        Ora &egrave; ufficiale, dopo tante chiacchiere e illazioni, il team GoEleven ha annunciato l&rsquo;ingaggio di Andrea Iannone per la stagione SBK 2024. Il contratto, che prevede un solo anno di legame tra il team ed il pilota di Vasto, con la possibilit&agrave; di rinnovo per una seconda stagione, mette fine alle speculazioni sul futuro dell&rsquo;ex ufficiale Ducati MotoGP. I 4 anni di squalifica stanno per terminare e cos&igrave; Andrea potr&agrave; finalmente tornare in gara a 34 anni, ma negli ultimi 10 altri due piloti hanno scontato una squalifica per doping e sono poi rientrati in gara provando a riprendersi il loro posto in cima alle classifiche. James &ldquo;Bubba&rdquo; Stewart Per gli &ldquo;stradisti&rdquo; il nome pu&ograve; non dire niente, ma per gli appassionati di fuoristrada invece rievoca ricordi di battaglie e gare spettacolari nella prima decade del nuovo millennio tra AMA Supercross e National. Stewart &egrave; il secondo pilota pi&ugrave; vincente della storia del Supercross con 68 successi, tra 450 e 250, alle spalle solo di Jeremy McGrath. &Egrave; inoltre l&rsquo;unico ad aver vinto almeno una gara in 10 stagioni del Supercross ed il primo pilota nero della Storia del motorsport a conquistare un titolo mondiale vincendo nel 2006 il FIM World Supercross Championship, anticipando di un paio di stagioni Sir Lewis Hamilton iridato in F1 nel 2008. Stewart fu un personaggio divisivo, ruppe l&rsquo;egemonia di Ricky Carmichael e si impose molto presto come punto di riferimento sia del Supercross che del motocross a stelle e strisce. Tutto questo fino al 2014 quando dopo la gara del National a Seattle risult&ograve; positivo all&rsquo;anfetamina. La sostanza era presente in un farmaco che &ldquo;Bubba&rdquo; assumeva regolarmente sotto prescrizione medica: l&rsquo;Adderall. Nonostante fosse regolarmente prescritto la federazione non avvall&ograve; l&rsquo;esenzione medica e Stewart venne squalificato per 16 mesi. Al suo rientro, vistosamente fuori forma, riusc&igrave; comunque ad imporsi nel RedBull Straight Rhythm 2015, una gara 1vs1 su una sezione ritmica di 800 metri in cui 32 piloti si sfidano in un tabellone tennistico ad eliminazione diretta. Provando a prepararsi per la stagione del Supercross per&ograve; inizia a ricadere in infortuni che ne avevano gi&agrave; segnato il corpo durante i suoi anni migliori, ci&ograve; nonostante si present&ograve; al via della stagione 2016 ed alla prima gara riusc&igrave; a tener testa a Ryan Dungey, che nel frattempo era esploso diventando il riferimento della categoria in sella alla KTM ufficiale. Nel corso del Main Event i due si scontrarono violentemente e fu proprio Stewart a riportare le conseguenze peggiori, finir&agrave; la stagione tra infortuni e noie meccaniche senza riuscire pi&ugrave; a brillare. Dopo un silenzio durato mesi nell&rsquo;aprile del 2019 annuncia il suo ritiro dalle gare.  MOTOGP: MARQUEZ SVELA LA MOTO CHE GUIDER&Agrave; NELLA PROSSIMA STAGIONE Continua nella pagina seguente &nbsp; Anthony West Ancora pi&ugrave; incredibile &egrave; la storia dell&rsquo;australiano, squalificato due volte dalla FIM, con l&rsquo;ex Kawasaki MotoGP che si trasferisce in Brasile pensando di aggirare la squalifica che viene poi fatta applicare anche in Sud America. Il #13 annunci&ograve; il ritiro in contrasto con la Federazione Motociclistica Internazionale salvo poi ripensarci e tornare alle corse nel FIM EWC con Maco Racing Team. Anthony West non ha bisogno di troppe presentazioni:&nbsp;australiano classe 1981 ha militato per oltre 15 stagioni nel motomondiale. Dalla 125 