La mancata penalizzazione dei piloti Yamaha non ha lasciato indifferente nessuno. Dai team e i piloti del Motomondiale, per arrivare agli appassionati, in molti si sono detti scontenti della sanzione inflitta alla casa di Iwata, considerata da tanti un brutto precedente, nonch&eacute; una grazia che i rider del costruttore giapponese non avrebbero meritato.  Ma siamo sicuri che la penalit&agrave; sia stata ingiusta? L&#39;analisi dei fatti dice altro.  VOTA IL SONDAGGIO: Caso motori Yamaha, i piloti&nbsp;andavano penalizzati?  Causa ed effetto   Ci sono scelte che non piacciono a tutti. &Egrave; un dato di fatto. Come &egrave; un dato di fatto che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Azione e reazione. &Egrave; uno dei principi base della dinamica. Ma il rapporto di causa ed effetto &egrave; anche una delle leggi universali, quella che si dice regoli il karma. Per questo prima di compiere ogni scelta e ogni azione, ne vanno valutate attentamente le conseguenze.  Yamaha avrebbe dovuto rispettare il protocollo e chiedere all&#39;Associazione dei costruttuttori, la MSMA, il permesso per utilizzare le valvole di un secondo produttore. Non avendolo fatto, andava punita. Su questo non ci piove. Ma &egrave; pi&ugrave; facile a dirsi che a farsi, quando ci si trova a gestire un campionato e a decidere, con una sanzione, le sorti di un intero Mondiale.  GP Europa, Dovizioso: &ldquo;La scelta di non penalizzare i piloti Yamaha &egrave; illogica&rdquo;  Scelta politica   A logica la soluzione &egrave; semplice: togliere tutti i punti conquistati da team e piloti nella prima gara a Jerez, quella in cui le quattro M1 montavano i motori con le valvole difettose che hanno scatenato l&#39;inferno. Ma la risposta pi&ugrave; logica &egrave; anche quella pi&ugrave; giusta?  Non sempre e, sicuramente, non in questo caso specifico, in cui la Federazione stessa ha deciso di non mettere in mezzo i piloti, limitandosi a cancellare dalle classifiche team e costruttori i punti conquistati da Morbidelli, Quartararo e Vinales nel GP di Spagna (pi&ugrave; un punto supplementare tolto al team Petronas, aveva nella gara successiva aveva riutilizzato uno dei motori, con Franco, nelle prove libere).  Un gentlemen&#39;s agreement - se cos&igrave; vogliamo chiamarlo - che lascia le cose (pi&ugrave; o meno) come stanno, scontentando (quasi) tutti per non fare (grossi) torti a nessuno. Una decisione politica, ovvio. Ma anche l&#39;unica scelta prendibile, per tener vivo il campionato. E non solo per quello.  GP Europa, Mir: &ldquo;Nessuno &egrave; contento della Race Direction&rdquo;  Nessun vantaggio   Pure se qualcuno potrebbe obiettare che team e piloti sono un tutt&#39;uno &egrave; abbastanza evidente che il quartetto di piloti Yamaha non abbia tratto alcun vantaggio da questa situazione. Se mai, un sacco di problemi, tra guasti; rotture; presunte o reali limitazioni di giri e dulcis in fundo, il rischio di restare senza propulsori, come successo a Vinales, che dovr&agrave; scattare dalla pit lane, per la punzonatura del sesto motore.  &ldquo;Non c&#39;&egrave; stata cattiva intenzione nell&#39;utilizzo di valvole provenienti da due aziende diverse, in quanto entrambe hanno prodotto le valvole seguendo una singola specifica&rdquo;, recita il comunicato diffuso dalla Casa dei tre diapason, che a sua difesa ha dichiarato di aver compiuto un errore in buona fede.  &quot;Le vie dell&#39;inferno sono lastricate di buone intenzioni&quot;, dice il detto, ma siamo obiettivi: che vantaggio pu&ograve; aver tratto la compagine giapponese usando valvole prodotte da due aziende diverse, sulla base delle stesse identiche specifiche? Nessuno. Anche il vecchio produttore, capito cosa era andato storto con la prima partita di valvole, avrebbe ottenuto il medesimo risultato di quello nuovo.  