Dopo l&#39;excursus sui piloti che negli anni 70&#39; hanno lasciato un&#39;impronta particolarmente intensa nella storia del motociclismo, arriviamo in una decade tanto significativa quanto importante. Gli anni 80&#39; sono stati un periodo vincente per le due ruote in versione prototipo, come dimostra l&#39;avvento dell&#39;era dei piloti americani, dominatori della top class dal 1978, con l&#39;iride di Kenny Roberts, fino al 1993, con l&#39;ultimo mondiale vinto da un pilota a stelle e striscie (salvo poi tornare alla vittoria con Kenny Roberts jr nel 2000 e Nicky Hayden nel 2006). Nel mezzo si sono succeduti tanti corridori entrati nella storia del motomondiale, sia per il palmar&egrave;s acquisito che per l&#39;impronta umana e l&#39;eredit&agrave; tecnica trasmessa.  A svettare in questi rispettivi campi nelle piccole cilindrate furono Stefan Dorflinger, quattro volte campione del mondo tra la classe &quot;50&quot; e la &quot;80&quot;; Jorge Martinez, quattro volte iridato tra la &quot;80&quot; e la &quot;125&quot;; Fausto Gresini, bicampione nella &quot;125&quot; e infine Anton Mang, tre volte vincitore della classe di mezzo, la &quot;250&quot;. Per ci&ograve; che riguarda la top class, i piloti in grado di fare la storia in questa fortunata decade furono: Eddie Lawson, Wayne Gardner, Freddie Spencer, Marco Lucchinelli, Franco Uncini, Randy Mamola.  MotoGP, analisi delle lesioni pi&ugrave; comuni tra i piloti  Jorge Martinez, Stefan Dorflinger e Anton Mang monopolizzano le piccole cilindrate  La stagione 1983 fu l&#39;ultima per la classe &quot;50&quot;, che consegn&ograve; il testimone alla categoria &quot;80&quot; dal 1984 al 1989 (salvo poi essere definitivamente abbandonata). Lo svizzero Stefano Dorflinger fu l&#39;ultimo campione della pi&ugrave; piccola delle cilindrate, grazie ai titoli del 1982 e, appunto 1983, in entrambi i casi su Eugenio Lazzarini. Il computo totale dei mondiali vinti dal pilota svizzero sale a quattro considerando i mondiali vinti nella classe &quot;80&quot; nel biennio 1984\85, rispettivamente su Huberto Abold e Jorge Martinez. Proprio lo spagnolo fu l&#39;altro grande dominatore delle piccole classi, in virt&ugrave; delle conquiste iridate del 1986, 1987 e 1988 e del titolo in &quot;125&quot;, sempre nel 1988. In quest&#39;ultimo caso Martinez batt&egrave; la concorrenza di Ezio Gianola, mentre i primi tre campionati arrivarono precedendo in classifica rispettivamente Manuel Herreros (86&#39; e 87&#39;) e Alex Criville.  Il compianto Fausto Gresini fu uno dei piloti di riferimento del panorama motociclistico italiano nelle piccole cilindrate, in particolar modo nelle annate 1985 e 1987, quando vinse il titolo avendo la meglio su PierPaolo Bianchi e Bruno Casanova. Nel 1987 Gresini vinse in ben dieci gare su undici disputate, in sella alla Garelli. Con cinque titoli conquistati, il tedesco Anton Mang entra di diritto nella ristretta cerchia dei piloti pi&ugrave; iconici degli anni 80&#39;, in virt&ugrave; dei sigilli del 1980 e 1981 in &quot;250&quot; su Jon Ekerold e Kork Ballington, del 1987 sempre in &quot;250&quot; su Reinhold Roth ed infine del biennio 1981\1982 in &quot;350&quot; su Jon Ekerold e Didier De Radigues.&nbsp;  L&#39;era dei piloti americani domina in 500  Come detto, gli anni 80&#39; rappresentarono una fortunata decade per la top class del motomondiale, caratterizzata da un forte ed intrigante equilibrio tra piloti destinati ed abili a lasciare un forte segno per carisma e narrazione sportiva. Tra essi merita una prestigiosa citazione Randy Mamola, per ben quattro volte vice-campione del mondo ma talmente iconico per stile di guida ed irruenza in sella alla moto, da meritarsi un posto in questo speciale raggruppamento. Gli anni 80&#39; si aprirono con la doppia affermazione italiana rappresentata dai successi di Marco Lucchinelli, nel 1981 ai danni proprio di Mamola e di Franco Uncini l&#39;anno seguente su Graeme Crosby. Nel 1983 Freddie Spencer irruppe sulla scena della classe regina, vincendo il titolo in sella alla Honda davanti a Kenny Roberts. L&#39;americano biss&ograve; il titolo nel 1985, abdicando l&#39;anno prima, nel 1984, in favore di Eddie Lawson. Lo stesso Lawson firmer&agrave; poi altre tre affermazioni, nel 1986 e nel 1988 sull&#39;australiano Wayne Gardner (quest&#39;ultimo vincitore del titolo 1987), e nel 1989 sul connazionale Wayne Rainey.    MotoGP, Martin: &quot;Battere Marquez mi far&agrave; diventare uno dei migliori della storia&quot;  &nbsp; 

Da Jorge Martinez ed Anton Mang fino al periodo dei piloti americani con Eddie Lawson, Freddie Spencer e Randy Mamola.&nbsp;

MotoGP: I piloti pi&ugrave; iconici degli anni 80&#39; tra tutte le classi del motomondiale

