Roberto Locatelli, campione del mondo della 125 nel 2000 e oggi coach per lo Sky Racing Team VR46 &egrave; un bergamasco DOC: vive a Carvico,&quot;un paese di 5.000 anime prima del Coronavirus&rdquo;, specifica Locatelli.  Gi&agrave;, perch&eacute; Bergamo &egrave; stata tristemente l&rsquo;avamposto del COVID-19 e soltanto adesso i numeri dell&#39;epidemia stanno rallentando. Nella provincia sono stati registrati oltre 10.500 contagi e pi&ugrave; di 2.800 vittime.  &ldquo;Sono in una zona rossa, dove il rosso &egrave; veramente profondo&rdquo;, ci dice Roberto Locatelli, che raggiungiamo telefonicamente durante la sua quarantena.  &ldquo;Mi posso considerare fortunato perch&eacute; ho un giardino per passare del tempo con mia figlia e mia moglie. Non riesco a immaginare come possa vivere questa quarantena chi sta in appartamento, magari anche con i bambini&rdquo;, aggiunge.    Il punto di vista dello sportivo   Roberto Locatelli non perde l&#39;ottimismo, nonostante la gravit&agrave; del periodo.  &ldquo;Secondo me il fatto di essere stato pilota ti facilita in una situazione come questa. Quando la gara non andava bene dovevi sempre prendere il lato positivo, scegliere i momenti buoni fra quelli brutti&rdquo;, spiega ancora Locatelli.  &ldquo;Lo sportivo &egrave; pronto a prendere in modo pi&ugrave; lieve il momento negativo. Noi di situazioni difficili alla fine ne viviamo diverse, perch&eacute; non vinciamo in tutto quello che facciamo.   &quot;Certo, non c&rsquo;&egrave; neanche da fare un paragone con chi sta male e addirittura se ne va, per&ograve; se pensiamo alla sofferenza di stare chiusi in casa, mi viene da pensare che noi sportivi la vediamo come l&rsquo;attesa di un momento migliore. Cos&igrave; come quando aspetti una moto diversa, o aspetti un&rsquo;altra gara&hellip; avviciniamo questo momento ad una cosa parallela che abbia gi&agrave; vissuto&rdquo;.  Anche perch&eacute; sembra che l&rsquo;uscita da questa situazione non sia cos&igrave; rapida&hellip;  &ldquo;Sono pronto anche alla drastica situazione che non ci sia un campionato della MotoGP nel 2020. Sta comandando il Coronavirus, punto. Certo, dobbiamo chiedere indicazioni alle persone che decidono dei campionati, ma loro non possono decidere in base alla loro volont&agrave;, devono decidere in base a cosa fa questo individuo invisibile. E&rsquo; veramente strano: non immaginavo che esistesse un virus cos&igrave;&rdquo;.    &ldquo;Ci sar&agrave; un prima e un dopo&rdquo;   E&rsquo; un qualcosa che cambier&agrave; veramente il modo di vedere la vita, secondo te?  &ldquo;S&igrave;. Innanzitutto ci fa pensare che domani passa questo ma ce n&rsquo;&egrave; pu&ograve; essere un altro. L&rsquo;altro giorno sentivo un intervento di Flavio Briatore in TV. Ha detto: &lsquo;Com&rsquo;&egrave; cambiato andare all&rsquo;aeroporto dopo l&rsquo;11 settembre, cambier&agrave; ancora qualcosa dopo il Coronavirus&rsquo;. Anche secondo me ci sar&agrave; un prima e un dopo il COVID-19.   &quot;Oggi, ad esempio, &egrave; venuto a trovarmi mio suocero, ci siamo visti con la mascherina e senza poterci dare la classica pacca sulla spalla che era talmente normale, ma che adesso &egrave; un gesto impensabile.  &ldquo;Si cambier&agrave; anche in positivo sotto certi aspetti, perch&eacute; daremo pi&ugrave; valore alle cose semplici. Eravamo forse diventati qualcosa che non sapevamo, davamo per scontate tante cose. Questo virus adesso questo ci d&agrave; un nuovo modo di vedere le cose&rdquo;, conclude Roberto Locatelli.    MotoGP: motori e aerodinamica congelati per il 2021   

&ldquo;Essere stato pilota ti facilita in una situazione come questa. Non potevi vincere sempre, ed eri abituato a focalizzarti sui lati positivi&rdquo;, dice il coach dello Sky Racing Team VR46

Esclusivo, Roberto Locatelli: &ldquo;Da sportivi, aspettiamo un&rsquo;altra gara&rdquo;

Luca Marini il 2020 l&rsquo;ha iniziato dominando 14 giri dei 20 previsti sul circuito di Losail, in Qatar, salvo poi vivere un finale amaro causato da un calo di confidenza della gomma anteriore. Il pilota dello Sky Racing Team VR46 ha, pi&ugrave; di altri, voglia di tornare in pista per riscattarsi, ma questo al momento non &egrave; possibile, e con l&rsquo;epidemia del coronavirus che ha colpito fortemente l&rsquo;Italia sta svolgendo la quarantena a casa sua.  Come vivi questo periodo di stop?  &ldquo;Bene. Sono qui con la mia ragazza e i miei cani, facciamo cose che solitamente non abbiamo il tempo di fare e ho la fortuna di avere un giardino dove posso allenarmi all&rsquo;aria aperta. Vivo abbastanza vicino a mio fratello, sono cinque minuti di strada, ma non possiamo vederci date le restrizioni&rdquo;.  Come ti alleni?  &ldquo;Visto il prolungarsi della situazione adesso l&rsquo;allenamento non &egrave; cos&igrave; prioritario, ma cerco di tenermi attivo tutti i giorni, senza stare mai fermo. &Egrave; importante anche solo per sentirmi bene con il mio fisico. Cerco di allenarmi a corpo libero, anche se non ho attrezzi a casa. Faccio le cose basilari e le pi&ugrave; semplici che si possono fare. Quando avremo una data di inizio poi si comincer&agrave; bene ad allenarsi davvero&rdquo;.  Cosa ti manca di pi&ugrave; della tua routine quotidiana?  &ldquo;Gli allenamenti con gli altri ragazzi dell&rsquo;Accademy e andare in moto, anche solo al Ranch. &Egrave; molto divertente per noi. Ad ogni modo non mi posso lamentare, sto bene&rdquo;.  Da pilota come vivi il fatto che non c&rsquo;&egrave; una data per tornare in pista?  &ldquo;Resto in attesa di avere qualche informazione dai piani alti. Spero che tutto si risolva al pi&ugrave; presto, ma dal momento che non posso fare niente per migliorare questa situazione, se non stare a casa, mi sento in stand-by. Sarebbe bello tornare presto in pista, ma mi sembra di capire che ci voglia ancora molto tempo. Ad ogni modo penso che lo sport in questo momento debba essere messo in secondo piano. Prima pensiamo alla salute di tutti&rdquo;.  Tu saresti favorevole a disputare anche due gare nello stesso fine settimana?  &ldquo;Non mi fa impazzire, ma ricordo di averle gi&agrave; fatte al CEV. Se si devono fare per far convalidare il campionato del mondo, si fanno senza problemi. Noi piloti siamo pronti a tutto. L&rsquo;importante &egrave; tornare in pista presto e divertirci come prima&rdquo;.  Tu in pista ci sei gi&agrave; andato e hai avuto una bellissima prestazione salvo il finale amaro.  &ldquo;E&#39; stato un peccato. Mi sentivo davvero bene. Avevamo lavorato benissimo durante tutto l&rsquo;inverno con tutta la squadra, con i nuovi arrivati capotecnico e telemetrista. Durante il weekend sono stato molto veloce, anche in qualifica, che non &egrave; uno dei miei punti forti. Mi &egrave; dispiaciuto terminare la gara cos&igrave;, non me l&rsquo;aspettavo. Non avevo mai avuto problemi alla gomma anteriore prima, sarebbe stato bello avere una gara subito dopo per capire meglio la situazione, dato che non siamo riusciti a trovare una spiegazione a quello che &egrave; successo&rdquo;.  Rossi: &ldquo;Laguna Seca 2008, una battaglia iconica con Stoner&rdquo; 

