Lorenzo? Manager di se stesso

Lorenzo? Manager di se stesso

Il lungo addio alla Ducati, la trattativa con la Honda, le frecciate a Domenicali e la telefonata a Puig: così Lorenzo ha voltato pagina

Redazione

21.06.2018 11:53

Tanto di cappello, davanti a Jorge Lorenzo e Alberto Puig. Questa è l’opinione comune, da quando la Honda ha annunciato l’accordo raggiunto per le prossime due stagioni. Ma è anche la verità: è stata una mossa a sorpresa, un colpo da maestro che ha rilanciato la carriera del maiorchino e allo stesso tempo rafforza il Team HRC Repsol. 
Il mondo della MotoGP, che vedeva Lorenzo in grave difficoltà per il futuro, è rimasto senza parole; tutti pensavano che il destino di Jorge fosse quello di un ritorno alla Yamaha, ma in un team privato, invece lui al Mugello aveva già completato il suo passaggio alla Honda. Grande! 

QUESTA GIOCATA magistrale è scaturita da diversi fattori, ma di certo deriva dalla determinazione e dall’orgoglio di Jorge: il maiorchino non voleva accettare la situazione che gli era stata proposta, perché non voleva ritrovarsi a correre in una squadra satellite. Il piano a cui si è messo a lavorare Carmelo Ezpeleta, lo onorava ma non lo faceva sognare. Jorge Lorenzo ha vinto cinque volte il campionato del Mondo, tre titoli soltanto nella MotoGP. Ha ancora una fiducia estrema in se stesso e nelle sue capacità di guidare una MotoGP. Voleva dell’altro, cioè una condizione in cui potersi riscattare. E così dopo il GP Francia, dopo una lunga riflessione, gli è apparso chiaro che non era questo ciò che lui voleva, e allora ha deciso di prendere il controllo del suo futuro. 

FACCIAMO un passo indietro. Lorenzo e il suo manager avevano iniziato a cercare possibili opzioni già da mesi, perché la situazione in Ducati era diventata tesa gara dopo gara. Il primo contatto era stato proprio con la Honda, ma a Lorenzo era stato detto che non c’era interesse nei suoi confronti. La porta a cui bussare, a quel punto, è diventata quella della Suzuki. Lì Jorge ha verificato molto interesse in più, al punto che sono iniziate le conversazioni. Parallelamente, certo, c’era anche la speranza che i risultati potessero riaprire l’opzione Ducati. Era la fase della stagione in cui Lorenzo diceva «Devo fare dei buoni risultati per aumentare il mio valore», ma questi risultati non sono arrivati. 
Dopo essere stato autore di una prova deludente a Le Mans, Jorge ha toccato il fondo. Il più deluso è stato proprio lui, perché la pista francese gli era stata molto favorevole in passato e sperava di sfruttarla per iniziare a riscattarsi. Come se non bastasse, poi, proprio nel weekend di Le Mans Jorge ha avvertito chiaramente la sensazione della terra bruciata attorno a sé, all’interno del box Ducati, di conseguenza ha capito che le possibilità di rimanere in rosso erano quasi nulle; non soltanto, la stessa opzione Suzuki stava perdendo forza, perché la figura del giovane talento Joan Mir, maiorchino come Lorenzo, stava diventando sempre più ingombrante (e infatti…). 
Quindi all’indomani del GP Francia Jorge ha davvero pensato di restare senza moto, dunque di dover uscire di scena a fine stagione. Ed era, comprensibilmente, demoralizzato. 
Ma la vita è strana, piena di sorprese, e così proprio nelle giornate che hanno separato i GP di Francia e Italia, Lorenzo ha riscritto il suo futuro, passando dal possibile ritiro al team più importante del mondo (l’HRC)! E all’improvviso la situazione si è ribaltata.

DOPO IL GP di Francia, Lorenzo ha deciso di eliminare ogni intermediario, mettendo da parte persino il suo rappresentante. Ha deciso di parlare lui stesso, con i dirigenti della Honda. Ha chiamato il team manager del Team HRC, Alberto Puig, spiegandogli che, anche se poteva sembrare strano vista la mancanza di risultati, lui si sente più forte che mai, la sua motivazione è al massimo; ed è pronto ad affrontare un compito che la Ducati non gli ha permesso di portare a termine. Questa volta l’interlocutore ha cambiato posizione. Puig ha promesso che avrebbe parlato con i suoi capi giapponesi, perché intanto anche lui aveva i suoi problemi da risolvere; il vertice del racing Honda, a Tokyo, da qualche tempo gli aveva comunicato il pollice verso nei confronti di un rinnovo con Dani Pedrosa. 
Serviva allora trovare un pilota, ma quelli che contattava si mostravano titubanti (compreso Mir che aveva scelto la Suzuki). E allora, dopo la telefonata di Lorenzo, è apparso chiaro che si era presentato – con sorpresa persino di Puig – il possibile sostituto di Dani. Ma la decisione, come sempre, è stata demandata ai giapponesi. Il “sì” è arrivato da Tokyo, quindi. Alla vigilia del GP Italia.   
E così, due giorni dopo aver vinto con la Ducati il suo primo Gran Premio, Lorenzo è stato annunciato come il compagno di squadra di Marc Marquez per le prossime due stagioni. Jorge aveva giocato su più fronti, e gli è andata bene. 

