Caso Iannone: “Pena prevedibile ed in linea con il regolamento”

Caso Iannone: “Pena prevedibile ed in linea con il regolamento”© Milagro

Ad Andrea è stato comminato il massimo imponibile, poiché il pilota non ha fornito le prove della sua involontarietà. L'Avvocato Costa: "Decisione dura e nessuna attenuante a suo favore. La carriera è compromessa, ma la sua persona no"

11.11.2020 16:20

Volente o nolente, nel bene o nel male, Andrea Iannone è il personaggio più nominato del momento. L’esito della sentenza legata al relativo caso di doping sta facendo discutere il mondo della MotoGP, dello sport e, in generale, coinvolge ambiti quali gossip e spettacolo.

In tutto questo, molti legali professionisti pronunciano la propria opinione. Noi ci siamo rivolti a Federica Costa, Avvocato che già si era rivelato utile e disponibile per altre questioni.

Condanna giusta o inadeguata?


Per capire meglio, bisognerebbe consultare tutto il procedimento; la cosa certa è che, a Losanna, gli organi giudicanti abbiamo rispettato il regolamento: “Certo, infatti andrebbe analizzata la dinamica bene, dall’inizio alla fine - l’intervento di Federica - leggendo tutta l’udienza. Posso dire che, umanamente, dispiace molto per Andrea Iannone, perché stiamo parlando di un ragazzo che ha dedicato anima e corpo allo sport, diventato poi il suo stile di vita. Anzi, la sua vita. Non è bello leggere quanto scritto, infatti, nel momento in cui ho appreso la notizia, sono rimasta un attimo senza parole. Al pilota è stata inflitta la pena massima, senza vie di mezzo”.

Nessuna via di mezzo, appunto. O niente (quasi, perché un anno di sospensione l’abruzzese lo ha già rispettato) o tutto. Dopo una breve riflessione, il legale ha analizzato i motivi che hanno portato alla pena massima:Si tratta di una decisione dura, certo - spiega - ma la motivazione di tale giudizio è assolutamente in linea con il regolamento. Non ci si poteva aspettare qualcosa di poi così diverso e, anzi, in tempi non sospetti, io stessa dissi che Iannone avrebbe rischiato la massima punizione. La mia visione era chiara: sino a 4 anni di fermo, cioè, il peggio per un atleta che affrontava un caso del genere”.

Nessun precedente, unica attenuante. Inutile


La “fedina sportiva” di Andrea è ora macchiata, per sempre. Però a precedere il suo caso, il ragazzo di Vasto era “pulito”, ovvero, reo di precedenti illeciti od episodi simili.

Per il legale Costa, ecco il vero punto che l’imputato avrebbe potuto giocare a proprio favore:Come in ogni caso, esiste una attenuante - descrive il percorso giuridico - ovviamente parliamo di vita quotidiana, non solo di sport e motociclismo. Ecco, Iannone avrebbe potuto essere, in parte, ‘graziato’ da una eventuale attenuante che, invece, non è stata considerata. È successo che dalla sua parte, non siano riusciti a dimostrare l’involontarietà dell’atto. Cioè, si parlava di contaminazione alimentare... ebbene, evidentemente questa tesi non è stata confermata, sicché la sentenza è logica. In assenza di prove tangibili, arriva la condanna dura, piena. Al pilota è stato chiesto di confermare quanto dichiarato nei mesi scorsi, ma nulla ha convinto la giuria. Giuria che, come già spiegato, ha inflitto il massimo disponibile, come da regolamento. Io avevo predetto una cosa del genere e, purtroppo per lui, la mia previsione era corretta”.

Danni ulteriori possibili


Essendo stato tolto dalle classifiche, decurtato di punti, premi e riconoscimenti vari, l’ex pilota Aprilia ha, eventualmente ma speriamo di no, altre patate bollenti da pelare. Per esempio, quella inerente ai danni di immagine. Questa è la versione di Federica: “Ovviamente, nessuno glielo augura, però, occupandomi di contrattualistica sportiva, ho assistito a parecchie situazioni. Uno sponsor potrebbe pendere sulla testa dell’abruzzese, rivendicando lacune di immagine. In effetti, il marchio in questione era legato ai suoi rendimenti in pista, è vero, anche alla sua vita privata. Qui non si tratta di un party, dell’apertura di un locale o di altro. In ballo c’è una squalifica mai vista prima nel motociclismo, mica poco. Comunque andrà, il fatto rimarrà scritto ovunque. Questa è la macchia, forse indelebile. Quale sarebbe l’azienda di settore che ne legherebbe la propria etichetta? Volendo analizzare ancor meglio, pure il team potrebbe appellarsi e, di conseguenza, anche Aprilia. Insomma, quando successo è grave, dispiacevole e, probabilmente, evitabile. Purtroppo ormai è accaduto e l’unica cosa da fare per Andrea sarebbe un tentativo di risarcimento proprio. Intendo dire: la carriera è ormai compromessa, tuttavia, la sua persona no. Su di questo dovrebbe puntare per alleggerire un po’ la situazione”.

A. Espargarò su Iannone: “Sanzione sproporzionata” 

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