Carlo Ubbiali: il nostro viaggio con il mito

Carlo Ubbiali: il nostro viaggio con il mito

Nel 2019, a 90 anni, il nove volte iridato ricevette il Collare d'Oro dal CONI. Motosprint ebbe l'onore di accompagnarlo a Roma: il nostro racconto

01.06.2023 ( Aggiornata il 01.06.2023 13:11 )

Carlo Ubbiali tra aneddoti, ricordi e tanta emozione


Ubbiali faticò a raggiungerli, ma subito dopo si precipitò da Lucky per fargli le condoglianze per il figlio Cristiano. Da anni non si vedevano né sentivano e questo gesto commosse Lucchinelli che gli diede un bacio. Il presentatore ricordò quando Ubbiali trasportò i feriti durante la guerra, ma anche l’esordio nel 1947, avvenuto falsificando i documenti. Pronta la risposta di Carlo: “Una comica, ho rubato un anno, anziché 18, ne avevo 17, però mi hanno squalificato”.

A cerimonia chiusa, salimmo al piano superiore dove Ubbiali assaporò una porzione di pasta al forno, delle melanzane e un tramezzino, usandolo al posto del pane: “In passato sono arrivato a 62 kg ma ora ne peso 55, lo stesso di quando correvo, anche se in inverno arrivavo a 56”.

Il volo di ritorno però incombeva, così risalimmo in auto e soltanto grazie all’abilità di Florenzano non lo perdemmo. Ubbiali inizialmente sembrò preoccupato dai virtuosismi dell’amico ma poi se ne uscì con un “Sei un mezzo Nuvolari” che stemperò la tensione. Prima di depositarci al terminal, Florenzano si concesse un’ultima domanda, inevitabile.

Perché Ubbiali ha smesso a soli 31 anni? Ero stufo di viaggiare, sui treni ti controllavano tutto, i soldi, persino i bottoni. E poi era morto mio fratello Maurizio a cui ero molto legato. Rinunciai anche a guidare per la Ferrari e a correre con la Honda: nel 1959 all’Isola di Man avevo incontrato Soichiro Honda che tramite un interprete mi disse che mi voleva nella sua squadra”. In aereo, complice la stanchezza, nessuno aprì bocca.

Ma una volta recuperata l’auto al parcheggio di Orio, Carlo fece il bilancio della giornata: “Faticoso ma ne è valsa la pena, è andata bene. Sono contento di essere andato a Roma e di aver incontrato tanti sportivi”.

Dopo decenni di oblio, Ubbiali si sentì di nuovo ammirato al di fuori della sua cerchia di familiari e amici. Lo meritava, meglio tardi che mai.

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