Per diventare top manager in un paddock come quello della MotoGP, servono idee e visioni in grado di abbagliare tutti. Livio Suppo non si &egrave; limitato a firmare una mossa in grado di identificare una carriera, ma si &egrave; spinto a due: la scommessa Casey Stoner ai tempi della Ducati, ripagata subito dal titolo del 2007, e il debutto di Marc Marquez sulla Honda MotoGP, e anche in quel caso i risultati furono immediati.&nbsp;&nbsp;  Il piemontese ha deciso di lasciare il paddock a fine 2017, senza rimpianti, e di fronte allo stallo - e alla possibile crisi - per la pandemia del coronavirus, forse non rimpiange il suo vecchio ambiente: &quot;&Egrave; difficile prevedere quando si potr&agrave; tornare alla vita quotidiana. E per uno sport come la MotoGP, che prevede spostamenti in tutto il Mondo per 2000 persone che arrivano da tanti Paesi differenti, le cose sono ancora pi&ugrave; complicate. Spero si corra un buon numero di gare a partire dall&rsquo;estate&quot;.&nbsp;&nbsp;  Le previsioni, finora, sono state tutte di carattere economico, con le possibili perdite: ma una pausa cos&igrave; lunga, cosa pu&ograve; comportare per un pilota?&nbsp;  &quot;Questa inattivit&agrave; avr&agrave; sicuramente il suo peso. Inoltre la situazione peser&agrave; sui piloti che non hanno ancora rinnovato per il prossimo biennio e per lo stesso Valentino Rossi che deve ancora decidere cosa fare del suo futuro&quot;.&nbsp;&nbsp;  La tua carriera manageriale in MotoGP si pu&ograve; dividere in due parti: quella in Ducati e quella successiva in Honda. Hai lavorato con due piloti capaci di segnare le rispettive epoche, Stoner e Marquez.&nbsp;&nbsp;  &quot;Due dei talenti pi&ugrave; grandi degli ultimi anni. Caratterialmente, direi che sono diametralmente opposti. Marc &egrave; molto Solare, Casey &egrave; incline a essere pi&ugrave; chiuso, lui viveva in maniera pi&ugrave; difficile qualunque cosa. Marc riesce a vivere la vita, non soltanto lo sport, con una positivit&agrave; incredibile, e secondo me &egrave; la sua forza principale&quot;.&nbsp;&nbsp;  Hai un ricordo in particolare di entrambi? Partiamo da Stoner.&nbsp;&nbsp;  &quot;Con Casey ricordo la sera di Motegi 2007, quando si laure&ograve; campione del Mondo. Eravamo a cena e assapor&ograve; un calice di vino rosso, l&rsquo;unico bicchiere di alcol dell&rsquo;intera giornata. Mi disse che si stava rendendo conto di aver vinto il Mondiale e che avrebbe anche guadagnato un sacco di soldi. Era un ragazzino di 21 anni all&rsquo;epoca, e invece di festeggiare come un matto per tutta la notte, era tranquillissimo&quot;.&nbsp;&nbsp;  E Marquez?&nbsp;  &quot;Di Marc ricordo che quando firmammo il primo contratto, nel 2011, gli dissi che apprezzavo il suo essere cos&igrave; carino e spontaneo, ma che probabilmente sarebbe cambiato con il passare del tempo, i soldi e il successo. Quando ho lasciato la MotoGP lui, che aveva gi&agrave; vinto quattro titoli in cinque anni, non era assolutamente cambiato. &Egrave; apprezzabile che un pilota che diventa ricco e famoso in pochi anni, mantenga i piedi cos&igrave; per terra&quot;.&nbsp;  Suppo: &ldquo;Marquez e Stoner? Caratteri opposti, Marc vede tutto positivo&rdquo;  Immaginiamoli uno contro l&rsquo;altro, chi vincerebbe il titolo?&nbsp;  &quot;Credo che Marc avrebbe un vantaggio, proprio per la capacit&agrave; di superare i momenti difficili con positivit&agrave;. Se Casey avesse vissuto le difficolt&agrave; in maniera meno angosciosa, avrebbe vinto di pi&ugrave;. Se nel 2008 a Laguna Seca (dove cadde mentre duellava con Rossi, nde) fosse rimasto tranquillo, senza voler mostrare a tutti i costi di essere velocissimo, avrebbe potuto vincere il titolo. A livello di talento sarebbe stato bellissimo vederli assieme, e se Casey non si fosse ritirato a fine 2012 avrebbero corso assieme in Honda&quot;&quot;.&nbsp;&nbsp;  Immagini Marquez sulla Ducati, un giorno?&nbsp;  &quot;Marc lo vedo bene su qualunque moto, &egrave; un talento unico, in grado di adattarsi rapidamente. Come del resto &egrave; stato Casey, che passato dalla Ducati alla Honda and&ograve; subito fortissimo&quot;.&nbsp;&nbsp;  Secondo te Marquez cambier&agrave; moto, prima o poi?&nbsp;  &quot;Ha appena firmato un rinnovo di quattro anni, verrebbe da dire che la sua intenzione &egrave; rimanere tutta la vita con la Honda. Se avesse avuto voglia di cambiare, questa probabilmente sarebbe stata l&rsquo;et&agrave; giusta. Chiss&agrave;&quot;.&nbsp;&nbsp;  Hai lavorato in Ducati, che ricordo hai di quell&rsquo;ambiente?&nbsp;  &quot;Il ricordo pi&ugrave; bello &egrave; che eravamo un&rsquo;azienda veramente piccola, ed economicamente Ducati Motor non era cos&igrave; potente. Con Filippo Preziosi e Claudio Domenicali costruimmo l&rsquo;avventura della MotoGP. Un&rsquo;altra cosa che ricordo &egrave; la totale dedizione al lavoro di Filippo. Nel 2000, quando decidemmo che saremmo andati in MotoGP, ebbe l&rsquo;incidente che lo releg&ograve; sulla sedia a rotelle. Appena gli fu possibile, torn&ograve; in ufficio e lavorava dalle nove del mattino alle nove di sera. Per una persona in quelle condizioni fisiche &egrave; un impegno veramente mostruoso. &Egrave; stato un esempio dal punto di vista lavorativo ma anche come persona. Mi dispiace molto che dopo il periodo di Valentino in Ducati sia stato lui a pagare il conto. Filippo &egrave; passato dall&rsquo;essere universalmente riconosciuto come un genio &ndash; nel 2007 sembrava il Dio della MotoGP &ndash; a essere dimenticato in pochissimo tempo&quot;.