Il pilota dello Sky Racing Team VR46 ha raccontato la sua quarantena a casa, mentre gli mancano agli allenamenti al Ranch

Marini: &ldquo;Lo sport va in secondo piano, prima c&rsquo;&egrave; la salute&rdquo;

Andrea Locatelli vive proprio in piena &ldquo;Red Zone&rdquo;, la zona rossa in cui il Covid-19 ha imperversato. Qualche metro pi&ugrave; in alto di Bergamo, per la precisione, i 1000 di Selvino.   Nelle alture lombarde, il pilota del team Evan Bros rispetta fedelmente la quarantena imposta dall&rsquo;emergenza, facendo di necessit&agrave; virt&ugrave;: &ldquo;Questo &egrave; un momento molto delicato - spiega il leader della Supersport mondiale - in cui ognuno di noi &egrave; chiamato ad ottemperare alle regole. Sappiamo che non sia facile rimanere chiusi in casa, ma ora &egrave; cos&igrave;. La pandemia ha costretto le aziende alla chiusura e, di conseguenza, anche i campionati a motore hanno sventolato bandiera bianca. Il primo passo da fare &egrave; tornare alla normalit&agrave;, cio&egrave;, in un clima di salute. Poi, sar&agrave; giusto riaprire le aziende e le persone potranno tornare a lavorare. Le gare arriveranno subito dopo&rdquo;.  &nbsp;Le gare sono il tuo lavoro.  &ldquo;S&igrave;, un lavoro che adoro. Sono un ragazzo fortunato. Sin dai primi chilometri in sella, ho gareggiato in campionati importanti, dal CIV sino al Motomondiale. Mi sono impegnato parecchio, perch&eacute; quando si &egrave; giovanissimi, gli impegni sono altri, secondo me. In primis c&rsquo;era la scuola, che io ho regolarmente finito, conseguendo un diploma meccanico. Dopo, la dedizione per le corse ha preso il sopravvento, d&rsquo;accordo, per&ograve; non ho bruciato le tappe n&eacute; fatto rinunce importanti. Ho girato il mondo e continuo a viaggiare, adoro spostarmi ed essere dinamico. Ecco perch&eacute; metto il mio 100% anche in questi giorni limitanti&rdquo;.    &nbsp;Come trascorri le giornate?  &ldquo;Innanzitutto, ho mantenuto le mie abitudini. Se del blocco mi svegliavo alle 8, idem adesso. Sono mattiniero e mi piace sfruttare bene il mio tempo. A volte faccio colazione e poi mi alleno, oppure viceversa. In altri giorni, mi tengo in forma nel tardo pomeriggio. Dipende&rdquo;.  &nbsp;Ti alleni tra le mura domestiche?  &ldquo;Per forza, non avendo grandi spazi ottimizzo quelli disponibili. Faccio esercizi a corpo libero, dedico il tempo al lavoro aerobico e simulo i movimenti che si fanno in palestra. Pur non disponendo dei pesi, uso le bottiglie di acqua e oggetti del genere. Provo a tenere il fisico sempre sotto stress, magari aiutando mio pap&agrave; nelle faccende di casa. Mi impegno e lo faccio per me e per chi mi sostiene&rdquo;.  &nbsp;Anche perch&eacute; hai iniziato alla grande il 2020.  &ldquo;Bellissimo il weekend di Phillip Island. La vittoria ha un gusto particolare, unico. Il paddock show, i tifosi. Tutto questo mi manca. Mi manca soprattutto la guida della mia Yamaha Evan Bros. Non poter girare con la R6 &egrave; la rinuncia pi&ugrave; grande e, come detto, ora non &egrave; possibile. Voglio per&ograve; mantenere fissi gli obiettivi nella mia mente, sapendo che squadra, sponsor e tifosi meritano risultati come quello australiano&rdquo;.    &nbsp;Qual &egrave; il tuo auspicio?  &ldquo;Sogno che tutto torni alla normalit&agrave;, alla vita. Dopodich&eacute;, le gare. Sarebbe bello che l&rsquo;Italia - come tutto il resto del mondo - uscisse presto da questo incubo. Sarebbe fantastico che moto e piloti tornassero in pista. L&rsquo;audience e l&rsquo;attenzione dei tifosi si coinvolgerebbero in un riverbero eccezionale, sia nei nostri confini che nei campionati internazionali&rdquo;.  &nbsp;Rimanendo in tema di sogni: ti piacerebbe partecipare al CIV?  &ldquo;S&igrave;, moltissimo. Se il Campionato Italiano Velocit&agrave; ripartisse prima del mondiale, mi piacerebbe schierarmi in veste di wild card, per vari motivi. L&igrave; sono cresciuto, &egrave; stato il CIV a lanciarmi nel panorama internazionale. Inoltre, correndo un round &lsquo;nostrano&rsquo; so che mi allenerei al meglio: i livello dei piloti e delle moto &egrave; alto, di sicuro non andrei l&igrave; a giocare. Mi piacerebbe partecipare nella classe Supersport sulla mia Yamaha R6 Evan Bros o, ancora meglio, nella Superbike&rdquo;.    &nbsp;In Superbike troveresti gente come Pirro, Zanetti, Baiocco, Savadori, La Marra, Ponsson, Cavalieri.  &ldquo;Certo, appunto. Mi piacerebbe misurarmi con loro, guidando una 1000 Superbike. La Panigale V4 R &egrave; bellissima, lo &egrave; pure l&rsquo;Aprilia RSV4. Oltre a BMW, Yamaha e rivali. S&igrave;, mi piacerebbe fare una bella wild card nel CIV su una delle nostre piste mondiali. L&rsquo;esperienza accrescerebbe il mio background e sono sicuro che mi servirebbe nel futuro prossimo&rdquo;.  Dieci anni fa: la vittoria di Michel Fabrizio a Kyalami 

Andrea rispetta le regole, rimanendo a casa: &quot;Non esco, mi tengo in forma, aspettando di gareggiare, magari proprio nel nostro campionato nazionale, in Supersport o Superbike&quot;

Locatelli: &ldquo;Il ritorno in pista ideale? Una wild card nel CIV&rdquo;

