Storie Italiane: Majola, Curinga e Bonetti, i tre moschettieri delle Road Races

Storie Italiane: Majola, Curinga e Bonetti, i tre moschettieri delle Road Races

Bonetti, Curinga e il rookie Majola: tre piloti nostrani si sono fatti onore nelle gare stradali. tra successi ottenuti e altri, soltanto sfiorati. Fino ai... prestiti in banca per correre

Mario Donnini

10.01.2020 15:59

Andrea Majola

Spezzino e fresco trentenne, Andrea Majola è il volto nuovo degli italiani all’Isola di Man. Debuttante al Manx Grand Prix 2019, con la Paton-Vas di Vittorio Salerio, stava sbancando la Newcomers Race B, quando una bobina l’ha crudelmente appiedato, sennò avrebbe fatto segnare la prima vittoria italiana sul Mountain, dai tempi di Agostini, ossia dal 1972. Maledizione... "La delusione più grande della mia vita. In prova volavo, ma ero cauto e non ci credevo troppo. Sai, magari c’è qualcuno più forte, che sta soltanto giocando. In gara, però, si è capito subito che non avevo veri rivali... Vinci facile, mi dicevano, ma anche no. Perché queste sono gare con mille variabili. E infatti... Pensa che ho fatto in tempo a fermarmi due volte, dopo Ramsey, e soltanto alla terza è transitato il mio avversario più diretto... Gli stavo dando un distacco da calendario e questo ha reso più amaro il mio ritiro, tanto che ho pianto. Sì, ho pianto tantissimo". 

Ma poi nella gara Lightweight, Majola si è riscattato, con uno stupendo quarto posto, incredibile per un rookie. "Ho una gran Paton, ma la moto da sola non fa tutto e ci ho messo tanto del mio. Comunque non ci potevo credere! Poi ho anche vinto a Frohbrurg, nella serie IRRC. È stato un anno bellissimo". 

Come nasci da pilota di salite e road races? "Mi sono innamorato delle corse da bimbo, quando mio padre mi portò a vedere la Sillano-Ospedaletto. Ho debuttato in quella gara nel 2008, in sella a una 125 e da allora ho disputato più o meno una corsa all’anno perché mi son sempre mancati i soldi. Nel 2012 mi sono trasferito in Svizzera e nel 2016 ho acquistato una TM Supermotard, con cui ho vinto la mia categoria alla Leccio-Reggello e il 21 agosto mi sono aggiudicato il titolo italiano Supermotard per le salite. Da lì ci ho creduto, tanto che l’anno dopo sono giunto secondo in Italia e primo in Europa e per il 2018 Roberto Camolei mi ha aiutato a comprare una Honda CBR del 2004, con la quale ho debuttato nella serie IRRC di corse su strada internazionali". 

E l’Isola di Man? "Un altro sogno, fin da bambino. Rifiutata l’iscrizione al Manx 2018, ci ho riprovato in chiave 2019 ed è andata bene!".

E adesso cosa farai? "Vorrei tornare al Manx, ma non sarà facile, perché ho tanto bisogno di sponsor e appoggi. Devo dire grazie al grande Barry Rivellini per quanto mi ha aiutato, tuttavia ora ci vuole anche qualche bel rinforzo. Pensa che per correre al Manx ho fatto un prestito in banca... Ecco, mica posso continuare così!". 

Come ti sei trovato sul Mountain? "Alla grande, perché ho memoria fotografica. Ma ora viene il difficile, perché 'limare' è più dura che cominciare bene. Comunque adoro Kirk Michael, Barregarrow e Bray Hill. Ma il mio ritorno lì dipende da chi mi vorrà sostenere...". 

In bocca al lupo, Andrea, lo meriti. 

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