Nella bella giornata del ProDay, organizzata a Misano dal presidente Vmoto Graziano Milone, a scendere in pista c&#39;era&nbsp; anche il vincitore del titolo classe 500 nel 1981, Marco Lucchinelli. Alla guida della Suzuki il ligure ha ammesso: &ldquo;Mi sembra di rivivere un po&rsquo; i miei tempi, con tanti piloti in un box, di tutte le et&agrave;, parliamo di tutto e solo un po&rsquo; di moto. Io sono il vecchietto qui (ride)&rdquo;.  Sotto un cielo velato ha svolto i primi giri e ci ha raccontato: &ldquo;Ho provato una sensazione bellissima perch&eacute; ho girato con Tetsuya Harada, che non conosceva la pista e ha voluto che gliela insegnassi io. Devo dire che c&rsquo;&egrave; sempre da imparare: ho fatto tanti giri davanti a lui, poi mi sono voluto mettere dietro ed &egrave; stato come avere un maestro. Guidava molto bene, era molto preciso e pulito, era uno da prendere da esempio. Ancora adesso&rdquo;.  Intervista a Lorenzo: &quot;Titolo MotoGP? Solo Bagnaia pu&ograve; perderlo&quot;  Lucchinelli: &quot;La MotoGP non mi piace tanto&quot;   Per te com&rsquo;&egrave; stato tornare in moto? &ldquo;In fondo non ho mai smesso. Non disputo pi&ugrave; le gare, ma la moto mi piace tanto da usare. Anche se mi ha tolto e mi ha dato tanto, per&ograve; &egrave; sempre bello. Purtroppo bisogna stare tanto attenti&rdquo;.  Che rapporto hai con Vmoto? &ldquo;Graziano (Milone) &egrave; stato uno dei miei primi tifosi. &Egrave; cresciuto con me, abbiamo un bel rapporto, ci siamo ritrovati. Sono dell&rsquo;idea che una moto elettrica da usare in citt&agrave; vada bene, in pista per fare le gare non tanto&rdquo;.  Parliamo di MotoGP. &ldquo;Anche se non mi piace tanto&rdquo;.  Calendario MotoGP 2023  Il titolo lo vincer&agrave; una Ducati? &ldquo;S&igrave;, ma sarebbe niente quello. L&rsquo;importante &egrave; vedere qualche battaglia, ma &egrave; diventata troppo uguale alla Formula 1 con le penalit&agrave; e tutte quelle storie che non c&rsquo;entrano niente con la moto. Non ho tanto voglia la domenica di guardarla&rdquo;.  Addirittura? &ldquo;S&igrave;, intanto perch&eacute; c&rsquo;&egrave; anche la gara del sabato. Non ci si pu&ograve; bruciare sia il sabato sia la domenica, quando il sabato magari si potrebbe andare con la famiglia al mare. Non penso che mettendo una gara in pi&ugrave; la gente la venga a vedere per forza, c&rsquo;&egrave; anche chi non ha pi&ugrave; voglia. Per il resto &egrave; bello, ci sono tanti ragazzi che vanno forte. Vanno tutti forte, vuol dire che c&rsquo;&egrave; qualcosa che non va&hellip; Sono moto pi&ugrave; facili da guidare forse? Non lo so&rdquo;.    Il punto di vista di Lucchinelli su Marc Marquez   Che momento sta vivendo Marquez? &ldquo;Lo stesso che ho vissuto io quando ho lasciato la Honda e sono andato in Cagiva. Io a quell&rsquo;epoca ho smesso di correre. Lui non smette perch&eacute; sa che non &egrave; colpa sua. I piloti che hanno guidato la sua moto o smettono o hanno smesso: Lorenzo ha smesso, gli altri sono tutti in ospedale e l&rsquo;unico che fa un piazzamento ogni tanto &egrave; proprio Marquez. Vuol dire che la moto non va. A fare quindicesimo sarebbe capace. E poi c&#39;&egrave; un&#39;altra cosa&rdquo;.  Quale? &ldquo;Non mi piace questo fatto che sparlano di Marquez. Bisogna rispettarlo perch&eacute; non ha mai rotto le scatole, negli ultimi tre anni ha avuto dei problemi e se li &egrave; gestiti da solo. Poi perch&eacute; ha vinto otto titoli e per questo ci vuole rispetto. Lo dico prima di tutto ai giornalisti e telecronisti&rdquo;.  Classifica piloti MotoGP 2023 

In esclusiva l&rsquo;ex pilota ha espresso il suo parere sulla top class, sulla Sprint del sabato e ha commentato la situazione in cui si trova Marc Marquez

Intervista a Lucchinelli: &ldquo;La MotoGP? Troppo uguale alla Formula 1&rdquo;

        Campione nel 1981 con Suzuki in 500, Marco Lucchinelli non lo si vede spesso in pista, ma ha accettato l&rsquo;invito di Prometeon di raccontare la sua carriera, al teatro Giorgio Gaber di Milano, con altri due grandi ex piloti del motociclismo, Giacomo Agostini e Loris Capirossi. Il pilota spezzino ha parlato in esclusiva della stagione MotoGP che sta per cominciare, commentando i temi pi&ugrave; caldi. MotoGP, il film della stagione 2022 come un oscar Lucchinelli e il ricordo di Graziano Rossi come compagno di squadra  A partire da Francesco Bagnaia, Campione in carica che si presenta come pilota da battere e di cui ha detto: &ldquo;Ha una gran bella moto, ma ci vuole sempre un po&rsquo; di fortuna&rdquo;. L&rsquo;anno scorso vinse il testa a testa con Fabio Quartararo, quest&rsquo;anno potrebbe avere ben pi&ugrave; di un rivale diretto al titolo. A partire da Enea Bastianini, nuovo nello stesso box: &ldquo;Il compagno di squadra ti stimola, io ho avuto Graziano Rossi, eravamo amici, ma non ci siamo mai fatti favoritismi. Con un compagno di squadra veloce dormi un po&rsquo; meno la notte per&ograve; &egrave; una bella soddisfazione&rdquo;. E poi nella lista dei favoriti non manca neanche il nome di Marc Marquez: &ldquo;A me piace come pilota, ho stima di lui...&rdquo; Ecco l&rsquo;intervista completa:  MotoGP: la griglia completa dei piloti stagione 2023       

Alla serata organizzata da Prometeon di cui Motosprint &egrave; stato media partner, Lucchinelli ha parlato dell&rsquo;attualit&agrave; e di cosa far&agrave; Marc Marquez

MotoGP, Lucchinelli commenta la coppia Bagnaia-Bastianini

Campione della 500 nel 1981, il pilota spezzino ha dato la sua lettura dei valori in pista attuali

MotoGP, il commento di Marco Lucchinelli prima del GP Portimao

Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Loris Capirossi sono stati ospiti al teatro Lirico di Milano per una chiacchierata molto interessante sulle loro carriere

"Meet the Titans" l'evento Prometeon con i grandi della storia del motociclismo

        Continua il ciclo di appuntamenti teatrali organizzato da Prometeon Tyre Group per ascoltare dalla voce dei testimoni il racconto di imprese sportive straordinarie. Il primo incontro teatrale, svoltosi il 7 novembre scorso, aveva posto l'attenzione sulla vincente spedizione azzurra ai mondiali di calcio di Spagna 1982, per la quale erano intervenuti i campioni del mondo Alessandro Altobelli, Giuseppe Bergomi e Antonio Cabrini, intenti a raccontare un'impresa entrata nel cuore di tutti gli italiani. Nel secondo appuntamento invece, gli spettatori sono stati intrattenuti con la storia e gli aneddoti della cosidetta generazione d'oro di pallavolo, con gli atleti Ferdinando &ldquo;Fef&eacute;&rdquo; De Giorgi, Andrea &ldquo;Zorro&rdquo; Zorzi, Andrea Gardini e Francesca Piccinini. Il prossimo 16 marzo sar&agrave; la volta del motomondiale, che sar&agrave; al centro del dibattito con tre campioni del mondo del calibro di Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Loris Capirossi. 19 titoli mondiali accompagnati dall'inconfondibile voce di Luca Ward Oltre a ripercorrere i momenti salienti della loro carriera, i tre fenomeni italiani analizzeranno la figura del pilota di moto, un po&rsquo; sportivo e un po&rsquo; eroe, attraversando un periodo che va dalle prime vittorie del giovane Agostini negli anni 60' al motociclismo moderno, con la tecnologia che conta tanto, ma in cui il valore degli uomini resta decisivo. La serata vedr&agrave; anche la partecipazione di Luca Ward, che con la sua inconfondibile voce accompagner&agrave; il racconto delle tre leggende sul palco. Tre icone del motorsport mondiale che hanno caratterizzato tre differenti ere, imponendosi e lasciando il segno non solo per i successi ottenuti ma anche per il carisma e la personalit&agrave; mostrata per tutta la carriera. Non ha bisogno di presentazioni Giacomo Agostini, il pilota pi&ugrave; vincente e titolato della storia delle due ruote, dall'alto dei suoi 15 mondiali e 122 successi nei GP. 8 volte iridato nella top class e 7 nella classe 350, per un totale di 13 stagioni trascorse ad un livello altissimo. Come detto, sar&agrave; presente anche Loris Capirossi, pilota del motomondiale per ben 22 annate, dal 1990 al 2011, per un totale di tre titoli mondiali vinti tra la 125 (1990; 1991) e la 250 (1998). Infine, sar&agrave; presente Marco Lucchinelli, sulla vetta del mondo della classe regina nel 1981, dopo aver battuto la concorrenza di piloti di prestigio come Randy Mamola, Kenny Roberts e Barry Sheene. Per partecipare gratuitamente occorre inviare una mail a: teatro@prometeon-events.com (massimo due posti per ogni mail, fino ad esaurimento posti).         

