Caso motori Yamaha: Ducati, Suzuki e Honda d'accordo con la penalità

Caso motori Yamaha: Ducati, Suzuki e Honda d'accordo con la penalità

E intanto Yamaha, in una nota stampa, fa sapere che il suo operato non è stato fatto in malafede

06.11.2020 ( Aggiornata il 06.11.2020 15:38 )

Ci sarebbe una “errata comprensione del regolamento” alla base di quanto accaduto sulla questione motori in Casa Yamaha. A spiegare l'accaduto è stata la stessa Casa di Iwata in una nota stampa nella quale ha detto di accettare la decisione presa dalla FIM e che non farà ricorso contro la penalizzazione dei punti per il mondiale costruttori.

“Nessuna cattiva intensione da parte nostra”


Yamaha, sempre nella nota stampa, ha detto di aver compreso in modo errato il regolamento omettendo di notificare e richiedere l'approvazione della commissione tecnica prima di effettuare il cambio valvole.
“Yamaha – si legge ancora - vuole chiarire che non c'è stata cattiva intensione nell'utilizzo di valvole provenienti da due aziende diverse in quanto entrambe hanno prodotto le valvole seguendo una singola specifica”.

L'opinione di Ducati


Ad esprimersi su quanto accaduto sono stati ovviamente anche i membri dei vari team. Ai microfoni di Sky Sport MotoGP è stato il Direttore sportivo Ducati Paolo Ciabatti a parlare: “Team e costruttori hanno concordato di ritenere che il minimo fosse una penalizzazione per i punti della squadra e del costruttore – ha detto - e credo che abbiano ritenuto che sia stato un errore di Yamaha e quindi hanno preso questa decisione. Noi in Ducati l'accettiamo, nessuno farà reclamo anche se è un precedente comunque pericoloso perchè di fatto, non per colpa dei piloti, ma hanno corso con delle moto che non erano regolari”.

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Il parere di Suzuki e Honda


Della stessa opinione anche Davide Brivio, portavoce Suzuki, così come Lucio Cecchinello, portavoce Honda: “Si è creato un bel pasticcio, - ha detto Brivio a Sky - purtroppo per la Yamaha questa sentenza getta un'ombra sul loro campionato perchè comunque alla prima gara sono stati fatti dei punti pesanti con delle moto irregolari. Noi in Suzuki, rispettiamo la sentenza, alla fine il campionato costruttori e team non è molto importante nella MotoGP”.

“E' una situazione molto complessa - ha spiegato Cecchinello - e anche spiacevole, ovviamente da una parte c'è un tema relativo alla sicurezza e dall'altro si apre un varco importante per dare adito ad interpretazioni future ad eventuali simili attività che invece sono irregolari”.

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