&nbsp;&nbsp;  Secondo te oggi cosa manca alla Ducati per vincere?&nbsp;  &quot;La stessa cosa che manca alla Yamaha, alla Suzuki&hellip; Negli ultimi tre anni Andrea Dovizioso ha chiuso al secondo posto, cio&egrave; davanti a tutti gli altri. Il problema &egrave; che in questi anni con Marc non si vince. Quando c&rsquo;&egrave; un pilota che ha quel qualcosa in pi&ugrave; rispetto a tutti gli altri, fa una gara a s&eacute;. E se guardiamo i risultati delle altre Honda, &egrave; ancora pi&ugrave; evidente la differenza che Marquez riesce a fare&quot;.&nbsp;&nbsp;  Qual &egrave; stato il pilota che ha incarnato gli ideali per il tuo modo di intendere le corse?&nbsp;  &quot;Nicky Hayden. Eravamo diventati amici e se n&rsquo;&egrave; andato troppo presto. Lui e la sua famiglia avevano un modo di vivere le corse veramente totalizzante. Nicky era maniacale, se vedeva che Stoner andava pi&ugrave; forte sulla stessa moto e pensava che fosse un problema legato al peso, faceva di tutto per perdere qualche chilo, in maniera quasi ossessiva. Era una persona speciale, un vero signore. Aveva una gran voglia di farcela e credeva molto in se stesso. Ha vinto un Mondiale con costanza e abnegazione. Ricordo quando esord&igrave; in MotoGP nel 2003, all&rsquo;inizio a Sepang prendeva due secondi al giro e da quello &egrave; poi arrivato a essere campione del Mondo&quot;.&nbsp;&nbsp;    Quando l&rsquo;hai visto per l&rsquo;ultima volta?&nbsp;  &quot;Quando sostitu&igrave; Dani Pedrosa a Phillip Island, nel 2016, la domenica sera mi lasci&ograve; uno dei suoi caschi con scritto: &#39;Grazie per essere sempre stato al mio angolo&#39;.&nbsp;&Egrave; stato bello. A Nicky ho sempre voluto bene, l&rsquo;avevo voluto io in Ducati&quot;.&nbsp;  Cosa ti manca del paddock?&nbsp;  &quot;La parte che mi piaceva di pi&ugrave; del mio lavoro, cio&egrave; scegliere i piloti su cui puntare e tutto ci&ograve; che ne derivava&quot;.&nbsp;&nbsp;  Cosa non ti manca invece?&nbsp;  &quot;Il fatto di svegliarmi quasi tutte le mattine senza sapere dove fossi. Girare cos&igrave; tanto, dopo tanti anni &egrave; diventato molto pesante, in pi&ugrave; negli stessi posti. Ho calcolato di aver trascorso a Sepang un anno della mia vita&quot;.&nbsp;&nbsp;  Come pensi di aver contribuito all&rsquo;evoluzione della MotoGP?&nbsp;  &quot;Forse sono stato uno dei primi a svolgere il lavoro di dirigente in un team senza avere un background da pilota o senza essere cresciuto in quel settore. Ho portato una visione un po&rsquo; pi&ugrave; manageriale&quot;.&nbsp;&nbsp;  Qual &egrave; stata la tua soddisfazione pi&ugrave; grande?&nbsp;  &quot;In assoluto il Mondiale vinto con la Ducati. Adesso viene quasi criticata perch&eacute; non vince, ma quanto fatto a quei tempi fu incredibile. Basti pensare alla KTM, che economicamente ha pi&ugrave; risorse rispetto alla Ducati di quei tempi. La nostra fu un&rsquo;impresa. Con la Honda, invece, vincere era il minimo sindacale. Quando Shuhei Nakamoto mi chiese di firmare con loro mi disse che dovevamo risvegliare l&rsquo;HRC, perch&eacute; era sempre rimasta la stessa e si era un po&rsquo; addormentata. La potenza di fondo c&rsquo;era&quot;.&nbsp;&nbsp;  Sei sempre stato dal lato dei rivali di Rossi: come hai vissuto Valentino?&nbsp;  &quot;Vale lo conosco dal &lsquo;96, abbiamo &ldquo;esordito&rdquo; assieme nel Mondiale. Si parl&ograve; anche di una collaborazione, quando all&rsquo;epoca lavoravo per la Benetton. Ho una grandissima stima nei suoi confronti, bench&eacute; i social media, soprattutto nel 2015, mi vedessero come una sorta di anti-Rossi. Chiunque al mio posto avrebbe voluto lavorare con lui all&rsquo;epoca. Se uno non apprezza quello che Valentino ha fatto e continua a fare, &egrave; semplicemente matto&quot;.&nbsp;  Suppo: &ldquo;Rossi ha portato i tifosi violenti in MotoGP&rdquo;  Pensi che per lui sia arrivato il momento del ritiro?&nbsp;  &quot;Oggi Vale sta nei primi cinque. Se si deve ritirare lui, allora lo dovrebbe fare anche la maggior parte della griglia. Credo si debba soltanto togliere questa sorta di condanna di vincere il decimo Mondiale. Non credo oggettivamente che possa ancora giocarsi un titolo, lui come tutti gli altri&quot;.&nbsp;&nbsp;  Fossi ancora in Ducati, come gestiresti il mercato?&nbsp;  &quot;Questa situazione di stallo &egrave; un grosso problema per loro. Sui social, i &#39;leoni da tastiera&#39; fanno in fretta a dire che il loro problema sono i piloti, ma nel 2019 la Ducati &egrave; stata in testa al Mondiale dei team fino all&rsquo;ultima gara. Se si guardano i piloti disponibili in giro, credo che quelli attuali non siano assolutamente da cambiare. Purtroppo &egrave; molto italiano questo atteggiamento, &egrave; difficile dare a Cesare quel che &egrave; di Cesare, invece la Ducati sta svolgendo un ottimo lavoro&quot;.  Rossi: &ldquo;Passai in Yamaha per dimostrare di essere forte&rdquo; 