Loris Capirossi sta trascorrendo la quarantena da Coronavirus nella sua casa di Montecarlo, con la moglie Ingrid e il figlio Riccardo, che pochi giorni fa ha compiuto 13 anni.  &ldquo;Adesso che non si pu&ograve; fare veramente niente mi rendo realmente conto di quanto le piccole cose possono fare la differenza&rdquo;, ci dice il tre volte iridato. &ldquo;La nostra quarantena &egrave; come quella italiana, serve compilare il certificato per uscire, e usciamo al massimo una volta la settimana io o mia moglie per fare la spesa. Per il resto siamo completamente chiusi in casa. La mia unica fortuna, e mi ritengo un privilegiato per questo, &egrave; che ogni tanto m&rsquo;infilo nel mio garage e faccio i miei ciappini&rdquo;, dice Loris, che non dimentica il dialetto imolese.    Capirex tuttofare   Ma oltre ad occuparsi delle moto in garage, Capirossi si d&agrave; da fare anche in casa.  &ldquo;Siccome sono un tuttofare e faccio l&rsquo;elettricista, il muratore, il piastrellista, mia moglie mi ha fatto fare mille cose in casa: ho cambiato delle luci, ho sistemato un muro, risiliconato tutta la vasca&hellip;&rdquo;  E tuo figlio Riccardo come passa la quarantena? Dalle foto che posti su Instagram &egrave; davvero cresciuto!  &ldquo;Ha compiuto 13 anni pochi giorni fa: thirteen years old, quindi &egrave; diventato teen-ager. Qui a Monaco continua a fare scuola online, dalle 8.30 alle 4 del pomeriggio, con un&rsquo;ora di break a mezzogiorno. Fanno tutte le materie come a scuola, e questa &egrave; una cosa positiva, anche perch&eacute; riempie tre quarti della giornata&quot;.  Una situazione surreale   &ldquo;Per il resto ce la passiamo abbastanza bene, perch&eacute; siamo abituati a stare in casa e ci piace anche&hellip; immagino che per&ograve; dev&rsquo;essere davvero difficile essere obbligati a stare in casa per chi non ama starci.   &quot;Stiamo comunque vivendo la situazione con ansia, perch&eacute; stiamo osservando cosa sta succedendo in giro per il mondo ed &egrave; molto triste: &egrave; veramente brutto vedere tutte queste persone che muoiono. Preghiamo tutti i giorni che finisca il prima possibile e ringraziamo i medici e gli infermieri che si fanno il mazzo per far star bene noi. E&rsquo; una situaziome veramente surreale. Nel 2020 non mi aspettavo di vivere una situazione del genere, anche perch&eacute; tutto il mondo &egrave; in quarantena&rdquo;.  &Egrave; tutto fermo, anche i campionati&hellip;   &ldquo;Lo sport &egrave; la cosa minore in queste situazione: passiamo in secondo, terzo piano. La cosa pi&ugrave; importante &egrave; che tutti siamo in salute, poi noi in qualche modo ripartiremo.  &ldquo;Siamo pronti e potremmo iniziare domani se lo stato di emergenza fosse finito. Possiamo ancora organizzare un buon campionato: anche se si dovesse partire a met&agrave; agosto, potremmo organizzare prima i Gran Premi in Europa e poi le trasferte in Asia e Australia &ldquo;, aggiunge Capirossi.  Il monito: &quot;Non &egrave; a posto niente&quot;   Poi Capirossi lancia un monito severo a chi, in questi giorni, esce di casa per motivi futili.  &ldquo;La cosa che pi&ugrave; mi stupisce &egrave; che la gente continua ad uscire, ad andare in giro: non capisco perch&eacute; facciano tutto questo. Siamo tutti in pericolo. Bisogna stare attenti, perch&eacute; finch&eacute; non capita a te, &egrave; tutto facile. Invece se sei bravo e la gestisci nel modo migliore, ne esci prima.  &ldquo;Con il fatto che adesso sono quasi quattro settimane di quarantena, la gente pensa &lsquo;&egrave; tutto a posto&rsquo; e si sentono liberi di andare in giro. Invece non &egrave; a posto niente: stanno morendo tante persone e tante se ne stanno infettando. Se non diamo al virus la possibilit&agrave; di girare prima o poi finisce, ma se lo teniamo sempre in moto non finisce mai&rdquo;, ammonisce Capirossi.  Coronavirus: cancellati i GP d&rsquo;Italia e Catalunya 

&ldquo;Sono passate quasi quattro settimane, la gente pensa che sia tutto a posto. Invece stanno ancora morendo tante persone e tante altre si stanno infettando. Se teniamo il virus sempre in moto, non finisce mai&rdquo;, &egrave; il monito di Loris Capirossi

Esclusivo, Capirossi: &ldquo;State in casa, l&rsquo;emergenza non &egrave; finita&rdquo;

Cinquantuno anni e non sentirli! Il leggendario Troy Bayliss oggi spegne 51 candeline, ma il tre volte campione del mondo ha energia da vendere. Basti pensare che due anni fa &egrave; stato capace di vincere nell&rsquo;Australian Superbike.  Ultimamente Troy Bayliss non sta andando in moto, ma l&rsquo;assenza gli sembra pi&ugrave; lunga di quanto non sia in realt&agrave;. Oggi, infatti, l&rsquo;australiano ha twittato &ldquo;Sogno di tornare in moto, ma non ci vado da quasi un anno adesso&rdquo;. Ma lo scorso luglio&nbsp; Troy si &egrave; aggiudicato la 5 Ore di Sydney in squadra con suo figlio Oli, in sella ad una Yamaha R6 (&lsquo;tradendo&rsquo; per una volta la Ducati)    La quarantena di Troy   In questi giorni di quarantena, Troy va in bicicletta per mantenersi in forma &ndash; tre giorni fa ha condiviso sul suo profilo social la foto che riportiamo qui&nbsp; &ndash; &nbsp;e, come ha dichiarato lui stesso, per lui va ancora &ldquo;tutto alla grande. Quando vado alle gare qui in Australia o in Italia in molti si ricordano di me e tutti mi fanno sentire il loro calore&rdquo;, ha dichiarato in un&rsquo;intervista a WorldSBK.com. &ldquo;Ora tra la squadra e mio figlio Oli sono davvero indaffarato. Ma ancora del tempo per me e lo uso per allenarmi e per stare in famiglia&rdquo;, ha detto.    Quella vittoria a Valencia   Il mondiale Superbike gli ha dato grandi soddisfazioni, con la vittoria di tre titoli iridati, 52 vittorie in gara e ben 94 podi. Ma l&rsquo;australiano &egrave; diventato leggenda anche grazie alla sua vittoria conquistata a Valencia in MotoGP.  &ldquo;I miei ricordi migliori sono legati al 2006: abbiamo vinto il Campionato del Mondo Superbike e a Valencia abbiamo portato a casa anche la gara della MotoGP. &Egrave; stata&nbsp; particolare, arrivata al termine di un&rsquo;annata pazza ma bellissima! Non avevo mai pensato di vincere in MotoGP, ma &egrave; successo. &Egrave; stato speciale, una vera ciliegina sulla torta!&rdquo;  Storia di una passione   Troy Bayliss ha ricordato anche le origini della sua passione per i motori.  &ldquo;Penso che la mia passione per le corse sia nata quando ero davvero piccolo dato che ho iniziato a guidare a soli cinque anni e ho sempre avuto la moto nel cuore.&nbsp;Ricordo di aver assistito alla mia prima gara in tv all&rsquo;et&agrave; di 11 o 12 anni e ho bene in mente Graeme Crosby e le sue impennate sulla linea del traguardo. &Egrave; stata la prima persona che ho visto in televisione, era un tipo figo&quot;, ricorda Bayliss.  &quot;Il mio obiettivo era provare ad arrivare nel mondiale Superbike: quando &egrave; successo non mi aspettavo di fare un passo del genere cos&igrave; presto. La prima volta che sono entrato a far parte della squadra ho avvertito molta pressione. Con il tempo ho iniziato a trovarmi a mio agio, sono arrivate le prime soddisfazioni e le cose hanno iniziato ad andare per il verso giusto.  &ldquo;La maggior parte della mia carriera l&rsquo;ho trascorsa in Ducati: un sacco di italiani e anche gli europei amano questa scuderia. Quando ho conquistato ottimi risultati con Ducati sono diventato abbastanza famoso. Penso di essere stato molto fortunato a poter correre con questa Casa, si tratta di un ottimo marchio: &egrave; stato davvero un bel connubio. Penso di essere un ambasciatore fedele&rdquo;, ha detto ancora Bayliss.  Moto sempre migliori   Alla domanda di come veda il campionato mondiale Superbike oggi, Troy Bayliss ha detto che &ldquo;&egrave; molto entusiasmante; la sicurezza &egrave; tanta e le moto hanno delle prestazioni sempre migliori. Ci troviamo in una situazione dove &egrave; molto difficile acquisire vantaggio per andare sempre pi&ugrave; veloce anche se lo sviluppo &egrave; continuo.&nbsp;  &ldquo;Sono tornato in gara due anni fa, &egrave; stato difficile e molto strano&rdquo;, aggiunge Bayliss.&nbsp;&ldquo;Sono sceso in pista nel campionato australiano ma prima avevo gareggiato come wildcard nel 2015 per divertirmi un po&rsquo;. Sono davvero felice anche adesso quando posso andare a fare un giro, soprattutto con Oli! Sta crescendo, &egrave; all&#39;esordio e lo vedo bene ma ha ancora tanta strada da fare...&rdquo; conclude Bayliss.  Figli di Troy crescono: Oli Bayliss wild card mondiale 

&quot;Sogno di tornare in moto, ma non ci vado da quasi un anno adesso&rdquo; dice il leggendario pilota australiano, che oggi compie 51 anni

Buon compleanno Troy Bayliss!

