Il passaggio&nbsp;di consegne tra un campione e il suo erede &egrave; sempre un evento ricco di pathos. Ai tifosi del fuoriclasse uscente che stentano a credere ai loro occhi, e al loro cuore, si contrappongono i fans del talento emergente, che rivendicano la conquista del potere. Per l&rsquo;universo del Supercross a stelle e strisce la rivoluzione per eccellenza avvenne nel gennaio del 2001, protagonisti Jeremy McGrath e Ricky Carmichael.  Classe 1971, McGrath (nella foto) aveva cannibalizzato il cross indoor, conquistando dal 1993 al 2000 sette titoli (unica eccezione il 1997, con il trionfo di Jeff Emig) e 70 vittorie. Un valore abnorme, considerando che il precedente primato apparteneva a Ricky Johnson, con 28 gare vinte. A partire dal 1999, tra i suoi avversari comparve Carmichael, reduce dalla stagione perfetta nella 125 Lites della Costa Est: otto vittorie in otto gare, pi&ugrave; il trionfo nello Shootout di Las Vegas. Prendere le misure alla 250, specialmente nelle gare indoor, non fu per&ograve; facile: mai a podio nel 1999, Carmichael inizi&ograve; a ingranare nell&rsquo;outdoor per poi migliorarsi nel successivo Supercross, condito dal primo successo e dal quinto posto finale, ma a 109 punti da McGrath, vincitore del proprio settimo titolo.  La stagione 2001&nbsp;si apr&igrave;, come da tradizione, ad Anaheim, non lontano da Los Angeles. Il copione sembrava il solito, con il successo di McGrath (Yamaha) davanti a Ezra Lusk (Honda) e Carmichael (Kawasaki): &quot;Questa vittoria &egrave; stata troppo facile, invece la lotta per il campionato sar&agrave; differente&quot;. Non aveva tutti i torti, McGrath: sette giorni dopo, a San Diego, suon&ograve; il primo campanello d&rsquo;allarme. Per Carmichael fu decisivo l&rsquo;ingaggio di un nuovo trainer, Aldon Baker. Pi&ugrave; magro e reattivo, Ricky riusc&igrave; a precedere Mike LaRocco (Honda) e McGrath, riequilibrando la classifica del campionato: 45 punti a testa alla vigilia del bis di Anaheim.  Per assistere allo scontro stellare si presentarono 44.811 spettatori e nessuno torn&ograve; a casa deluso. Il pi&ugrave; lesto al cancelletto fu McGrath, ma come una catapulta (Herbert Ballerina docet) all&rsquo;esterno sbuc&ograve; Carmichael, che si port&ograve; al comando. Con Lusk distanziato di quasi quattro secondi gi&agrave; dopo tre tornate, soltanto McGrath avrebbe potuto impensierire la nuova stella. In un giro &ldquo;Showtime&rdquo; recuper&ograve; il secondo e tre decimi di ritardo da Carmicheal, muovendosi come un grillo sulle&nbsp;whoops. Sul salto, con le due moto affiancate, McGrath lanci&ograve; un&rsquo;occhiata alla sua sinistra. Carmichael, all&rsquo;interno, fu beffato dall&rsquo;incrocio di traiettorie. Disinnescato il tentativo di controsorpasso, McGrath inizi&ograve; a guadagnare metri, arrivando ad avere quasi due secondi.  Ma non era&nbsp;finita e la dimostrazione arriv&ograve; al quartultimo giro quando Carmichael cerc&ograve; di approfittare delle&nbsp;whoops. Alla curva seguente tagli&ograve; la strada alla Yamaha, costringendo il fuggitivo a staccare i piedi dalle pedane. Ricky era di nuovo in testa, ma subito dopo il salto si ferm&ograve; all&rsquo;esterno della curva, cos&igrave; da permettere a Jeremy di riprendersi la leadership. Malgrado il forcing altrui, McGrath traghett&ograve; in porto la vittoria: &quot;&Egrave; stata una grande serata, Ricky mi ha fatto faticare. Devo ammirarlo per il modo in cui corre quest&rsquo;anno. &Egrave; stata una gara divertente, sar&agrave; un&rsquo;annata lunga, una battaglia che durer&agrave; per l&rsquo;intera stagione. Questo &egrave; il segno di cosa accadr&agrave; per il resto dell&rsquo;anno&quot;.  La differenza tra i due fenomeni e gli altri fu testimoniata dal distacco del terzo, Windham, giunto a oltre 20 secondi. Un altro sport. Carmichael spieg&ograve; invece il mancato colpo di stato: &quot;Ci sono state occasioni in cui avrei potuto passarlo in modo sporco, ma voglio batterlo in maniera leale e corretta&quot;. Non tutti gli appassionati gradirono perch&eacute; non sempre capita una seconda occasione per spodestare il regnante.  Quel giorno nessuno poteva immaginare che McGrath non avrebbe pi&ugrave; vinto, n&eacute; che Carmichael sarebbe riuscito a conquistare le 13 gare restanti, chiudendo l&rsquo;annata con 392 punti su 400 potenziali. In sette di queste gare McGrath fin&igrave; secondo e in un&rsquo;altra terzo. Il 20 gennaio 2001 l&rsquo;abdicazione del pi&ugrave; grande di sempre fu soltanto posticipata di una settimana, giusto per garantirgli il 72&deg; hurrah. L&rsquo;ultimo.&nbsp; 

