Dopo un'edizione funestata dalla morte di cinque partecipanti, sentiamo le voci di chi ha corso al TT e giura fedeltà alla gara più pericolosa
Dopo l’ultima edizione del Tourist Trophy si sono sprecati commenti del genere: “Non è una gara, è un massacro”. “Non si può continuare così”. “Troppi morti, basta”. “Che diavolo di gara è?”. Sono le parole che i lettori hanno postato su Facebook ogni volta che, nel mese scorso, abbiamo dato notizia dei cinque tra piloti e passeggeri dei sidecar che hanno perso la vita al TT.
Almeno altrettanti sono stati i post di tenore opposto, così siamo andati a chiedere ad alcuni italiani i motivi per cui hanno corso all’Isola di Man.
1 di 4
AvantiLink copiato