Non &egrave; ancora possibile, ad oggi, capire quando il Mondiale riprender&agrave; e Andrea Migno sta svolgendo la quarantena a casa sua, mantenendo la calma. Il pilota dello Sky Racing Team VR46 ha colto il positivo dalla restrizione che &egrave; stata imposta a tutti i cittadini italiani e spera di tornare presto ai suoi allenamenti quotidiani.  Come stai passando questo periodo di pausa forzata? &ldquo;Faccio quello che ci dicono di fare, sto a casa e devo dire che sto bene. Vedo molta gente che impazzisce con queste restrizioni, sta sempre sui social a fare dirette. Io invece sto bene, durante il giorno non so neanche dove tengo il telefono&rdquo;.  Cosa fai in queste giornate? &ldquo;Dormo tanto, e questa &egrave; la parte migliore delle 24 ore. Cerco di non svegliarmi troppo tardi per non perdere la giornata. Poi mi preparo, riordino, gioco alla playstation, leggo un po&rsquo;. Cerco di trarre un insegnamento da tutto. Non mi sembra tutto sto sacrifico restare a casa&rdquo;.  Cosa ti manca della tua routine quotidiana? &ldquo;Svegliarmi presto, fare colazione e poi andare subito in palestra. Mi manca quel bioritmo.&nbsp; A parte ovviamente gli allenamenti in moto&rdquo;.  Come pensi si svilupper&agrave; il calendario? &ldquo;Per annullare le Olimpiadi, gli Europei e altre manifestazioni di alto calibro, vuol dire che la situazione &egrave; ancora implacabile. Bisogna ancora capire quando si potr&agrave; tornare in pista. Sarebbe bello partire dal Mugello, l&rsquo;Italia &egrave; stato uno dei paesi inizialmente pi&ugrave; colpiti, potrebbe essere una bella coincidenza&rdquo;.  Che messaggio lanci ai tifosi? &ldquo;Una volta che la situazione sanitaria sar&agrave; migliorata, torneremo tutti a divertirci! Adesso bisogna fare quello che ci dicono: stare a casa. Non ci chiedono di fare dei grandi sacrifici. Cerchiamo il bello in tutto quello che abbiamo, ce n&rsquo;&egrave; comunque molto&rdquo;.  La MotoGP correr&agrave; al Mugello il 31 maggio? I risultati del sondaggio 

Il romagnolo sta seguendo diligentemente la quarantena e ha lanciato un messaggio a tutti gli appassionati del motorsport

Andrea Migno: &ldquo;Sarebbe bello ripartire dal Mugello&rdquo;

Come tutti gli italiani, anche Celestino Vietti Ramus sta osservando la quarantena e appena in tempo &egrave; riuscito a raggiungere Torino per poter stare in casa con i suoi genitori. Il 18enne ci ha raccontato come sta vivendo questo periodo difficile di pausa forzata e cosa pensa del campionato di Moto3 che speriamo possa ripartire in estate.  Come stai vivendo questo periodo di attesa? &ldquo;Sono riuscito a venire su a Torino, dove vivo con i miei genitori, per non stare a casa da solo a Tavullia. La mia routine &egrave; questa: mi sveglio al mattino, seguo le video lezioni di scuola, studio un po&rsquo; e poi pranzo. Nel pomeriggio per quello che posso, facendo degli esercizi a corpo libero. Cerco di tenermi attivo. E poi gioco un po&rsquo; alla playstation, soprattutto a Call of Duty o Fortnite. Gioco con i miei amici di qui, e qualche volta mi &egrave; capitato anche di giocare con Maro (Luca Marini, ndr)&rdquo;.  Cosa ti manca di pi&ugrave; in questo periodo? &ldquo;Sapere che a quest&rsquo;ora dovevamo essere dall&rsquo;altra parte del mondo a correre e invece siamo qui a casa e non possiamo fare nulla. &Egrave; dura. Dopo tutto l&rsquo;inverno in cui mi sono impegnato e ho fatto dei sacrifici, arriva il momento di iniziare e invece &egrave; come se fosse cominciata un&rsquo;altra pausa invernale. &Egrave; lunga&rdquo;.  Anche perch&eacute; adesso non si sa bene quando si inizier&agrave;&hellip; &ldquo;Vedendo come si sta evolvendo in tutta Europa la situazione, &egrave; un bel casino. Speriamo di poter disputare il campionato, intanto &egrave; stato posticipato il GP di Jerez&rdquo;.  Cosa ti aspettavi da questa stagione? &ldquo;Il mio obiettivo era quello di stare sempre nelle posizioni di testa, di essere sempre competitivo, trovando la costanza che ci &egrave; mancata lo scorso anno. Usando anche l&rsquo;esperienza che ho maturato proprio nel 2019&rdquo;.  Cosa ti manca della tua routine quotidiana? &ldquo;Andare in palestra al mattino con gli altri ragazzi dell&rsquo;Academy. Ormai quella era la mia ruotine gi&agrave; da oltre un anno&rdquo;.  Bezzecchi: &ldquo;Bisogna vincere la battaglia contro il virus&rdquo; 

Il giovane pilota dello Sky Racing Team VR46 &egrave; in Piemonte a fare la quarantena in famiglia, allenandosi come pu&ograve; e giocando alla playstation

Vietti: &ldquo;&Egrave; come se fosse iniziata un&rsquo;altra pausa invernale&rdquo;

Da questo 2020 Marco Bezzecchi veste i colori dello Sky Racing Team VR46 e in Qatar, nel primo GP stagionale, ha ben figurato salvo poi chiudere 12esimo. Il &ldquo;Bez&rdquo; sta passando la sua quarantena a casa, tra un po&rsquo; di allenamenti e qualche sfida alla playstation con gli altri ragazzi della VR46 Riders Academy, ecco cosa ci ha raccontato.  Come stai passando questa quarantena? &ldquo;Sto a casa, passo un po&rsquo; di tempo con la mia famiglia, mi alleno e provo a rendere il tempo il pi&ugrave; utile possibile per restare in forma. Non ho la palestra, ma riesco comunque a fare un po&rsquo; di esercizi&rdquo;.  Come trascorri le giornate? &ldquo;Dormo sicuramente un po&rsquo; di pi&ugrave;, non potendo andare in palestra al mattino. Il pomeriggio di solito lo dedico all&rsquo;allenamento, a volte anche un po&rsquo; in giardino, e poi magari la sera gioco alla playstation con gli altri ragazzi della VR46 Riders Academy&rdquo;.  Come consideri questa situazione dopo aver corso il GP del Qatar? &ldquo;Mi dispiace molto perch&eacute; durante l&rsquo;inverno avevo fatto un grande lavoro ed ero molto soddisfatto. Per&ograve; non ci possiamo fare niente, bisogna aspettare che si vinca la battaglia contro il virus. Bisogna solo rispettare le regole e superare questo momento&rdquo;.  A livello psicologico com&rsquo;&egrave; vivere questa situazione in cui non sai effettivamente quando tornerai in pista? &ldquo;Non so se &egrave; stato peggio per noi o per i piloti della MotoGP che non hanno proprio corso. Tocca superarla, certo &egrave; difficile perch&eacute; noi dell&rsquo;Academy ci vedevamo tutti i giorni, ci allenavamo sempre insieme, anche in moto. &Egrave; strano non poterli vedere. Ci sentiamo per telefono e speriamo che finisca in fretta&rdquo;.  Miller sull&#39;isolamento: &ldquo;Mi sembra di essere bloccato in purgatorio&rdquo; 