alla 500, passando per la 250 e la MotoGP fino a tornare in Moto2 terminata l&rsquo;esperienza nella top class. L&rsquo;australiano venne squalificato per la prima volta a fine ottobre del 2012 quando la FIM comunic&ograve; che a seguito di un test effettuato dopo il GP di Francia il 20 maggio dello stesso anno sarebbero stati tolti tutti i punti conquistati da Le Mans a quel momento aggiungendo un ulteriore mese di squalifica che lo costringer&agrave; a rinunciare al finale di campionato. Tornato in pista sempre con la SpeedUp nel 2013 si vide cancellare, praticamente a campionato finito, tutti i risultati ottenuti fino al 19 ottobre 2013 sempre per la positivit&agrave; alla metilexaneamina dopo la gara di Le Mans dell&rsquo;anno precedente. West a questo punto continua a correre da prima sempre in Moto2 per poi trasferirsi nuovamente nel paddock delle derivate di serie dove aveva gi&agrave; corso nel 2009 riuscendo a vincere due gare. Anche l&rsquo;avvenuta nella Supersport &egrave; per&ograve; interrotta da una nuova positivit&agrave;, questa volta alla cocaina dopo il round di Misano Adriatico del 2018. L&rsquo;australiano si &egrave; sempre dichiarato innocente, anche dopo le controanalisi che hanno per&ograve; confermato il risultato delle prime. Solo pi&ugrave; tardi il suo amico Jacobo Suarez confess&ograve; di aver &ldquo;corretto&rdquo; lui un bicchiere di Anthony per cercare di dargli pi&ugrave; forza in un momento complicato, dopo la caduta in un vortice di depressione ed alcolismo tanto da meditare pi&ugrave; volte il suicidio. La squalifica sarebbe dovuta terminare nel settembre del 2020 ma venne allungata di 6 mesi dopo che West, nonostante la squalifica della FIM, corse diversi round del campionato brasiliano. Nel 2019, dopo la condanna che sembrava aver messo fine alla sua carriera, Anthony West annunci&ograve; il ritiro dalle competizioni con una lettera d&rsquo;accuse alla Federazione Motociclistica Internazionale dove sosteneva di essere vittima di un complotto. Il &ldquo;ritiro&rdquo; dura solamente poco pi&ugrave; di un anno perch&eacute; nel 2021 &egrave; al via dell&rsquo;ASBK, il campionato nazionale australiano Superbike mentre in questa stagione &egrave; addirittura tornato in Europa correndo nel FIM EWC con il team Maco Racing raccogliendo anche buoni risultati.  SBK: PER GO ELEVEN ED IL CAMPIONATO IANNONE &Egrave; UNA SCOMMESSA GI&Agrave; VINTA Continua nella pagina seguente &nbsp; Doping e motociclismo, cosa ci insegnano questi casi? Andrea Iannone contrariamente a Stewart e West ha dovuto scontare molto pi&ugrave; tempo lontano dalle gare, e questo potrebbe senza dubbio incidere sulla prontezza ad inizio campionato. Il talento del pilota di Vasto per&ograve; &egrave; per&ograve; paragonabile pi&ugrave; a quello di James Stewart che quello di Anthony West e quindi immaginarsi un Andrea Iannone tutto sommato abbastanza competitivo fin da subito, come fu per l&rsquo;afroamericano, non &egrave; impossibile. Certo, per Iannone sar&agrave; tutto nuovo: moto, gomme, team e paddock ma se c&rsquo;era un team nel quale poteva trovare un ambiente in cui poter lavorare con seriet&agrave; e serenit&agrave; agli obiettivi, questo &egrave; proprio GoEleven. Per i verdetti &egrave; presto, quello che pi&ugrave; conta ora per il motociclismo e soprattutto per quello tricolore &egrave; aver riabbracciato un pilota dall'indiscutibile talento e con la fame di voler dimostrare di poter ancora valere una sella nel mondiale.&nbsp;  SBK, LAVILLA: "DUCATI RIAVR&Agrave; I GIRI MOTORE, SENZA NOVIT&Agrave; QUALCUNO AVREBBE LASCIATO"       

