MotoGP, Alex Marquez: quando la volontà vale più di un cognome

MotoGP, Alex Marquez: quando la volontà vale più di un cognome

È salito sul podio nelle ultime due gare e ha un cognome indubbiamente pesante. Andiamo a conoscere meglio il pilota di Cervera e la sua storia

25.10.2020 10:10

Affermarsi in uno sport qualunque, a livello Mondiale, è difficile per tutti, ancora di più per chi deve fare i conti con un fratello che invece, nella stessa disciplina, è diventato un vero fenomeno. Come per esempio Alex Marquez (queste le sue dichiarazioni sul GP di Teruel), debuttante nella top class, nella stessa squadra del fratello Marc che oggi è un otto volte campione del mondo di cui sei in MotoGP. Alex fin da quando è arrivato nel Mondiale ha dovuto sentire le critiche delle persone, ha fatto i conti con questo peso che però ben presto si è trasformata in motivazione.

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Il suo esordio nel Mondiale risale al 2012, peraltro a metà stagione, e non è stato certamente di quelli straordinari, ma è stato in crescita, tanto da riuscire a trovare un buon team per la stagione successiva. Il team Estrella Galicia gli ha dato modo di crescere e di diventare competitivo, ed è così che si arriva al 2014 dove si presenta tra i favoriti al titolo e lo vincerà, all’ultima gara di Valencia, per soli due punti su Jack Miller. Con un titolo conquistato, inizia a essere più “credibile” agli occhi di coloro che lo vedevano solo come “il fratello di Marc”, inizia a convincere la gente che anche lui può vincere.

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Nel 2015 è iniziata la sua era della classe di mezzo, durata ben cinque anni. All’inizio ha faticato, è stato un momento senza dubbio difficile della sua carriera, soprattutto i primi due anni, quando non ha centrato neanche la top 10 iridata. Ma il grande lavoro e la costanza ripagano, e Alex ha potuto salutare la categoria a testa alta. Con la vittoria del titolo si è tolto una pressione incredibile dalle spalle. Ha dimostrato che anche lui poteva farcela e si è presentato in MotoGP con il miglior biglietto da visita possibile: i due titoli delle classi minori in tasca. Come lui, oggi, nella griglia della top class, ci sono solo Marc Marquez e Valentino Rossi.

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Più di tutto forse Alex è stato criticato quando è stato reso noto il suo ingaggio in MotoGP per mano del team Repsol Honda, lo stesso del fratello. L’anno però è iniziato con l’infortunio di Marc, e questo gli ha creato ancora più ostacoli. Alex aveva gli occhi puntati addosso e si è messo a lavorare a testa bassa, con in tasca il contratto dei tre anni con Honda, che sicuramente gli ha dato una certa serenità.

Ogni anno, in ogni categoria, ha sempre dovuto dimostrare a sé stesso e agli haters (che lo rendono più forte) di cosa è capace. E nonostante si sia sempre ritenuto un “diesel” rispetto al fratello, per la prima volta nella sua carriera è riuscito a centrare il podio nella sua stagione d’esordio. A Le Mans, sul bagnato, e ad Aragon, sull’asciutto, proprio per essere sicuro di zittire tutte le voci possibili. Per confermare che il talento ce l’ha e si vede. Ora dovrà solo migliorare nelle qualifiche, per partire più avanti e chissà, magari firmare anche la sua prima vittoria in MotoGP.

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La persona


Classe 1996 Alex è di tre anni più giovane di Marc ed è di natura molto tranquillo, preciso e ordinato. È stato molto centrato fin da quando era piccolo e pur avendo un carattere molto diverso da quello di Marc, arriva dalla sua stessa scuola.

Il loro modo di lavorare è molto simile e vivono la squadra come se fosse la loro seconda famiglia. La sua strada non è stata facile come quella di Marc, e anche per questo è diventato una persona forte, ma ora, dopo dieci gare, ha già dimostrato di essere nel team ufficiale Honda per merito, e non per altro.

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