Esclusiva, Milo Ward: il TT 2022 visto dagli occhi di un newcomer

Esclusiva, Milo Ward: il TT 2022 visto dagli occhi di un newcomer

Dopo anni di gare in pista, il pilota britannico è stato uno dei migliori esordienti del TT 2022: “Per correre su strada occorre adottare un approccio diverso, ma ciò che si prova è speciale”

17.06.2022 ( Aggiornata il 17.06.2022 13:20 )

Tra i piloti che quest'anno hanno deciso di cimentarsi per la prima volta al Tourist Trophy, il più chiacchierato è stato sicuramente Glenn Irwin, già vincitore alla North West 200 e a Macau, il quale ha fatto registrare il miglior giro di sempre effettuato da un newcomer durante la gara della Superbike. Un altro esordiente in grado di farsi notare alla sua prima esperienza sul Mountain Course, però, è stato anche Milo Ward, vincitore del trofeo “Star of Tomorrow” in quella che è stata soltanto la sua terza corsa su strada in carriera.

Proprio Ward, che quest'anno è diventato un road racer disputando anche la Cookstown 100 e la Tandragee 100 prima del TT, ci ha raccontato in esclusiva il suo esordio nella corsa su strada più celebre e prestigiosa al mondo, avvenuto in sella alla Honda CBR1000RR-R del team TC Racing.

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Ward: “Mi sono innamorato del Mountain Course già dal primo giro”


Com'è stato questo tuo esordio al Tourist Trophy?

E' stato semplicemente incredibile, il TT per me è il massimo delle gare in moto. Adoro le corse in circuito, dalla MotoGP alle classi minori, ma correre su strada rende tutto speciale: il pubblico è più vicino a te, le velocità sono più alte e i rischi sono maggiori. Tutto ciò aggiunge adrenalina all'esperienza e ciò che ho provato è stato incredibile. Nel mio primo giro, arrivato a Bray Hill ero sbalordito, ma dopo poche curve me ne sono innamorato ed è iniziato a sembrarmi tutto normale, perciò ho pensato soltanto a godermi ogni momento in sella”.

Arrivi da diverse stagioni in pista: qual è la differenza più grande che hai notato?

La differenza più grande riguarda l'approccio mentale. In circuito, per essere il migliore devi spingere al massimo e frenare più tardi possibile, prendendo rischi che nella maggior parte dei casi poteranno ad una caduta innocua. Su strada, invece, bisogna cercare di rilassarsi ed essere più puliti possibile per andare forte senza esagerare e oltrepassare i propri limiti”.

Qual è stata la parte del Mountain Course che ti ha colpito di più? E quale, invece, la più spaventosa?

Sicuramente la più bella per me è quella che va da Ballaugh Bridge a Sulby: si fa un primo salto a bassa velocità per poi ritrovarsi nel villaggio, prima di accelerare arrivando all'incredibile salto di Ballacrye e il successivo rettilineo che porta a Quarry Bends, dove bisogna essere veloci nello spostare la moto da un lato all'altro del tracciato per portare più velocità possibile. Il tratto che mi ha spaventato di più, invece, è stata senza ombra di dubbio la compressione di Bray Hill: si arriva ad una velocità tale per cui la strada sembra strettissima!”.

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Hai conquistato anche il premio di “Star of Tomorrow” come uno dei migliori esordienti di quest'anno: te lo aspettavi?

Onestamente non me lo aspettavo, perchè nelle due settimane sull'Isola mi sono concentrato soprattutto sull'imparare la pista, ma alla fine sono riuscito ad effettuare un gran giro a 122.65 miglia di media ed è stato fantastico. Vincere il premio di “Star of Tomorrow” mi ha dato una maggior consapevolezza nei miei mezzi e ora sono ancora più convinto di poter inseguire il mio sogno di diventare un top rider nei prossimi anni”.

Infine, che cosa risponderesti a coloro che reputano le corse su strada, e in particolare il TT, semplicemente troppo pericolose?

Rispondo dicendo che è vero: i rischi ci sono e a volte correrci è spaventoso, ma essere un road racer fa provare sensazioni impagabili facendomi sentire più vivo che mai vivendo al massimo ogni momento. Sono io a decidere di partecipare e, facendolo, non arrechiamo danni a nessuno visto che decidiamo soltanto per noi stessi, perciò è giusto così. Lasciateci fare ciò che più amiamo!”.

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