Quello del pilota di Vasto &egrave; l&rsquo;ultimo caso di rientro dopo la positivit&agrave; ai test antidoping: in tempi recenti sono 2 i piloti che sono tornati in pista

Iannone può tornare a vincere dopo la squalifica? I precedenti

Era novembre del 2020 quando il TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport, di Losanna squalificava per quattro anni il pilota Andrea Iannone, trovato positivo al doping dopo il Gran Premio della Malesia del 2019. Oggi l&rsquo;abruzzese continua a stare lontano dalle corse, ma non dal paddock e a Misano &egrave; andato a salutare Aprilia, squadra con cui correva nel momento dell&rsquo;accaduto e che l&rsquo;ha supportato in tutto e per tutto.  Continua a essere un pilota   &ldquo;&Egrave; difficile spiegare come sto&rdquo; ha dichiarato al giornale spagnolo As.com. &ldquo;&Egrave; come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide ogni giorno, perch&eacute; non mi lasciano fare quello che sapevo fare meglio, ovvero andare in moto&rdquo;. La lontananza dal suo mondo, dove &egrave; sportivamente cresciuto, &egrave; pesante per il 31enne: &ldquo;Mi manca ogni giorno. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota&rdquo;.    Iannone: &ldquo;&Egrave; stata commessa un&#39;ingiustizia&quot;   La squalifica durer&agrave; ancora per poco pi&ugrave; di un anno e mezzo e Iannone ha ammesso: &ldquo;Mi manca correre. Ma non posso continuare a pensarci, perch&eacute; altrimenti mi uccido o impazzisco completamente&rdquo;. Su una cosa per&ograve; &egrave; certo: &ldquo;&Egrave; stata commessa un&#39;ingiustizia. Quello che mi &egrave; successo deve essere un esempio per il nostro sport e dev&rsquo;esserci una soluzione per il futuro. Bisogna fare qualcosa per impedire che qualcuno si trovi di nuovo in questa situazione ingiusta&rdquo;.  Che nessuno viva pi&ugrave; quello che sta vivendo lui, da innocente: &ldquo;La mia innocenza &egrave; provata. La FIM mi ha considerato innocente. C&rsquo;&egrave; stata una contaminazione alimentare. Non &egrave; che io dica di essere innocente. Lo dicono gli altri e anche la prova del capello che mi hanno fatto&rdquo;. Vive giorno per giorno oggi Andrea ed &egrave; difficile per lui fare pensieri su quello che succeder&agrave;: &ldquo;Spero di tornare, ma non so se come pilota. &Egrave; difficile pensarci adesso&rdquo;.  MotoGP Misano, Marquez: &quot;Le Ducati sono bestiali, bisogna studiarle&quot; 

Il pilota abruzzese ha parlato di come sta vivendo questa pesante squalifica e questo capitolo della sua vita che lo vede lontano dalle corse

MotoGP, Iannone: &ldquo;Difficile spiegare come sto&rdquo;

Il mondo dello sport italiano &egrave; stato oggi scosso dalla notizia dell&rsquo;archiviazione del processo penale a carico di Alex Schwazer, scagionato dunque dalle accuse di doping che lo perseguitavano dall&rsquo;oramai lontano 2016. Il Gip del Tribunale di Bolzano non si &egrave; limitato a tale decisione, ma ha anche criticato aspramente la Wada e Iaaf, accusandole di aver agito in maniera autoreferenziale e di aver alterato i campioni di urina del marciatore altoatesino.  Tutto questo non ha potuto non destare l&rsquo;attenzione di Andrea Iannone, che proprio su indicazione della Wada &egrave; stato condannato a quattro anni di squalifica dal Tas di Losanna. &ldquo;Queste situazioni accadono da tempo - si &egrave; sfogato Andrea nelle sue storie Instagram - e quindi questo sistema va fermato per il bene degli atleti, che da una vita fanno sforzi sia fisici che mentali senza essere dopati&rdquo;.  Iannone: &quot;Mafia nello sport pi&ugrave; grande dello sport stesso&rdquo;   &ldquo;Sicuramente ci sono atleti che si dopano - prosegue il pilota di Vasto nella sua invettiva - ed altri che non lo fanno. I primi &egrave; giusto che vengano puniti, mentre non &egrave; giusto che i secondo paghino soltanto perch&eacute; oramai la mafia presente nello sport &egrave; pi&ugrave; grande dello sport stesso. Questo sistema fa veramente schifo&rdquo;.  Parole al vetriolo quelle di Iannone, ovviamente vicino emotivamente al marciatore, che a differenza dell&#39;abruzzese ha potuto per&ograve; mettere la parola fine alla propria vicenda. Per il numero 29 invece il futuro appare ancora nebuloso, tra proposte dal mondo dello spettacolo e possibili nuove vesti nel mondo delle moto.  CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO COMPLETO  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp; 

