Quanto costa un team della MotoGP? e una sessione di test come quella di Sepang? Quanto incassa la Dorna? Come si finanzia uno show da 300 milioni come il mondiale?
Trovare risposte nel paddock del Mondiale GP non è sempre facile. Se l’argomento è il denaro, poi, la missione diventa quasi impossibile. Tutti parlano di soldi ma nessuno scopre le proprie carte, ma è chiaro che alla fine qualcuno deve pagare la festa. La divisione tra ricchi e poveri è sempre esistita, anche in questo sport, ed effettivamente le differenze di budget tra grandi e piccoli team della MotoGP sono significative. Se una squadra satellite che viaggia nella parte medio-bassa della classifica investirà 8 milioni di euro per un Mondiale di 19 tappe – sette delle quali fuori dall’Europa – i factory team non spenderanno meno di 30 milioni. E in alcuni casi, la cifra rappresenta una soglia minima: qualcuno investirà anche il doppio!
TETTO SALARIALE - È possibile prendere lo stipendio dei piloti come punto di riferimento. Nella MotoGP non esiste la norma del tetto salariale, come accade per esempio nella NBA, ma in un certo senso è una regola non scritta che vige nel Circus. Sempre parlando in senso generale, cioè facendo una media, va detto che un top team si autoimpone un tetto salariale di 15 milioni di euro per i due piloti ufficiali, ed è la cifra che lo scorso anno la Ducati ha sborsato per Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso. Questo è più o meno il totale investito anche da Honda e Yamaha per le proprie coppie di piloti. Stiamo parlando quindi dell’elite della MotoGP.
DIFFERENZE SOSTANZIALI - Questa differenza tra “grandi e piccoli” non è soltanto legata alle spese per i piloti. Il potenziale economico che supporta i primi è indicato anche da un altro dettaglio: una squadra satellite paga soltanto il materiale che utilizza, mentre una Casa – la cui emanazione è il factory team – deve sostenere i costi del materiale prodotto per il proprio team ma anche per quelli satellite.
Le strutture ufficiali, poi, muovono anche parecchio personale, mentre una squadra di secondo piano porta una ventina di persone per un test come quello di Sepang. Nei GP europei, poi, alle persone coinvolte se ne aggiunge un’altra decina, cioè i vari addetti all’hospitality.
Componenti per la moto, viaggi, personale, comunicazione e PR, attività promozionali, invitati e ospiti. Sono tutte voci che compongono la lista dei costi per un team, e qualcuno deve pagare i conti. Cerchiamo di capire chi se ne occupa.
L’UTILE SUPERA I 10 MILIONI - Per quanto possa far storcere il naso ai puristi, la MotoGP è uno spettacolo, oltre a essere uno sport. Nel momento in cui la FIM, nel 1992, cedette alla Dorna i diritti per organizzare il mondiale Velocità, lo sport ha ceduto il passo al legittimo interesse di una compagnia privata che ha la necessità di incassare più denaro possibile grazie al prodotto acquistato. Si tratta del ritorno di un investimento, insomma. E il lavoro, da questo punto di vista, è impeccabile: negli ultimi 26 anni la Dorna ha condotto il motociclismo a livelli di popolarità e notorietà mai visti prima, e forse nemmeno mai immaginati. Si è trattato di un cammino con alti e bassi, con momenti di scetticismo per la direzione imboccata, ma la sensazione è che da tempo la MotoGP navighi con il vento in poppa.
La MotoGP si è trasformata in uno show, uno spettacolo sportivo, che cresce e che riscuote giorno dopo giorno sempre più interesse: a testimoniarlo sono le numerose richieste di ospitare un GP che arrivano sulla scrivania del boss della Dorna, Carmelo Ezpeleta. Così come si accumulano i contratti televisivi che, secondo il bilancio della compagnia, sono la benzina che fa funzionare la MotoGP.
La MotoGP, infatti, introita denari grazie a tre strade: diritti TV, diritti dei promotori locali (cioè gli organizzatori dei GP) e pubblicità. Di queste tre voci, la più importante – e per distacco – è quella legata ai diritti TV, che portano più o meno il 50% del fatturato annuale della Dorna. Il “fee” (cioè i milioni di euro) che pagano gli organizzatori locali rappresenta più o meno il 30%, la restante fetta riguarda la pubblicità. Si parla di un totale vicino ai 300 milioni di euro l’anno, con oscillazioni del 5% tra una stagione e l’altra. L’utile lordo è di circa 50 milioni di euro. Togliendo le tasse, resta una cifra comunque di tutto rispetto, tra i 10 e i 15 milioni.
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