Al teatro lirico di Milano andr&agrave; in scena una serata aperta al pubblico in cui i tre campioni delle due ruote si racconteranno&nbsp;

A teatro con Agostini, Lucchinelli e Capirossi con Prometeon Tyre Group

        Correre a 300 km/h mette pensiero anche a chi lo fa di lavoro e per gestire la pressione del weekend di gara e soprattutto quella della Domenica, c&rsquo;&egrave; chi attua dei riti scaramantici per stare pi&ugrave; tranquillo. Max Biaggi   Partendo dal grande Max; lui, in pochi lo sanno, ha usato per tutta la carriera sempre la stessa biancheria intima. Nei tronfi con l&rsquo;Aprilia? Sempre quelle &ldquo;mutande&rdquo;. Gli anni nella classe 500? Rigorosamente quelle. Ma anche nelle mitiche lotte con Valentino Rossi? Assolutamente si. Marco Lucchinelli   Il mitico &ldquo;Lucky&rdquo; nell&rsquo;anno in cui si coron&ograve; campione del mondo, precisamente nel 1981, sotto la tuta ha sempre indossato una camicia con tanto di cravatta. Direi che ha portato bene. Passa alla prossima pagina! &nbsp; Jorge Lorenzo  Con cinque mondiali vinti, il maiorchino &egrave; stato uno dei piloti pi&ugrave; forti della storia del motociclismo e con il suo carattere originale &egrave; rimasto nei nostri cuori. Lo spagnolo nel giorno di gara, quando aveva posizionato la moto in griglia, dopo aver effettuato il giro di uscita dai box, andava sempre in bagno. Danilo Petrucci   Molto spesso questi riti riguardano dei vestiti o biancheria intima e anche per il pilota umbro si parla di quest'ultima, nello specifico di calzini. Danilo fino a qualche tempo fa, quando correva nel circus del motomondiale indossava sempre le stesse calze per tutto il weekend. Passa alla prossima pagina, la scaramanzia non si ferma qui! &nbsp; Yonny Hern&aacute;ndez  Il colombiano ha esordito nel motomondiale nel 2010 approdando direttamente in Moto2 poi conseguentemente nel 2013 fa la sua prima apparizione nella categoria regina della MotoGP. Nel 2021 ha preso parte al campionato MotoE. Yonny ogni volta che saliva in moto faceva il segno della croce sul serbatoio. Loris Capirossi   Il baluardo storico pilota della Ducati e uno dei migliori motociclisti del tricolore al momento di partire per un turno, che sia di prove libere o qualifica ma soprattutto in gara, saliva sul prototipo da 300 all&rsquo;ora sempre dal lato destro. Andrea Iannone   Il pilota Abbruzzese precedentemente allo sfortunato evento in cui &egrave; stato incriminato per assunzione di sostanze dopanti, prima di partire e salire in sella si faceva il segno della croce. Quasi a scongiurare ogni brutto accadimento. Passa alla prossima pagina per l'ultimo pilota &nbsp; Valentino Rossi  Forse &egrave; proprio il fenomeno di Tavullia che detiene il record di pi&ugrave; riti scaramantici o perlomeno "mosse" molto originali. Partendo dall&rsquo;iconico momento di raccoglimento prima di salire in moto, fino ad arrivare alle famosissime &ldquo;grattate&rdquo; delle parti intime mentre percorreva la corsia dei box. &nbsp;       

La maggior parte degli sportivi ha un suo rituale &ldquo;pre-gara&rdquo; che gli consente maggior tranquillit&agrave; nell&rsquo;affrontare la sfida. Quali sono le stranezze delle leggende delle due ruote?

I riti scaramantici dei piloti di MotoGP

        During Autolook Week, in which he was presented with a &ldquo;Hall of Fame MotoGP Award&rdquo; together with other Suzuki greats and put on a show aboard the 500 two-stroke, we exchanged a few words with Marco Lucchinelli. The 1981 world champion, who always speaks his mind, offered his views on the current world championship season before also touching on his own return to the saddle. Lucchinelli: &ldquo;I don&rsquo;t understand Suzuki&rsquo;s decision&rdquo;  One of the year&rsquo;s most shocking headlines relates to the factory Suzuki team and its decision to withdraw at the end of the season. Something that &ldquo;Lucky&rdquo; struggles to comprehend: &ldquo;I don&rsquo;t understand the reasoning behind this choice. It&rsquo;s right to focus on production bikes, but this isn&rsquo;t the first time Suzuki has withdrawn from a major world championship and I think it&rsquo;s a mistake.&rdquo; &ldquo;They won the world championship two years ago, have never had such a competitive bike as the GSX-RR and they're pulling out? In my opinion, this was the ideal time to invest and focus on one of the two riders to continue to win and be fast&rdquo;, continues Marco. &ldquo;They made the same move in Superbike a few years back, but I hope this proves to the right decision for the future of the brand.&rdquo; &ldquo;It seems they&rsquo;re doing all they can to have Bagnaia win&rdquo;  There is then talk of the current championship, where Quartararo leads but Bagnaia continues to close in: &ldquo;It&rsquo;s a great championship this year and I hope it&rsquo;s won by the rider who deserves it, thanks only to their potential and technical package, without team orders or anything like that. It seems like they&rsquo;re doing everything - I won&rsquo;t say who - to have Bagnaia win, but I hope that he and Fabio can battle it out on equal terms until the end of the year.&rdquo; Lastly, Lucchinelli tells us about his experience of the Moto Guzzi Fast Endurance, which saw him race at Mugello: &ldquo;It was something really different, but a lot of fun too. Riding a bike with as little power as the Guzzi V7, Mugello is like another track entirely, but to be competitive you need to be brave, because it&rsquo;s not easy to tackle the Arrabbiate turns, throttle wide open, and then brake just a few metres from the turn and let the bike run. I liked it, it was an experience I&rsquo;d like to repeat in the future&rdquo;. Translated by Heather Watson Down to Moto2: Darryn Binder to race with Intact GP       

The 1981 world champion offers his views on the current season: &ldquo;It was a time for Suzuki to invest, not withdraw&rdquo;

Exclusive, Lucchinelli: “May the most deserving rider win MotoGP, although...”