L&#39;abruzzese ha detto la sua sull&#39;archiviazione del caso dell&#39;altoatesino: &quot;E&#39; giusto che gli atleti dopati paghino, non quelli che non lo sono. Questa sistema va avanti da tanto e va fermato&quot;

Caso Schwazer, Iannone: &ldquo;Il sistema fa schifo, la mafia &egrave; pi&ugrave; grande dello sport&rdquo;

Non deve essere stata un&rsquo;estate particolarmente rilassante per Simone Folgori. Il responsabile FMI per il Campionato Italiano Velocit&agrave; ha dovuto convivere&nbsp;circa un mese con un punto di domanda piuttosto pesante: quello relativo a&nbsp;un&rsquo;eventuale squalifica da infliggere al pilota pi&ugrave; famoso del campionato, quel Michele Pirro che oltre ad essere collaudatore della Ducati MotoGP (e anche wild-card dalle buone presentazioni, in alcuni round mondiali) &egrave; stato, fino a ieri, anche il leader della classifica generale della classe Superbike del CIV. Un episodio che, se da un lato conferma l&rsquo;assoluta trasparenza da parte degli organizzatori e dei commissari nell&rsquo;applicare il regolamento (anche il leader non &egrave; intoccabile), dall&rsquo;altra potrebbe avere spiacevoli strascichi. Un capoclassifica squalificato, per giunta nella classe &ldquo;regina&rdquo; del CIV, non &egrave; mai un bel trofeo da mostrare. Ne abbiamo parlato proprio con Folgori, appena diffusa la nota ufficiale del Giudice Sportivo.  - La squalifica di Pirro &egrave; un segnale importante sulla &ldquo;neutralit&agrave;&rdquo; del CIV ma a livello sportivo non &egrave; un bell&rsquo;episodio. Concorda? &ldquo;Assolutamente. E&rsquo; stata una decisione difficile a livello sportivo e umano ma lo sport &egrave; fatto innanzitutto di regole ed &egrave; nostro dovere rispettarle e fare rispettare. Poi c&rsquo;&egrave; il lato umano: mi dispiace molto per il pilota e il suo team che hanno sempre creduto tanto nel nostro campionato&rdquo;.  - Nella nota c&rsquo;&egrave; scritto che &egrave; certo l&rsquo;utilizzo del motore irregolare da parte di Pirro e del suo team anche nelle prime quattro tappe della stagione. Tecnicamente com&rsquo;&egrave; stato possibile verificarlo? &ldquo;Ogni pilota pu&ograve; utilizzare al massimo tre motori per tutto il campionato. Dall&rsquo;inizio della stagione e fino al round di Misano, Pirro per&ograve; ha utilizzato sempre lo stesso come abbiamo potuto verificare dall&rsquo;analisi dei sigilli posti sui motori. Il giudice, quindi, ha esteso la squalifica a tutti i round&rdquo;.  - Non &egrave; strano che nella fiche d&rsquo;omologazione non siano indicate le specifiche e le misure del pezzo incriminato? &ldquo;Assolutamente no, niente di strano. E&rsquo; prassi consolidata. Ci sono alcune misure che non vengono indicate dalle industrie per vari motivi. Per esempio ci sono alcune quote millimetriche di componenti che uscendo da linee di produzione industriale non &egrave; possibile certificare con esattezza. Ed &egrave; per questo che poi si usano i cosiddetti pezzi master per le verifiche. Questi pezzi sono depositati presso la Federazione Internazionale e per questo i tempi delle verifiche si sono purtroppo allungati. Abbiamo dovuto attendere il loro arrivo, cos&igrave; come quello dei pezzi forniti dalla Ducati, in un periodo di ferie generali&rdquo;.  - Da parte della Federazione Internazionale, del Barni Racing Team e soprattutto della Ducati c&rsquo;&egrave; stata massima collaborazione e disponibilit&agrave;? &ldquo;In maniera assoluta e trasparente. Tutte le parti in causa, Team Barni, Team Motocorsa, la Federazione Internazionale e la Ducati hanno fornito la massima collaborazione in tutte le fasi, permettendo le migliori verifiche possibili. E voglio ringraziarli pubblicamente&rdquo;.  &nbsp; 

