Canepa: “Ho sviluppato una versatilità che mi ha fatto crescere”

Canepa: “Ho sviluppato una versatilità che mi ha fatto crescere”©  Milagro

Il ligure è impegnato con MotoE, EWC e SBK: la compressione dei calendari rischia di richiedere il dono dell’ubiquità. "Mi sono abituato a rimanere veloce passando da una moto all’altra"

24.05.2020 15:05

Prima dello stop per la pandemia, il 2020 di Niccolò Canepa si prospettava particolarmente denso di appuntamenti e responsabilità. Il genovese, 32 anne, è infatti impegnato su ben tre fronti. La MotoE dove, alla ripartenza, si schiererà per il secondo anno con l’LCR-E Team di Lucio Cecchinello, il mondiale Endurance, nel Team Yamaha YART Racing con cui ha siglato un’impresa straordinaria vincendo da solo la 8 Ore di Sepang. E infine c’è il mondiale Superbike, dove è collaudatore per la Yamaha nonché coach dei piloti, a cominciare dagli ufficiali Toprak Razgatlioglu e Michael Van der Mark.  

Considerando poi che i calendari stanno variando di continuo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, il rischio di sovrapposizioni è concreto, e Niccolò sta monitorando tutto con molta attenzione, perché non vuole mancare a nessuno dei suoi impegni. Anche se il rischio è che gli serva il dono dell’ubiquità per essere in tre paddock differenti.  

La MotoE 


Il primo obiettivo è far bene al via della stagione della MotoE.  

"Siamo partiti decisamente meglio rispetto all’anno scorso, ho un buon feeling con la moto. Ho fatto in tempo a svolgere i test a Jerez, con un po’ di novità sia dal punto di vista delle gomme che della ciclistica, novità che mi sono piaciute tutte".  

Quali obiettivi ti sei prefissato per la seconda stagione tra le elettriche? 

"Visto che l’anno scorso ho sfiorato il podio due volte, mi piacerebbe salirci. Voglio puntare a essere costantemente nei primi cinque. Il primo anno è servito per fare esperienza, del resto è una moto molto diversa da quelle “normali”. Ci sono piloti che si sono adattati subito, io invece devo lavorarci ogni volta. Però mi sta venendo sempre più naturale guidare bene ed essere veloce: sono soddisfatto perché mi sto abituando a questo stile di guida un po’ diverso".  

Cosa hai provato nei test? 

"La Michelin ha portato una gomma anteriore con struttura più rigida, che dà più supporto in frenata. Il mio problema principale l’anno scorso era proprio quello: mi piacciono le staccate forti, ma con il maggior peso della moto, senza contare che anch’io sono abbastanza pesante, dovevo staccare molto prima rispetto a una moto normale, e fare tanta percorrenza. Con questa gomma si riesce a staccare un po’ più forte. È piaciuta a me e anche a tanti altri piloti. Poi la Öhlins ci ha portato una modifica della forcella e anche questa permette di migliorare la staccata perché la velocità di affondamento è ridotta e c’è maggiore supporto in frenata. Sono due cose sulle quali avevo chiesto dei miglioramenti: mi hanno accontentato".  

Quali sono i principali avversari per il 2020? 

"Matteo Ferrari, che vuole confermarsi, Eric Granado, Bradley Smith, il mio compagno di squadra Xavier Simeon: lo scorso anno hanno lottato per vincere e saranno pronti a farlo ancora. Tra i debuttanti nella categoria vedo competitivo Dominique Aegerter: ha fatto subito buoni tempi, è forte, ha esperienza, potrà giocarsi il podio".  

Avete svolto i test a Jerez dal 10 al 12 marzo, quando l’emergenza coronavirus stava definitivamente scoppiando e due giorni dopo chiusero il circuito. Come hai vissuto quei giorni? 

"Vivo all’estero, in Svizzera, ma sono italiano, come il mio team manager Lucio (Cecchinello) e i miei meccanici, e con il pensiero ero vicino al dramma che si stava già vivendo in Italia. D’altra parte mi sentivo super fortunato perché mentre tutti erano obbligati a stare a casa io potevo girare in moto, ma rispettando le regole: distanze, lavarsi le mani di continuo… e una volta tornato mi sono blindato in casa".  