        In occasione dell'Autolook Week, in cui &egrave; stato premiato con il &ldquo;Hall of Fame MotoGP Award&rdquo; insieme ad altri grandi esponenti di Suzuki e ha effettuato uno show dinamico in sella alla 500 2 tempi, abbiamo scambiato qualche parola con Marco Lucchinelli. Il campione del mondo 1981, come sempre senza peli sulla lingua, ci ha dato il suo punto di vista sulla stagione in corso del Motomondiale, raccontandoci anche il suo ritorno in sella. Lucchinelli: &ldquo;Non ho compreso la scelta di Suzuki&rdquo;  Una delle notizie pi&ugrave; importanti di quest'anno &egrave; stata quella riguardante il ritiro a fine stagione da parte del team ufficiale Suzuki. Una scelta che &ldquo;Lucky&rdquo; fatica a comprendere: &ldquo;Non ho capito il motivo di questa scelta. E' giusto concentrarsi sulla produzione di serie, ma non &egrave; la prima volta che Suzuki si ritira dai principali campionati del mondo e, secondo me, &egrave; un errore&rdquo;. &ldquo;Due anni fa hanno vinto il mondiale, non hanno mai avuto una moto cos&igrave; competitiva come la GSX-RR e si ritirano? Per me questo era il momento perfetto per investire e concentrarsi su uno dei due piloti per continuare a vincere e ad essere veloci&rdquo;, prosegue Marco. &ldquo;Fecero la stessa mossa anche in Superbike qualche anno fa, ma spero almeno che per il futuro del marchio questa sia stata la scelta giusta&rdquo;. Discesa in Moto2: Darryn Binder correr&agrave; con IntactGP &ldquo;Sembra stiano facendo di tutto per far vincere Bagnaia&rdquo;  Non &egrave; poi mancato un pronostico sul mondiale, che al momento vede Quartararo leader ma Bagnaia in gran forma e in netto recupero sul francese: &ldquo;Quello di quest'anno &egrave; un bel campionato, mi auguro vivamente che vinca chi se lo merita, grazie soltanto al proprio potenziale e al pacchetto tecnico, senza giochi di squadra o cose simili. Sembra che stiano facendo di tutto, non dico chi, per far vincere Bagnaia, ma spero che lui e Fabio se la giochino alla pari fino alla fine dell'anno&rdquo;. Infine, Lucchinelli ci ha raccontato la sua esperienza nel Moto Guzzi Fast Endurance, dove ha corso in occasione della tappa al Mugello: &ldquo;E' stato molto particolare, ma altrettanto divertente. Con una moto cos&igrave; poco potente come la Guzzi V7, il Mugello sembra un'altra pista, ma per essere competitivi occorre avere coraggio, perch&egrave; non &egrave; semplice affrontare le curve Arrabbiate a gas spalancato e staccare a pochi metri dalla curva lasciando correre la moto. Mi &egrave; piaciuto, &egrave; stata un'esperienza che in futuro potrei ripetere&rdquo;. MotoAmerica, Petrucci re della pioggia: che trionfo in New Jersey       

Il campione del mondo del 1981 ci ha dato il proprio punto di vista sulla stagione in corso: &ldquo;Per Suzuki era il momento di investire, non di ritirarsi&rdquo;

Esclusiva, Lucchinelli: “Spero che in MotoGP vinca chi merita, anche se...”

        Pur essendo rivolto principalmente alle quattro ruote, con una grande esposizione a cielo aperto in Piazza San Carlo dedicata a vetture che hanno fatto la storia della Formula 1, dei rally e dell'endurance, nella prima edizione dell'Autolook Week &egrave; stato dedicato ampio spazio anche al mondo del motociclismo. Tra premiazioni, grandi ospiti ed esibizioni, la prima edizione della kermesse torinese ha strizzato l'occhio anche agli amanti delle due ruote.  CIV: la H-D Pan America 1250 al via della Crossover Cup al Mugello Suzuki e VR46 premiate agli Autolook Awards  L'evento si &egrave; aperto alle OGR (Officine Grandi Riparazioni) nel centro di Torino, dove oltre alla presentazione e a mostre riguardanti vari campi del mondo dei motori, si sono svolti gli Autolook Awards. Tra i numerosi premi assegnati, alcuni sono stati vinti da protagonisti del mondo del motociclismo. Alla Suzuki, con il premio ritirato da una leggenda che ha reso vincente il marchio di Hamamatsu quale Marco Lucchinelli, &egrave; andato il &ldquo;Hall of Fame MotoGP Award&rdquo; per i trionfi ottenuti nella classe regina, dalla quale si ritirer&agrave; al termine della stagione in corso. Il Mooney VR46 Racing Team, con anche Celestino Vietti presente, ha conquistato invece il &ldquo;Best Innovation Communication Project&rdquo; grazie all'innovativa e particolare livrea utilizzata a Misano creata da Mad Dog Jones, grande artista del metaverso. Dalla MotoE al CIV: Okubo nella SS600 con RM Racing Rins e Watanabe sulle Hayabusa  Oltre a Lucchinelli, la presenza di moto e piloti Suzuki &egrave; stata massiccia, con due 500 2 tempi e la GSX-RR di Alex Rins esposte. Proprio lo spagnolo, insieme al giapponese Kazuki Watanabe, hanno preso parte ad uno show dinamico in cui hanno percorso le vie del centro cittadino in sella alle Suzuki Hayabusa con i colori del team, oltre a firmare autografi e scattare foto con i tantissimi appassionati di ogni et&agrave; accorsi per incontrarli. Per i due centauri reduci dal GP di Misano non &egrave; poi mancato un giro per le vie di Torino anche a piedi in compagnia del &ldquo;padrone di casa&rdquo; Livio Suppo, team manager della squadra di Hamamatsu, e del Presidente Autolook Andrea Levy, a coronare un evento davvero ben riuscito pur essendo alla prima edizione. MotoGP: Bezzecchi confermato nel team Mooney VR46 per il 2023       

Le vie del capoluogo piemontese si sono trasformate in un luogo dedicato agli appassionati, con tante iniziative e i piloti Suzuki MotoGP grandi protagonisti

Autolook Week: lo spettacolo del Motorsport nel centro di Torino

Dalle premiazioni degli Autolook Awards alla parata di Rins, Watanabe e Lucchinelli in sella alle Suzuki nel centro della città: ecco le foto più belle della prima edizione dell'evento andato in scena nel capoluogo piemontese

Autolook Week: lo spettacolo del Motorsport per le vie di Torino

Quello del 27-28 agosto sar&agrave; un weekend di assoluto riposo per alcune categorie motoristiche, ma non per tutte. Infatti, l&rsquo;Autodromo del Mugello vedr&agrave; in azione i protagonisti della Promo Racing Cup 2022, che vedr&agrave; scendere in pista Trofeo Italiano Amatori, Pirelli Cup, Dunlop Cup, Yamaha R7 Cup e Trofeo Moto Guzzi Fast Endurance.  CIV SS300: stagione finita per Samuele Marino  Lucchinelli e Ricci wild card   Tra le fila del Trofeo della Casa di Mandello sul Lario vedremo in pista due vecchie glorie del motociclismo italiano e mondiale: parliamo di Marco Lucchinelli e Fausto Ricci, che scenderanno in pista come wild card con i colori Officine Italiane Zard in occasione del terzo appuntamento stagionale del Fast Endurance.  &ldquo;Mi hanno convinto a partecipare al Moto Guzzi Fast Endurance e quindi mi sto tenendo in allenamento &ndash; ha spiegato Lucchinelli in un video Facebook che lo vede di fianco alla sua bici &ndash; spero non ci sia nessuna Gara Sprint. Altrimenti, preferir&ograve; partecipare a una Gara Spritz!&rdquo;, ha concluso scherzosamente il campione del mondo 1981 della classe 500 che andr&agrave; ad affiancare Ricci, classe 1961 che gli appassionati ricordano per la sua vittoria a Misano nel 1984 nella classe 250.  &nbsp;    Officine Italiane Zard siamo pronti ? Chi sar&agrave; il mio compagno di squadra ? #lucchinelliexperience #motorsport #mugello #mugellocircuit #worldchampion Pubblicato da Marco Lucchinelli su&nbsp;Mercoled&igrave; 24 agosto 2022   In pista al Mugello   Il Mugello &egrave; una new entry nel calendario del Moto Guzzi Fast Endurance, che disputer&agrave; una gara di 75 minuti sul saliscendi toscano dopo aver gi&agrave; dato spettacolo a Vallelunga e Cremona nei round precedenti.  Il via &egrave; previsto alle ore 16.40 di domenica, a conclusione del programma di gare della Promo Racing Cup.  MotoGP: semaforo verde per Marc Marquez 