&quot;Il problema della Ducati &egrave; lo stesso di Yamaha e Suzuki: un rivale contro il quale&nbsp; non si vince. oltretutto Marc non ha intenzione&nbsp;di lasciare la Honda. Rossi merita rispetto, ma non deve pi&ugrave; pensare al decimo titolo&quot;

Livio Suppo:&nbsp;&ldquo;Contro Marquez non si vince&rdquo;

Tornare a parlare della gare del passato &egrave; spesso piacevole, ma farlo ripensando alla gara MotoGP di Sepang del 2015 &egrave; un vero e proprio tasto dolente, anche a distanza di cinque anni. Questa volta, a tornare sul GP che vide coinvolti Valentino Rossi e Marc Marquez in un contatto e che scaten&ograve; molte polemiche tra piloti e tifosi &egrave; stato Livio Suppo, ex team manager Honda, che quel 25 ottobre 2015 si trovava all&#39;interno del box della Casa Alata.  &ldquo;Valentino cerc&ograve; il contatto con Marc&rdquo;   &ldquo;La prima impressione &ndash; spiega Suppo a BT Sports &ndash; quando ci fu il contatto &egrave; che Valentino lo stesse cercando. Dette uno sguardo per vedere dove si trovava Marc, ma quel che &egrave; fatto &egrave; fatto. Fu un weekend davvero indimenticabile. &Egrave; facile dimenticare che Marquez aveva solo 22 anni quando tutti si sono rivoltati contro di lui&ldquo;.  Tifosi violenti   E proprio a proposito di quanto accadde dopo la gara, riguardo agli attacchi che vennero fatti a Marquez, Suppo incolpa i tifosi di Rossi: &ldquo;Storicamente, i fan di un pilota hanno sempre rispettato gli altri piloti perch&eacute; erano tutti visti come eroi - prosegue -. Rossi &egrave; un grande eroe, ma ha portato nel nostro sport un tipo di tifosi violenti che seguono le moto per lui e le capiscono solo con lui in pista.&rdquo;   &quot;Some of Valentino&#39;s friends were really aggressive with Marc and came in shouting into the garage.&quot;  &quot;Rossi is such a big hero, it has brought to the sport some kind of hooligans.&quot;  It&#39;s easy to forget M&aacute;rquez was only 22 when he had the world against him...#TheGreatestYears pic.twitter.com/dO2tTlZ4rv &mdash; MotoGP on BT Sport (@btsportmotogp) May 10, 2020    Tifosi aggressivi con Marquez   Il team manager Honda torna quindi a parlare della gara di Sepang: &rdquo;Ci fu molta confusione - conclude -, perch&eacute; alcuni amici di Valentino diventarono molto aggressivi con Marc, entrarono nel nostro box gridando e incolpandolo per quello che era successo. Poi siamo dovuti andare in Race Direction ed &egrave; stata la prima volta che Marc e Vale si sono visti dopo quello che era successo&rdquo;.  Lorenzo: &ldquo;Rossi-Marquez? Dall&#39;Argentina 2015 &egrave; cambiato tutto&rdquo; 

L&#39;ex team manager Honda &egrave; tornato a parlare della gara di Sepang del 2015 dove ci fu il contatto tra Rossi e Marquez, incolpando Valentino degli attacchi a Marc

Suppo: &ldquo;Rossi ha portato i tifosi violenti in MotoGP&rdquo;

Ex manager di Honda e Ducati, Livio Suppo ha conquistato grandi successi con entrambe le marche grazie ai quali sono state scritte nuove pagine di storia del motociclismo. Con la casa di Borgo Panigale ha vinto il primo (e finora unico) titolo piloti con Casey Stoner; con la casa alata ha vinto sia con Stoner sia con Marc Marquez, fin dal debutto.  Marquez vs Stoner   Intervistato da Sky Sport ha paragonato i due piloti e ha raccontato: &ldquo;Dal punto di vista caratteriale Marc e Casey sono diametralmente opposti: il primo &egrave; sempre positivo, sempre contento, riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno. Casey ha un carattere pi&ugrave; difficile, &egrave; pi&ugrave; facile che si arrabbi e che quindi se qualcosa va storto aumenti la negativit&agrave;. Marc, invece, riesce a trasformare in positivo anche le cose che vanno storte, secondo me &egrave; il vantaggio pi&ugrave; grosso di Marc, che non ha caso ha vinto 6 degli ultimi 7 Mondiali. Riesce sempre ad ottenere il massimo e soprattutto a superare i momenti difficili con facilit&agrave;. In ogni caso trasmette sempre positivit&agrave; e questo in uno sport dove la testa dei piloti &egrave; cos&igrave; importante &egrave; fondamentale&rdquo;.  Nel 2014 Marquez ha iniziato la stagione vincendo tutte le prime dieci gare disputate, un episodio pi&ugrave; unico che raro: &ldquo;Una cosa simile l&#39;avevo vissuta con Casey Stoner in Ducati nel 2007, quando vinse 8 gare delle prime 13. Piloti come Marc, Casey o Rossi nei primi anni 2000 sono talmente forti da poter vincere potenzialmente tutte le gare. Poi difficilmente succede per vari motivi, ma quando sono cos&igrave; forti &egrave; normale che vincano tante gare, Rossi ai tempi d&#39;oro ne vinceva almeno 12 all&rsquo;anno. &Egrave; quasi pi&ugrave; strano quando non vincono&rdquo;.  Chi &egrave; Marc?   &Egrave; bastato un episodio per capire chi &egrave; Marc Marquez: &ldquo;Mugello 2013, quando cadde sul rettilineo a pi&ugrave; di 250 km/h. Disteso nella via di fuga alz&ograve; il braccio e noi pensavamo che volesse fare un segno per tranquillizzare i genitori, per fargli capire che stava bene. In realt&agrave; quando &egrave; tornato ai box mi ha detto che aveva alzato il braccio per dare indicazioni al box di preparare la seconda moto! Uno che appena ha visto la morte di faccia, si ferma nella ghiaia e pensa a voler risalire subito in moto, questo &egrave; Marc&rdquo;.  Marquez su Rossi: &ldquo;Amici? Non se lottiamo per lo stesso obiettivo&rdquo; 

L&rsquo;ex manager ha parlato del campione della forza di Marc Marquez, ha fatto un paragone tra lui e Casey Stoner e ha raccontato un aneddoto&hellip;

Suppo: &ldquo;Marquez e Stoner? Caratteri opposti, Marc vede tutto positivo&rdquo;

