Motomondiale: Il “Guanto Magico” di Noboru Ueda

Motomondiale: Il “Guanto Magico” di Noboru Ueda© GPAgency

Il giapponese, nonostante la mano paralizzata per un infortunio, riuscì a tornare a correre grazie ad un guanto speciale realizzato dalla italiana Spidi su suggerimento del Dottor Costa

22.03.2021 18:16

Mentre tutto il mondo sta assistendo al recupero di Marc Marquez dopo la frattura dell’omero rimediata a Jerez lo scorso anno e le conseguenti tre operazioni per rimettere in sesto l’osso danneggiato ed al contempo fermare l'avanzata dell'osteomielite, nella storia del Motomondiale c’è un pilota giapponese che è tornato a correre, dopo un infortunio simile a quello dello spagnolo ma con il nervo radiale danneggiato, con un guanto speciale realizzato da Spidi ed inventato dal Dottor Costa per permettere al pilota di azionare la manopola del gas e frenare. 

E’ il caso del giapponese Noboru Ueda, una vita in 125, due volte vice campione del mondo di categoria, 13 vittorie e 39 podi in 160 gare, caduto in Francia nel 98 rompendosi l’omero e danneggiando il nervo radiale con la conseguenza della mano destra paralizzata.

L’incidente ed il ritorno in pista


Paul Ricard, Gran Premio di Francia, 31 maggio 1998, quinto appuntamento della stagione. Nelle prove ufficiali Noboru Ueda stacca la pole position davanti ai connazionali Sakata, vincitore della gara, e Manako, ritirato al 17° giro.

La gara per Nobby, all’epoca compagno di squadra di Lucio Cecchinello, dura appena 5 giri effettivi. Al sesto è vittima di una brutta caduta nella quale riporta la frattura dell’omero e danni al nervo radiale. Conseguenza? Mano destra praticamente paralizzata.

Il giapponese salta sei gare ripresentandosi poi a Barcellona 100 giorni dopo l’infortunio. Nonostante una mano paralizzata, il giapponese riuscirà a qualificarsi in 14^ posizione e chiudere la gara, vinta dal connazionale Manako, in una incredibile 6^ posizione finale.

Le conseguenze dell’incidente


La problematica maggiore del giapponese dopo l’incidente e prima del ritorno in pista, avendo una mobilità della mano destra praticamente azzerata, era quella di aprire la mano ed allungare le dita mentre al contrario poteva chiudere il pugno abbastanza da permettergli comunque di ruotare la manopola del gas ed afferrare la leva del freno. 

Il Guanto Magico


Come ha fatto Ueda a guidare? Come ha fatto a gestire manopola del gas e freno anteriore che richiedono appunto la mano destra? Lo ha fatto con un Guanto Magico, inventato dal Dottor Costa e realizzato dalla Spidi, l’azienda che produceva anche la tuta del giapponese. Per restituirgli questa funzione, decisiva per poter agire su manopola del gas e leva del freno, Costa ha pensato bene di ricreare sul dorso del guanto di Ueda una struttura di tiranti elastici che ricordano molto da vicino i tendini della mano, e li sostituiscono perfettamente. In posizione "normale" i tiranti-tendini fanno sì che le dita siano sempre tese e la mano aperta; così, Ueda può limitarsi al movimento che ancora gli riesce (stringere il pugno sulla manopola per aprire il gas e/o frenare), lasciando ai tiranti-tendini il compito di riaprire la mano non appena lui molla la presa.

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