Manuel Poggiali, l'intervista ai Caschi d'oro 2022

Manuel Poggiali, l'intervista ai Caschi d'oro 2022© GP Agency

Il due volte campione del mondo ha sottolineato l'importanza di ricevere il meritato premio, focalizzandosi anche sul suo attuale ruolo da riders coach

02.02.2023 ( Aggiornata il 02.02.2023 17:59 )

In occasione dei Caschi d'oro 2022, il tanto atteso evento targato Motosprint, Manuel Poggiali è stato premiato alla carriera. Il due volte campione del mondo, nel 2001 in 125 e nel 2003 in 250 ha concluso prematuramente la sua carriera da pilota, avendo disputato "solo" dieci stagioni. Poggiali fece il suo debutto in 125 nel 1998, mentre il podio arrivò nel 2000 in sella alla Derbi. L'anno successivo il sanmarinese sbocciò definitivamente e con dieci podi e tre vittorie si portò a casa il titolo della classe minore ai danni di Yoichi Ui. Nel 2002 Poggiali restò in 125, non riuscendo però a bissare il successo iridato, fermandosi a 19 punti da Arnaud Vincent, precedendo di nove lunghezze un giovanissimo Daniel Pedrosa. Nel 2003 Poggiali esordì nella classe intermedia del motomondiale, riuscendo a vincere subito sebbene fosse un rookie, e con quattro vittorie all'attivo ebbe la meglio su Roberto Rolfo e Toni Elias.

Manuel Poggiali: "Non cambierei nulla nella mia carriera"


Il sanmarinese ha sottolineato l'importanza e l'emozione nel ricevere il premio e nell'essere presente all'evento targato Motosprint: "Essere qui oggi è un onore, oltre che un motivo d'orgoglio, vuol dire che in passato è stato fatto qualcosa di importante. Quando ho iniziato la mia carriera non pensavo di vincere un titolo nè tantomeno di replicarlo e di fare degli anni importanti. Sono orgoglioso e contento. Tutti i volti che vedo qui ai Caschi D'oro, sia dal vivo che raffigurati, sono importantissimi, è bello essere presente. Forse l'unico che non vedo e che avrebbe meritato di essere qui presente è Marco Simoncelli". 

Dopo aver omaggiato il "SIC", Poggiali si è soffermato sulla sua nuova vita da coach, essendo dal 2019 riders coach per il Team Gresini: "Mi piace il ruolo di coach dei piloti, è un ruolo che va gestito, dev'essere un supporto al pilota stesso e ai tecnici. Tutto questo mi dà forza ed emozioni belle. Il consiglio che voglio dare ai ragazzi è quello di credere nei loro sogni e di non mollare mai. Per tutti c'è un momento in cui si tocca il fondo ed è difficile risalire, ma la spinta più forte viene da se stessi e dai propri obiettivi, da quello che si vuole aggiungere". Infine, il due volte campione del mondo ha voluto esprimere un'ultima considerazione sul suo percorso sportivo: "Per quanto mi riguarda, durante il mio percorso sono cambiate alcune priorità, questo ha modificato un po' gli equilibri e mi ha fatto chiudere anticipatamente la mia carriera. Però tornassi indietro, rifarei tutto".

Guarda l'intervista completa quiManuel Poggiali: "Simoncelli avrebbe meritato di essere qui" IL VIDEO

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