I tre successi di Fausto Gresini a Misano

I tre successi di Fausto Gresini a Misano© Fraternali

L’imolese è stato l’unico a vincere tre volte al Santamonica in 125: nell’85 conquistò gara e titolo, nell’87 salì a dieci successi in dieci GP stagionali. E nel ‘91 spezzò un lungo digiuno

08.09.2021 ( Aggiornata il 08.09.2021 13:34 )

Con tre successi, tutti in anni dispari, Fausto Gresini è il pilota più vincente di sempre a Misano nella 125: degli altri 11 piloti vittoriosi nella ottavo di litro al Santamonica, il solo ad aver realizzato il bis è stato il leggendario Angel Nieto.

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1985


La serie di Gresini si aprì quando più era necessario, nel Gran Premio che mandava in archivio il campionato 1985. Una stagione scattata alla grande per i colori italiani con il poker di Jarama: successo di Pier Paolo Bianchi davanti a Gresini con Domenico Brigaglia sul terzo gradino del podio ed Ezio Gianola medaglia di legno. Con quel trionfo l’anziano tricampione del Mondo (33 anni) si portò al comando della classifica e vi rimase fino al quartultimo GP quando fu scavalcato da Gresini. Ma con i secondi posti in Gran Bretagna e Svezia, complice una perdita al serbatoio della Garelli dell’imolese, che in vista del traguardo di Anderstorp iniziò ad andare a un cilindro, si concretizzò il controsorpasso di Bianchi.

Quando restava soltanto Misano, pista di casa di Bianchi, Gresini era staccato di cinque punti: ai tempi la vittoria ne assegnava 15, il secondo posto 12 e il terzo 10. Con il successo di Gresini, però, Bianchi non si sarebbe potuto accontentare della terza piazza: a pari punti e con lo stesso numero di vittorie, il ventiquattrenne del Team Italia avrebbe prevalso grazie al maggior numero di secondi posti. A preoccupare Gresini era soprattutto la cabala: "In Italia non sono mai stato fortunato ma cercherò di non pensarci". Nei cinque GP corsi in patria si era ritirato tre volte, in un’altra occaisone era stato settimo e soltanto nel 1984 a Misano aveva chiuso in terza posizione. Invece Fausto iniziò con il piede giusto il weekend, prendendosi la pole con 89 centesimi di vantaggio su Maurizio Vitali al rientro in 125. Terzo Bianchi a un secondo e 33 centesimi, quarto Brigaglia: tre MBA tallonavano quindi la Garelli che aveva conquistato anche il quinto posto con un Gianola (per una Top 5 tutta italiana) riabilitato dopo la vittoria e i relativi tre punti 'rubati' in volata al compagno di squadra in Francia. In realtà, pur guidando una MBA, anche Vitali quel giorno lavorò per agevolare Gresini, essendo stato assunto dalla Garelli per fargli da guardaspalle. Un’anomalia spiegata da Eugenio Lazzarini, team manager Garelli: “Abbiamo soltanto quattro moto e io non volevo indebolire la squadra. In secondo luogo credo che Vitali avrebbe fatto una gara peggiore con la Garelli perché non conosce la moto”. Altri tempi, indubbiamente...

Gresini confermò la sua superiorità andando in fuga al secondo giro mentre Bianchi si ritrovò a lottare per la posizione d’onore con Vitali e Gianola. All’inizio dell’11° giro il capoclassifica perse alcuni metri dai due scudieri di Fausto ma in quello seguente riuscì a rifarsi sotto. Bianchi sembrava determinato a giocarsi la seconda posizione, sufficiente per vincere il titolo, ma a cinque giri dalla fine la sua MBA diventò ‘monocilindrica’, costringendolo allo stop: “Non è giusto, avrei preferito perdere il titolo in volata, se questo era il destino. Controllavo la situazione e fino al momento del mio ritiro non hanno giocato sporco. Sembra che la responsabile sia l’accensione o forse una candela”, disse il romagnolo. Gresini trionfò con 21 secondi e quattro decimi su Gianola che beffò Vitali per due centesimi. L’imolese regalò così all’Italia il 50° titolo iridato in pista: “Non riesco ancora a rendermene conto. Non osavo quasi pensare alla vittoria. A 10 giri dalla fine la moto ha cominciato a fare uno strano rumore. Neppure quando dal box mi hanno segnalato il ritiro di Bianchi sono riuscito a tranquillizzarmi”.

1987


L’anno seguente Gresini non riuscì a riconfermarsi ma nel 1987 si riscattò alla grande, non lasciando ai rivali nemmeno le Briciole. Fausto arrivò a Misano, penultimo round del campionato, da imbattuto: nove vittorie su nove GP e la corona in testa. La Rai però mostro scarso interesse per l’eventuale Decima, impiegando soltanto tre telecamere fisse e una mobile e trasmettendo la gara della 125 in differita dopo la 250. Gresini conquistò la pole con tre decimi su Paolo Casoli (AGV) e 62 centesimi sul compagno di team Bruno Casanova.

Per aggiungere un po’ di pepe alla contesa Gresini cadde al Tramonto, nell’ultimo turno di prove: il botto rese inservibile la Garelli e gli costò la distorsione al malleolo esterno della caviglia destra. Eppure in gara, dopo un paio di giri guardinghi, lasciò la compagnia di Casoli e Bianchi, involandosi solitario: "Ho dovuto usare il muletto ma soltanto quando mi sono reso conto che era tutto a posto ho cominciato a tirare". Alla bandiera a scacchi ebbe 33 secondi di margine sul secondo, l’austriaco August Auinger.

1991


Il tris, Gresini lo completò nel 1991, anno in cui Misano fu teatro del GP Italia a metà maggio. Alla vigilia la classifica della 125 era cortissima: 55 punti Noboru Ueda, 51 Gresini e 50 il campione in carica Loris Capirossi. I tre si erano spartiti i nove podi dei primi tre GP ma Fausto, alla seconda stagione con la Honda del Team Pileri, non era ancora riuscito a vincere. Per dirla tutta, non vinceva un GP da quattro anni, proprio dal trionfo a Misano del 1987. Nel primo turno di prove il più veloce fu Capirex seguito dal giapponese e da Gresini che però in quello successivo limò quattro decimi al suo crono, portandosi in testa. Causa pioggia, nella terza sessione i tempi furono più alti e così Gresini partì in pole, affiancato dal compagno di team Capirossi, da Heinz Lüthi, Gianola e Ueda.

In gara, a parte i primi metri, Fausto diventò subito uccel di bosco, mentre Ueda cadde al curvone del Carro, in accelerazione, e ruzzolando finì persino per colpire il muro, che non era troppo vicino al nastro d’asfalto. Gresini batté Capirossi, Alessandro Gramigni e poi Gianola sulla Derbi. “Sono partito fortissimo e ho potuto gestire la corsa a mio piacimento. Loris non mi ha mai impensierito. Era dai tempi di Brno, nel 1987, che non mi sentivo così in forma”. Verità inconfutabile: Capirossi, futuro campione-bis, rimediò 18 secondi e mezzo.

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