Crutchlow sul doping: “Iannone positivo? Il lavoro di FIM funziona”

Crutchlow sul doping: “Iannone positivo? Il lavoro di FIM funziona”

Il britannico è contento dei maggiori controlli che sono stati fatti nel 2019, ma ancora non bastano

24 aprile 2020

Quando si parla di doping, il britannico Cal Crutchlow è sempre in prima linea e già più volte in passato aveva espresso la sua opinione in merito alla troppa “leggerezza” con cui tale problematica venisse trattata all'interno del motociclismo.

Ecco che quindi, quanto accaduto ad Andrea Iannone, e la squalifica di 18 mesi, trovano il pilota LCR Honda più che d'accordo, affermando che l'intensificarsi dei test antidoping da parte di FIM sta dando i suoi frutti.

Il lavoro funziona


“Sono sempre stato quello che ha fatto pressione alla FIM in merito ai test antidoping negli ultimi anni, - ha detto Cal al giornale The Race.com - ed è bello vedere che adesso stanno prendendo le cose più seriamente. Nella passata stagione i test fatti su noi piloti sono stati molti e questo è un dato importante”.

Il britannico va quindi più nello specifico parlando del “caso Iannone”: “Il fatto che lui sia stato trovato positivo dimostra che il lavoro relativo ai test antidoping fatto da FIM sta funzionando ed è quello di cui avevamo bisogno”.

Ancora più controlli


Questo però, per le vedute durissime di Crutchlow, sembra non bastare e secondo il pilota Honda, oltre ai test, anche il “monitoraggio” dei piloti, nei loro periodi lontani dai circuiti, dovrebbe essere più approfondito.

A tal proposito, esiste un'applicazione creata dall'Agenzia mondiale antidoping che è stata denominata “Whereabouts” nella quale i piloti dovrebbero scrivere dove si trovano in ogni singolo momento in modo da essere controllati anche quando non corrono. Ad oggi, però, sembra che pochissimi piloti si siano iscritti.

“Così non abbiamo più scuse”


Infine, rivela alcuni dettagli relativi alle nuove procedure implementate dalla FIM relative alla nuova campagna antidoping “Ride True”: “Per ottenere le nostre licenze di gara quest'anno, - ha concluso - abbiamo dovuto fare tutti un test online di 90 minuti. Dovevamo guardare ogni singolo video e rispondere alle domande subito dopo. Questo farà si che in futuro non potremmo dire 'non lo sapevo', come scusa. È davvero bello vedere che stanno prendendo atto nel nostro sport”.

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