MotoGP Doha, Mir: “Suzuki non si è nascosta”

MotoGP Doha, Mir: “Suzuki non si è nascosta”© Milagro

"Nel primo GP tanti hanno mostrato di essere veloci. Devo migliorare la qualifica, per essere con i migliori sin dai primi giri". Rins: "Il sesto posto della prima gara non mi ha soddisfatto"

01.04.2021 ( Aggiornata il 01.04.2021 21:49 )

Il secondo weekend di gara da campione in carica è alle porte per Joan Mir, ma c’è ancora tempo per parlare di quello che è stato meno di una settimana fa. Il numero 36 infatti ha visto sfumare il podio a poche centinaia di metri dal traguardo, cosa che comunque non lo turba.

“E’ stato un weekend difficile quello scorso, dato che ho faticato a trovare la giusta confidenza con l’anteriore, il che ha generato ulteriori problemi. Nel warm up ho trovato alcune soluzioni, che mi hanno permesso di fare una buona gara: nonostante una partenza non ottimale sono riuscito a risalire la classifica, fino ad arrivare a lottare il podio. Zarco è stato bravo a restarmi vicino, ed ha approfittato del mio errore all’ultima curva”.

Il problema principale per Mir restano le qualifiche, che Joan spera di migliorare grazie al lavoro compiuto nello scorso fine settimana.

“Mi aspetto di cambiare qualcosa sulla moto per la qualifica ed i primi giri della gara. Devo riuscire a partire con i primi, per gestire nel modo migliore le gomme e giocarmi tutte le mie carte. Non ci siamo nascosti sinora, abbiamo solo svolto il nostro programma di lavoro, per poi prepararci alla gara. In questa situazione aver perso un giorno di test è stato un peccato, dato che non ho potuto provare alcune cose: il passo avanti che potevamo fare lo abbiamo fatto nel warm up, quando sono riuscito a risolvere alcuni problemi. La cosa importante è l’aver trovato un buon assetto di base da cui partire”.

Mir: "Troppo presto per scegliere il mio rivale per il titolo"


Joan potrà inoltre contare sulla cabala, dato che la Suzuki ha spesso migliorato le proprie prestazioni nelle seconde gare sul medesimo circuito.

“L’anno scorso abbiamo mostrato un ottimo potenziale nelle seconde gare, ad esempio in Austria, e credo che questo sia positivo. Vedremo se in anche Qatar avremo altre risposte positive. In questi giorni ho cercato di riposare , e di staccare a livello mentale, cosa che reputo molto importante dopo un GP. Ho fatto anche un po’ di palestra, per prepararmi al weekend successivo”.

In conclusione lo spagnolo si astiene dallo scegliere (per ora) il suo principale rivale per il titolo, e sognando ipotizza tre circuiti dove vorrebbe avere il sostegno del test rider Suzuki Sylvain Guintoli.

“Non sono ancora pronto per dire chi sia il mio principale rivale. Tanti hanno mostrato un potenziale importante, ma l’importante per me è fare parte del gruppo dei migliori. Tre piste per Sylvain? Se dovessi scegliere direi Portimao, dove abbiamo faticato nel 2020, una pista nuova come la Finlandia ed un’altra a scelta della quale non abbiamo ancora molte informazioni”.

Rins: “Il sesto posto non mi ha soddisfatto”


Pronto per dare battaglia è anche Alex Rins, che nel GP d’apertura ha gravitato intorno alle posizioni migliori senza però riuscire a conquistare un post in top five.

“La gara non è stata negativa – spiega Rins - ma il sesto posto non mi ha soddisfatto. Devo quindi migliorare i miei punti deboli: ho tutto il potenziale per stare i davanti, ma devo migliorare la partenza per lottare con i primi sin da subito. Occorrerà capire quale strategia adotterà la Ducati, dato che Bagnaia ora sa cosa si prova a guidare la gara”.

Lo spagnolo ha cercato di riposare in questi giorni, per essere più pronto che mai per la nuova sfida alle porte. “Ho staccato un po’ insieme al team, riposandomi e facendo palestra. Ho preso anche un po’ di sole, dato che ora ad Andorra è un po’ freddo”.

L’ultima battuta Alex la dedica alle particolarità del correre in notturna, una formula che sembra oramai piacere a tutti i piloti.

“Dopo tanti anni correre di notte è solo un piacere, mentre all’inizio ho dovuto fare attenzione ad alcuni cambiamenti. Nel 2012, quando ho corso per la prima volta in notturna, ricordo di aver spesso rialzato la moto perché l’ombra che vedevo pensavo fosse quella di un altro pilota, invece era la mia”.

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