Dalla vespa alla... friggitrice: i 10 veicoli più strani nella storia della Dakar

Dalla vespa alla... friggitrice: i 10 veicoli più strani nella storia della Dakar
L'iconico raid ha annoverato al suo interno tanti mezzi particolari, che in alcune occasioni sono anche riusciti a terminare la corsa
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Dalla Vespa alla Pit Bike. Nel 2009 Ivo Kastan decise di prendere parte alla Dakar con una Rahier Honda Mk2, ovviamente elaborata. Il ceco non terminò il percorso, concludendo comunque diverse tappe.
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Dalla Vespa alla Pit Bike. Nel 2009 Ivo Kastan decise di prendere parte alla Dakar con una Rahier Honda Mk2, ovviamente elaborata. Il ceco non terminò il percorso, concludendo comunque diverse tappe.
Passiamo ora alle auto, dove non mancano le sorprese. La prima è la Citröen 2 Cv del 1963, che nel 2007 prese parte alla Lisbona-Dakar, dopo aver raggiunto quota 100 cv grazie a delle modifiche. L'avventura si interruppe nella quarta tappa, a causa della rottura di una sospensione posteriore
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Passiamo ora alle auto, dove non mancano le sorprese. La prima è la Citröen 2 Cv del 1963, che nel 2007 prese parte alla Lisbona-Dakar, dopo aver raggiunto quota 100 cv grazie a delle modifiche. L'avventura si interruppe nella quarta tappa, a causa della rottura di una sospensione posteriore
Nell'edizione inaugurale della Dakar invece si presentarono ai nastri di partenza per ben 7 Fiat Campagnola, 4 della quali riuscirono a completare il percorso.
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Nell'edizione inaugurale della Dakar invece si presentarono ai nastri di partenza per ben 7 Fiat Campagnola, 4 della quali riuscirono a completare il percorso.
Thierry De Montcorgé ha scritto due pagine bizzarre della storia dakariana. La prima nel 1981, quando si schierò a bordo di una Rolls Royce Corniche: un'avventura fermata  solo dagli inflessibili giudici, che lo squalificarono - mentre era 13° - per una riparazione non ammessa dal regolamento.
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Thierry De Montcorgé ha scritto due pagine bizzarre della storia dakariana. La prima nel 1981, quando si schierò a bordo di una Rolls Royce Corniche: un'avventura fermata solo dagli inflessibili giudici, che lo squalificarono - mentre era 13° - per una riparazione non ammessa dal regolamento.
La seconda pagina la scrisse nel 1984, con una auto a 6 ruote: la Jules II Proto aveva un motore Chevrolet V8, ma ancora una volta il sogni si interruppe prima del traguardo, a causa della rottura del telaio durante la terza tappa.
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La seconda pagina la scrisse nel 1984, con una auto a 6 ruote: la Jules II Proto aveva un motore Chevrolet V8, ma ancora una volta il sogni si interruppe prima del traguardo, a causa della rottura del telaio durante la terza tappa.
Molto meglio andò alla Porsche 959 all’edizione 1986, che conquistò una splendida doppietta. Una grande rivincita per la casa tedesca, dopo il ritiro - nell'anno precedente - di tutte e tre le 959 in gara
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Molto meglio andò alla Porsche 959 all’edizione 1986, che conquistò una splendida doppietta. Una grande rivincita per la casa tedesca, dopo il ritiro - nell'anno precedente - di tutte e tre le 959 in gara
Molto bene fece anche la Renault 4 dei fratelli Claude e Bernard Marreau alla Dakar 1979: i due chiusero addirittura quinti assoluti e secondi tra le auto. L'anno dopo le cose migliorarono ulteriormente, con la terza piazza assoluta.
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Molto bene fece anche la Renault 4 dei fratelli Claude e Bernard Marreau alla Dakar 1979: i due chiusero addirittura quinti assoluti e secondi tra le auto. L'anno dopo le cose migliorarono ulteriormente, con la terza piazza assoluta.
Nel 2015, Emilio Radaelli e Michele Cinotto hanno dato vita alla Titano. La vettura, il cui nome è derivato dall’omologazione ottenuta a San Marino, è una quattro ruote motrici dalla forma particolarissima. Purtroppo i problemi arrivarono già alla prima tappa, con un guasto elettronico che pose fine all'avventura.
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Nel 2015, Emilio Radaelli e Michele Cinotto hanno dato vita alla Titano. La vettura, il cui nome è derivato dall’omologazione ottenuta a San Marino, è una quattro ruote motrici dalla forma particolarissima. Purtroppo i problemi arrivarono già alla prima tappa, con un guasto elettronico che pose fine all'avventura.
L'avventura più bella probabilmente fu però quella dell'auto - friggitrice. L’auto era un pick-up Toyota da 200 Cv, su cui era stata montata una vera friggitrice. Nata con lo scopo di promuovere l’omonima attività di friggitrice ambulante, arrivati al bivacco della prima tappa pilota e copilota frissero 7 chili di patatine con la stessa vettura con la quale avevano appena finito il percorso. Un qualcosa di epico, se pensiamo che riuscirono a completare la Dakar al 58° posto!
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L'avventura più bella probabilmente fu però quella dell'auto - friggitrice. L’auto era un pick-up Toyota da 200 Cv, su cui era stata montata una vera friggitrice. Nata con lo scopo di promuovere l’omonima attività di friggitrice ambulante, arrivati al bivacco della prima tappa pilota e copilota frissero 7 chili di patatine con la stessa vettura con la quale avevano appena finito il percorso. Un qualcosa di epico, se pensiamo che riuscirono a completare la Dakar al 58° posto!

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