A fine campionato 2017 ha appeso la casacca Honda al chiodo, ma nonostante Livio Suppo non sia pi&ugrave; il team manager della casa alata, resta un personaggio di spicco nel mondo del motociclismo. In Honda era approdato nel 2010, diventando prima Direttore del Marketing e della comunicazione del gruppo HRC, e poi nel 2013 team principal di Repsol- Honda, vincendo insieme alla casa giapponese cinque titoli in Motogp nel campionato piloti e sei in quello costruttori. Una carriera stellata che si &egrave; fermata bruscamente a fine campionato scorso, ma dall&#39;alto della sua esperienza, Suppo pu&ograve; ancora parlare del team Honda e di ci&ograve; che succede al suo interno. Intervistato da Speedweek.com ha raccontato del fenomeno Marquez e del fatto che i produttori siano schiavi dei piloti di talento.    QUANDO IL TALENTO FA LA DIFFERENZA - &ldquo;Non &egrave; facile da spiegare &ndash; dice Livio Suppo a Speedweek.com parlando dei piloti in generale &ndash; ma pi&ugrave; talento ha un pilota pi&ugrave; potere ha. E pi&ugrave; potere ha pi&ugrave; &egrave; difficile lavorare con lui.&rdquo; Quindi i piloti hanno potere sulle loro squadre? &ldquo;In Motogp i produttori sono gli schiavi dei top rider. - prosegue l&#39;ex team manager - I piloti fanno una grande differenza. Se hai il pilota giusto, devi solo assicurarti che rimanga felice nella tua squadra. Quindi fa il miglior lavoro. Senza un buon pilota, non &egrave; possibile ottenere i migliori risultati. Il pilota in Motogp ha il 70% di possibilit&agrave; di far vincere la sua squadra, cosa che in Formula 1 &egrave; al contrario.&rdquo;    FENOMENO MARQUEZ &ndash; Quindi Livio Suppo si ferma a riflettere sulle grandi doti di Marc Marquez, non solo come pilota ma anche come persona, definendolo un ragazzo con tanta positivit&agrave; che non si &egrave; montato la testa. E quando il giornalista di Speedweek lo paragona a Casey Stoner e Dani Pedrosa per il suo talento e la sua indole, Livio risponde: &rdquo;Si sono d&#39;accordo. Marc &egrave; speciale. Il suo pi&ugrave; grande vantaggio &egrave; la sua personalit&agrave;. &Egrave; sempre positivo e attivo. Marc non si lamenta mai per pi&ugrave; di pochi minuti perch&eacute; ha una natura cos&igrave; positiva. Potrebbe essere mio figlio per et&agrave;, ma mi ha insegnato come essere sempre positivo. Non si &egrave; montato la testa sebbene sia giovane, di successo e ricco.&rdquo; 

L&#39;ex team manager Honda parla del potere dei piloti e del talento alla Casey Stoner di Marc Marquez

Livio Suppo: &ldquo;In MotoGP i produttori sono schiavi dei top rider&rdquo;

Una notizia data durante la conferenza stampa della Honda che si &egrave; tenuta oggi a Valencia e che lascia a bocca aperta l&#39;intero mondo dei motori. Livio Suppo, che &egrave; stato &ldquo;dietro&rdquo; ai pi&ugrave; grandi campioni di sempre, ha deciso di lasciare il mondo delle corse e di prendersi una pausa. E&#39; questa la decisione comunicata dal team manager Honda ad un giorno dalla vittoria mondiale di Marc Marquez. Una decisione alla quale tutti stentano a credere ma che Livio, 53enne di Torino ha deciso di prendere dopo una serie di riflessioni: &ldquo;Lascio il mondo delle corse di moto. Sento il peso della ripetitivit&agrave; di un lavoro bellissimo e ho bisogno di ricaricare le batterie. Voglio trascorrere un po&#39; di tempo con la mia famiglia.&rdquo; - ha dichiarato in conferenza stampa.  IL &ldquo;PAPA&#39;&rdquo; DI TANTI CAMPIONI &ndash; E&#39; stato lui il primo a credere in Casey Stoner e portarlo in Ducati facendo vincere alla casa italiana il titolo mondiale nel 2007. Sempre lui lo port&ograve; poi in Honda dove nel 2011 vinse un altro titolo iridato. E in Honda &egrave; rimasto per ben sette anni ed &egrave; stato il primo italiano ad essere team manager della casa alata. Una carriera che si pu&ograve; riassumere con una sola parola: strepitosa. Sua fu l&#39;idea di passare dalle gomme Michelin alle gomme Bridgestone quando faceva parte del team Ducati, e anche questa scelta si rivel&ograve; vincente. Caparbio, determinato, severo con i &ldquo;suoi&rdquo; piloti e al tempo stesso un amico: quando Marc Marquez arriv&ograve; nel 2013 in Motogp, a causa di una manovra un po&#39; azzardata ai danni del compagno di squadra Dani Pedrosa, lo defin&igrave; troppo aggressivo, ma poi &egrave; riuscito insieme a lui a far vincere alla Honda ben quattro titoli iridati.  IL MOMENTO GIUSTO PER LASCIARE - Per Honda sar&agrave; difficile trovare adesso un sostituto:&ldquo;Ho preso la mia decisione, - ha concluso Suppo - una scelta di vita dopo 22 anni trascorsi nel paddock del motomondiale. Per questo motivo voglio ringraziare Nakamoto che mi ha portato in Honda., E&#39; stato davvero un onore lavorare per HRC negli ultimi 8 anni, una grande esperienza professionale e umana. Lascio&nbsp;sapendo che nel 2018, Marc, Dani e la squadra saranno di nuovo competitivi. Adesso &egrave; arrivato il momento di cercare nuove sfide.&nbsp;&nbsp;Decisione che &egrave; arrivata nonostante il team manager avesse ancora un altro anno di contratto: &ldquo;credo che sia una decisione presa al momento giusto, Hrc ha tutto sotto controllo.&rdquo; 

La decisione ufficiale &egrave; stata comunicata dal team manager italiano durante una conferenza stampa Hrc che si &egrave; svolta a Valencia &nbsp;