IL 3 GIUGNO scorso Jorge Lorenzo si è tolto molti dubbi. Anche se serviranno altre prestazioni simili, e poi questa vittoria sarebbe dovuta arrivare prima. Però, se Jorge doveva scegliere un teatro importante per un evento storico, ha scelto bene: il Mugello, il GP Italia, i 93.000 appassionati (quasi tutti italiani)… In più la Ducati non aveva mai messo due moto nelle prime due posizioni del GP Italia. 
Sembra la storia perfetta, ma non lo è. Ci sono voluti soltanto pochi minuti per trasformare questo successo in un fallimento. Esattamente il tempo necessario a Jorge Lorenzo per trovare davanti a sé i microfoni delle TV. «Sento una felicità immensa, questa vittoria dimostra ancora una volta il potere che ti dà la convinzione: bisogna essere determinati, non si dovrebbe mai diffidare del proprio potenziale, delle proprie qualità, anche se non si ottengono risultati per un lungo periodo di tempo. Molti dicevano che per me non sarebbe stato possibile vincere con questa moto, causa il mio stile di guida, ma io ero convinto che il mio metodo avrebbe funzionato e che mi sarebbe bastato qualcosa di più da parte della Ducati per compiere il passo avanti che mi serviva». Questo è stato l’inizio, poi Jorge ha proseguito così: «Naturalmente ci sono stati momenti in cui ho dubitato anch’io, perché sono umano, ma ho insistito dicendo alla squadra, a Gigi [Dall’Igna] “credete in me, datemi quello di cui ho bisogno”... E l’hanno fatto, ma troppo tardi. Ora il mio futuro è deciso e questo risultato non cambia la situazione. Non si sono fidati di me al 100% e purtroppo ora è troppo tardi».
La vittoria di Lorenzo ha cambiato completamente il quadro che esisteva prima della gara. I 23 GP che Lorenzo aveva corso in precedenza con la Ducati avevano messo in discussione il suo futuro con il Marchio italiano. 
Pilota e team avevano rinviato la discussione decisiva sul rinnovo proprio a dopo il GP Italia. E di certo il maiorchino si era imposto di recuperare il suo prestigio ottenendo buoni risultati a Jerez, Le Mans e Mugello. Ma le gare in Spagna e in Francia erano state due fallimenti notevoli, per ragioni differenti, e dalla Ducati sono stati inviati messaggi che sottolineavano come sarebbe stato molto difficile continuare con Jorge. 
Gigi Dall’Igna, colui che più di tutti l’aveva voluto in Ducati, era uno dei pochi ancora convinti di poterlo trattenere, ma era in minoranza nel garage Ducati. Particolarmente critico è stato Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor, che proprio nei giorni precedenti il GP Italia aveva sostanzialmente annunciato l’addio a Lorenzo per mancanza di adattamento: «Jorge è un grande pilota che non è stato in grado di esplorare il meglio della nostra moto. Una moto che ha grandi punti di forza ma anche qualche debolezza. Né i nostri tecnici né lui sono riusciti a trarre il massimo vantaggio dal suo talento. Questo ci fa sentire amareggiati». 

QUESTE PAROLE del più alto rappresentante della Ducati hanno ferito l’orgoglio di Lorenzo al punto da spingerlo a dire, nella conferenza pre-gara, che lui non è “un grande pilota” ma un “grande campione”. Ed è facile immaginare cosa provassero entrambi i personaggi, dopo la gara… 
Con poca convinzione, dopo aver ascoltato le parole di Jorge, Paolo Ciabatti, direttore sportivo Ducati, si è avvicinato al manager di Lorenzo dicendogli che, come aveva chiesto lui, la Ducati non aveva ancora firmato con nessuno ed era quindi giunto il momento di definire la situazione. Ciabatti ha spiegato il suo interesse a sedersi a un tavolo di trattative per un eventuale rinnovo. 
 «Ora è troppo tardi», gli ha risposto però il manager del pilota spagnolo. Quarantotto ore dopo la Honda ha annunciato di aver raggiunto l’accordo con Jorge Lorenzo per la stagione 2019 e 2020. Soltanto che adesso c’è ancora gran parte del 2018 da vivere insieme, all’interno dello stesso box... 

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