Marco Simoncelli, già 7 anni senza di lui

Marco Simoncelli, già 7 anni senza di lui
Nel 2011 la sua scomparsa, dieci anni fa il suo trionfo nella classe 250 sulla Gilera, sempre sul circuito di Sepang

Patrizio Cacciari

23.10.2018 13:34

Per gli appassionati di motociclismo ricorre oggi un giorno particolare e doloroso. E' il settimo anniversario della morte di Marco Simoncelli, scomparso il 23 ottobre del 2011 sulla pista di Sepang dopo un terribile incidente. 

«Ieri, oggi, SEMPRE.
Da 7 anni non ti vediamo impennare, ma sappiamo che sei lí, in pole, tra gli angeli ??». Così lo ha omaggiato la "Sic 58 Squadra Corse" di papà Paolo sul profilo ufficiale del team. E' una ricorrenza particolare quella che cade in questa stagione perché 10 anni fa il Sic si laureava campione del mondo nella classe 250 sempre a Sepang. Fu un risultato straordinario. Simoncelli riportò in Italia un titolo che mancava dal 2002 (nel 2003 vinse Poggiali che corre per San Marino). E lo fece su una Gilera, casa che vantava prima del suo successo 7 titoli piloti e 5 titoli costruttori nel Motomondiale. Con la RSA 250, brandizzata Gilera, il Sic si portò a casa 6 vittorie e altrettanti podi stagionali, che gli permisero di piegare i rivali Alvaro Bautista (Aprilia) e Mika Kallio (KTM). Il suo è stato l'ultimo titolo italiano in quella categoria, che ha sempre visto la scuola del nostro Paese al vertice. Lo scorso anno, in Moto 2, classe che ha sostituito di fatto la 250, è poi arrivato il titolo iridato di Franco Morbidelli.

OMAGGIO - Ogni anno Simoncelli viene ricordato prima della gara di Sepang con una cerimonia ufficiale proprio sulla curva dove perse la vita e dove è stata posta una targa. Il prossimo 4 novembre sarà ancora una volta l'occasione per omaggiare la sua memoria, quella di un ragazzo amato da tifosi e  addetti ai lavori, un pilota dal talento straordinario. «T’an are’ vent è mundiel Callaghan»: con questo cartello, citando una nota barzelletta romagnola, lo accolse il suo team al traguardo in quel lontano 19 ottobre 2008, quando Marco da SuperPippo (per la sua postura) divenne SuperSic. Così lo ricordiamo noi, con una delle sue tipiche espressioni scanzonate in dialetto: «Diobò, quanto ci manchi».

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