Honda shock: Livio Suppo dice addio alla casa alata

Una stretta di mano fra Marquez e Rossi prima che parta la stagione? Sarebbe "positivo e auspicabile", almeno secondo Livio Suppo: il team principal della Honda &egrave; stato ospite nella redazione di LaPresse a Torino e&nbsp; ha tracciato un bilancio sulle prime due serie di test MotoGp a Sepang e a Phillip Island, ma ha anche parlato della rivalit&agrave; fra Marquez e Rossi.  "Mi ha fatto piacere leggere un'intervista alla mamma di Valentino in cui dice che vuole bene a Marc come a tutti i piloti", ha detto Suppo. "Sono ragazzi che hanno tutti la stessa passione e rischiano la vita e sarebbe un bel gesto. Marquez ha sempre detto di avere la coscienza a posto ed &egrave; disponibile a stringere la mano ma non dipende solo da lui. Valentino sembra invece ancora sulle sue, perdere un mondiale dopo che sei stato in testa per sedici gare su diciotto capisco che possa dare fastidio. Noi possiamo solo dare a Marquez una moto vincente, perch&eacute; l'unica cosa che lui vuole &egrave; vincere le gare e nient'altro.  "Alla fine i tifosi di Valentino continueranno a pensare sempre che aveva ragione lui e cos&igrave; quelli di Marc. Cosa &egrave; successo in realt&agrave; lo sanno solo loro due: spero si possa voltare pagina, nel nostro sport si rischia la vita e c'&egrave; sempre stato molto rispetto fra i piloti. Mi auguro che si riparta da zero nei test, Valentino ha gi&agrave; dimostrato di essere competitivo cos&igrave; come Marquez e saranno ancora l&igrave; a suonarsele di santa ragione ma come hanno sempre fatto in maniera sportiva. Speriamo che i tifosi capiscano che bisogna smettere di pensare a cosa accaduto e guardare avanti".  Fra un mese parte il mondiale. Come sono andati i test?  "Siamo quasi pronti, abbiamo altri 3 giorni di test in Qatar poi inizier&agrave; il mondiale. Per ora sono stati test anomali, ci sono molte cose nuove a partire dalle gomme Michelin al posto di Bridgestone e c'&egrave; un software unico per tutti i piloti. Noi abbiamo anche un motore nuovo, difficile da gestire ma che rende pi&ugrave; guidabile la moto. A Sepang abbiamo fatto un po' di fatica con il software, per fortuna gli ingegneri sono riusciti a comprendere meglio come farlo lavorare e alla fine Marc (Marquez, ndr) era molto soddisfatto. Dani (Pedrosa, ndr) su quella pista fa pi&ugrave; fatica ma siamo fiduciosi per i test in Qatar dove Ducati e Yamaha saranno competitive: da l&igrave; inizieremo a capire il livello di quest'anno".  In vista dell'inizio del mondiale, difficile dire se incideranno di pi&ugrave; le nuove gomme Michelin o l'elettronica.  "Le gomme saranno uguali per tutti, i piloti dovranno adeguarsi alle caratteristiche della Michelin", ha commentato Suppo. "Il software &egrave; invece in mano agli ingegneri e vedremo quali saranno stati i pi&ugrave; bravi. Ducati sulla carta ha qualche vantaggio perch&eacute; lavora insieme da anni con Magneti-Marelli ma servir&agrave; qualche gara per capire il livello e gli equilibri in campo.  "Storicamente nel nostro sport conta molto di pi&ugrave; il pilota della moto. Anche questi cambiamenti regolamentari alla fine cambieranno un poco gli equilibri ma i piloti pi&ugrave; forti saranno ancora gli stessi quattro", ha aggiunto Suppo. "Ducati inizialmente avranno un vantaggio ma anche lo scorso anno sono andati forte. La Suzuki ha Maverick Vinales che va molto forte, la moto sembra cresciuta come velocit&agrave; massima ma quello che liveller&agrave; le prestazioni sar&agrave; il software. Proprio questa novit&agrave; ha attratto altre case nel Mondiale: Suzuki &egrave; rientrata, Aprilia anche, Ktm ha annunciato che esordir&agrave; il prossimo anno e questo &egrave; un bene.  Parlando di piloti, Stoner potrebbe decidere di tornare a fare il Mondiale MotoGp?   "Con Casey &egrave; sempre difficile capire bene le sue intenzioni: io dubito, sebbene sia ancora molto giovane e veloce, voglia fare un mondiale intero. Non gli piaceva l'ambiente e stare tanto fuori casa ma gli piace guidare una moto che non riesce a starne lontano. Ha un talento incredibile, nei test &egrave; stato pi&ugrave; veloce delle Ducati in pista, ma non so se far&agrave; delle gare: per gli appassionati sarebbe una cosa bella".  Cosa si pu&ograve; fare per migliorare ancora la sicurezza dei piloti? Siete preoccupati per le forniture Michelin. E l'airbag per i piloti?   "Non ho dubbi sulla sicurezza delle gomme Michelin. Nel caso dell'incidente di Baz a Sepang, forse la gomma era troppo gonfia per per aumentare le prestazioni. E' una casa serissima, con una lunga esperienza in MotoGP e non ci saranno problemi. Per quanto riguarda la sicurezza sarebbe a mio parere auspicabile che l' airbag fosse obbligatorio. Ad oggi ci sono solo due case che lo forniscono, sono entrambe italiane e questo &egrave; un vanto: Alpinestar e Dainese".  L'anno prossimo ci sono quattro piloti in scadenza di contratto, quanto pu&ograve; incidere in questo mondiale? E Valentino continuer&agrave;?  "In realt&agrave; sono pi&ugrave; di 4 i piloti in scadenza, ci sono anche i due della Ducati e potenzialmente il prossimo anno potrebbero esserci grossi cambiamenti. E' presto per dirlo se avverr&agrave; o no: noi abbiamo gi&agrave; dichiarato che abbiamo una squadra che ci piace molto, con due piloti che &egrave; difficile trovarne di migliori. In Yamaha, Valentino ha gi&agrave; dato dei segnali forti che vorrebbe continuare altri 2 anni, Jorge vorrebbe firmare ancora prima del Qatar. In linea generale se Honda e Yamaha andranno bene, come credo accadr&agrave;, alla fine potrebbe succedere che alla fine siano solo tante parole per nulla. Se invece dovessero esserci degli exploit di Ducati o della stessa Suzuki allora qualche top rider potrebbe anche essere interessato a cambiare".  &nbsp;  &nbsp;

"Una stretta di mano fra Valentino Rossi e Marc Marquez sarebbe positiva e auspicabile", dice Suppo