Il campione del mondo 1981 classe 500 parteciper&agrave; al Moto Guzzi Fast Endurance al Mugello in coppia con Fausto Ricci

Lucchinelli torna in pista: &quot;Gara Sprint? Meglio la Gara... Spritz!&quot;

        La strada &egrave; stretta e tortuosissima, con curve in rapida successione a strapiombo sul mare da una parte e una parete rocciosa che arriva fino all&rsquo;asfalto dall&rsquo;altra. Un toboga pericoloso e insidioso da La Spezia a Tellaro e da La Spezia a Portovenere. Su questa strada sono nati alcuni dei piloti pi&ugrave; coraggiosi e dotati del nostro vivaio. Qui si sfidavano Roberto Gallina, Marco Lucchinelli con Ramon Toracca e molti altri. Molto spesso all&rsquo;arrivo Lucchinelli aveva la giacca strappata e le spalle scoperte e insanguinate perch&eacute; per tagliare meglio le curve andava ad appoggiarsi sulle rocce vive della montagna. E comunque era sempre il primo. Guidavano di tutto, dalle agili Suzuki due tempi 380 fino alle Laverda 750 gi&agrave; elaborate da Gallina. Prove Amarcord: la Ducati 1098R F08 di Troy Bayliss Le avventure di Lucky  Lucchinelli vinceva con tutto e contro tutti e incoraggiato da queste pericolosissime galoppate stradali decise ben presto di passare alla pista, diventando in pochi anni uno dei piloti da GP pi&ugrave; talentuosi e veloci del Mondo. Nel 1981, in sella a una Suzuki Gamma 500, proprio di Gallina, conquist&ograve; il Mondiale della classe regina che all&rsquo;Italia mancava dai tempi di Giacomo Agostini. Un&rsquo;impresa epocale e storica che lo proiett&ograve; all&rsquo;attenzione del mondo motociclistico e non. Divenne Lucky e and&ograve; a cantare a Sanremo per poi passare da campione del Mondo nel 1982 alla Honda che, stanca dei pochi risultati della magnifica NR 500 Oval Pistons a quattro tempi, aveva allestito in fretta una agile e veloce tre cilindri 500 a due tempi. In gara, Lucchinelli si accorse subito che la sua vecchia Suzuki guidata da Franco Uncini era ancora un bel missile e proprio in un duello contro il recanatese si infortun&ograve; a un piede. Ma forse il problema maggiore era il suo nuovo compagno di squadra, Freddie Spencer, mostruoso talento che guidava danzando questa tre cilindri Honda, portata al titolo l&rsquo;anno successivo. Lucky inizi&ograve; a collaborare con Claudio Castiglioni, che stava sviluppando grandi progetti e bellissime moto. Dalla Cagiva quattro cilindri 500 due tempi a una vera e incredibile rivoluzione in casa Ducati. Soltanto sette anni dopo il titolo, Lucchinelli venne coinvolto dal vulcanico Castiglioni a guidare lo sviluppo di un progetto folle ideato assieme all&rsquo;ingegner Massimo Bordi, una vera Mission Impossible. Il progetto riguardava la bellissima Ducati 750 del leggendario Fabio Taglioni, che aveva gi&agrave; ottenuto ottimi risultati e vittorie grazie al telaio in traliccio di tubi e al bellissimo motore due cilindri a L due valvole Desmo ad aria. Su questa base decisero di mettere quattro valvole con comando Desmo, raffreddamento ad acqua, accensione e iniezione elettronica. La cilindrata fu portata a 851 cm&sup3; e con molto coraggio decisero di farla debuttare con Lucchinelli alla guida &ndash; lui che l&rsquo;aveva portata al successo alla Battle of the Twins di Daytona &ndash; e con Nepoti e Caracchi ai box il giorno di Pasqua del 1988 a Donington, nella prima gara della storia del neonato mondiale Superbike. Un Mondiale nato per far scendere in pista le migliori moto sportive che si potevano acquistare dal concessionario.  Da Donington al Mondiale 1990  La Honda correva con la bellissima RC30 quattro cilindri a V, Yamaha, Suzuki, Kawasaki e Bimota erano quattro cilindri frontemarcia. Era un Mondiale molto strano perch&eacute; per la prima volta sulle piste si sentiva il rombo di questi possenti motori a quattro tempi invece dello stupendo sibilo dei motori racing due tempi. L&rsquo;esito di quella prima gara fu davvero eclatante perch&eacute; le due manche andarono a piloti italiani su moto italiane. La prima a Tardozzi sulla Bimota e la seconda a un fantastico Lucchinelli sulla Ducati 851. Marco arriv&ograve; commosso al traguardo per l&rsquo;inattesa vittoria che lo lanci&ograve; come uno dei pionieri di questa categoria, convincendo Castiglioni a proseguire la folle avventura. Dopo questo debutto si decise di promuovere nel 1989 Lucchinelli nel ruolo di team manager e ingaggiare il francese Raymond Roche come pilota insieme a Sarre Monti. La moto era velocissima ma si fermava troppo spesso per problemi elettronici. Cos&igrave; anche la seconda stagione and&ograve; a Fred Merkel con la Honda del Team Rumi. Ma non mancarono ugualmente momenti passati alla storia: mentre andava in auto verso Misano per la gara italiana, Marco si vide aprire lo sportello di destra da un motociclista che mise il casco dentro la macchina urlandogli &ldquo;Ciaoo Marcooo!&rdquo;. Poi chiuse e ripart&igrave; impennando in piedi. Arrivato al casello Marco rivide fermo quel motociclista e lo blocc&ograve; subito, chiedendo chi diavolo fosse. Il pilota misterioso si lev&ograve; il casco e spunt&ograve; Giancarlo Falappa, debuttante con la Bimota. Per fortuna Lucchinelli comprese subito il potenziale del marchigiano e lo ingaggi&ograve; da ufficiale per la stagione 1990. Una stagione storica perch&eacute; arriv&ograve; il primo titolo mondiale Superbike per la Ducati gestita da Lucky e pilotata da Roche. Da quella prima vittoria la Ducati &egrave; stata la maggiore antagonista, anzi l&rsquo;incubo, dei colossi giapponesi in questo Mondiale diventato in brevissimo tempo una categoria seguitissima e amatissima. E Lucchinelli assieme a personaggi mitici come Bordi, Nepoti, Caracchi e Domenicali &egrave; stato uno dei principali artefici della storia Ducati in SBK. Duelli da leggenda: Harada e Capirossi, senza esclusione di colpi       

Lucky accompagn&ograve; le idee di Castiglioni agli albori: da pilota, regal&ograve; alla Ducati il primo successo in Superbike, da manager le port&ograve; il primo Mondiale, guidando il team con Roche e Falappa, che per farsi ingaggiare ricorse agli effetti speciali...