Del resto, vi &egrave; mai capitato di comprare due paia di scarpe della stessa azienda e poi scoprire che erano prodotte in due paesi diversi? A me s&igrave;: erano identiche.  L&#39;imperativo per qualunque campionato &egrave; sempre lo stesso: &quot;the show must go on&quot;. Lo spettacolo deve continuare. A prescindere dal Covid-19. Dalle assenze. A prescindere da tutto. E allora, quando si ha davanti una delle stagioni pi&ugrave; combattute e avvincincenti degli ultimi anni, con una classifica che lascia aperto ogni possibile scenario, perch&eacute; andare a estromettere dalla lotta per il titolo i piloti di una squadra che non ha tratto nessun vantaggio dall&#39;errore commesso? Soprattutto quando esiste un precedente che leggettima la scelta di non farlo.  Yamaha risponde alle critiche: &ldquo;Nessun vantaggio, solo un errore&rdquo;  Il precedente in F1   &quot;It&#39;s all over, Hamilton&#39;s 7th. By my calculations we win the championship by one point&quot;. Cos&igrave; il 21 ottobre del 2007 Chris Dyer annunciava a Kimi Raikkonen di essere diventato Campione del Mondo. Il primo, e ad oggi l&#39;unico, pilota Ferrari a centrare l&#39;iride dopo Michael Schumacher.  Una frase entrata nella storia, quella con cui l&#39;ingegnere australiano comunicava al suo pilota che &quot;&Egrave; tutto finito, Hamilton &egrave; settimo. Secondo i miei calcoli abbiamo vinto il campionato per un punto&quot;. Uno dei ricordi pi&ugrave; belli di chi vi scrive e di tanti altri tifosi del biondo finlandese e della Ferrari, che quel giorno attendevano trepidanti la bandiera a scacchi. Un&#39;impresa che non sarebbe stata la stessa se la Spy Story, che quell&#39;anno aveva scosso il mondo della Formula 1, avesse avuto un epilogo diverso, assengando a Raikkonen il titolo, a tavolino.  Appurato il caso di spionaggio industriale che vedeva coinvolte Ferrari e McLaren - con il team di Woking in possesso di informazioni confidenziali della Scuderia di Maranello, confermato da uno scambio di messaggi tra il pilota Fernando Alonso e il collaudatore Pedro de la Rosa - la FIA aveva infatti deciso di sanzionare la squadra britannica con una multa da 100 milioni di dollari e l&#39;azzeramento del punteggio nella classifica Costruttori.  Una sentenza che non aveva minimamente intaccato il Mondiale di Alonso e Hamilton, lasciati liberi di giocarsi il titolo fino all&#39;ultimo; bench&eacute; in quel caso non solo i piloti fossero implicati nella vicenda, ma avessero anche tratto un vantaggio accertato.  MotoGP, Alex Marquez sul caso Yamaha: &ldquo;Non &egrave; giusto, hanno barato&rdquo;  Il campione si decide in pista   Dopo una vicenda del genere, perch&eacute; la Race Direction avrebbe dovuto comportarsi in maniera diversa, andando a infierire sui piloti Yamaha? Non di sicuro per placare le polemiche perch&eacute;, seppur caldeggiata dalla maggioranza, anche una sanzione pi&ugrave; severa non le avrebbe riparmiato le critiche e le accuse di aver falsato il campionato.  E allora ben venga una decisione politica che, scontentando tutti, tiene ancora vivo il Mondiale Piloti, garantendo lo spettacolo fino alla fine e una battaglia colpo su colpo, che tiene ancora vivo il sogno di tutti.  Del resto, non &egrave; pi&ugrave; onesto lasciare che sia la pista a parlare, che assegnare un titolo a tavolino?  MotoGP, Qualifiche GP Europa: Pol Espargar&ograve; in pole, Rossi partir&agrave; 17&deg; 

