Fino al 2019, il mese di aprile ha rappresentato il periodo dell&rsquo;anno pi&ugrave; amato dagli amanti, come il sottoscritto, delle gare stradali irlandesi. L&rsquo;ultimo sabato di aprile era tradizionalmente scelto per inaugurare il calendario delle Irish Nationals con la Cookstown 100, il meeting motociclistico pi&ugrave; antico d&rsquo;Irlanda tra i pochi che &ndash; prima della pandemia &ndash; ancora si disputavano.   La prima edizione risale al 15 giugno 1922, un gioved&igrave;: a imporsi sul circuito di Sherrygroom, vicino Stewartstown, sulla distanza di 30 miglia (48 km) fu Tom Mallon con una Sunbeam. Dal 2001 si utilizza l&rsquo;Orritor Circuit da 2,1 miglia (3,38 km) che le Superbike percorrono in meno di un minuto e 23 secondi: il record assoluto appartiene a Michael Dunlop, che nel 2013 con una Honda complet&ograve; un giro a 147,22 km/h. Il pilota pi&ugrave; vincente alla Cookstown 100 &egrave; invece Ryan Farquhar, impostosi la bellezza di 26 volte, una dozzina in pi&ugrave; di Ray McCullogh, del compianto William Dunlop (fratello di Michael) e di Barry Davidson.  La storia di Carl Fogarty al Tourist Trophy  L&#39;edizione 2011   Farquhar fece la storia nell&rsquo;edizione 2011, quando si disputarono 17 gare. Un numero insolito per gli standard continentali ma in linea con la filosofia irlandese di concedere a tutti, anche ai debuttanti, un quarto d&rsquo;ora di gloria: quel giorno andarono in scena diverse gare etichettate come Junior e Senior Support (per i piloti alle prime armi), oltre alle finali B di Supersport, Supertwins e Superbike. I primi a scendere in strada furono i piloti delle 125. Dopo due gare minori e la 250, entrarono in scena le mille. Cameron Donald fu il pi&ugrave; abile allo scatto ma subito dopo fu infilato da Farquhar che conserv&ograve; il comando fino al traguardo: con lui sul podio l&rsquo;australiano e Guy Martin, di ritorno alla Cookstown 100 dopo un&rsquo;assenza di sette anni, entrambi a meno di un secondo. Grazie a quel successo il portacolori della KMR Kawasaki eguagli&ograve; lo storico record di Joey Dunlop di 156 successi tra Irish Nationals e Internationals che resisteva dal 2000, anno della sua morte in Estonia.  Nemmeno il tempo di rifiatare e Farquhar sal&igrave; in sella alla sua Kawasaki 450 con la quale conquist&ograve; una facile vittoria: nove secondi il suo vantaggio su Seamus Elliott. Dopo aver lasciato spazio alle moto classiche (prima le 250 poi le 350), Ryan si schier&ograve; in pole in Supersport: &quot;Anche quella &egrave; stata una battaglia tra me e Cameron e sono arrivato a mettere il ginocchio sull&rsquo;erba ma ne ho avuto abbastanza per resistere&quot;. Ancora una volta Donald fu secondo ma ad appena 175 millesimi e Martin terzo con Michael Dunlop nuovamente quarto, anch&rsquo;egli sotto il secondo. Decisamente un altro sport rispetto agli altri, distanziati di oltre 17 secondi in otto giri.  Il quartetto si ritrov&ograve; per la gara numero tredici, la principale della giornata. Farquhar non si fece beffare alla partenza ma un errore in staccata alla prima curva consent&igrave; a Michael Dunlop di infilarlo. Recuperata la testa, Ryan la conserv&ograve; per tre giri. Ma nei quattro seguenti Dunlop torn&ograve; davanti, salvo essere scavalcato all&rsquo;ultimo giro. Il pilota di Dungannon trionf&ograve; con 151 millesimi su Michael e 588 su Guy, autore del nuovo record sul giro. A quel punto restava la ciliegina sulla torta, la Supertwins che Farquhar si papp&ograve; con quasi 10 secondi su Andy Farrell: &quot;Cinque vittorie su cinque partenze, non c&rsquo;&egrave; niente di meglio. Se poi si aggiungono le vittorie a Scarborough (sette, la settimana precedente all&rsquo;Oliver&rsquo;s Mount, nde), non avrei potuto chiedere un inizio d&rsquo;anno migliore. Le gare sono state molto difficili e ho dovuto lavorare duramente perch&eacute; tutti i migliori piloti erano qui, il che rende i risultati ancora pi&ugrave; soddisfacenti&quot;.  Quota 160   Con l&rsquo;en plein Farquhar (nella foto) sal&igrave; a 160 vittorie, quattro in pi&ugrave; della Leggenda. Guy Martin invece si dovette accontentare di tre podi, condizionato da altrettante partenze in seconda fila: &quot;Non possiamo essere delusi. Abbiamo imparato molto sulle moto e stabilito un nuovo record sul giro. Sono un pilota e voglio vincere ma stiamo facendo progressi e questo fine settimana &egrave; servito allo scopo. Non volevo correre rischi inutili anche se mi sentivo a mio agio&quot;.  Quella (s)volta che: Zarco e una carriera che non lascia indifferenti 

<p>Parliamo di corse su strada e del pokerissimo con cui Farquhar super&ograve; i 156 successi irlandesi di Joey Dunlop</p> 

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Quella (S)volta che: Farquhar superò la leggenda