MotoGP: il tributo di Misano a Marco Simoncelli dopo la sua scomparsa

MotoGP: il tributo di Misano a Marco Simoncelli dopo la sua scomparsa

Nel 2012 il circuito di Misano prese il nome di Marco Simoncelli, e papà Paolo ricorda con emozione che l’Autodromo venne subissato dalle richieste dei tifosi. Nel 2019 la Sic58 ha vinto qui con Suzuki: "Non è stata una coincidenza…"

20.10.2021 ( Aggiornata il 20.10.2021 14:35 )

Il 9 giugno 2012, il circuito di Misano annunciò lo storico cambio di denominazione, unendo il proprio nome a quello di un campione nato a pochi chilometri di distanza e amatissimo dalla gente. Da quel giorno, il nome di Marco Simoncelli è legato a quello del Misano World Circuit, per un’intitolazione avvenuta nemmeno un anno dopo la scomparsa dell’ex iridato 250, avvenuta il 23 ottobre 2011. Già il successivo 2 novembre il consiglio di amministrazione della Santamonica Spa, proprietaria del tracciato, decise di accogliere la richiesta di tanti appassionati e di associare il nome del circuito romagnolo a quello del SIC. Aldo Drudi ha curato il nuovo logo dell’impianto romagnolo dove le due “elle” del cognome di Marco sono diventate due strisce rosse, che richiamano quelle che comparivano sul casco del campione di Coriano, e che hanno il significato di uno sguardo verso il futuro: due linee che non si incontrano mai e vanno verso l’infinito.

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L'emozione di papà Paolo


Nel giorno dell’annuncio, papà Paolo aveva gli occhi lucidi e confessò tutta la sua emozione per quel primo tributo a Marco. E ancora oggi, a quasi nove anni dalla scomparsa del figlio, il babbo del SIC ha la voce rotta dell’emozione quando ripensa a quell’iniziativa. "Intanto era morto Marco", sono le prime parole quando gli chiediamo di quel momento. Già. Perché i modi per onorare suo figlio possono essere straordinari, ma tutto purtroppo parte dalla sua scomparsa. E papà Paolo lo sottintende con una lucidità lancinante. Poi s’interrompe per un attimo. E chissà dove corrono i suoi pensieri. “Comunque l’intitolazione è stata una cosa bella, perché è stata voluta dalla gente. Credo che l’autodromo di Misano sia stato subissato da un numero sproporzionato di richieste di dedicare il circuito a Marco. Fra l’altro tutto era cominciato con un po’ di diffidenza da parte dell’amministrazione del circuito, perché non ci conoscevano. Poi hanno cominciato a capire chi sono Paolo Simoncelli e Miriam Rossi (a capo della Fondazione Marco Simoncelli, ndr) e ora stiamo facendo anche altri progetti...”.

“La vuoi sapere una cosa simpatica su tutto questo? A Marco il circuito di Misano non piaceva da quando si girava al contrario!”, aggiunge Paolo con la voce che tradisce la commozione. Forse sta ripensando alle volte che ne avrà parlato con Marco.

E oggi che sei tornato a frequentare i circuiti, che impressione hai quando entri a Misano? “È sempre bello vedere il cartellone di Marco con il viso stilizzato, e poi il suo nome appena si entra, in fondo, e su tutti i dettagli del circuito. Ogni anno poi facciamo nel circuito la presentazione della nostra SIC58 Squadra Corse, al primo piano sopra i box, dove c’è la galleria con i cimeli di Marco, e tutta la sua storia, a partire da quella foto dove eravamo seduti davanti a una serranda di un box… Era la prima volta che Marco provava una moto con ruote alte, la tuta ce l’aveva prestata una ragazza che correva (Ilaria Cheli, ndr).

La vittoria di Tatsu


Nel 2019, a Misano fu proprio la squadra targata Simoncelli a vincere, con il primo successo di Tatsuki Suzuki, adottato dalla famiglia del SIC, in Moto3. Quello del giapporiccionese fu un fine settimana perfetto: in qualifica ottenne la sua prima pole position, poi in gara dimostrò grinta e tenacia, partendo bene e andando subito al comando. E nelle battute finali tirò fuori gli artigli, respingendo gli attacchi di John McPhee e Tony Arbolino, conquistando la prima vittoria proprio davanti a loro. “Che vittoria! Questo ragazzo è fortissimo. Ha fatto gli ultimi giri da grande campione”, furono le prime dichiarazioni di Paolo Simoncelli a Motosprint. “Queste sono emozioni che ti ‘uccidono’ ma che ci vogliono. Vincere è sempre bellissimo. Farlo qui rende tutto più speciale, considerando che ormai Tatsu è più italiano che giapponese”. E alla domanda su cosa avesse in comune Tatsuki Suzuki con il suo Marco, Paolo rispose con un grande sorriso e gli occhi pieni di nostalgia. “È un patacca, proprio come lui!”.

Tatsuki vive a Riccione, e considera il GP San Marino come un Gran Premio di casa, soprattutto dopo quella vittoria. “Da oggi, questa è casa mia”, disse subito dopo la gara. “Volevo sentire anche l’inno italiano! Paolo mi ha dato tutto in questi tre anni. Mi ha insegnato tutto quello che ha imparato con Marco. Se sbaglio mi ‘bastona’, se faccio bene si emoziona. Grazie a lui, alla sua famiglia e alla mia morosa mi sento a casa”.

Oggi Paolo Simoncelli, ricorda quel successo di Tatsuki a Misano come un ‘disegno’ di Marco. “Non puoi credere che siano cose che succedono per caso”, dice Paolo, sottintendendo che da lassù ci dev’essere la mano del SIC. “Almeno a me fa piacere pensare che non sia una coincidenza e vaffa…”, aggiunge il babbo di Marco, che con un gesto della mano scaccia via ogni ipotesi diversa. “Tatsu è straordinario. In Malesia, sulla pista di Sepang, nella curva dell’incidente c’è una palma piantata dal fotografo del Mondiale e di Motosprint, Gigi Soldano. È stato messo anche un leggio con una targa e una volta ho visto Tatsuki lì davanti, a mani giunte. Mi ha detto che aveva fatto una promessa a Marco: che un giorno sarebbe salito sul gradino più alto del podio. E l’ha fatto proprio a Misano, sulla pista intitolata a Marco”.

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