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Endurance 


Nell’EWC la 24 Ore di Le Mans è stata posticipata a settembre, la 8 Ore di Oschersleben annullata e sostituita dal Bol d’Or 2020, e la 8 Ore di Suzuka sarà la chiusura, il 1° novembre. È cambiato tutto dopo la tua incredibile vittoria in solitario a Sepang.  

"Purtroppo avevamo perso tanti punti al Bol d’Or 2019 (in calendario nel 2019-20 così come l’edizione 2020, nde), perché quando Loris Baz era caduto la moto aveva preso fuoco. Poi a Sepang la vittoria è stata bellissima, abbiamo recuperato un po’, ma la Suzuki è in testa al campionato con 36 punti di vantaggio su Yamaha YART. Però abbiamo fatto il miglior tempo nei test a Le Mans e possiamo ancora provare a vincere il titolo".  

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Coach in Superbike 


In tutto questo, sei anche tester e coach per la Yamaha nel mondiale Superbike. Come riesci a conciliare questo triplice impegno? 

"È bellissimo, sono molto impegnato con la Yamaha, quest’anno seguo i piloti di Iwata in Superbike e faccio da coach a Toprak (Razgatlioglu) e Van der Mark, mentre l’anno scorso seguivo soltanto Alex Lowes. E sono anche collaudatore Yamaha in Superbike. Ai test invernali e alla prima gara a Phillip Island ho vissuto un’esperienza incredibile: sto imparando tanto e sto gettando le basi anche per quello che potrebbe essere il mio futuro, perché la carriera da pilota non dura all’infinito".  

Come vedi questa stagione del mondiale Superbike? 

"Sono molto contento che Toprak abbia vinto una gara, e anche Van der Mark è andato forte in Australia. Il Mondiale mi sembra più equilibrato rispetto allo scorso anno quando Alvaro Bautista aveva vinto le prime 11 gare di fila e poi Jonathan Rea si è aggiudicato il titolo. L’anno scorso due soli piloti avevano fatto la differenza, invece quest’anno possono lottare in tanti: Lowes ha vinto una gara, le Yamaha hanno compiuto uno step in avanti e sono molto competitive e quando la Honda sarà pronta arriverà anche Bautista. È un campionato partito con il botto, spero che possa ripartire presto".  

Chi vedi favorito? 

"Le Yamaha, per forza. Le voglio favorite".

Impegno su tre fronti


Come si concilia il passaggio dalla moto elettrica a quella tradizionale?

"Non è facile cambiare moto e gomme. Io, per esempio, utilizzo le Michelin in MotoE, le Pirelli quando provo la Superbike e le Bridgestone nel mondiale Endurance. Sono feeling completamente diversi, però non è il primo anno che vivo una situazione del genere, e mi sono abituato a cambiare stile di guida, moto, gomme e team. Ho sviluppato una versatilità che mi ha fatto crescere".  

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Quali sono le differenze? 

"Quando guidi una MotoE vai a cercare il mezzo decimo, e punti su dei dettagli che magari ti insegnano a essere più millimetrico negli spostamenti del corpo anche quando guidi nell’Endurance e in Superbike. Alla fine ogni disciplina ti aiuta a migliorare le altre. Oggi ci sono piloti che faticano a passare da una moto all’altra o da una gomma all’altra… è chiaro che non è facile, anch’io devo resettare il cervello ogni volta, ma è gratificante sentirsi competitivi nelle tre classi".  

La tua agenda ci sembra particolarmente piena… 

"Lo è. E con il fatto che tante gare sono state posticipate, la seconda parte della stagione sarà ancora più piena. Ma questi sono i momenti migliori della mia carriera, perché riesco a essere veloce, a imparare tante cose, a divertirmi… e sono in lotta per il campionato del Mondo, in EWC. È positivo concentrarsi su più fronti e ottenere anche risultati".  

Cosa pensi dello slittamento delle gare? 

"La moto è la mia vita, ma lo stesso vale per il lavoro delle altre persone che sono rimaste tanto tempo a casa. Bisogna essere razionali. Ci sono delle priorità al momento: distruggere questo virus e fermare il contagio. Quindi sono d’accordo su rinvii o cancellazioni di eventi, se si tratta di una misura necessaria per stare bene. Ci sarà il tempo per andare alle gare, anzi magari quando ricominceremo ci saranno ancora più appassionati che verranno a vederci".  

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