<p>McGrath vinse ad Anaheim, poi Carmicheal gli strapp&ograve; il trono del Supercross</p> 

Quella (s)volta Che: il passaggio di consegne

        &ldquo;Guidare questa moto &egrave; stato come realizzare un sogno. Sono un grandissimo appassionato e un fan di questi ragazzi, io e Jonathan siamo amici da diverso tempo&rdquo;, ha detto Jeremy McGrath dopo aver provato la Kawasaki leader del mondiale di Jonathan Rea. Proprio cos&igrave;: al Geico US Round uno dei piloti americani di maggior successo nel motocross e nel supercross, Jeremy McGrath, &egrave; sceso in pista a Laguna Seca luned&igrave; con la moto del Kawasaki Racing Team WorldSBK. CHI E' McGRATH - Dopo aver conquistato il titolo di &ldquo;Re del Supercross&rdquo; con i suoi successi negli anni &lsquo;90, il pilota californiano &egrave; stato il primo rookie a vincere il titolo del 250cc AMA Supercross nel 1993, e fu solo il primo di sette titoli. McGrath, infatti,, ha vinto ogni anno da quel momento in poi, fatta eccezione per il 1997, fino al 2000. L&rsquo;americano si &egrave; poi aggiudicato due Campionati del mondo SX. E adesso ha pensato bene di cimentarsi sull&rsquo;asfalto. LO SCAMBIO DI MOTO - Sceso in pista con la moto che sta dominando la classifica generale, la Kawasaki ZX-10RR, McGrath ha vissuto una nuova esperienza. &ldquo;&Egrave; da circa un paio d&rsquo;anni che pensavamo di fare uno scambio di moto da quando lui guid&ograve; una moto da cross con me&rdquo;, ha detto Jeremy McGrath, oggi 47enne, riferendosi a Jonathan Rea. &ldquo;Ho provato ad imparare la pista e la moto ma non &egrave; stato facile imparare tutto in cos&igrave; poco tempo, avrei voluto passare tutto il giorno in pista!&rdquo; McGrath &egrave; scivolato in pitlane ma per fortuna senza nessuna conseguenza. Insieme a lui in pista c&rsquo;era anche Ben Spies, campione del mondo Superbike nel 2009. &ldquo;Ho guidato insieme a Ben Spies e mi ha aiutato molto per avere dei riferimenti. Adesso posso spuntare la pista dalla mia lista delle cose da fare. Mentre percorrevo il Cavatappi ho avuto la sensazione di fare motocross, &egrave; stato davvero divertente! Sarei stato in pista ancora pi&ugrave; tempo e avrei voluto provare ad andare ancora pi&ugrave; veloce, in ogni caso mi sono divertito!&rdquo; ha concluso McGrath. &nbsp;       

<p>&ldquo;Sul Cavatappi era come fare motocross, &egrave; stato davvero divertente!&rdquo; dice il re del Supercross, che nella tappa di Laguna Seca &egrave; saltato sulla moto leader del mondiale</p>

