KTM: la (mezza) rivoluzione

KTM: la (mezza) rivoluzione

Nel GP di casa erano attesi due annunci, ma Miller rifiuta un salario triplicato Così restano soltanto il nodo-Zarco (si ritira?) e la chiusura del progetto Moto2

21.08.2019 ( Aggiornata il 21.08.2019 14:46 )

Stefan Pierer ha un modo particolare di condurre le attività sportive della KTM, ed era noto, ma nel fine settimana del GP Austria ha sorpreso tutti più di una volta. Persino chi lo conosce bene. Domenica mattina è arrivato, come un fulmine a ciel sereno, un comunicato che annunciava come la KTM avrebbe lasciato la Moto2 a fine stagione. Una decisione che ha colto di sorpresa team e piloti della Casa austriaca. E non poteva che essere altrimenti, dato che era stata presa… il giorno precedente! 
La riprova è data dal fatto che soltanto una settimana PRIMA era stato annunciato che, per concentrare gli sforzi, nel 2020 il contingente KTM in Moto2 sarebbe stato ridotto da nove a sei moto. Contestualmente era stato confermato l’arrivo di Iker Lecuona nel Team Ajo al posto di Brad Binder, “obbligato” dalla Casa ad anticipare il salto in MotoGP.  
 
MOTO2 CIAO - Colti di sorpresa dalla decisione sono state anche strutture molto vicine a Mattighofen come i team di Aki Ajo e Tech 3, che nel 2020 dovranno reinventarsi. La struttura di Hervé Poncharal passerà dalla Moto2 alle Moto3, dove “riceverà” i piloti provenienti dalla Rookies Cup. Ancora più singolare la situazione di Ajo: KTM utilizzerà una Kalex ma con i colori di KTM e Red Bull.  
Pierer ha spiegato come la decisione sia stata presa per alleggerire il carico dal reparto corse impegnato in ogni tipo di competizione, dai Rally al Motocross, dal Supercross fino alle tre categorie del Motomondiale. Uno spiegamento di forze che nemmeno la Honda mette in campo. Pierer vuole focalizzarsi, e di conseguenza vuole farlo con il budget, sulla MotoGP, progetto sul quale confluirà il materiale umano oggi in Moto2.  
Il paradosso è che proprio nelle ore in cui veniva annunciata l’uscita dalla Moto2, Brad Binder conquistava il primo successo della Casa nella categoria nell’era Triumph. E l’ha fatto con la moto “vecchia”, quella che doveva andare in soffitta dopo gli ultimi aggiornamenti.  
 
MILLER NO. E ORA? - Doveva esserci un secondo annuncio ma in realtà non si è verificato. Approfittando della confusione in casa Ducati nei giorni di vigilia del GP Austria, la KTM ha formulato un’offerta a Jack Miller per il 2020. Il posto è quello di Johann Zarco (a sinistra), sul cui futuro nei GP sta calando una nebbia sempre più fitta. Il francese, infatti, pur avendo un contratto garantito per il 2020 è intenzionato a lasciare, vittima della frustrazione generata dai primi mesi con la KTM. Incredibile, per un pilota che in passato era stato richiesto dalla Honda HRC... E i toni forti di Pierer – che avrebbe persino ipotizzato un esaurimento nervoso del francese – hanno avuto il sapore dell’addio: «Abbiamo aiutato Zarco in ogni modo. Dovrà dirci se vorrà continuare o se affideremo la moto a Mika Kallio da qui a fine anno».  
Miller sembrava la perfetta soluzione alternativa, anche per via del disappunto generato dalla situazione in Ducati, dove è l’unico pilota senza contratto per il 2020 e dove per il suo posto si è parlato – e lo stesso Miller l’ha confermato – di Jorge Lorenzo. Per convincere l’australiano, la KTM ha offerto un contratto al triplo dello stipendio rispetto a Ducati-Pramac. Jack ha chiesto due giorni per riflettere, gli stessi necessari per avere una schiarita sulle vicende Ducati. E ricevuta la conferma attesa da Pramac – dove tutti hanno sempre lavorato per trattenerlo – Miller ha declinato l’offerta degli austriaci. Anteponendo al denaro il progetto sportivo. E questo la dice lunga sullo spirito di Miller. Per il futuro KTM, se il tester Dani Pedrosa non tornerà a correre, potrebbe esserci Remy Gardner.

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