MotoGP, Marquez: “Il campionato è cambiato, Honda deve adattarsi”

MotoGP, Marquez: “Il campionato è cambiato, Honda deve adattarsi”© Luca Gorini

"La TAC della prossima settimana sarà cruciale. Durante il primo stop mi sono staccato troppo dal team, ora voglio essere più coinvolto"

18.08.2022 ( Aggiornata il 18.08.2022 19:52 )

Step by step. Il processo di recupero di Marc Marquez continua, e la sua presenza in Austria – seppur ancora da spettatore – è un altro importante segnale. Il capitano della spedizione Honda infatti è voluto tornare sul ponte della propria nave, per seguire da vicino lo sviluppo della moto ed in generale l’andamento delle cose, mentre prosegue il countdown in vista del reale ritorno.
 
“Mentalmente il momento più duro è stato quello in cui ho deciso di operarmi nuovamente - apre Marc - mentre in seguito le cose sono costantemente migliorate: le mie condizioni migliorano ma sto ascoltando il mio corpo, per questo sia io che i medici abbiamo deciso di lavorare in maniera conservativa, senza affrettare i tempi. Del resto parliamo di un braccio che ha subito quattro operazioni, che ha una ultima possibilità”.
 
Qual è il prossimo passo?
 
“Nelle ultime quattro settimane mi sono allenato utilizzando gli elastici, aumentando man mano il carico. La prossima settimana ho in programma un importante controllo, dove farò una TAC: dal risultato di quest’ultima capirò se e quanto potrò aumentare l’intensità degli esercizi. Guidare una moto? Non so ancora, ma certamente nell’ultima parte della riabilitazione andare in moto il più possibile sarebbe la miglior cura”.
 
Ti vedremo in pista prima della fine dell’anno?
 
“L’intenzione è quella, ma solo la settimana prossima capirò se è possibile, e non voglio sbagliare come fatto a Jerez. Tornerò a guidare una MotoGP appena sentirò che è possibile farlo: ora il mio sogno è quello di poter impostare una curva senza dover pensare a come tenere il braccio”.
 
Come valuti la situazione di Honda?
 
“Il fatto che sia in difficoltà è palese. Non ho provato gli ultimi aggiornamenti, ma sino al Mugello era davvero difficile sfruttare il potenziale della moto, vi era un grande problema di fondo”.
 
Espargarò ha confessato di non essere sicuro che in Giappone sappiano la gravità dei problemi. Sei d’accordo?
 
“Il capo del progetto MotoGP è presente in pista, così come nelle ultime gare, il che è un segnale importante. La pandemia non ha certo aiutato la collaborazione tra Giappone ed Europa”.

Marquez: "In Honda serve coordinazione. Sono qui per parlare con il team"


Cosa va cambiato secondo te?
 
“Dobbiamo lavorare in primis sulla coordinazione: le informazioni devono fluire continuativamente tra tutti i settori del team, con l’obiettivo di arrivare pronti nel 2023. Non dobbiamo cambiare delle persone all’interno della squadra, ma il concetto di team. Attualmente poi abbiamo pochi test e tante gare, il che rende il lavoro della fabbrica molto importante, più di quello in pista: non voglio dire che Honda deve lavorare come gli europei, dato che abbiamo vinto tanto ultimi anni, ma il campionato sta cambiando e dobbiamo adattarci, come noi piloti dobbiamo adattarci quando ci confrontiamo con i giovani che arrivano. Ora la prima cosa da fare e non andare nel panico, dato che dal panico nascono solo errori. L’obiettivo comune è tornare a lottare per il titolo”.  
 
Qual è la tua prima richiesta?
 
“Voglio una moto vincente. Non posso dire con certezza che la moto e lo stile di guida con cui ho vinto sia ancora sufficiente per farlo: io cerco di evidenziare i punti deboli, per capire”.
 
Qual è il motivo della tua presenza in Austria?
 
“Non sono qui per vedere le moto, bensì per parlare con gli ingegneri e tutto il resto del team. Nel primo periodo in cui sono stato lontano dalla pista mi sono staccato troppo dal team, e quando sono tornato troppe cose mi sembravano nuove, quindi ora ho deciso di restare più in contatto con il progetto. Ovviamente non decido io le mosse da compiere, ma voglio essere coinvolto, dato che quando le cose vanno male tutti devono remare nello stesso senso e dare il loro contributo”.
 
Tuo fratello Alex il prossimo anno correrà per un altro marchio. Cambieranno le dinamiche tra voi?
 
“Io e lui viviamo insieme ma non mischiamo mai gli aspetti legati alla guida con quelli tecnici. Ci aiutiamo, ma come fanno i piloti della VR46 Riders Academy tra di loro al ranch. Sono fortunato ad avere mio fratello in pista, ci miglioriamo a vicenda, ma riguardo alla vita nei rispettivi box abbiamo ed avremo i nostri segreti”.
 
Come vedi il campionato?
 
“E’ entusiasmante. Per lo spettacolo sarebbe bello che la lotta per il titolo restasse viva fino all’ultima gara. Quartararo ha un grande talento, con il quale compensa le difficoltà della Yamaha. Espargarò non me lo aspettavo così veloce, ma è la dimostrazione che il lavoro paga”.
 
Si è parlato tanto di penalizzazioni in questi mesi. Che ne pensi?
 
“Io non avrei penalizzato, ad esempio, né Nakagami né Quartararo. Se penalizziamo tutti è finita: sono d’accordo che in Moto3 e Moto2 si debba essere seversi, ma in MotoGP meno. E’ come il percorso scolastico: alle elementari vieni punito sempre e duramente, all’università molto meno”.
 
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