Morto Walther Scagliarini: una vita per i motori

Morto Walther Scagliarini: una vita per i motori

Si è spento nella notte fra il 2 e il 3 settembre, era il meccanico ufficiale di Moto Morini e Moto Villa, lavorando con Agostini, Liberati, Provini e  Masetti. Il ricordo del figlio Stefano, da 27 anni nella divisione sportiva di SIDI

03.09.2020 16:16

La passione di Walther Scagliarini per i motori era immensa. Talmente grande e forte da tramandarla inconsapevolmente ai suoi figli Stefano e Sauro: capo della divisione sportiva di SIDI il primo, giornalista impegnato nella comunicazione sportiva il secondo, che è il maggiore dei due.
Walther Scagliarini era nato a Bologna il 12 luglio del 1930 si è spento nella notte fra il 2 e il 3 settembre, dopo aver combattuto per sette anni un male invincibile.

Una vita per i motori


“Era andato a lavorare alla Moto Morini nel 1952, la Moto Morini del mitico cavalier Alfonso Morini, e da lì dopo pochi anni è stato assegnato al Reparto Corse e ha lavorato con piloti Giacomo Agostini, Libero Liberati, Tarquinio Provini, Umberto Masetti, Angelo Bergamonti, Emilio Mendogni, Gilberto Parlotti, Silvio Grassetti, Attilio Damiani e tanti altri”, ci dice Stefano Scagliarini, da 27 anni nell’azienda SIDI, a capo della divisione sportiva.

Quando Moto Morini si è ritirata dalle competizioni mio babbo è andato a lavorare nel Reparto Corse della Moto Villa, dove si è occupato di Motocross.

Poi, una volta in pensione, si è dedicato alla sua passione di fotografo sportivo. Era diventato anche giornalista pubblicista, e si divertiva a scattare foto di motociclismo ma anche di F1, e ha collaborato anche con Guido Zucchi”, ricorda Stefano.

Come ha influito la sua presenza sulla tua passione per il motorsport?

Ti dico solo una cosa: mia madre mi racconta che quando io avevo un anno e mezzo la domenica si andava già alle gare: lei aveva la patente e la macchina e raggiungevamo il babbo che era lì fin dal giovedì. Mio fratello Sauro, che ha cinque anni più di me, essendo più grandino aveva la fortuna di essere con lui per tutto il weekend. Quindi io sono cresciuto fra i box e il paddock… Era impossibile non condividere la passione di nostro padre. Pensa che sono andato anche in moto con Agostini!”

Nella foto in basso, un giovanissimo Stefano Scagliarini, mentre Giacomo Agostini lo invita a salire in sella.

Gli aneddoti nei libri


A 90 anni, festeggiati lo scorso 12 luglio, Walther Scagliarini non perdeva un colpo e amava raccontare la sua vita nelle corse.

Recentemente ha collaborato alla stesura di due libri, uno di Luciano Sansovini sul pilota Mario Preta e uno sulla storia di Moto Morini, “Sempre più forte”, dell’olandese Wim Raeymaekers, che è venuto più volte da noi a farsi raccontare gli aneddoti dal mio babbo”.

Già, perché Walther Scagliarini ha partecipato alle gare del Motomondiale, ma anche a quelle del Campionato Italiano Velocità e Salita. Quante storie aveva da raccontare!

“Per i suoi 80 anni gli abbiamo fatto una festa a sorpresa”, racconta Stefano. “Abbiamo invitato a pranzo in un ristorante tutti i suoi piloti amici di un tempo… inizialmente si sono commossi tutti, poi il pranzo non finiva più, perché ognuno aveva mille ricordi da rivivere…” 

La foto “storica”


Ma sono tanti i ricordi che balzano alla mente anche del figlio Stefano Scagliarini. Come quella volta che riuscì a ripetere una foto “storica”.

Abbiamo una foto del babbo insieme a Giacomo Agostini e Attilio Damiani. Mi ero ripromesso di ripeterla a 50 anni di distanza, con loro tre, ma era un’impresa, perché Agostini è a Bergamo, Damiani a Sondrio e babbo era a Bologna. Ma un giorno, in una cesa a base di polenta taragna, ci siamo riusciti… La mandai a Dario Ballardini di Motosprint, che la pubblicò insieme all’originale in bianco e nero, di 50 anni prima…” ricorda Stefano Scagliarini con la voce rotta dall’emozione.

La camera ardente sarà privata e le esequie si svolgeranno sabato 5 settembre, alle 11.30, nella Chiesa del Cimitero della Certosa di Bologna.

Alla famiglia e agli amici di Walther Scagliarini, le condoglianze di Motosprint.

L'editoriale del Direttore: infinito Rea

 

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