MotoGP: Questione di gomme

MotoGP: Questione di gomme©  Milagro

Il nuovo pneumatico posteriore ha aumentato sensibilmente il grip al retrotreno, obbligando le Case ad adeguarsi nella progettazione  
della moto. E c’è chi, come la Ducati, sembra avere parecchia strada da compiere

Neil Spalding

13.03.2020 15:19

La gomma disegna la moto. È questo il sunto dei primi test del 2020 per la MotoGP. I tre giorni con i big sulla pista malese hanno permesso di comprendere il presente della classe regina. Quando la Bridgestone era il fornitore unico, aveva appena superato una battaglia lunga un decennio con Michelin e Dunlop. Non c’era stato un periodo di “stacco”, senza competizioni e gare. Case e piloti, di conseguenza, conoscevano alla perfezione lo stato dell’arte, le evoluzioni non erano mai stravolgimenti, ma erano atte a migliorare l’affidabilità. Per oltre un lustro, la fornitura unica di pneumatici ha portato una certa stabilità. 

Il passaggio alla Michelin è stato un salto sensibile, visto che il gommista francese rientrava nel Mondiale dopo un periodo senza MotoGP. La Michelin aveva potuto contare su un anno per preparare il rientro, ben sapendo che avrebbe dovuto portare pneumatici di una generazione differente rispetto ai tempi in cui battagliava con Bridgestone e Dunlop. E quindi non tutte le moto hanno “reagito” alla stessa maniera a quanto proposto dal fornitore francese.  

La gomma posteriore pensata per il 2020 è largamente riconosciuta come un salto generazionale per la Michelin, un sensibile salto in avanti rispetto alla precedente specifica. La gomma è stata oggetto di uno sviluppo lungo più di un anno, in questo modo i costruttori sono stati tenuti al corrente delle caratteristiche del nuovo pneumatico. Per questo, gran parte delle moto viste a Sepang avevano un design specifico per poter massimizzare il potenziale delle nuove gomme sui rispettivi mezzi.  

Con l’aumento del grip al posteriore, siamo tornati a una situazione simile al passato: il retrotreno ha più aderenza rispetto all’avantreno, e questo porta l’anteriore a essere “spinto” dal posteriore a centro curva. Questo fa capire perché siano già arrivate le gomme anteriori specifica 2021 – testate a Sepang, ma non a disposizione per il Mondiale 2020 – visto che l’obiettivo sarà ribilanciare l’equilibrio tra il grip anteriore e posteriore nel 2021. La cosa interessante è che alcuni dei migliori tempi dei test malesi sono stati firmati da piloti che hanno utilizzato la gomma 2021 all’anteriore, vietata per il 2020... 

Di fronte a tale novità legata alle gomme, le reazioni sono state differenti: dipende dal carattere delle moto ma anche dallo stile di guida dei piloti. La curiosità è legata al modo in cui le sei Case riusciranno ad adeguarsi.  

La stessa Öhlins ha portato nuovi ammortizzatori posteriori, il cui sistema non prevede più il design a tubi gemelli, ma porta al vecchio sistema Ohlins. Ma considerando quanto il “Twin Tube” ha avuto successo, la nuova versione dovrà essere davvero efficace per convincere le Case costruttrici a passare a tale sistema.  

La Brembo ha poi introdotto le nuove pinze anteriori “alate”. Con le alette che aggiungono rigidezza e aiutano a tenere sotto controllo le temperature, sebbene con i freni in carbonio le temperature calde siano una necessità.

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