Ha scatenato pi&ugrave; di un malumore la mancata penalizzazione dei piloti della Casa Iwata, con persone che parlano di campionato falsato. Ma la scelta di togliere i punti solo a team e costruttori era la decisione migliore, non solo per la salvaguardia dello spettacolo

MotoGP: ecco perch&eacute; &egrave; giusta la sanzione comminata a Yamaha

Piloti si, piloti no. &eacute; questo il dubbio amletico che sta scaldando il clima all&#39;interno dei paddock.  Secondo molti, la pena inflitta a Yamaha non basta. I 3 piloti coinvolti (Vinales, Quartararo, Morbidelli) hanno comunque gareggiato con dei motori irregolari, e per molti, ci&ograve; basterebbe per penalizzare anche i piloti stessi con una detrazione di punti in classifica mondiale.  Secondo il box Ducati si &egrave; creato un precedente pericoloso all&#39;interno del motomondiale, mentre Suzuki guarda al futuro affermando che un eventuale vittoria di Yamaha del titolo causerebbe diversi problemi e metterebbe nell&#39;ombra la casa di Iwata  Penalit&agrave; Yamaha, le opinioni degli altri team  Jarvis: &quot;Bisogna comprendere la realt&agrave;&quot;   La risposta di Jarvis non si &egrave; fatta attendere ed ai microfoni di Sky Sport MotoGP si &egrave; cos&igrave; espresso:  &quot;Sinceramente da una parte capisco le cose che hanno detto (Ducati e Suzuki) perch&eacute; &egrave; giusto che dicano cos&igrave;, ma dall&rsquo;altra non &egrave; mai stato un vantaggio per noi. Alla fine quest&rsquo;anno abbiamo avuto tanti problemi nel gestire la situazione, persino adesso che con questo gp abbiamo dovuto usare il sesto motore per Maverick&quot;.  &quot;Riguardo la storia del &#39;precedente&#39;, credo che per ogni regola ed ogni situazione si deve considerare bene la realt&agrave; dei fatti, e la cosa che mi da fastidio, &egrave; che oggi in tanti parlano e dicono che noi siamo stati pi&ugrave; forti e avvantaggiati, ma cos&igrave; non &egrave; stato, non si &egrave; verificato nessun vantaggio di cui noi abbiamo goduto, solo un errore fin dall&rsquo;inizio&quot;, ha aggiunto il Managing Director della Casa di Iwata.  Come il costruttore giapponese aveva gi&agrave; affermato in precedenza, Yamaha non ha operato in malafede, ha semplicemente commesso un grande errore agli inizi della stagione 2020, senza rendersi conto di aver violato il regolamento. Ignari, come la casa costruttrice i tre piloti sotto accusa, che a sole tre gare dal termine sono ancora in corsa per il titolo mondiale.  GP Europa, Morbidelli: &ldquo;Caso motori? Vivo in una bolla dentro la bolla&rdquo; 

Si alza il polverone nei paddock. Per Ducati e Suzuki &egrave; una situazione strana quella in casa Yamaha. Il Team manager Jarvis fa il punto della situazione

Yamaha risponde alle critiche: &ldquo;Nessun vantaggio, solo un errore&rdquo;

Continua la lunga lista di piloti che, al contrario dei team, sta &ldquo;protestando&rdquo; contro la decisione presa nei confronti di Yamaha sul caso motori.  Se lo Stewards Panel ha ritenuto penalizzare la Casa di Iwata togliendo punti alla classifica team e costruttori, per alcuni piloti come Andrea Dovizioso e Joan Mir la penalit&agrave; avrebbe dovuto riguardare anche i riders in &ldquo;blu&rdquo;.  &ldquo;E&#39; uno scherzo!&rdquo;   Alla lista degli &ldquo;scontenti&rdquo; si &egrave; aggiunto anche Alex Marquez che, come il fratello Marc, &egrave; stato chiaro nell&#39;esprimere le sue perplessit&agrave; in merito: &ldquo;La penalit&agrave; inflitta a Yamaha &egrave; uno scherzo &ndash; ha detto il pilota Honda - perch&eacute; &egrave; una sanzione ridicola e tra due anni nessuno ricorder&agrave; chi ha vinto il titolo costruttori. E&#39; proprio per questo motivo che alla Yamaha non interessa la sanzione, dato che l&#39;importante &egrave; il titolo piloti. Ci sarebbe da capire se i cambiamenti fatti ai motori hanno portato benefici anche in altre gare. Le regole non sono state seguite, hanno barato e la sanzione non mi sembra per niente giusta&rdquo;.  MotoGP, stagione finita per Marc Marquez: carriera a rischio?  &ldquo;I piloti non lo sapevano? Solo una scusa&rdquo;   Le dichiarazioni al vetriolo di Marquez Junior proseguono poi anche nei confronti dei piloti Yamaha coinvolti: &ldquo;A mio avviso dire di non sapere cosa stessero usando &egrave; solo una scusa. In Honda, ad esempio, &egrave; tutto molto limpido e sai sempre quale motore stai usando dei cinque che abbiamo&rdquo;.  La domanda per&ograve; nasce spontanea, perch&egrave; allora Honda era d&#39;accordo con la decisione presa dallo Stewards Panel? &quot;Non &egrave; una faccenda che riguarda Honda, - ha concluso - chi dovrebbe andare a fare appello contro questa decisione sono i marchi che competono per il mondiale, ovvero Ducati e Suzuki. Honda non condivide la decisione, ma la rispetta perch&eacute; non siamo in lotta per il campionato&rdquo;.  MotoGP GP Europa, Rossi negativo: pu&ograve; tornare in sella alla sua M1 

Il pilota Honda contesta la decisione presa dallo Stewards Panel in merito al &ldquo;caso motori&rdquo; che ha coinvolto Yamaha: &ldquo;E&#39; una sanzione ridicola&rdquo;

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