Il riminese sta dedicando pi&ugrave; tempo alla famiglia e invita tutti a rispettare le regole del decreto

Bezzecchi: &ldquo;Bisogna vincere la battaglia contro il virus&rdquo;

In Qatar la Honda numero 7 di Dennis Foggia ha tagliato il traguardo in nona posizione, dopo una gara piuttosto positiva, e ora il campionato &egrave; fermo a causa dell&rsquo;epidemia del coronavirus. Il romano ci ha raccontato come sta vivendo a Palestrina, in provincia di Roma, la sua quarantena e cosa spera di ottenere in questa stagione che speriamo, durante l&rsquo;estate, possa ripartire.  Come ti alleni durante questa pausa forzata? &quot;Corro intorno a casa e due o tre volte alla settimana mi alleno in moto. Abbiamo costruito una specie di pista con lo scotch un po&rsquo; rustica nel parcheggio. E poi faccio molto &ldquo;cardio&rdquo; perch&eacute; devo perdere un chilo per essere proprio fisicamente perfetto&quot;.  Come vedi questo 2020? &quot;Fino a due settimane fa lo vedevo bene, mi trovo bene con la squadra, sono contento. Sta aumentando sempre pi&ugrave; il feeling tra noi e con la moto, che &egrave; diversa dalla KTM&quot;.  Secondo te quante gare si faranno quest&rsquo;anno? Che idea ti sei fatto? &quot;Dicono che il minimo sindacale sia correrne tredici per poter assegnare il titolo iridato, speriamo si facciano. Questo era l&rsquo;anno del mio riscatto, non ci voleva, per&ograve; vedremo cosa succeder&agrave;. Al massimo correremo anche a dicembre. Per me qualunque data va bene, non &egrave; un problema&quot;.  Come vivi questa situazione di attesa? &quot;Pi&ugrave; che altro devo stare anche chiuso in casa, e questo dopo un po&rsquo; &egrave; frustrante. &Egrave; un po&rsquo; strano perch&eacute; non si ha neanche un quadro certo, non sappiamo quanto sar&agrave; effettivamente lungo il mondiale, non ci rester&agrave; che dare il massimo in ogni gara&quot;.  Che obiettivo ti eri posto a inizio stagione? &quot;Quest&rsquo;anno volevo puntare al titolo o finire al massimo sul podio iridato. Poi la prima gara &egrave; stata strana, sono partito indietro (19esimo) e ho chiuso in nona posizione, a causa di un errore commesso sul finale. &Egrave; stata una gara di passaggio, per risolvere alcuni dubbi che avevo in testa. &Egrave; stata una gara in cui ho avuto la certezza che posso stare l&igrave; davanti&quot;.  Sei con il team campione del mondo e le aspettative sul tuo conto sono alte, come la vivi? &quot;Bene, &egrave; una bella responsabilit&agrave;. I risultati del team sono straordinari, la squadra &egrave; competitiva. &Egrave; una grande famiglia&quot;.  Coronavirus, Mir: &ldquo;Vivo questa pausa come se fosse un&rsquo;opportunit&agrave;&rdquo; 

Il romano del team Leopard racing &egrave; nella sua citt&agrave; e ha trovato il modo per potersi allenare anche in moto

Dennis Foggia: &ldquo;Correrei in qualunque data pur di disputare il campionato&rdquo;

La stagione 2020 non &egrave; iniziata come sperava Tony Arbolino. Promessa della classe cadetta, il pilota di Garbagnate Milanese in Qatar ha lottato per il podio fino all&rsquo;ultimo giro, quando un contatto con il collega Binder l&rsquo;ha tagliato fuori dai giochi. Il 19enne ha cos&igrave; tagliato il traguardo in quattordicesima posizione, con l&rsquo;amaro in bocca e tanta voglia di rifarsi. Durante questa pausa forzata l&rsquo;abbiamo raggiunto telefonicamente, ed ecco come sta vivendo questo momento delicato a causa del Coronavirus.  Com&rsquo;&egrave; la situazione a Lugano? Qui ci sono restrizioni meno rigide rispetto a quelle che ci sono in Italia in questo momento. Qui puoi ancora andare a fare sport all&rsquo;aria aperta, ma il coronavirus &egrave; arrivato. Io cerco di stare in casa il pi&ugrave; possibile perch&eacute; &egrave; veramente una cosa che non si pu&ograve; gestire.  Come ti alleni in questo periodo? Continuo ad allenarmi due volte al giorno a casa, ma ovviamente non posso andare in palestra per allenare magari un certo tipo di muscolo. Non vedo tutti i giorni il mio allenatore, magari usciamo in bici e andiamo in montagna, ma teniamo sempre la distanza di sicurezza.  Quindi non puoi neanche girare in moto? No ovviamente. Avevamo in programma di andare a Barcellona, quando ancora era permesso, ma visto come si stavano mettendo le cose abbiamo evitato.  Qual &egrave; la tua giornata tipo in questo momento? La mia ruotine quotidiana la voglio mantenere, quindi la sveglia &egrave; alle 6 come sempre. Dalle 7.30 alle 10 mi alleno e faccio stretching, poi mangio e nel pomeriggio eseguo due allenamenti separati magari da un po&rsquo; di Netflix o un po&rsquo; di playstation, poi cena e si va a dormire.  Cosa comporta per un pilota trovarsi in questa situazione? Non comporta molto a livello fisico, ma &egrave; pi&ugrave; un discorso di testa. Io cerco sempre di fare di pi&ugrave; ogni giorno, ma in questo modo non riesco.  E come vivi il fatto che adesso non hai una data certa della prossima gara? Questo mi fa arrabbiare. Di solito quando torno a casa da un weekend mi metto subito a lavorare per il GP successivo, anche con il mio capotecnico che vive in Spagna, ma ora non possiamo farlo. Quando le cose saranno pi&ugrave; chiare, ci metteremo sotto.  La stagione 2020 per te &egrave; iniziata, in Qatar, con un risultato al di sotto delle aspettative. S&igrave;, ho sempre il pensiero fisso su come sono andate le cose quella domenica. Sono rimasto deluso per tutti i giri che avevo fatto preparandomi in vista dell&rsquo;ultimo giro, avevo gestito al meglio le gomme, stavo cercando di far soffrire meno la moto e guidare con un po&rsquo; pi&ugrave; tecnica per arrivare al grande finale. Mi girano le scatole, ero da podio, non da 15esimo posto. Fa male, ma penso che stiamo lavorando per un&rsquo;altra strategia di gara, vediamo se si potr&agrave; fare, non vogliamo pi&ugrave; una gara di gruppo.  Secondo te, quando si potr&agrave; tornare ora in pista? Per Jerez, il 3 maggio, la vedo molto dura. Penso che Jerez, Le Mans e il Mugello siano a rischio, probabilmente fino a giugno non si corre.  Marquez &ldquo;punge&rdquo; Lorenzo: &ldquo;Forse aveva timore della Honda&rdquo; 

L&rsquo;italiano che vive a Lugano ci ha raccontato come sta vivendo in Svizzera questo periodo, che tipi di allenamenti fa e ha infine commentato l&rsquo;unica prestazione del 2020

Arbolino: &ldquo;Mantengo sempre la mia routine quotidiana&rdquo;

