Misano 1987: Loris Reggiani e il primo successo dell'Aprilia

Misano 1987: Loris Reggiani e il primo successo dell'Aprilia© Fraternali

Nel GP di casa, il forlivese regalò all’Aprilia lo storico primo successo iridato: fu l’inizio di un’epopea d’oro per l’azienda. Per lo stesso Reggiani fu una rivincita: "Temevo di non poter tornare a certi livelli..."

30.08.2021 ( Aggiornata il 30.08.2021 17:17 )

Il 30 agosto 1987 è un giorno storico nella storia del Motomondiale. Perché a pochi chilometri da casa, Loris Reggiani interruppe un digiuno personale durato sei anni, ma soprattutto regalò all’Aprilia la prima vittoria iridata. Dando il via a un percorso eccezionale nei GP, dato che nei due decenni successivi la Casa veneta avrebbe vinto titoli con campioni come Valentino Rossi, Max Biaggi, Loris Capirossi, Marco Melandri, Manuel Poggiali, Jorge Lorenzo e, pure se con il marchio Gilera, Marco Simoncelli, a cui è dedicato proprio il circuito di Misano.

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Appuntamento con la storia


Quel GP San Marino attirò oltre 40.000 persone fra tribune e prato. Era il dodicesimo appuntamento della stagione che per Reggiani fu quella del riscatto dopo tante peripezie, compreso l’incidente stradale subito l’anno prima che lo costrinse a saltare mezza stagione (e per le conseguenze per la caviglia sinistra, da allora il cambio per lui è sempre stato sul lato destro): in quel 1987 sfiorò più volte il successo, chiudendo secondo in Austria, Jugoslavia e Gran Bretagna. La pista di casa poteva rappresentare l’occasione propizia. Nelle qualifiche di Misano, Loris ottenne il terzo tempo, in 1’21”93, poco distante (soltanto 15 centesimi) dalla pole position di Luca Cadalora, capace di precedere l’altra Yamaha del Team Agostini del tedesco Martin Wimmer. Il pilota di Forlimpopoli partì bene e alla prima curva si ritrovò alle spalle di Reinhold Roth e davanti a Dominique Sarron, Wimmer, Sito Pons, Carlos Cardus e il leader iridato Toni Mang. Dalla pole, invece, Cadalora sbagliò partenza, come spesso accadeva in quegli anni con la Yamaha, in particolare quel 1987 in cui la partenza a spinta venne avvicendata da quella a motore acceso. Quando scattò il verde e lasciò la frizione, il motore della moto di Cadalora si ingolfò, e alla prima curva Luca era 35°, cioè penultimo. In breve Reggiani si portò al comando, cominciando ad allungare.

La gara di Misano non fu però una passeggiata: l’Aprilia aveva avuto diversi inconvenienti tecnici nei GP precedenti, difetti di gioventù, e Reggiani temeva che qualcosa potesse interrompere la sua cavalcata solitaria. Invece tutto filò per il verso giusto, anche perché il pilota più veloce in pista, Cadalora, pagò la pessima partenza, e la rimonta si “fermò” a un comunque eccellente secondo posto: Reggiani centrò l’obiettivo e si liberò dall’incubo della cattiva sorte che lo perseguitava. Loris vinse con un vantaggio abissale, ben 7”49 su Cadalora, a seguire Pons: scattato dalla quattordicesima posizione, transitò sul traguardo con 11”02 di ritardo dall’Aprilia.

Oltre a cogliere la sua prima affermazione personale nella classe di mezzo, Reggiani firmò un’impresa destinata a passare alla storia, mettendo il sigillo alla prima vittoria in assoluto dell’Aprilia. A rendere tutto ancora più magico, fu il contesto di Misano: il primo trionfo iridato dei colori veneti fu infatti accompagnato dal calore del pubblico nel GP San Marino. Un pilota italiano che vince su una moto italiana: un binomio che nella classe 250 non si verificava dal 1979, quando Graziano Rossi trionfò sulla Morbidelli ad Anderstorp, in Svezia. Reggiani venne persino preso d’assalto dagli appassionati a fine gara, e le cronache raccontano che per farlo respirare dopo il trionfo servì l’intervento dei Carabinieri.

Per capire meglio l’impresa, serve pensare che siamo nel 1987 – 33 anni fa – e l’Aprilia era una piccola Casa italiana, che aveva colto bei successi nel Motocross e nel Trial, ma era ancora acerba nella Velocità. La moto di Reggiani si chiamava AF1 e il suo propulsore era un bicilindrico Rotax con ammissione a disco rotante, da molti considerato superato, perché si era già entrati nell’era dei motori a V con ammissione lamellare. “È stato più facile del previsto: quando li ho superati credevo che qualcuno mi sarebbe venuto dietro, invece nessuno ha reagito", raccontò Reggiani a Motosprint. “Comunque ho tirato sempre: so per esperienza che c’è sempre qualcuno che parte male e poi recupera. Qui è accaduto a Cadalora”.

Il merito del Dottor Costa


 Reggiani disputò tutto il Gran Premio senza tirare quasi mai il fiato. “Ho rallentato soltanto alla fine, quando sapevo che il mio vantaggio mi avrebbe permesso di vincere comunque. Ma in quel preciso momento mi è venuta la paura che si potesse rompere qualcosa nel motore, così non ho più tirato le marce: mettevo la quarta dove di solito ero in terza. È stata una precauzione inutile: la moto è sempre andata alla perfezione”.

La vittoria di Misano fu tanto attesa quanto sofferta: una scommessa vinta, un sogno realizzato. “Ho vinto per me, ma la dedico al dottor Costa”, disse Reggiani. Dopo il noto incidente stradale non credevo di poter tornare a questi livelli, e invece lui mi ha convinto a provarci, mi ha detto che ci sarei riuscito. Lui e gli altri medici della Clinica Mobile mi hanno rimesso a posto e se oggi sono qui lo devo in buona parte a loro”.

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