Todd: “Ho superato la morte di Mathison tornando in moto”

Todd: “Ho superato la morte di Mathison tornando in moto”

A un anno di distanza dalla tragedia del TT 2019, il neo acquisto Honda ha parlato di come riprendere subito a correre lo abbia aiutato a superare la scomparsa dell'amico

04.06.2020 ( Aggiornata il 04.06.2020 17:52 )

Il 03 giugno è una delle date listate a lutto nelle pagine del Tourist Trophy. In quel giorno di sei anni fa, se n'era andato Karl “Bomber” Harris, seguito, nel 2015, da Franck Petricola. Un destino condiviso con il giovane Daley Mathison, caduto nel TT 2019.

Un incidente all'inizio del terzo giro della gara Superbike, evento di apertura del 100esimo Tourist Trophy, si è portato via il 27enne di Stockton-on-Tees, lasciando attoniti colleghi e amici.

Ogni pilota che accetta la sfida delle gare su strada sa che la morte è parte del gioco - soprattutto sul circuito del Mountain -, ma perdere un compagno fa male, ancor più quando ad andarsene è una persona solare e dal cuore grande, come Daley.

“È stato davvero difficile perché era così vicino a casa e nell'ultimo anno, dal TT (2018, ndr) veramente, io e Daley ci eravamo avvicinati tanto", ha raccontato Davey Todd al Belfast News Letter, ripensando a quell'infausto giorno di un anno fa.

Un duro colpo da mandar giù, perché i due talentuosi rider, vicini di casa e quasi coetanei, erano molto più che rivali. Erano compagni di squadra nel team Penz13.com e buoni amici. "Eravamo di zona a casa e avevamo cominciato ad allenarci insieme e anche a viaggiare, perché facevamo le stesse gare - ha spiegato Todd -. Non siamo mai stati separati ed è stata una cosa davvero strana dover fare i conti con ciò e andare avanti, quando è successo".

 
 
 
 
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Can’t believe it’s been a whole year since you left us. I miss you man! ??

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"Non avrebbe voluto che mi fermassi"


Malgrado la giovane età, il centauro britannico, che ha lasciato una moglie e una figlia, conosceva bene i pericoli del mestiere, avendo alle spalle oltre venti gare sullo Snaefell Mountain Course, dove era riuscito a salire sul podio tre volte, nel TT Zero. Per questo, Davey è convinto che "Daisy" non avrebbe mai voluto vederlo mollare, dopo la sua scomparsa. "Conosciamo tutti i rischi che corriamo quando siamo là fuori e Daley non avrebbe voluto che mi fermassi e non tornassi più", ha aggiunto Davey.

Per superare il lutto, catartica è stata proprio la possibilità di abbassare la visiera e ritornare subito in sella, come ha spiegato lo stesso 24 enne di Brotton, che nel Senior TT ha centrato il suo miglior risultato di sempre: sesto posto finale e un giro alla media di 131.49 mph, siglato con la BMW S 1000 RR del team Penz.

“Volevo solo tornare là fuori, perché l'unico momento in cui potevo smettere di pensarci, era proprio quando ero in moto. Sei totalmente assorto nella guida e ritorni nel pieno della concentrazione".

“Non riuscivo a credere alle velocità sul giro nella gara Senior. Il mio primo passaggio è stato a 130 miglia all'ora, e la squadra era già al settimo cielo - ha continuato -. Erano così felici alla fine della gara, che sono corsi nel parco chiuso quando ho tagliato il traguardo e non si sono accorti che ero andato ancor più forte, transitando a più di 131 miglia orarie. Non credevo di essere andato così veloce".

Un risultato che, senza Coronavirus, avrebbe potuto migliorare al TT 2020, che Todd avrebbe disputato, in coppia con Glenn Irwin, in sella alla CBR1000RR-R Fireblade del team ufficiale Honda.

Tutto rimandato al prossimo anno. Chissà che Davey non riesca a ricordare l'amico, salutandolo dal podio.

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