Badovini dice basta, ma precisa: “Non è un addio alle corse”

Badovini dice basta, ma precisa: “Non è un addio alle corse”© GPAgency

Ayrton vanta un titolo internazionale Superstock, podi in Superbike e vittorie in Supersport e dopo 20 anni di gare, sveste i panni del pilota: "Ho imparato dai migliori, facendo ciò che amo. Mi dedicherò alle nuova generazione, mettendo a disposizione la mia esperienza"

01.01.2022 ( Aggiornata il 01.01.2022 15:39 )

Per chi ha seguito tutta la carriera di Badovini, apprendere dallo stesso Ayrton la volontà di svestire i panni da pilota, è un vero peccato. Però, contestualmente, se avete ammirato di persona le gesta del biellese, sarete contenti per lui, perché consapevoli di aver a che fare con un professionista che tutto ha dato al mondo delle due ruote.

E il motociclismo tanto gli deve: in età fanciullesca titolato nella categoria Junior A delle Minimoto, poi cresciuto a suon di grosse cilindrate a quattro tempi. La vittoria ottenuta della Superstock 1000 edizione 2010 fu netta e indiscutibile, poiché ricca di record relativi condivisi con la tedesca S1000 RR.

Inoltre, podi in SBK, ovvero, la massima espressione offerta dal paddock delle derivate. Storico il terzo posto di Silverstone, altrettanto quello colto in Russia. Prima ci era riuscito con una BMW, poi su una Ducati. Alla guida di una Honda, invece, il successo Supersport di Sepang 2016, nel 2019 l'ultima coppa alzata al cielo di Magny-Cours, dopo una gran prova offerta con la Kawasaki.

Stile inconfondibile


Apparentemente démodé tra semimanubri, sella e pedane, Ayrton era un modello di efficacia. Pochi movimenti, essenziali e precisi, come le sue traiettore. Badovini riusciva a staccare forte, entrare in curva veloce, percorrerne pochi metri, voltare tondo e uscire comunque rapidissimo.

Come ci riusciva il numero 86? Solitamente, chi fa ciò, sacrifica qualcosa. Lui no, grazie a una tecnica sviluppata in anni di moto, sensibilità nei confronti della ruota anteriore, capacità di gestire ogni singolo muscolo del suo corpo. Oltre ai cavalli da scaricare sul suolo, naturalmente. Pulizia e ordine. Ecco sintetizzato lo stile del biellese

Padre di famiglia, istruttore in palestra e di pista

Oggi trentacinquenne, padre del piccolo Emanuele, nato dall'unione con la compagna Rita. Una bella famiglia, con la quale trascorre molte ore, quando non è palestra: nella sua struttura, locata a Castel Bolognese, lo potete vedere all'opera.

Ed ogni consiglio si rivelerà utile, sia che andiate in moto o meno. Dalla forza alla resistenza, dal lavoro aerobico ai pesi. La preparazione di Badovini è da egli stesso messa al servizio dei più giovani corridori, vogliosi di riperterne i passi di carriera. Oltre a bodybuilding e fitness, ore spese tra paddock, garage, sala briefing e cordoli. Il progetto 511 Racing Team di Mirco Guandalini nel CIV tricolore lo attende.

Il messaggio di addio, anzi, di arrivederci

Ayrton fa notare che di benzina bruciata e gomme consumate ce ne siano da contare: "Di tempo ne è passato, e bisogna accettare che questo passi. Circa 20 anni di carriera, dedizione, impegno, passione, soddisfazioni, sacrifici, dolori e infortuni. Mi sono rotto le caviglie, svariate costole, una clavicola, il subacromeon, alcuni traumi cranici, una rottura vertebrale, ricostruzione del tendine della mano, dita frantumate, ematoma pleurale del fegato, abrasioni..."

Tutto verò, ma Badovini non si è mai arreso: "Ho avuto la fortuna di mantenermi con l'attività che più amo, viaggiando intorno al Mondo, conoscendo persone favolose. Ho imparato dai migliori, però adesso mi dedico a una seconda parte di carriera. Metto a disposizione della nuova generazione esperienza e conoscenze maturate. Questo non è un addio alle corse, bensì un cambio di veste".

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