Continuano le nostre interviste per la rubrica &ldquo;Storie di Quarantena&rdquo; ai piloti italiani che, seppur restando a casa, devono trovare un modo per proseguire con gli allenamenti in vista di quello che sar&agrave; l&#39;inizio dei vari Campionati, che al momento hanno visto le date cancellate o slittate in avanti.  &ldquo;Pressione e ansia&rdquo;   A dare il suo contributo &egrave; stato il giovane Luca Lunetta, vincitore del titolo CIV PreMoto3 nel 2019 e che quest&#39;anno inizier&agrave; la sua avventura nel Campionato Red Bull Rookies Cup.  Un esordio al quale Luca non vedeva l&#39;ora di prendere parte ma che al momento &egrave; rimasto in sospeso. I test che dovevano svolgersi dal 13 a 15 aprile sono stati rimandati e per adesso non ci sono notizie sulla prima gara in programma a Jerez il 4 maggio.  Luca, ci racconta quindi come sta affrontando questa quarantena: &ldquo;Questo periodo mi sta mettendo tanta pressione e ansia -&nbsp;dice - perch&eacute; dopo i test che avevamo fatto a Valencia non siamo pi&ugrave; saliti in moto quindi &egrave; gi&agrave; passato quasi un mese senza poter guidare&rdquo;.  &rdquo;La cosa pi&ugrave; importante adesso, per&ograve;, - prosegue - &egrave; fare il possibile per rimanere a casa e non uscire. Io da pilota rimango a casa. Nella mia famiglia esce solo mio padre per andare a fare la spesa&rdquo;.  L&#39;allenamento   Nonostante il periodo senza moto, gli allenamenti di Lunetta proseguono: &quot;A casa mi alleno - va avanti - anche se con meno attrezzi rispetto a quando andavo in palestra per&ograve; mi adatto. Mi alleno a corpo libero grazie a Marco Di Marcello che &egrave; il mio preparatore atletico e che mi ha fornito una scheda per poter fare i giusti esercizi&rdquo;.  &ldquo;Inizieremo quando ci saranno le condizioni giuste&rdquo;   E se la voglia di iniziare la sua nuova avventura nella Rookies Cup, &egrave; tanta, Luca sta affrontando la quarantena con le giuste motivazioni e sempre con la testa sulle spalle: &rdquo;Quando finir&agrave; tutto, e speriamo che finisca tutto, - conclude - potremo iniziare il campionato. Per me &egrave; azzardato iniziare il prima possibile e magari rischiare, quindi dobbiamo fare le cose con calma e quando la situazione si risolver&agrave; tutto potr&agrave; riprendere&rdquo;.  MotoGP, Rossi: &ldquo;Si potrebbe fare un campionato di 12-13 GP&rdquo; 

Il vincitore del CIV PreMoto3 2019 racconta il suo periodo di isolamento e la voglia di prendere parte alla Rookies Cup

Luca Lunetta: &ldquo;Per me &egrave; azzardato iniziare il prima possibile&rdquo;

Anche il diciannove volte Campione italiano di velocit&agrave; in salita Stefano Manici ha deciso di raccontarci come sta affrontando la sua quarantena da coronavirus.  Per lui, che vive a Parma, la situazione &egrave; molto complicata. Stefano, essendo anche team manager ha spiegato come anche il problema economico sia una realt&agrave; da affrontare e che andr&agrave; ad intaccare i team quando tutto questo sar&agrave; finito.  Il lutto in famiglia   &ldquo;La situazione qui a Parma &egrave; grave - spiega Stefano - e purtroppo anche la mia famiglia &egrave; stata travolta da questa pandemia che pochi giorni fa si &egrave; portata via anche mio suocero. Ovviamente questa tragedia ha fatto finire in secondo piano tutto il resto, ma in questi giorni ho ripreso piano piano ad allenarmi nella mia palestra anche se non sono ancora salito in moto&rdquo;.  &ldquo;Le gare sono la mia vita - va avanti - ma in questo momento non sono la priorit&agrave;. Credo che fino a giugno sar&agrave; difficile che si possa correre anche perch&eacute; una cos&igrave; lunga pausa di inattivit&agrave; per i piloti, necessiter&agrave; di un periodo di allenamento in pi&ugrave;. Per questo motivo le gare slitteranno ancora in avanti, per correre pi&ugrave; in sicurezza&rdquo;.  &ldquo;Ci saranno problemi con gli sponsor&rdquo;   Stefano parla quindi del suo team, ovvero il Manici Racing fondato nel 1999: &quot;Il mio team - prosegue - avrebbe dovuto prendere parte a tutto il Campionato Europeo in salita, al MES (Moto estate) e al CIVS con complessivi 5 piloti, ma al momento attuale la prima gara dell&rsquo;Europeo, che doveva svolgersi in Austria, &egrave; stata annullata mentre non si sa nulla n&eacute; del CIVS, n&eacute; del MES&rdquo;.  &quot;Quello che posso suggerire - conclude - &egrave; di ridurre le gare dei Campionati e di posticipare tutte le manifestazioni. Da team manager, poi, dico che ci sar&agrave; anche un altro grosso problema con gli sponsor. Non tanto per quanto riguarda quelli tecnici con i quali &egrave; gi&agrave; stato tutto predisposto, ma quelli economici risentiranno della situazione economica che si far&agrave; molto delicata e quindi molti rinunceranno. Questo anno sar&agrave; molto difficile da gestire. Mi auguro che presto, ne usciremo pi&ugrave; forti di prima&rdquo;.  Kiara Fontanesi: &ldquo;Non andare in moto &egrave; una scelta intelligente&rdquo; 

Il 19 volte campione del CIVS parla della situazione di isolamento sia da pilota che da team manager del Manici Racing

Stefano Manici: &ldquo;Tanti sponsor rinunceranno per problemi economici&rdquo;

Dopo un 2019 vissuto tra alti e bassi Simone Corsi &egrave; tornato in pianta stabile nel Mondiale, con il team Forward Racing alla guida della MV Agusta. La classe di Moto2, come anche la Moto3, ha potuto affrontare il primo GP stagionale, in Qatar l&rsquo;8 marzo, a cui ha fatto seguito una pausa forzata a causa dell&rsquo;epidemia del coronavirus in corso. Oggi il romano &egrave; costretto a stare a casa, come tutti gli italiani, dal decreto e ci ha raccontato come sta vivendo questo momento.  Com&rsquo;&egrave; andata la prima gara? &ldquo;Al di sotto delle aspettative mie e del team. Con l&rsquo;introduzione della nuova gomma anteriore, con diametro 125, abbiamo un po&rsquo; faticato. Come sappiamo il nostro progetto &egrave; giovane, quindi sfruttiamo questo tempo per lavorare e migliorare&rdquo;.  Dopo questa prima gara &egrave; iniziata questa pausa forzata, come stai vivendo questo stop? &ldquo;Non &egrave; facile, eravamo preparati, avevo un&rsquo;ottima forma fisica e questo stop di due o tre mesi non &egrave; facile da affrontare. Gli allenamenti vanno tutti riprogrammati, ed &egrave; difficile sia da un punto di vista fisico, sia da quello mentale per la concentrazione. Siamo fermi e non sappiamo quando ripartiremo&rdquo;.  Che tipo di allenamento svolgi? &ldquo;Pi&ugrave; che altro mi tengo in forma. Aspettiamo la data precisa per programmare bene tutto. Per il momento vado in bici a casa, con i rulli, e faccio un po&rsquo; di corpo libero con gli attrezzi. Meglio di niente&rdquo;.  Secondo te quando si ripartir&agrave; il campionato? &ldquo;Penso che il GP di Jerez sia troppo imminente, spero si possa ripartire dal Mugello, dal Gran Premio d&rsquo;Italia. Oppure dal GP di Catalogna, a Barcellona, ma ora la situazione &egrave; difficile ovunque, impossibile avere una data certa&rdquo;.  Tra le varie ipotesi c&rsquo;erano quelle di correre un GP a porte chiuse o disputare pi&ugrave; gare in uno stesso weekend. &ldquo;Per lo spettacolo non &egrave; mai bello correre a porte chiuse. A noi fa piacere correre quando c&rsquo;&egrave; gente, anche se gi&agrave; in Qatar non c&rsquo;era molto pubblico. Fare pi&ugrave; gare in uno stesso weekend non &egrave; male come soluzione, gi&agrave; che ci sei recuperi i Gran Premi che non hai fatto. Per correre tutti i 19 GP altrimenti dovresti correre ogni domenica&rdquo;.  A fine campionato dovrete affrontare due &ldquo;triplette&rdquo;: Giappone-Australia-Malesia e poi Austin-Argentina-Valencia, un finale senza dubbio impegnativo. &ldquo;Sar&agrave; dura fare tutti quegli spostamenti ma non c&rsquo;&egrave; problema. Se dobbiamo correre va bene anche cos&igrave;, la cosa pi&ugrave; difficile sar&agrave; la logistica per la squadra&rdquo;.  Rossi: &ldquo;Un figlio? Perderei un altro secondo a giro!&rdquo; 

