm, che in combinazione con il pivot abbassato di 1 mm allunga l&rsquo;interasse di 10 mm. Infine, &egrave; stato aumentato anche l&rsquo;offset della forcella (2 mm) grazie a delle nuove piastre di sterzo.  Tutte modifiche che, raccontate cos&igrave;, possono sembrare poca cosa ma lo studio sulla posizione del baricentro (in questo caso avanzato e abbassato) &egrave; estremamente importante per definire e migliorare la guida di una moto. Cambiando la posizione del baricentro, la forcella BPF e l&rsquo;ammortizzatore BFRC (entrambi firmati Showa e completamente regolabili) hanno una diversa taratura idraulica. Con questi interventi, la Ninja promette pi&ugrave; trazione in uscita di curva ma al tempo stesso pi&ugrave; agilit&agrave;. A livello di elettronica, gi&agrave; di serie sono offerti tre Riding Mode (pi&ugrave; uno customizzabile) che regolano la mappatura del motore (tre livelli di potenza: 60, 80 e 100%), traction control (che include l&rsquo;anti-impennata), il freno motore e l&rsquo;intervento dell&rsquo;ABS Cornering (che in Kawasaki chiamano KIBS: di fatto, &egrave; una frenata integrale che per&ograve; tiene conto dell&rsquo;angolo di piega, d&rsquo;imbardata, ecc.). Di serie ci sono anche il cruise control (una novit&agrave;), l&rsquo;ammortizzatore di sterzo elettronico &Ouml;hlins, il launch control e il quickshifter bidirezionale. Tutto questo si regola dalla nuova strumentazione TFT a colori.    E il design? Possiamo dirlo subito: dal vivo rende molto pi&ugrave; che in foto. La parte frontale integra le alette (dette anche winglets: garantiscono un carico aerodinamico superiore del 17%), i fari e il condotto del Ram-Air. C&rsquo;&egrave; tanta attenzione per ogni dettaglio e in generale possiamo dire che la Ninja del 2021 &egrave; realizzata con una cura maniacale (ma chi conosce Kawasaki, non ne rimarr&agrave; stupito). Per quanto riguarda la posizione di guida, le pedane sono state rialzate di 5 mm, c&rsquo;&egrave; un plexiglass pi&ugrave; alto di ben 45 mm, studiato in galleria del vento (che &egrave; di propriet&agrave; della Kawasaki...) e i semimanubri sono pi&ugrave; aperti, per avere maggiore feeling nella guida sportiva. Kawasaki propone la sua Ninja in un pacchetto praticamente all-inclusive; come optional ci sono le manopole riscaldabili, dedicate a chi fa turismo con le supersportive). Tutto quanto appena descritto &egrave; venduto a partire da 19.890 euro, un prezzo competitivo, se paragonato alla diretta concorrenza (siamo ai livelli della Yamaha YZF-R1, per intenderci).    La prova   La Kawasaki, per questo test, ha prenotato un&rsquo;intera giornata di pista (circuito di Cremona) ma Giove Pluvio non ci ha concesso un solo attimo di tregua. Fortunatamente sono bastati un paio di pneumatici Rain Pirelli e un assetto pi&ugrave; soft per salvare giornata. In realt&agrave;, in queste condizioni &egrave; molto difficile percepire i benefici promessi dalla ciclistica. Quello che per&ograve; si apprezza, subito, &egrave; l&rsquo;ergonomia ma d&rsquo;altra parte questa non &egrave; una novit&agrave;: la Ninja &egrave; sempre stata una supersportiva ospitale. A bordo c&rsquo;&egrave; tanto spazio per muoversi, soprattutto in senso longitudinale. Colpisce in maniera positiva anche la rapportatura accorciata. A differenza delle precedenti versioni, ora si esce con slancio anche con marce alte (dalla terza in poi) e anche a regimi non proprio &ldquo;da pista&rdquo;. E che gusto l&rsquo;allungo di questo quattro cilindri in linea!  Non avr&agrave; la forza ai medi regimi delle rivali con motore Va, ma dai 9000 giri/&rsquo; in poi spinge come un forsennato, senza contare che il quickshifter &ldquo;spara&rdquo; dentro una marcia dopo l&rsquo;altra con la rapidit&agrave; di un fucile ben lubrificato. Soffre soltanto di un leggero effetto on-off: nulla di drammatico ma sul bagnato si fa sentire. Al potente motore si sposa la classica ciclistica Kawasaki. Si pu&ograve; contare su un avantreno incredibilmente saldo, che solca l&rsquo;asfalto e infonde un&rsquo;elevatissima sicurezza al pilota. Significa freni potenti e ben modulabili (anche se non cos&igrave; aggressivi nel primo attacco). Significa un ottimo livello di stabilit&agrave; a centro curva. Con pista bagnata non sapremmo dire quanto siano migliorate agilit&agrave; e trazione; possiamo per&ograve; affermare che s&igrave;, &egrave; una moto pi&ugrave; svelta a raggiungere il punto di corda e a cambiare direzione. Sicuramente, parte del merito va ai semimanubri allargati e aperti (maggiore effetto leva). In generale la nuova Ninja &egrave; una moto potente, stabile e &ldquo;rassicurante&rdquo;, anche grazie a un&rsquo;elettronica molto a punto, che lascia fare strada senza farsi troppo sentire. &Egrave; una di quelle moto che difficilmente si ribeller&agrave; e, se dovesse farlo, avviser&agrave; con largo anticipo. Per di pi&ugrave;, con lei in pista non ci si stanca facilmente e un pilota pi&ugrave; &ldquo;fresco&rdquo; &egrave; un pilota pi&ugrave; veloce.  Ad Akashi non hanno stravolto il progetto Ninja e dopotutto, perch&eacute; mai avrebbero dovuto farlo? Con sei mondiali in bacheca, la rivoluzione non avrebbe avuto senso. Si conferma, quindi, una sportiva veloce, potente, precisa e ora anche moderna. I pi&ugrave; esigenti potrebbero lamentare la mancanza di un sistema anti-wheelie separato dal traction control e di una frenata dall&rsquo;attacco pi&ugrave; incisivo ma quando motore e ciclistica sono cos&igrave; sani, lamentarsi &egrave; davvero difficile.  TheTest: la Ducati Monster cambia pelle 

<p>ll design &egrave; inedito ma dal punto di vista tecnico, ad Akashi non hanno stravolto la moto che ha vinto sette Mondiali Superbike. Le modifiche hanno migliorato la guidabilit&agrave; in pista</p> 

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TheTest: Kawasaki Ninja ZX-10R, una vera Superbike