Suppo: Voltare pagina

SIAMO alla vigilia della gara che segna il giro di boa del campionato ed &egrave; una prova che, sulla carta, &egrave; favorevole ai piloti della HRC. &Egrave; un momento delicato per la squadra corse della Honda, che sta aspettando una prestazione che faccia invertire la tendenza fino ad ora negativa. Abbiamo quindi chiesto a Livio Suppo, team principal del Team HRC, di fare un primo bilancio di una stagione che non sta andando secondo i piani.  Dove &egrave; nato l&rsquo;errore pi&ugrave; grave, quello da cui sono derivati tutti i guai? &laquo;&Egrave; nato a Sepang, in inverno. Non ci siamo accorti del problema: il telaio 2015, nella versione scelta da Marc, era molto &ldquo;estremo&rdquo;. Andava bene sul giro &ldquo;secco&rdquo; ma sulla distanza di gara era pi&ugrave; difficile da gestire. Avremmo dovuto ragionare con maggiore calma su questo aspetto: quel telaio andava molto bene a Sepang, non era altrettanto efficace su altre piste. Questo &egrave; stato il problema&raquo;.  Cosa rispondi a chi dice che Marquez &egrave; pericoloso? &laquo;Io non la penso cos&igrave;. &Egrave; molto aggressivo, cerca sempre di vincere, e averlo attorno nell&rsquo;ultimo giro &egrave; sempre un problema... Ma non &egrave; pericoloso. Bisogna andarci piano, a dire certe cose, perch&eacute; ci siamo gi&agrave; passati col Sic. In Spagna si era formata una corrente contro Marco, cos&igrave; come forse ora si forma una corrente italiana contro Marc e a favore di Valentino. Ma ci vuole calma: su certe cose bisogna riflettere&raquo;.   Riflettiamo. &laquo;B&eacute;, ad esempio a Barcellona Marc ha avuto quell&rsquo;episodio con Lorenzo, in frenata, ma lui dopo essere arrivato lungo ha deciso di uscire di pista proprio per non colpire Jorge; quindi lui ragiona, non &egrave; un matto. E non &egrave; pericoloso. Se lo fosse, lo avrebbe colpito. Vorrei ricordare un episodio analogo tra Dovizioso e Valentino ad Austin: nessuno ha detto che Dovi &egrave; pericoloso, anche se quella volta ha rischiato di tamponare Valentino&raquo;.  La fama di Marc &egrave; immeritata? &laquo;La sua fama &egrave; legata, credo, alla sua guida che &egrave; molto aggressiva. I piloti aggressivi ci sono sempre stati, era cos&igrave; anche Simoncelli. Sono dei lottatori. Anche Valentino ne ha fatte tante...&raquo;  Enrico Borghi  L'INTERVISTA COMPLETA A LIVIO SUPPO SU MOTOSPRINT N. 27 IN EDICOLA

Il team principal Honda dice la sua sull'episodio di Assen, Marquez, Stoner, Rossi, le mosse sbagliate e il futuro riscatto

Suppo, l'altra verit&agrave; su Marquez, Rossi e Stoner

da Jerez de la Frontera, Luca Bologna  Non lo vedremo sicuramente su una Honda nel 2015, ma per il 2016, chiss&agrave;. E' questo lo spiraglio lasciato aperto dal vice presidente di Honda Racing, Shuoei Nakamoto a Jerez.  Ma andiamo per ordine. In una conferenza stampa voluta dalla Honda, Nakamoto e Livio Suppo hanno risposto ad alcune domande su Pedrosa e anche su Stoner.  "Non c'era un mmotivo ragionevole - ha detto Suppo - per far tornare Pedrosa in questo gran premio. Dani ha fatto una prova con il motard luned&igrave; scorso e ha riscontrato ancora dei problemi al braccio. Siamo sicuri che Dani torner&agrave; ma solo quando sar&agrave; pronto".&nbsp;  Quindi &nbsp;quando torner&agrave; in concreto Pedrosa?  "Nei prossimi giorni vedremo e decideremo se potr&agrave; tornare a Le Mans, ma se non se la sentir&agrave; andremo avanti con Aoyama. Abbiamo la fortuna di avere un tester a tempo pieno che ha corso fino allo scorso anno, siamo contenti del lavoro che sta facendo per il momento".&nbsp;  E Stoner, torner&agrave;? Se si, quando?  "Il fatto di utilizzare Stoner o no - ha detto Nakamoto - &egrave; solo una decisione della Honda. Per il momento non correr&agrave;, poi vedremo. Se ci sar&agrave; l'occasione sar&agrave; nel 2016".&nbsp;  Dunque la Honda non considera assolutamente il rammarico del pilota australiano che lui stesso ha manifestato per non essere stato chiamato ad Austin. Ma Stoner correr&agrave; veramente alla Otto ore di Suzuka o far&agrave; i capricci, qualcuno lo ha chiamato?  "Non ho bisogno di chiamarlo - ha tagliato corto Nakamoto - abbiamo un contratto con lui per questo".&nbsp;  

Nakamoto e Suppo fanno il punto su Stoner e Pedrosa, lasciando uno spiraglio per il 2016 all'australiano

Nakamoto, per Stoner aspettiamo il 2016

 Il contatto fra Valentino Rossi e Marc Marquez e la caduta del pluricampione spagnolo: un colpo di scena nel GP d'Argentina, finito con la vittoria di Valentino e l'uscita di scena del pilota Honda. Ecco cosa dicono i rispettivi team manager Livio Suppo e Lin Jarvis. "La Race Direction ha detto si &egrave; trattato di un normale contatto di gara", spiega il&nbsp;Team Principal Livio Suppo. "Sapevamo che con la stessa gomma Valentino sarebbe stato pi&ugrave; veloce, quindi credo che abbiamo preso la decisione giusta: la nostra strategia era quella di partire bene, scappare via e cercare di amministrare il vantaggio. Tutto sembrava andare per il verso giusto e ci aspettavamo di vedere una bella lotta tra Marc e Valentino, ma queste cose possono accadere.   "Nel warm-up abbiamo visto che Valentino era pi&ugrave; veloce con la gomma extra dura, cos&igrave; abbiamo provato con una diversa opzione che ha quasi funzionato. Le gare sono cos&igrave;",&nbsp;ha concluso Livio Suppo.   Il responsabile della Movistar Yamaha MotoGP ha dato la sua versione riguardo all&rsquo;incidente tra Rossi e Marquez.  &nbsp;    &ldquo;Purtroppo, Marc ha commesso un errore&hellip; beh, forse due. Valentino l&rsquo;ha passato e lui ha risposto molto subito e aggressivamente", ha detto il responsabile della Movistar Yamaha MotoGP Lin Jarvis. "Dopo quel primo contatto &egrave; tornato a ripeterlo, quando era chiaro che Valentino era pi&ugrave; veloce. Ci ha provato di nuovo quando erano troppo vicini e, dispiace dirlo, ma &egrave; stato un errore di Marc.   &ldquo;La vittoria dimostra che Valentino Rossi &egrave; come un buon vino, e la sua forza mentale &egrave; incredibile. Guidare il Campionato alla sua et&agrave; con circa 30 punti su Marquez &egrave; una cosa sensazionale. Il campionato &egrave; lungo, ci sono ancora tante gare e la prossima ci &egrave; favorevole. Il nostro obiettivo &egrave; vincere il titolo, in queste prime tre gare ha dimostrato di potercela fare.   "Dopo quel primo contatto &egrave; tornato a ripeterlo, quando era chiaro che Valentino era pi&ugrave; veloce. Ci ha provato di nuovo quando erano troppo vicini e, dispiace dirlo, ma &egrave; stato un errore di Marc. La vittoria dimostra che Valentino Rossi &egrave; come un buon vino, e la sua forza mentale &egrave; incredibile. Guidare il Campionato alla sua et&agrave; con circa 30 punti su Marquez &egrave; una cosa sensazionale. Il campionato &egrave; lungo, ci sono ancora tante gare e la prossima ci &egrave; favorevole. Il nostro obiettivo &egrave; vincere il titolo, in queste prime tre gare ha dimostrato di potercela fare&rdquo;, conclude Lin Jarvis. Fiammetta La Guidara   