SBK: McGrath sulla Kawasaki di Rea

Un salto indietro nel mondo delle ruote artigliate? E perch&eacute; no! I nomi di Jeremy McGrath, Mike Larocco e Sebastien Tortelli sono noti anche agli appassionati pi&ugrave; giovani, ma capita raramente di rivederli in azione. Vi proponiamo un filmato raro, con le immagini girate e montate da Mauro Valentinuzzi, oggi regista delle dirette di campionati anche internazionali a due e quattro ruote, ma all'epoca video-operatore sui campi di gara. Per vederlo, cliccate qui.  Il primo video di questa serie "amarcord" ci riporta indietro nel 2000, l'anno dell'ultima edizione del Fast Cross, prestigiosa competizione open di motocross, scaturita da un'idea di Giorgio Saporiti, imprenditore nel settore dell&rsquo;arredamento nonch&eacute; grande appassionato di motocross, che organizz&ograve; questa gara su una pista di sua propriet&agrave;. Il circuito di Arsago Seprio, nel varesino, fu presto soprannominato "il giardino del motocross" per la cura con cui veniva preparato per la gara-evento del Fastcross, che metteva a confronto la scuola europea del cross con quella americana del supercross europeo.  Il filmato si apre con la dichiarazione di Jeremy McGrath, che quell'anno conquist&ograve; il suo primo titolo nell'AMA Supercross 125, al quale ne seguirono molti altri, anche nella classe 250, tanto da farlo diventare il pilota pi&ugrave; titolato di sempre nel campionato a stelle e strisce.  "I fans in Italia sono pazzi per il motocross - dice McGrath -. Questa &egrave; la gara pi&ugrave; bella del mondo per me perch&eacute; negli Stati Uniti non ho mai visto tanto pubblico!"  Nella prima semifinale scatta Tortelli, poi Hughes scivola e il francese passeggia verso la vittoria. Nella seconda semifinale Langston mette in mostra tutta la sua grinta: scatta senza timori reverenziali davanti a sua maestro McGrath e nonostante i ripetuti tentativi di attacco dello statunitense mantiene il comando. Si arriva cos&igrave; alla finale Tortelli-Langston con il pubblico di Arsago che parteggia per il diciottenne della KTM, giunto a sorpresa in finale. Langston brucia in partenza anche Tortelli, che nelle prime curve rischia anche di cadere per attaccare il sudafricano, poi per&ograve; Langston sbaglia e Tortelli ha via libera per la vittoria.  Il video si conclude con l'intervista a Tortelli, pilota francese vincitore di due titoli mondiali di motocross e venti gran premi.  Il video non &egrave; commentato, e lascia emozionare con il sound dei motori. Per riconoscere i piloti, questi i numeri di gara di alcuni protagonisti.  Questi i piloti e i loro numeri di gara:  1A. Jeremy Mc Grath - Yamaha1B. Grant Langston&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;2. Sebastien Tortelli - Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;3. Larry Ward - Kawasaki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;4. Mike La Rocco - Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;5. Greg Pichon - Suzuki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;6. Greg Albertin - Suzuki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;7. Ryan Hunghes - Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;8. Grant Langston - KTM&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;9. Yves De Maria - Yamaha&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;10. Alessio Chiodi - Husqvarna11. Claudio Federici - Yamaha&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;12. Edgard Torronteras - Kawasaki13. Mike Jones - Kawasaki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;14. Serge Guidetti - Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;15. Tommy Clowers - Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;16. Eric Sorby - Suzuki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;17. Sydney De Andres - Kawasaki&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;18. Alex Belometti - Kawasaki19. Nicolas Charles - Kawasaki20. Manu Troux - Honda&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;21. Davide Degli Espositi - Suzuki22. Davide Rocca -Yamaha&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;23. Stefano Dami - Yamaha24. Luca Cherubini - Yamaha25. Alessandro Cinelli - Yamaha26. Cristian Ravaglia - Suzuki27. Matteo Aperio - Yamaha28. Nicola Montalbini - Honda29. Stefano Minguzzi - Honda30. Willy Carreddu - Suzuki31. Massimo Bianconcini - SuzukiLa classifica finale del Fastcross 2000  1. Tortelli, Francia - Honda 2. Larocco, USA - HONDA 3. Hughes, USA - HONDA 4. McGrath, USA - Yamaha5. Coppins, NZ - Suzuki&nbsp;Fiammetta La Guidara&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Un salto indietro nel mondo delle ruote artigliate con il video di una gara storica

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Quella (s)volta Che: il passaggio di consegne

SBK: McGrath sulla Kawasaki di Rea

Amarcord: la gara del Fastcross del 2000