Suppo: “Marquez e Stoner? Caratteri opposti, Marc vede tutto positivo”

Suppo: “Marquez e Stoner? Caratteri opposti, Marc vede tutto positivo”

L’ex manager ha parlato del campione della forza di Marc Marquez, ha fatto un paragone tra lui e Casey Stoner e ha raccontato un aneddoto…

30.04.2020 16:03

Ex manager di Honda e Ducati, Livio Suppo ha conquistato grandi successi con entrambe le marche grazie ai quali sono state scritte nuove pagine di storia del motociclismo. Con la casa di Borgo Panigale ha vinto il primo (e finora unico) titolo piloti con Casey Stoner; con la casa alata ha vinto sia con Stoner sia con Marc Marquez, fin dal debutto.

Marquez vs Stoner


Intervistato da Sky Sport ha paragonato i due piloti e ha raccontato: “Dal punto di vista caratteriale Marc e Casey sono diametralmente opposti: il primo è sempre positivo, sempre contento, riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno. Casey ha un carattere più difficile, è più facile che si arrabbi e che quindi se qualcosa va storto aumenti la negatività. Marc, invece, riesce a trasformare in positivo anche le cose che vanno storte, secondo me è il vantaggio più grosso di Marc, che non ha caso ha vinto 6 degli ultimi 7 Mondiali. Riesce sempre ad ottenere il massimo e soprattutto a superare i momenti difficili con facilità. In ogni caso trasmette sempre positività e questo in uno sport dove la testa dei piloti è così importante è fondamentale”.

Nel 2014 Marquez ha iniziato la stagione vincendo tutte le prime dieci gare disputate, un episodio più unico che raro: “Una cosa simile l'avevo vissuta con Casey Stoner in Ducati nel 2007, quando vinse 8 gare delle prime 13. Piloti come Marc, Casey o Rossi nei primi anni 2000 sono talmente forti da poter vincere potenzialmente tutte le gare. Poi difficilmente succede per vari motivi, ma quando sono così forti è normale che vincano tante gare, Rossi ai tempi d'oro ne vinceva almeno 12 all’anno. È quasi più strano quando non vincono”.

Chi è Marc?


È bastato un episodio per capire chi è Marc Marquez: “Mugello 2013, quando cadde sul rettilineo a più di 250 km/h. Disteso nella via di fuga alzò il braccio e noi pensavamo che volesse fare un segno per tranquillizzare i genitori, per fargli capire che stava bene. In realtà quando è tornato ai box mi ha detto che aveva alzato il braccio per dare indicazioni al box di preparare la seconda moto! Uno che appena ha visto la morte di faccia, si ferma nella ghiaia e pensa a voler risalire subito in moto, questo è Marc”.

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