I responsabili delle squadre dei due campioni, Livio Suppo e Lin Jarvis, danno la loro versione sul contatto fra Rossi e Marquez

Contatto Rossi-Marquez: parlano i team

Caschi d'Oro 2014: parla Livio Suppo

  Con il 21enne campione del mondo MotoGP Marc Marquez vincitore di tutte le nove gare finora disputare e il suo compagno di squadra Dani Pedrosa regolarmente a podio, Suppo e l&rsquo;intero management Honda non possono che dirsi soddisfatti delle performance dei loro piloti.  &ldquo;Marc [Marquez] sta facendo un lavoro incredibile. La prima gara (in Qatar) &egrave; stata la pi&ugrave; sorprendente per noi, perch&eacute; veniva da un brutto infortunio e da soli tre giorni di test sulle spalle (contro i nove dei suoi colleghi). E nessuno si aspettava che potesse vincere. Pensavo che al massimo potesse arrivare a sfiorare il podio, ma la vittoria gli ha poi dato una spinta straordinaria, facendogli ritrovare la fiducia in se stesso&rdquo;.  &ldquo;Dopo di che non ha commesso pi&ugrave; errori, tanto da sembrare imbattibile. Prima o poi capiter&agrave; che trover&agrave; sulla sua strada qualcuno pi&ugrave; forte di lui in una determinate situazione, ma dobbiamo esser felici di quel che ha mostrato finora&rdquo;.  Proprio come Marquez, anche Pedrosa ha di recente rinnovato con un biennale il suo rapporto con il team Repsol Honda, e Suppo crede che il veterano di Sabadell sar&agrave; un osso duro nella seconda parte del 2014.  &ldquo;Penso che la prima parte di stagione sia stata influenzata dal problema al suo braccio, sia prima sia dopo l&rsquo;intervento. Da allora infatti &egrave; stato sempre costante e veloce. Scommetto che da adesso sino alla fine di questa stagione, regaler&agrave; ai suoi fans diverse soddisfazioni!&rdquo;  Parlando del suo ruolo all&rsquo;interno del team Repsol Honda, il manager italiano ha dichiarato: &ldquo;Pi&ugrave; vinci, pi&ugrave; sei felice, pi&ugrave; trovi motivazioni. Cosa che &egrave; molto difficile invece trovare quando le cose vanno male. Adesso con Marc in questa straordinaria condizione tutti nel team sono motivati a dare il massimo.&rdquo;  &ldquo;L&rsquo;atmosfera &egrave; serena, anche con Dani. Sono due compagni di squadra perfetti. Ecco perch&eacute; abbiamo deciso di rinnovare con Dani: perch&eacute; &egrave; uno dei top rider che tra l&rsquo;altro ha anche un buon rapporto con Marc. Difficile trovare due piloti forti che vanno d&rsquo;accordo. Siamo orgogliosi e felici di averli con noi&rdquo;.  

Al giro di boa del mondiale, Livio Suppo racconta la straordinaria prima parte della stagione di Honda Repsol

MotoGP, Suppo: "Marquez e Pedrosa perfetti"

Si parla gi&agrave; di mercato piloti. Livio Suppo ha tagliato corto: &laquo;L&rsquo;idea &egrave; bella, ci abbiamo pensato e ne abbiamo anche parlato, ma all&rsquo;atto pratico ci sono problemi forse insormontabili&raquo;.&nbsp;  Il team principal della HRC si riferisce alla pazza, ma interessante, idea che consiste nell&rsquo;ingaggiare subito Jack Miller per poi portarlo dalla Moto3 in MotoGP, collocandolo all&rsquo;inizio in un team satellite (si parla del Team LCR) in attesa di trasferirlo nel team HRC.  I problemi cui si riferisce Suppo riguardano i costi (chi paga il pilota e la moto?) e anche il rischio di bruciare un giovane talento. Non solo: un ragazzo che passa in MotoGP direttamente dalla Moto3 facilmente &egrave; a rischio di numerose cadute, con significative conseguenze per lui e per le finanze del team satellite che lo accoglie.  Per&ograve; il salto, grandissimo, dalla Moto3 alla MotoGP resta una sfida affascinante: nessuno l&rsquo;ha mai tentata, per&ograve; Miller sembra possedere le caratteristiche per poter guidare da subito una moto di grossa cilindrata. Se c&rsquo;&egrave; uno che potrebbe farcela, tra i ragazzi della Moto3, &egrave; lui.  Questa discussione su Jack Miller e sulla Honda MotoGP introduce un argomento che non &egrave; nuovo: il &ldquo;cartellino&rdquo;.  L&rsquo;articolo completo del nostro inviato Enrico Borghi lo potete leggere su Motosprint in edicola dal 1 luglio.

Mercato piloti col cartellino?

Il contratto che lega la Honda a Dani Pedrosa scade a fine stagione. E il rinnovo ancora non &egrave; arrivato.  Mantre la HRC ha gi&agrave; sistemato le cose con Marc Marquez, assicurandosi il fenomentale campione per altre due stagioni, con Pedrosa ancora niente.  A mettere fine alle illazioni ha provveduto il Team Principal Livio Suppo, che al sito dell&rsquo;organizzatore della MotoGP, la Dorna, ha dichiarato: &ldquo;Di sicuro, parleremo con Alberto (Puig, manager di Dani Pedrosa)&rdquo;, spiega Suppo. &ldquo;Certo, la priorit&agrave; per Dani &egrave; di rimanere e quella per Honda &egrave; di tenerlo: tutto qui quel che dobbiamo fare. Ora andremo avanti, ma non c&rsquo;&egrave; fretta.&rdquo;  La storia tra Pedrosa e la Honda &egrave; lunga e consolidata. Lo spagnolo ha corso con la moto giapponese sin dal suo esordio in MotoGP, nel 2006, con 25 vittorie.  Domenica scorsa a Barcellona, Pedrosa ha conteso fino all&rsquo;ultimo la vittoria a Marquez, concludendo terzo.  