Il responsabile del CIV ha spiegato i motivi della squalifica del leader della Superbike in seguito all&rsquo;irregolarit&agrave; riscontrata a Misano, sulla sua Ducati, in sede di verifica &nbsp;

Folgori (FMI): &ldquo;Pirro? Duro colpo ma applicate le regole&rdquo;

Come un fulmine a ciel sereno. L&rsquo;episodio destinato a cambiare le sorti della stagione del CIV arriva al rientro dalle vacanze. La categoria interessata &egrave; la &ldquo;regina&rdquo; del campionato nazionale, ovvero la Superbike e il pilota e la moto protagonisti della diatriba sono Michele Pirro e la Ducati del Barni Racing Team. Non certo nomi &ldquo;qualsiasi&rdquo;. Si tratta infatti del binomio che ha fin qui dominato pi&ugrave; di met&agrave; stagione, vincendo sei gare su sei della categoria Superbike e destinato, fino ad oggi, a conquistare agevolmente, con un round d&rsquo;anticipo, il titolo italiano 2016.  STAGIONE COMPROMESSA - Fino ad oggi, appunto. Perch&eacute; alla vigilia della settima e dell&rsquo;ottava tappa stagionali (su dieci), in programma questo week-end sul circuito di Imola, &egrave; arrivata dalla FMI la conferma ufficiale di una squalifica pesante nei confronti della Ducati guidata da Pirro. Una decisione che segna irrimediabilmente la stagione e i sogni di gloria del pugliese e del team guidato da Marco Barnab&ograve;.&nbsp;  I FATTI &ndash; E&rsquo; il 31 luglio quando a Misano, al termine del sesto round del CIV, i Commissari Tecnici FMI decidono di verificare le Ducati di Pirro (Barni Racing Team e di Matteo Baiocco (Team Motocorsa). E&rsquo; una procedura di routine, prevista dal regolamento: ad ogni tappa i commissari hanno il diritto di controllare nei minimi particolari i mezzi (di solito i primi tre classificati) di una determinata categoria. In occasione di Misano, spetta alla Superbike.&nbsp;  QUALCOSA NON VA - Durante le verifiche, i commissari notano una differenza tra il condotto di aspirazione scarico montato sulla Panigale di Pirro e sulla quella di Baiocco. Il regolamento, in questi casi, parla chiaro: deve essere &ldquo;come originariamente prodotto dal Costruttore per il motociclo omologato&rdquo;. C&rsquo;&egrave; discrepanza tra i due pezzi e quindi, presumibilmente, uno dei due &egrave; stato modificato.&nbsp;  IL SEQUESTRO &ndash; Il problema &egrave; che nella fiche d&rsquo;omologazione consegnata dalla Ducati, le dimensioni regolari del pezzo &ldquo;incriminato&rdquo; non sono specificate. Serve quindi il pezzo originale che, il 31 luglio sera, la FMI non riesce a verificare. Per questo motivo, le teste dei motori delle due Ducati di Pirro e Baiocco vengono sequestrati dai commissari e, contestualmente, la Federmoto chiede sia alla FIM (depositaria dei pezzi consegnati dal Costruttore ad inizio anno) che alla stessa Ducati quattro teste originali per procedere con il confronto.  LE VERIFICHE &ndash; Arrivate in FMI il 26 agosto, sono state prese in esame dai commissari ed &egrave; stata fatta una comparazione con le due sequestrate il 31 luglio. Risultato? Dalle verifiche &egrave; stata riscontrata un&rsquo;irregolarit&agrave; sul pezzo della Ducati di Pirro, mentre quella di Baiocco &egrave; risultata conforme.  LA SQUALIFICA &ldquo;MULTIPLA&rdquo; &ndash; A causa di questa irregolarit&agrave;, Pirro &egrave; stato squalificato per il round 6. Ma non &egrave; finita qui. Da regolamento, nella classe Superbike del CIV &egrave; possibile utilizzare tre motori per tutto l&rsquo;arco della stagione. Fino alla gara del Mugello del 3 luglio, ovvero il quarto round del 2016, il Barni Racing Team aveva punzonato e utilizzato un solo motore. Il 30 luglio a Misano, ne ha punzonato un secondo, con cui Pirro ha corso sabato il quinto round mentre il giorno dopo (sesto round) &egrave; tornato ad utilizzare il primo propulsore, quello delle prime quattro gare. E quello preso in esame dai commissari in sede di verifica.&nbsp;  CONSEGUENZE - Per questo motivo, oltre alla sesta tappa, &egrave; stato accertato l&rsquo;utilizzo del motore irregolare da parte di Pirro anche nelle prime quattro gare della stagione e quindi la squalifica &egrave; stata applicata per cinque delle sei gare fin qui disputate da Pirro. Che, da leader del campionato, si ritrover&agrave; ora a guardare tutti dal basso della classifica. E, fatto ancora pi&ugrave; determinante, senza possibilit&agrave; di lottare per il titolo, visto che ci sono in ballo ancora solo 100 punti e che servirebbe un &ldquo;miracolo&rdquo; per raddrizzare la stagione: con la classifica rivista, il pugliese arriver&agrave; a Imola con 25 punti e, anche se dovesse riuscire a vincere le quattro restanti sfide, chiuderebbe a 125. Baiocco, nuovo leader, &egrave; gi&agrave; a quota 87&hellip;  Letto il regolamento, la FMI ha applicato le regole e non sembra esserci spazio per il ricorso. Certo che questo episodio &egrave; destinato a far parlare paddock, appassionati e addetti ai lavori.&nbsp; Noi cercheremo di approfondire il tema sul sito, nelle prossime ore, sia con la FMI che con il Barni Racing Team.&nbsp;  &nbsp; 

