Honda Racing Thanks Day: biografia di una festa per tutti

Honda Racing Thanks Day: biografia di una festa per tutti

Ogni anno, la Casa Alata festeggia a Motegi, in Giappone, tutti i suoi piloti. Noi di Motosprint ci siamo stati e vi raccontiamo l’evento dedicato ai motociclisti. E non solo.

05.12.2017 07:10

Ogni appassionato di moto e di gare su pista, almeno una volta nella vita, dovrebbe partecipare all’Honda Racing Thanks Day di Motegi. Il perché lo si capisce appena passato il cancello d’ingresso del circuito, dove c’è scritto che il biglietto per partecipare alla grande celebrazione sportiva della stagione 2017 della Honda costa l’equivalente dei nostri 8 euro. Ebbene si, il più grande costruttore del mondo, quello che può vantare il maggior numero di successi racing e quello che vende più mezzi a due ruote in tutto il globo terrestre ha un’anima marcatamente “inclusiva”: alla sua festa, che si ripete ormai da 15 anni, devono poter partecipare tutti e tutti devono avere la possibilità di toccare con mano le creazioni e i protagonisti di queste vittorie. E’ il concetto di “grande famiglia riunita” sotto il cappello di un’unica passione comune. Quella per le moto. Un’atmosfera particolarmente rilassata e conviviale, alla quale partecipa anche il presidente della Honda, Takahiro Hachigo, arrivato in circuito come senza cordone di sicurezza ma con la voglia di partecipare alla festa da persona… normale. Un appassionato in mezzo a tanti.

LA GRANDE BELLEZZA - Già alla prima tappa di questa sorta di “parco divertimenti” per motociclisti di proprietà della Honda, situato a nord-est di Tokyo, c’è da rimanere emozionati: il contenitore di sogni, in questo caso, si chiama Collection Hall e al suo interno vivono tante belle addormentate a due e quattro ruote. Sono le moto e le auto, sportive e stradali che hanno fatto la storia della Casa Alata. Dalla RC di Hailwood a quella, più recente, di Marquez. Passando per i “cavalli” di Spencer, Gardner, Cadalora, Doohan, Rossi e Hayden. Dalla monoposto di Surtees vittoriosa in F1 a quelle di Senna, Mansell e Button. Per non parlare dei modelli stradali come la NR750 a pistoni ovali, i motori-gioiello a sei cilindri, la leggendaria famiglia CB e anche i Cub tanto cari al mercato orientale (e pronti, molto presto, a diventare di moda anche da noi).

FAMIGLIE E BAMBINI - L’aspetto che salta più all’occhio di noi appassionati europei del genere, abituati a vedere a questo tipo di eventi quasi sempre il motociclista e la sua moto, è la presenza delle famiglie, giunte a Motegi al gran completo. Anzi, a dire la verità, ciò che stupisce maggiormente è la presenza di migliaia di bambini. Il Giappone firmato Honda non è fatto solo di motociclisti duri e puri, tuta di pelle, birra e tenda “picchettata” sul prato. I giovanissimi sono dappertutto: salgono sulle moto esposte negli stand imitando i grandi, aspettano (composti ed educati) l’arrivo del campione di turno per un autografo o provano le minimoto e i go-kart mentre i genitori mangiano davanti ai numerosi food track sparsi lungo il circuito.

COME LORO - Nel paddock, davanti ai box, si realizzano molti sogni: davanti ad ogni serranda c’è un addetto con un cartello che spiega l’attrazione e, dopo aver rispettato rigorosamente la fila segnata con adesivi specifici incollati sull’asfalto, ogni visitatore ha la possibilità di salire sulle auto e le moto da corsa per farsi scattare una foto: c’è la RC di Marquez in piega su cui bisogna riuscire a rimanere in equilibrio quel tanto che basta per un click e si può entrare anche nell’abitacolo della McLaren da F1 o della NSX da Gran Turismo.

LA PRIMA VOLTA - Marc Marquez è il festeggiato numero uno della giornata, l’ospite d’onore insieme al compagno di squadra Pedrosa, a Jenson Button della scuderia F1 e agli oltre 50 piloti delle 2 e 4 ruote protagonisti dei vari mondiali. Dal trial alle Gran Turismo. C’è anche Takuma Sato, piuttosto acclamato dai fans perché quest’anno è riuscito a diventare il primo giapponese a vincere la 500 Miglia di Indianapolis. Al volante di una Honda, ovviamente. Il suo trofeo alto due metri è in bella vista nel box e i bambini (ancora loro) fanno la fila per farsi scattare una foto accanto all’enorme e scintillante coppa.

MARC E DANI SI DIVERTONO - Anche Marquez e Pedrosa più rilassati e disponibili di quando sono in modalità “race”, sembrano essere in sintonia con i loro piccoli fans giapponesi: giocano con Kochira, la mascotte del circuito, fingendo un incontro di boxe prima di tamponarlo scherzosamente durante la gara di go-kart tra piloti. A proposito di gare, sono stati tanti gli appuntamenti che hanno visto i campioni Honda protagonisti sull’asfalto della pista di go-kart, dell’ovale e dei due circuiti (quello dove si corre la MotoGP e quello per le gare minori) ricavati nell’impianto: i piloti hanno dato spettacolo per il pubblico alla guida delle auto elettriche ma anche in sella ai caratteristici super-cub, per una sfida tutta da ridere. Durante il week-end, Dani e Marc hanno avuto anche l’occasione di provare per la prima volta una monoposto, la F3 motorizzata Honda, girando a cinque secondi dai colleghi delle quattro ruote. E sperando, un giorno, di poter guidare una F1. 

BURNOUT E SALUTI - Il momento clou della giornata è stata la presentazione di tutti i piloti su una passerella (rigorosamente rossa) montata sul rettilineo. Di fronte a 60.000 persone entusiaste, il presidente Hachigo ha salutato uno per uno tutti gli “Honda men” a due e quattro ruote. Prima di lasciarli salire sulle loro moto e auto da gara per la parata finale. Conclusasi, come da tradizione, con l’immancabile trionfo di… burnout.

 

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