MotoGP, tra Valencia e Portimao per il titolo iridato

MotoGP, tra Valencia e Portimao per il titolo iridato

Teatro dell’ultimo trittico del campionato, in cui si assegnerà il titolo, saranno i circuiti di Valencia e Portiamo (se la tappa non verrà cancellata). Due piste molto diverse tra loro: una classica del Mondiale, e una sconosciuta (quasi) a tutti

31.10.2020 18:59

Il particolare calendario del campionato 2020 prevede un’altra tripletta che si terrà tutta sulla penisola iberica, con un doppio appuntamento sul circuito di Valencia, pista che dal 2002 fino allo scorso anno ospitava il grande finale.

Quest’anno, invece, la stagione si dovrebbe concludere sul tracciato di Portimao, in Portogallo, pista che proprio quest’anno esordirà in MotoGP.

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Valencia


Dopo questa settimana di pausa, piloti team e addetti ai lavori prenderanno un volo diretto a Valencia, dove l’8 e il 15 novembre lavoreranno prima al Gran Premio d’Europa e poi al GP della Comunità Valenciana. Intitolato al pilota Ricardo Tormo, il circuito è lungo circa quattro chilometri, ha una direzione antioraria ed è composto da un totale di 14 curve, di cui 9 sono a sinistra e 5 sono a destra. Si tratta di curve strette e tecniche, per lo più lente che costringono i piloti a usare marce basse e c’è anche un rettilineo di arrivo che misura poco meno di 900 metri. Favorite su questa pista potrebbero essere Yamaha e Suzuki, salvo l'adattamento alle gomme che potrebbe ribaltare ogni pronostico.

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I risultati del passato


Dei quattro sfidanti al titolo l’unico che qui può vantare buoni ricordi è Fabio Quartararo, salito sul secondo gradino del podio lo scorso anno dopo aver firmato la pole position. Il francese dovrà recuperare 14 punti al maiorchino Joan Mir e la rimonta partirà proprio da qui. Discorso diverso per i suoi compagni di marca: Maverick Viñales lo scorso anno arrivò solo sesto al traguardo, mentre a Franco Morbidelli questa pista finora non ha portato bene, almeno in MotoGP. Negli ultimi due anni infatti non ha visto la bandiera a scacchi e sarà chiamato dunque a conquistare nelle prossime settimane il suo miglior risultato. Il leader Joan Mir, invece, qui raccolse due podi solo in Moto3, mentre lo scorso anno giuse settimo, ma oggi abbiamo di fronte un Mir più maturo ed esperto.

Portimao


La gara conclusiva, se verrà confermata, andrà in scena sulla pista di Portimao che rappresenterà la vera incognita in un campionato che presumibilmente assegnerà il titolo proprio qui. La pista è composta da 15 curve, nove a destra e sei a sinistra, ma c’è tanto altro: un lungo rettilineo, curve strette, veloci, cieche e grandi dislivelli tanto da essersi guadagnato l’appellativo di “montagne russe”.

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I favoriti


La pista evoca certamente buoni ricordi a Quartararo, che qui nel 2014 vinse per la seconda volta il titolo del CEV classe Moto3, vincendo peraltro anche la corsa, in solitaria. “El Diablo” non è il solo ad avere quest’asso nella manica, anche Joan Mir vinse qui nel 2015 la prima gara della stagione del CEV, con un grande dominio sugli avversari, e per quanto questa volta avranno tra le mani una moto molto più potente e diversa, saranno certamente avvantaggiati dall’esperienza maturata in quegli anni. Come loro anche Franco Morbidelli sa cosa vuol dire girare sulla pista portoghese, assaggiata quando correva nel Campionato Europeo Superstock 600 che vinse nel 2013. Questo farà la differenza? Presto, lo scopriremo.

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