Il pilota romano ha fatto un bilancio della prima gara svolta in Qatar e ha parlato di questa pausa forzata

Simone Corsi: &ldquo;Impossibile avere una data certa d&rsquo;inizio&rdquo;

Coronavirus e isolamento continuano, ad oggi, ad essere le due parole che pi&ugrave; frequentemente sentiamo durante la giornata. Per questo, abbiamo deciso di chiedere ai piloti di motociclismo come stanno affrontando questo particolare momento che vede tutte le varie gare dei campionati rimandate a data da destinarsi.  Ad arricchire la nostra rubrica &ldquo;Storie di Quarantena&rdquo; con il suo contributo, &egrave; stata anche la sei volte Campionessa Mondiale di Motocross femminile Kiara Fontanesi che da Parma, la citt&agrave; in cui vive con il compagno e la piccola Skyler, nata il 26 novembre 2019, ci ha raccontato il suo isolamento.  &ldquo;C&#39;&egrave; per tutti la paura&rdquo;   &ldquo;Stiamo cercando di vivere questa situazione il pi&ugrave; positivamente possibile - ha spiegato Kiara - anche se non &egrave; affatto facile, perch&eacute;, allenamenti a parte che secondo me ad oggi sono il problema minore c&rsquo;&egrave; per tutti la paura&rdquo;.  Kiara spiega quindi la situazione a Parma, molto complicata cos&igrave; come in gran parte del nord Italia: &ldquo;Non solo in tutta Italia ma a Parma dove vivo, - ha proseguito - cos&igrave; come in altre zone pi&ugrave; colpite, la gente che muore ogni giorno &egrave; veramente tanta. Sono morte anche molte persone che conosciamo&nbsp;per cui la paura c&rsquo;&egrave; ed &egrave; pi&ugrave; di quello che ci aspettavamo.&rdquo;  Gli allenamenti proseguono   La Fontanesi, insieme alle altre colleghe del WMXGP, quest&rsquo;anno &egrave; riuscita a disputare le prime due gare della stagione portando a casa un terzo posto a Matterley Basin e un secondo posto in Olanda. Adesso, lo stop forzato causa coronavirus ha visto lo slittamento di quelle che avrebbero dovuto essere le prossime tappe, ma per i piloti, l&rsquo;allenamento non pu&ograve; di certo fermarsi: &ldquo;In questo momento noi siamo tutti a casa, -ha concluso Kiara - io mi alleno qui facendo solo ed esclusivamente attivit&agrave; fisica, ovviamente in moto non ci sto andando e reputo una scelta intelligente non andarci fino a quando la situazione ospedali sar&agrave; migliorata oltre alle regole che permetteranno di potersi spostare. Quindi in questo momento mi tengo allenata dal punto di vista fisico e aspettiamo per capire un attimo come si evolver&agrave; la situazione&rdquo;.  #IoRestoACasa hot per Melandri e Fabrizio - FOTO 

La sei volte Campionessa mondiale di cross ci ha raccontato i suoi giorni in isolamento forzato allenandosi da casa ma senza mai guidare la moto

Kiara Fontanesi: &ldquo;Non andare in moto &egrave; una scelta intelligente&rdquo;

Proseguono le nostre interviste ai piloti delle varie discipline che in questo particolare momento in cui l&rsquo;Italia &egrave; attanagliata dalla morsa del coronavirus, hanno dovuto sospendere ogni tipo di attivit&agrave; in moto cos&igrave; come sono state sospese o hanno sub&igrave;to slittamenti, le gare dei vari Campionati.  &ldquo;Ero pronta a combattere con i piloti migliori&rdquo;   A raccontarci come sta vivendo questa situazione &egrave; stata Arianna Barale giovanissima pilota del team Pos Corse che quest&rsquo;anno, non appena ci saranno le condizioni per partire, prender&agrave; parte alla categoria PreMoto3 del CIV, ovvero il Campionato italiano di velocit&agrave;: &ldquo;Purtroppo - racconta - mai avrei pensato di dover vivere un momento cos&igrave;. Quest&rsquo;anno poi ero determinata ad allenarmi al meglio per poter presentarmi al via del CIV PreMoto3 pronta a combattere con i migliori piloti della categoria e invece sono qui che penso se il Campionato si far&agrave;, seppur ridotto, o se dobbiamo gi&agrave; pensare al 2021&rdquo;.  Gli allenamenti con il pap&agrave;   Arianna, che lo scorso 5 febbraio ha compiuto 13 anni, continua per&ograve; ad essere &ldquo;positiva&rdquo; e ha la speranza che presto tutto torni alla normalit&agrave;: &ldquo;Mentre sono a casa - va avanti - cerco di tenermi in allenamento per quanto possa andando in mountain bike nei campi intorno casa. Mio pap&agrave; mi ha disegnato artigianalmente dei circuiti, in pi&ugrave; cerco di mettere in pratica dentro casa gli esercizi che facevo in palestra senza per&ograve; utilizzare gli attrezzi. Credo che il rientro in pista sar&agrave; duro per tutti, e questo sar&agrave; ancora pi&ugrave; difficile in base ai mesi che ci toccher&agrave; stare fermi. In pi&ugrave;, come si pu&ograve; ben immaginare, anche gli sponsor naturalmente hanno bloccato i pagamenti visto il momento di totale crisi e incertezza. Non vedo l&rsquo;ora che questo incubo finisca&rdquo;.  Francesca Nocera: &ldquo;So cosa significa stare in isolamento&rdquo; 

La giovanissima pilota del team Pos Corse, che avrebbe dovuto prendere parte al CIV PreMoto3, racconta il suo periodo di quarantena tra gli allenamenti con il pap&agrave; e la mountain bike

Arianna Barale: &ldquo;Non vedo l&rsquo;ora che questo incubo finisca&rdquo;

