Chi segue la
MotoGP in TV conosce bene la faccia del papà di
Marc e
Alex Marquez,
Julià (leggi
QUI la sua intervista). Molto più defilata è la mamma dei due ragazzi più veloci del pianeta, la signora
Roser Alentà.
A Valencia c’era, ha indossato la maglietta celebrativa di
Alex campione, si è fatta fotografare, ma chiaramente non è a proprio agio sotto i riflettori. Difatti le gare se le guarda sempre in casa, da sola.
A intervistarla - lei che parla poco - ha provveduto il giornale spagnolo El Periodico.
Mentre il marito si dedica completamente a seguire i figli,
mamma Marquez ha un lavoro diverso, è impiegata presso una compagnia di trasporti e perlopiù le corse le guarda in televisione. La sua vita da quando i figli sono diventati piloti di vertice è cambiata ben poco. Certamente la famiglia non ha più problemi di soldi, ma lei continua a lavorare come sempre, sia pure part time.
È convincente quando dice che i suoi figli non si sono montati la testa, ma che restano ragazzi
“Normalissimi, sinceri, spontanei e affettuosi. Identici a prima, in casa ma anche fuori”.
Naturalmente con caratteri diversi.
“Da piccolo, Marc era più capriccioso di Alex. Marc piangeva sempre, chiedeva sempre qualcosa, non mangiava mentre a Alex andava bene tutto. Ora, da grandi, è il contrario. In casa Marc è il cocco di mamma, quello affettuoso, Alex invece è più libero e indipendente. Ma quando sono in viaggio quello che mi chiama tutti i giorni è Alex”.
La famiglia
Marquez non è povera nel vero senso della parola, ma nemmeno ricca. E la moto è uno sport costoso, che comporta parecchi sacrifici.
“Sì, sacrifici ne abbiamo fatti. I fine settimana li passavo tutti in roulotte andando a correre su qualche pistina. Passavo i venerdì a cucinare e la domenica sera, al ritorno, a lavare, pulire e riordinare. E il lunedì in piedi per andare in ufficio”.
E la paura che i suoi bimbi si facciano male c’è sempre.
“Certo, che c’è, non mi abituerò mai. E poi sono in due. Gli dico sempre “ragazzi fate un lavoro duro, pieno di rischi, pensate sempre a tornare a casa interi, se Dio vuole. Una cosa sola gli chiedo di fare: se cadono che pensino a me che sto guardando la televisione e alzino una mano, così capisco che stanno bene”.