Il contratto tra Pedrosa e la Honda scade a fine stagione 

Suppo: &ldquo;La Honda vuole tenere Pedrosa&rdquo;

Neppure quando entra in una delle affascinanti caffetterie del centro, caratteristiche di questa citt&agrave; che vive e lavora a bassa voce, Livio Suppo lascia che la torinesit&agrave; abbia la meglio su di lui.  Rispetto all&rsquo;eleganza antica dell&rsquo;ambiente che lo circonda, il Team Principal della Honda HRC si muove in modo troppo veloce, parla troppo in fretta e con un tono di voce troppo alto. Non manifesta neppure quella tipica cortesia spesso eccessiva, a volte sembra perfino sgarbato nei suoi modi spicci. Tradisce invece la torinesit&agrave; quando non vuole ostentare quello che &egrave;, n&eacute; quello che fa. E di cose di pregio, ne ha fatte e ne fa parecchie.  A Torino vive &ldquo;collegato&rdquo;. Tokyo &egrave; il suo punto di riferimento. E lui, per la Honda, &egrave; diventato anche un &ldquo;tramite&rdquo; importante.  &laquo;Di tecnica non so nulla, sono laureato in economia e commercio. Mi occupo dei rapporti con gli sponsor e con la Dorna, della comunicazione e della squadra. E sono anche una sorta di collegamento tra la cultura occidentale e quella giapponese. Shuhei Nakamoto (capo operativo della HRC) arriv&ograve; in MotoGP, a capo del progetto Honda, all&rsquo;inizio del 2009 e gi&agrave; in giugno mi disse: ho bisogno di un manager, mandami il tuo curriculum. Nakamoto ha capito in fretta che questo pu&ograve; diventare un mondo ostile per i giapponesi &ndash; per la lingua, la cultura, il modo di pensare e agire &ndash; quindi per un&rsquo;azienda come la Honda avere in Europa uno che aiuta a capire cosa succede qui, &egrave; molto utile. C&rsquo;&egrave; una grande differenza, tra la maniera in cui vedono le cose in Giappone e come le vediamo noi in Occidente. A volte sembra che io e Nakamoto parliamo di due mondi diversi, pur parlando dello stesso argomento&raquo;.&nbsp;  Non ti sei mai pentito di avere lasciato la Ducati?&nbsp;  &laquo;No, anche se per me, in Honda, &egrave; pi&ugrave; difficile. In Ducati eravamo Claudio (Domenicali), Filippo (Preziosi) ed io: si decideva sempre tutto in fretta, perch&eacute; avevamo la stessa mentalit&agrave; e parlavamo la stessa lingua. Ma per me &egrave; poco stimolante restare troppo tempo a fare lo stesso lavoro, e io sono rimasto in Ducati undici anni. Inoltre in Honda ho la possibilit&agrave; di conoscere una cultura diversa e molto interessante&raquo;.&nbsp;  L&rsquo;articolo completo del nostro inviato al Motomondiale lo potete leggere nel numero di Motosprint in edicola da marted&igrave; mattina&nbsp;

Dietro le quinte della HRC con Livio Suppo 

Top Secret: Honda Style

L'annuncio che tutte le Ducati quest&rsquo;anno correranno in configurazione Open, beneficiando cos&igrave; della libert&agrave; di sviluppo del motore, ha suscitato la reazione seccata della Honda.  &laquo;Siamo consapevoli che Ducati &egrave; dietro, quindi stanno provando di tutto pur di recuperare il divario &ndash; ha dichiarato il team principal Honda, Livio Suppo &ndash;. Le regole sulla Open consentono loro di intervenire sul motore durante la stagione e capisco quanto questo sia importante per loro. D'altra parte non siamo molto contenti che solo pochi giorni prima dell'annuncio, Magneti Marelli abbia introdotto un nuovo software, che &egrave; molto pi&ugrave; complicato di quello standard della classe Open. Penso che dovremo discutere tutti sull&rsquo;argomento.  Se la classe Open ha come base una Factory non &egrave; poi tanto economica. Credo che questo fosse il vero scopo della norma: creare una classe pi&ugrave; economica. Quindi penso che dovremmo tutti rifletterci su. Dobbiamo capire - insieme a Dorna e MSMA - se questo scopo era chiaro a tutti. La nostra interpretazione era di una categoria che limitasse i costi rispetto alle moto ufficiali; con l'interpretazione di Ducati non lo &egrave;. Quindi &egrave; solo una questione di sedersi insieme e definire quello che si vuole per il futuro&raquo;.  Per la stagione 2014 sono appena 8 i piloti Factory in MotoGP: Marc Marquez e Dani Pedrosa del team Repsol Honda, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi del team Yamaha Factory, Alvaro Bautista del GO&amp;FUN Honda Gresini, Stefan Bradl di LCR Honda, e infine Bradley Smith e Pol Espargar&ograve; del team Monster Yamaha Tech3.

Ducati Open

Domani, ai test di Sepang, Marc Marquez non ci sar&agrave;. Ma quali sono al momehto le condizioni del campione del mondo della MotoGP che la scorsa settimana ha subito la frattura del perone destro durante una sessione di allenamento di dirt-track? Risponde il Team Principal Honda.  Livio Suppo: &ldquo;Marc sta facendo la sua riabilitazione e domani mattina si recher&agrave; di nuovo dal medico, soltanto dopo vedremo cosa fare per il prossimo test. Dobbiamo spedire la moto in qualche maniera, quindi abbiamo ancora tre giorni di tempo. Da un lato sarebbe un bene se tornasse ancora in sella prima dell&rsquo;inizio della stagione, ma d&rsquo;altra parte io ho piena fiducia in lui, perch&eacute; nel primo test di Sepang abbiamo visto che &egrave; stato gi&agrave; da subito molto veloce&rdquo;.  &ldquo;E&rsquo; stato gi&agrave; in grado di scegliere le nuove parti della moto, non siamo nel bel mezzo di grandi cambiamenti&rdquo;, ha aggiunto l&rsquo;italiano. &ldquo;La priorit&agrave; va sempre alla salute del pilota e soprattutto in questo momento non abbiamo nessuna criticit&aacute; dal punto di vista tecnico.&rdquo;

&ldquo;Domani un&rsquo;altra visita per sapere se ci sar&agrave; a Phillip Island&rdquo;

Suppo: &ldquo;Marquez, non avere fretta&rdquo;

Livio Suppo, Massimo Meregalli, Luigi Dall'Igna, Davide Brivio. Ai Caschi d'Oro hanno parlato come non fanno in pista

37 risultati per 'suppo'

Livio Suppo: “Contro Marquez non si vince”

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Honda shock: Livio Suppo dice addio alla casa alata

Suppo: Voltare pagina

Suppo, l'altra verità su Marquez, Rossi e Stoner