Marco Lucchinelli, l'uomo delle prime volte Ducati

Allo stand Motosprint a Eicma &egrave; venuto a farci visita Marco Lucchinelli e con lui abbiamo parlato della stagione MotoGP 2021. Ecco un piccolo estratto dell&#39;intervista che potete vedere nel video, in versione integrale.&nbsp;  Lucchinelli: &ldquo;La MotoGP &egrave; diventata qualcosa di spettacolare&rdquo;   Marco Lucchinelli fai un commento di questa stagione che si &egrave; da poco conclusa? &ldquo;Peccato la mancanza di Marquez dalla lotta al titolo 2021. Al di fuori che possa essere simpatico o antipatico &egrave; un punto di riferimento. Vincere una gara o vincere un Mondiale con lui presente, per i piloti &egrave; tutta un&#39;altra cosa. E&#39; come vincere due Mondiali perch&egrave; Marquez &egrave; un pilota che quando &egrave; arrivato ha vinto cinque titoli di fila quindi &egrave; un grande talento. Mi auguro che l&#39;anno prossimo ci sia. La MotoGP negli ultimi anni &egrave; diventata qualcosa di bello e spettacolare&rdquo;.  MotoGP, Aleix Espargar&ograve;: &quot;Il podio? Speravo arrivasse prima&quot; 

L&#39;ex pilota e campione del Mondo ha espresso il suo punto di vista sulla stagione MotoGP 2021

MotoGP, Lucchinelli: &ldquo;Marquez antipatico? A prescindere &egrave; un grande talento&rdquo;

L&#39;ex campione del mondo ha parlato della stagione MotoGP 2021 facendo riferimento a Quartararo, Bagnaia e Marquez