Coronavirus e quarantena. Due parole entrate con prepotenza nelle&nbsp;nostre giornate, perch&egrave;&nbsp;questo nemico, tanto&nbsp;silenzioso quanto letale, si &egrave; fatto largo tra le nostre vite, sconvolgendo&nbsp;le nostre abitudini.&nbsp;Stare a casa, da opzione, &egrave; diventata necessit&agrave;, per arginare contagi e diffusione del virus.  Ma&nbsp;un momento cos&igrave; delicato come viene vissuto dai motociclisti per professione? Quanto pesa a un uno sportivo il distacco dalla propria moto? E come si fa ad allenarsi, senza uscire di casa, per prepararsi per una stagione che non si sa neanche se e quando comincer&agrave;?  Sono queste alcune delle domande che ci siamo posti e a cui abbiamo cercato di dare risposta intervistando alcuni protagonisti degli sport a due ruote.  Dal motocross alla pista, dal motomondiale alla Superbike, giorno dopo giorno, su questa pagina. vedrete comparire i racconti di motociclisti di ogni disciplina, et&agrave; e dove. Divisi, lontani, ma uniti&nbsp;in questa situazione. Con la speranza che se ne esca presto e si possa tornare a correre, pi&ugrave; forti e determinati che mai.&nbsp;  Ecco le storie esclusive che abbiamo raccolto per voi   Luca&nbsp;Marini: &ldquo;Lo sport va in secondo piano, prima c&rsquo;&egrave; la salute&rdquo;  Andrea Locatelli: &ldquo;Il ritorno in pista ideale? Una wild card nel CIV&rdquo;  Loris Capirossi: &ldquo;State in casa, l&rsquo;emergenza non &egrave; finita&rdquo;  Andrea Migno: &ldquo;Sarebbe bello ripartire dal Mugello&rdquo;  Celestino&nbsp;Vietti: &ldquo;&Egrave; come se fosse iniziata un&rsquo;altra pausa invernale&rdquo;  Marco Bezzecchi: &quot;Bisogna vincere la battaglia contro il virus&rdquo;  Dennis Foggia: &ldquo;Correrei in qualunque data pur di disputare il campionato&rdquo;  Tony Arbolino: &ldquo;Mantengo sempre la mia routine quotidiana&rdquo;  Luca Lunetta: &ldquo;Per me &egrave; azzardato iniziare il prima possibile&rdquo;  Stefano Manici: &ldquo;Tanti sponsor rinunceranno per problemi economici&rdquo;  Simone Corsi: &ldquo;Impossibile avere una data certa d&rsquo;inizio&rdquo;  Kiara Fontanesi: &ldquo;Non andare in moto &egrave; una scelta intelligente&rdquo;  Arianna&nbsp;Barale: &ldquo;Non vedo l&rsquo;ora che questo incubo finisca&rdquo;  Francesca Nocera:&nbsp;&ldquo;So cosa significa stare in isolamento&rdquo; 

Il dilagare del Coronavirus ha chiuso in casa miliardi di persone. Ma come stanno vivendo questo momento i piloti professionisti? Ecco cosa ci hanno raccontato alcuni dei protagonisti delle discipline a due ruote

Storie di Quarantena: come vivono&nbsp;la pandemia i piloti

La quarantena forzata a causa del coronavirus, costringe tutti ma proprio tutti a restare a casa, anche i piloti delle varie categorie motociclistiche che in questo periodo avrebbero dovuto gareggiare, dopo una preparazione atletica e mentale andata avanti per tutto l&rsquo;inverno.  &ldquo;Situazione difficile&rdquo;   Tra questi c&rsquo;&egrave; la bergamasca Francesca Nocera, pilota del team Ghidinelli Racing e atleta del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato: &rdquo;Come ben sapete - racconta Francesca che abbiamo raggiunto telefonicamente - a Bergamo la situazione &egrave; davvero complicata. Quindi stare a casa, in isolamento, fino a che la situazione non si sia calmata, credo che sia la cosa pi&ugrave; sensata da fare, per noi atleti e non solo. In questo momento la priorit&agrave; dovrebbe essere la salute&rdquo;.  Francesca parla quindi delle gare che avrebbe dovuto affrontare quest&rsquo;anno, sia nel Campionato italiano di Motocross, ma anche le tappe italiane del Mondiale WMXGP, che si augura potranno tornare a svolgersi regolarmente non appena tutto sar&agrave; finito: &rdquo;Le gare del Campionato italiano - prosegue - non sappiamo quando riprenderanno, invece il Campionato Mondiale sar&agrave; a luglio. Come per tutte le ragazze, la voglia di tornare a correre &egrave; davvero tanta, ma ripeto, la priorit&agrave; adesso &egrave; sempre e comunque la salute!&rdquo;.  Per questo Francesca, nonostante la quarantena cerca di trovare il giusto spirito per affrontare le giornate, facendo allenamento fisico, ma anche esercitandosi in cucina ai fornelli e perch&eacute; no godendosi qualche buon piatto cucinato direttamente da lei.  &ldquo;So cosa significa stare in isolamento&rdquo;   Del resto, questa ragazza davvero forte e caparbia, non tanto tempo fa si &egrave; ritrovata ad affrontare un momento davvero difficile per ci&ograve; che ha riguardato la sua salute e quindi sa bene cosa stia passando chi in questo momento &egrave; stato colpito dal coronavirus e magari &egrave; da solo in un letto di ospedale: &rdquo;Mi sono gi&agrave; ritrovata ad affrontare una situazione simile - prosegue Francesca aprendo il suo cuore - forse un po&#39; pi&ugrave; complicata mentalmente. Dopo aver fatto una particolare terapia sono stata messa in una stanza in isolamento, senza alcun oggetto. Ho abbracciato i miei genitori e per una settimana non ho pi&ugrave; potuto vedere nessuno, solo un medico che mi lasciava il cibo fuori dalla porta e le medicine. Dopo una settimana sono stata dimessa, ma vista la terapia appena fatta ero radioattiva, quindi potevo essere un pericolo per gli altri, cos&igrave; sono dovuta stare altri giorni in isolamento senza poter vedere o toccare nessuno, neppure il mio cane. In tutto sono stata 21 giorni da sola. Vi dico questo per farvi capire che restare a casa in questo momento &egrave; una fortuna per tutti e anche rinunciare agli allenamenti in moto per qualche settimana non &egrave; poi cos&igrave; difficile. Come &egrave; successo agli altri potrebbe accadere anche a noi, quindi stiamo a casa e andr&agrave; tutto bene&rdquo;.  Guardando a tempi migliori   Infine Francesca, con la speranza nel cuore, pensa al futuro, a quando tutto sar&agrave; finito e potr&agrave; tornare finalmente alla normalit&agrave;, e quindi anche in moto: &rdquo;Riprender&ograve; per bene gli allenamenti - conclude - non appena la situazione si calmer&agrave;, se verr&agrave; fatto, sicuramente prender&ograve; parte alla tappa del Mondiale che si svolger&agrave; a Maggiora e ovviamente anche alle gare del Campionato italiano se verranno disputate. Ho tanta voglia di tornare a divertirmi in moto. Nessuna aspettativa per le classifiche, voglio solo tornare ad essere competitiva!&rdquo;  Bautista: &quot;&Egrave; il momento di pensare agli altri, restate a casa!&rdquo; 

La cinque volte campionessa italiana di motocross racconta il suo periodo di quarantena tra allenamenti, cucina e tanta voglia di tornare in moto

17 risultati per 'quarantena'

Esclusivo, Roberto Locatelli: “Da sportivi, aspettiamo un’altra gara”

Marini: “Lo sport va in secondo piano, prima c’è la salute”

Locatelli: “Il ritorno in pista ideale? Una wild card nel CIV”

Esclusivo, Capirossi: “State in casa, l’emergenza non è finita”

Buon compleanno Troy Bayliss!

Andrea Migno: “Sarebbe bello ripartire dal Mugello”

Vietti: “È come se fosse iniziata un’altra pausa invernale”

Bezzecchi: “Bisogna vincere la battaglia contro il virus”

Dennis Foggia: “Correrei in qualunque data pur di disputare il campionato”

Arbolino: “Mantengo sempre la mia routine quotidiana”

Luca Lunetta: “Per me è azzardato iniziare il prima possibile”

Stefano Manici: “Tanti sponsor rinunceranno per problemi economici”

Simone Corsi: “Impossibile avere una data certa d’inizio”

Kiara Fontanesi: “Non andare in moto è una scelta intelligente”

Arianna Barale: “Non vedo l’ora che questo incubo finisca”

Storie di Quarantena: come vivono la pandemia i piloti

Francesca Nocera: “So cosa significa stare in isolamento”