In occasione del sesto round di Misano, i commissari FMI avevano trovato un condotto di aspirazione scarico irregolare. In seguito alle verifiche, il Giudice Sportivo Nazionale ha cancellato i risultati di cinque gare, a cui il pugliese ha preso parte con il motore &ldquo;incriminato&rdquo;

CIV: squalifica pesante per Pirro, addio titolo SBK

Il giapponese Nakagami ha tagliato il traguardo della Moto2 in seconda posizione a Losail ma, dopo la gara, un controllo tecnico sulla sua moto ha rilevato l&rsquo;uso di un sistema di aspirazione non regolamentare.  Mike Webb, direttore di gara: &ldquo;Dopo ogni GP, abbiamo un controllo tecnico e il direttore tecnico invia una relazione alla Race Direction. C&rsquo;era qualcosa di irregolare nel sistema di aspirazione sulla moto di Nakagami cos&igrave; la decisione della Direzione Gara &egrave; stata quella di squalificarlo dalla corsa.&rdquo;  Webb ha escluso la malafede della squadra, Honda Team Asia:  &ldquo;E&rsquo; stato un semplice errore. La parte della moto interessata non seguiva le stesse specifiche previste dal regolamento. Il team ha frainteso quella data sezione in cui &egrave; descritto l&rsquo;utilizzo e ha pensato che sarebbe consentito. E&rsquo; stato solo un malinteso, ma purtroppo la parte utilizzata era contro i regolamenti. Il team ha fatto ricorso contro la Direzione Gara ovviamente, in quanto hanno il diritto di appellarsi alla FIM. Quest&rsquo;ultima valuta ascoltando le parti in causa; alla fine, ha poi confermato la decisione Direzione Gara, quindi la nostra decisione &egrave; divenuta effettiva e l&rsquo;ordine di arrivo &egrave; stato modificato.&rdquo;

6 risultati per 'squalifica'

Iannone può tornare a vincere dopo la squalifica? I precedenti

MotoGP, Iannone: “Difficile spiegare come sto”

Caso Schwazer, Iannone: “Il sistema fa schifo, la mafia è più grande dello sport”

Folgori (FMI): “Pirro? Duro colpo ma applicate le regole”

CIV: squalifica pesante per Pirro, addio titolo SBK

Squalifica a Nakagami: le motivazioni