Liscio come l'olio by Bardahl - Marco Lucchinelli

Con il titolo mondiale nella 500 del 1981, Marco Lucchinelli riport&ograve; l&rsquo;Italia al vertice della classe regina per la prima volta dai tempi di Giacomo Agostini. Quel 1981 fu trionfale per Lucky, al secondo anno con la compagine di Roberto Gallina, ma al debutto sulla Suzuki Gamma che sostitu&igrave; la RGB. Nel 1981 Lucchinelli era l&rsquo;unica punta del team spezzino, che la stagione precedente aveva schierato anche Graziano Rossi. Un attacco con un&rsquo;unica punta in una griglia della classe regina ricca di grandi nomi: da Kenny Roberts sulla Yamaha, vincitore degli ultimi tre mondiali consecutivi, a Randy Mamola sulla Suzuki del Team Heron, poi il suo compagno di squadra Graeme Crosby, Barry Sheene sulla Yamaha del Team Akai, e i forti olandesi Boet Van Dulmen su Yamaha e Jack Middelburg su Suzuki e il sudafricano Kork Ballington sulla Kawasaki. Lucchinelli fu capace di &ldquo;bastonarli&rdquo; tutti, con una stagione da incorniciare: cinque vittorie, un secondo e un terzo posto su 11 Gran Premi lo proclamarono campione del Mondo, detronizzando Roberts e tarpando le speranze dell&rsquo;arrembante Mamola.    La storia della Suzuki, tra tradizione e famiglia  1980-1981   &ldquo;Ho vinto il Mondiale nel 1981 per&ograve; nel 1980 camminavo molto pi&ugrave; veloce&rdquo; esordisce schietto Lucchinelli, 66 anni, quando gli chiediamo di raccontare la sua stagione iridata. &ldquo;Per me il 1981 &egrave; stata la conferma che avrei potuto vincere il Mondiale gi&agrave; nel 1980, e non lo vinsi per cattiva sorte: a Misano ruppi il motore mentre ero primo, in Olanda mi si appann&ograve; la visiera del casco e mi dovetti ritirare, in Finlandia ero primo davanti a Graziano Rossi quando mi si ruppe la guarnizione della testa, e in Inghilterra ho dechappato quando ero terzo. Morale: se io avessi finito tutte le gare avrei vinto il Mondiale gi&agrave; nel 1980&rdquo;.  Quindi nel 1981 l&rsquo;idea iniziale era quella di vincere?  &ldquo;Dentro di me lo sapevo che andavo forte, forte, forte&hellip; Poi ha girato anche tutto per il verso giusto e non ce l&rsquo;ho fatta a perdere il Mondiale anche quell&rsquo;anno&hellip; Anche se ci ho provato in Inghilterra, cadendo al primo giro per evitare Roberts, Sheene e Crosby e quindi prendendo zero punti, per&ograve; &egrave; stato un Mondiale partito forte da subito. Dentro di me avevo la fiducia piena, avevo vinto l&rsquo;ultima gara del 1980 al N&uuml;rburgring, avevo capito che ce l&rsquo;avrei fatta&rdquo;.  La stagione, per&ograve;, non part&igrave; nel migliore dei modi: il primo GP lo vinse Mamola davanti a Crosby e al giapponese Hiroyuki Kawasaki. Tutti con le Suzuki.  &ldquo;In Austria debuttai con un ritiro per la rottura del freno anteriore, ma stavo andando forte. Il Salzburgring &egrave; uno di quei circuiti dove sono sempre andato bene, anche con la Honda. In Germania mi sono rifatto con una gara leggendaria: terzo dietro a Roberts e Mamola, che non erano Mim&igrave; e Coc&ograve;&hellip; Eravamo uno in fila all&rsquo;altro, tutti e tre in 69 millesimi, significa che potevamo vincere tutti, ma all&rsquo;ultimo giro all&rsquo;entrata del Motodrom furono pi&ugrave; bravi loro, ed ebbero anche un po&rsquo; pi&ugrave; di sorte. A Hockenheim c&rsquo;erano quei due o tre rettilinei dove si sfruttavano le scie, e con le moto abbastanza simili ci sorpassavamo di continuo. Fu una di quelle gare che se fosse stata fatta con le telecamere che ci sono oggi, la gente si sarebbe alzata in piedi. Non sono arrivati Stoner e Valentino a far alzare la gente, la facevo alzare un bel po&rsquo; anche io&hellip;&rdquo;  Quindi il GP Nazioni a Monza: sul podio Roberts, Crosby e Sheene. E tu?  &ldquo;Avevo fatto la prima pole della stagione, ero veloce, ed era una gara dove avrei potuto giocarmela per vincere. Pioveva ma a me non interessava, andavo forte anche sul bagnato, come ho fatto a Imola negli ultimi giri, oppure ad Assen&hellip; Invece, purtroppo, ebbi un problema di perdita di potenza. Un &lsquo;pirolino&rsquo; della gomma rain si stacc&ograve; e and&ograve; ad infilarsi nel carburatore: la moto andava a volte a tre cilindri e a volte a quattro: con il bagnato facevo fatica a stare in piedi e fui quinto&rdquo;.  La prima vittoria arriv&ograve; in Francia, davanti a Mamola e Crosby.  &ldquo;Al Paul Ricard sono sempre andato bene, anche l&rsquo;anno prima avevo fatto il podio. Quell&rsquo;anno l&igrave; camminai forte, ricordo di aver finito con qualche secondo di distacco sugli altri (4&rsquo;&rsquo;91 su Mamola, nde). Fu una bella gara, molto combattuta all&rsquo;inizio, poi andai via&rdquo;.  Arriviamo al GP Jugoslavia, sulla pista di Rijeka. Un altro arrivo in volata: secondo ma a soltanto nove decimi da Mamola.  &ldquo;S&igrave;, persi perch&eacute; avevo il rapporto del cambio sbagliato: dalla quinta alla sesta c&rsquo;era troppo distacco di giri e la moto calava in rettilineo. Nelle parti guidate del circuito riuscivo a superare Mamola, ma lui a ogni passaggio davanti ai box faceva quinta-sesta e mi ripassava. Fu un errore nostro, per&ograve; facemmo una signora gara e alla fine arrivai secondo. Oggi ci sono piloti che arrivano sesti e si dichiarano contenti di aver fatto una bella gara&hellip;&rdquo;.    Il momento chiave   Giro di boa del campionato ed ecco la chiave: tripletta di vittorie in Olanda, Belgio e a Imola, continuando la serie di sei partenze in pole position consecutive inaugurata a Monza.  &ldquo;In Olanda mi presi una bella soddisfazione sotto la pioggia: recuperai e andai a vincere, a casa degli olandesi Van Dulmen e Middelburg che sul bagnato ad Assen erano dei marziani&hellip; E con quella vittoria passai in testa al campionato. In Belgio fu una delle mie gare pi&ugrave; belle: ero in pole, ma a un certo punto mi trovai a sette secondi da su Roberts. Spa-Francorchamps era una pista molto lunga, recuperai e passai Roberts prima del rampino a destra, il Virage de la Source: gli entrai dentro in staccata con un&rsquo;operazione da matto, che oggi susciterebbe un reclamo. Uscimmo dalla curva sfrizionando tutti e due, e riuscii a vincere: il traguardo era 70 metri dopo la curva. Poi Roberts venne a darmi la mano, uscirono anche le foto sui giornali, e mi disse: &lsquo;Sorpasso fantastico, bravo&rsquo;&rdquo;.  E poi la gara di casa.  &ldquo;A Imola, invece, ho vinto con tre secondi di vantaggio su Barry Sheene e sei su Crosby. Fu una gara molto indicativa su com&rsquo;erano diversi i piloti una volta: era nuvoloso e nel giro di ricognizione io avevo messo una gomma intermedia davanti e una da asciutto dietro. Sheene mi disse: &lsquo;Marcolino, change the tyres, metti le slick, se piove interrompono la gara&rsquo;. Finito il giro di ricognizione Sheene mise la moto di traverso in griglia e mi diede la possibilit&agrave; di cambiare la gomma anteriore. A pochi giri dalla fine la gara viene sospesa per pioggia e vinsi proprio davanti a Barry Sheene, ma grazie a lui che mi aveva fatto cambiare la gomma. Questo spiega quanto eravamo diversi rispetto a oggi&rdquo;.  Arriviamo in Inghilterra, dove hai provato a perdere il titolo mondiale&hellip;  &ldquo;Gettai via 15 punti: andavo forte, avrei potuto vincere, ma finii fuori al primo giro per evitare dei piloti che caddero davanti&rdquo;.  Come hai vissuto il finale di stagione tutto scandinavo?  &ldquo;Dopo Silverstone non avevo pi&ugrave; tanto vantaggio sul secondo: si decideva tutto in Finlandia e in Svezia, due GP difficili, dove potervi trovare acqua, e quello della Finlandia era un circuito stradale, pericoloso&hellip; Un po&rsquo; di pensieri per la testa cominciavo ad averli&rdquo;.  Invece proprio a Imatra ci fu il tuo dominio: primo con 15 secondi di vantaggio.  &ldquo;Anche l&rsquo;anno prima in Finlandia ero al comando con 15&rdquo; di vantaggio su Graziano Rossi che aveva la mia stessa moto&hellip; La Finlandia decisamente mi piaceva: oltre al fatto che c&rsquo;erano belle donne, andavo anche forte! E se non fossi andato a cercare le ragazze, sarei andato anche pi&ugrave; forte&hellip;&rdquo;.  Poi il GP Svezia, l&rsquo;ultima battaglia.  &ldquo;Anche in Svezia rischiai di mettere a repentaglio il Mondiale. In partenza quando lasciai la frizione stavo scivolando sulle strisce bianche della griglia, che una volta erano viscide. Mi ritrovai 14&deg;. Mamola era davanti a me, e se fosse finita cos&igrave; sarebbe stato lui il campione del Mondo. Recuperai, gli arrivai a ridosso e lui cominci&ograve; a perdere posizioni. Poi disse che aveva problemi alle sospensioni ma secondo me quando gli sono arrivato dietro ha cambiato andatura, si &egrave; sentito perso. Il team ha esposto la stella con il numero 1 soltanto all&rsquo;ultimo&hellip; la gara era bagnata e forse avevano paura che facessi qualche cagata!&rdquo;.  &quot;Roberts era il re&quot;   Quale fu il tuo rivale pi&ugrave; coriaceo in quella stagione?  &ldquo;Mamola ha sempre camminato forte e ha fatto una bella carriera ma Roberts era il Re&hellip; Poi piaceva addirittura anche alla mia ex moglie, e allora cercavo di essere pi&ugrave; veloce di lui anche per farle vedere che ero pi&ugrave; bravo io. Come riferimenti ho avuto sempre Barry Sheene e Roberts, che non sapeva la lingua ma ci dava il gas a quattro mani&rdquo;.    Come ti sei sentito da campione del Mondo?  &ldquo;Non mi sono reso subito conto. Poi sono arrivato in dogana al Brennero e con grande sorpresa ho trovato una marea di motociclisti ad aspettarmi. Allora non c&rsquo;erano i social, la TV non ne parlava e mi chiedo ancora oggi come avessero fatto a sapere che arrivavo&hellip; mi hanno quasi scortato fino a La Spezia, e hanno bloccato l&rsquo;autostrada per 15 chilometri fino a casa mia. I giornali hanno detto che c&rsquo;erano 40.000 persone&hellip; Per&ograve; io ho capito che ero campione del Mondo soltanto qualche mese dopo: una sera ero da solo a casa a guardare delle cassette VHS, ho visto la gara di Imola e mi &egrave; venuto da piangere&hellip; Mi sono detto: &lsquo;Minchia, ho vinto, sono proprio io&rsquo;. Ho capito che avevo fatto una cosa grande&rdquo;.  Road Races: L&#39;ultima vittoria di Mike Hailwood al TT 

Il ligure riport&ograve; l&rsquo;italia al vertice della classe regina, ma anche la Suzuki, che non vinceva dai tempi di Sheene. &quot;Merito anche dell&rsquo;onest&agrave; dell&rsquo;inglese a Imola, dove mi sugger&igrave; la gomma giusta: grazie a quella mossa, fui in grado di batterlo! e che goduria ricevere i complimenti di Roberts&quot;

Marco Lucchinelli: &ldquo;Quel consiglio di Sheene a Imola 1981...&rdquo;

        Last Sunday saw Valentino Rossi begin his 26th season, at 42 years of age, and his performance didn&rsquo;t exactly set the world alight. The Italian finished the race twelfth, which has Marco Luccinelli believing that he has had his day. The former rider voices his opinion on the eve of round 2, where Rossi will do his best to make up for his last outing. "He races only to finish"  The former 500 rider, interviewed by Lapresse, comments: &ldquo;Rossi was something new in the world championship, a different way of racing, a martian, a genius. But now he&rsquo;s returned to earth and there&rsquo;s no need for excuses. It&rsquo;s time to make way for the youngsters. Without taking anything away from the nine-time champion, enough is enough&rdquo;. And Lucchinelli doesn&rsquo;t stop there: &ldquo;He&rsquo;s keeping that bike from a young rider. He hasn&rsquo;t won a race for more than three years and his last title was in 2009. He&rsquo;s always raced to win but now he&rsquo;s racing only to finish&rdquo;. Rossi no longer a title contender?  Nothing personal though: &ldquo;I have no issue with Valentino, but with those who continue to find excuses for him. A generational turnover has happened around him. I think he wants to do better and he&rsquo;s far from slow. But the youngsters have that little extra that makes the difference. He&rsquo;s become the target, the rider the youngsters want to beat&rdquo;. Lucchinelli admits that he wouldn&rsquo;t miss him: &ldquo;The championship won&rsquo;t lose its appeal without him. The others put on a show too. And today&rsquo;s bikes don&rsquo;t seem that hard to ride because even the rookies are immediately fast. Once upon a time you&rsquo;d break bones for three years before being quick. To win one race ok, but to win a title, he'd have to stop many riders&rdquo;. Translated by Heather Watson Doha MotoGP, the stats: Yamaha the most successful in Qatar       

Speaking his mind, the former 500 champion talks about Valentino and his chances of winning the title again

MotoGP, Lucchinelli: “Valentino Rossi? Make way for the youngsters”

Domenica scorsa Valentino Rossi ha iniziato la sua 26esima stagione, a 42 anni compiuti, e la prestazione non &egrave; stata delle migliori. Il pesarese &egrave; passato sotto la bandiera a scacchi in dodicesima posizione, senza aver mai brillato, e secondo Marco Luccinelli la sua era &egrave; ormai finita. L&#39;ha ammesso proprio alla vigilia del secondo appuntamento del Qatar (ecco qui dove e quando vederlo), in cui Rossi punter&agrave; a rifarsi.  &quot;Ora corre solo per arrivare&quot;   L&rsquo;ex pilota della 500, intervistato da Lapresse, ha affermato: &ldquo;Rossi nel Motomondiale &egrave; stato una novit&agrave;, un modo diverso di fare le corse, un marziano, un genio. Per&ograve; adesso &egrave; tornato sulla terra e non si devono trovare pi&ugrave; tante scuse. Ora largo ai giovani. Senza nulla togliere al nove volte campione del mondo, adesso basta&rdquo;.  Parla senza mezzi termini il ligure, con la schiettezza che lo contraddistingue: &ldquo;Cos&igrave; si porta via la moto a un giovane, da pi&ugrave; di tre anni non vince una gara e l&rsquo;ultimo Mondiale lo ha vinto nel 2009. Lui ha sempre corso per vincere ma ora corre per arrivare&rdquo;.  &nbsp;  MotoGP Doha, statistiche: Yamaha la pi&ugrave; vincente in Qatar  Rossi non &egrave; pi&ugrave; un pretendente al titolo?   Nulla di personale, per&ograve;: &ldquo;Non ce l&rsquo;ho con Valentino, ma con chi continua a trovargli delle scuse. Tranne lui c&rsquo;&egrave; stata negli anni una alternanza. Credo che lui voglia fare sempre meglio e non va certo piano. Ma i giovani hanno quel pelino in pi&ugrave; che fa la differenza. &Egrave; diventato uno stimolo per i giovani per stargli davanti&rdquo;.  Lucchinelli ammette che non si sentirebbe la sua mancanza: &ldquo;Il motomondiale senza di lui non perderebbe appeal. Anche gli altri danno spettacolo. E poi le moto adesso non mi sembrano cos&igrave; tanto difficili da guidare perch&eacute; anche gli esordienti vanno forte subito. Un tempo ti rompevi le ossa per tre anni prima di andare forte. Per vincere una gara s&igrave;, si pu&ograve; anche fare, ma per vincere un Mondiale significa che se ne devono fermare in tanti di piloti&rdquo;.  MotoGP, Bagnaia: &quot;Italiani bravi a criticare i piloti italiani&quot; 

Senza peli sulla lunga, l&rsquo;ex campione della 500 ha detto la sua sul pesarese e sulle sue chance di vincere il titolo della categoria regina

MotoGP, Lucchinelli: &ldquo;Valentino Rossi? Largo ai giovani&rdquo;

Tra gli ospiti di Motoweek non poteva mancare Marco Lucchinelli. In pochi sono riusciti a emulare le gesta dell&#39;iridato della classe 500 nel 1981 e portare sul tetto del Mondo la Casa di Hamamatsu, che quest&#39;anno &egrave; riuscita a centrare il titolo piloti con Joan Mir.  Ma quello attuale &egrave; un motociclismo completamente diverso da quello vissuto da Lucchinelli che, ricordata la conquista del suo titolo, pone l&#39;accento sulla questione dell&#39;elettronica.  Com&#39;erano da guidare le 500 2 tempi senza elettronica, sia sul bagnato che sull&#39;asciutto?  &quot;Hai fatto una domanda che &egrave; bellissima. Io l&#39;altro giorno, guardando la gara sul bagnato, una gara di quelle giuste della MotoGP, ho notato che non si muove proprio pi&ugrave; niente. Neppure il posteriore, neppure in rettilineo. Con 260 cavalli. Noi ne avevamo miseri 130, o 138, non mi ricordo nemmeno pi&ugrave;, per la moto, come diceva il mio meccanico, &#39;si muoveva come le tr**e, proprio&#39;. Muoveva il culo, non so come dire. Adesso non si impenna, non scivola, non ti sputa addosso. Con 260 CV, dovrebbe farti di tutto. Sinceramente&quot;.  GP Portogallo, Mir: &ldquo;L&#39;elettronica si &egrave; disattivata dopo il contatto con Bagnaia  Dato che tu guidi ancora spesso quelle moderne e conosci bene le altre, quelle con cui hai gareggiato e vinto, tu quale preferiresti gestire? Quella con il tuo polso o affidarti alla tecnologia?  &quot;Io personalmente sono della vecchia scuola, quindi mi affiderei al mio polso, perch&eacute; &egrave; una dote che ho avuto e che non hanno tutti. Invece l&#39;elettronica c&#39;&egrave; per tutti. E purtroppo, l&#39;elettronica, &egrave; vero che fa vedere forse delle belle gare, per&ograve; &egrave; un aiuto. Vuol dire che senza quella non potresti andare e non &egrave; merito tuo allora, mi viene anche da dire &egrave; un aiuto che arriva dall&#39;elettronica&quot;.   Guardate il video per vedere tutta l&#39;intervista a &quot;Lucky&quot;!  Lucchinelli: &ldquo;Mir ha vinto, ma gli altri dovrebbero vergognarsi&hellip;&rdquo; 

&quot;&Egrave; una dote che ho avuto e che non hanno tutti, invece l&#39;elettronica c&#39;&egrave; per tutti&quot;, racconta &quot;Lucky&quot;, ospite a MotoWeek

MotoWeek, Lucchinelli: &ldquo;Elettronica? Preferirei affidarmi al mio polso&rdquo;

Tra gli ospiti di Motoweek non poteva mancare l&#39;iridato del 1981 che, parlando con Fiammetta La Guidara e Mirko Colombi, ci racconta il motociclismo della sua epoca, il suo rapporto con l&#39;elettronica e molto altro. Guardate il video!

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