Che fine ha fatto: Karel Abraham

Che fine ha fatto: Karel Abraham©  Milagro

Comincia una nuova rubrica alla ricerca di quei piloti che sono “spariti” dal Circus del Motomondiale. In occasione del suo 31esimo compleanno, iniziamo dal pilota ceco Karel Abraham, uscito dalla MotoGP a fine 2019

02.01.2021 12:17

Che fine hanno fatto? E’ la domanda ricorrente su alcuni piloti che sono spariti dal Circus del Motomondiale dopo anni di militanza dalle categorie minori fino alla Top Class. Il primo nome che viene in mente è quello di Karel Abraham, “tagliato” da Avintia a fine 2019 per far spazio a Zarco

Gli inizi


Karel Abraham nasce a Brno il 2 gennaio 1990. Diversamente dai suoi colleghi, per 6 anni dal 96 al 2001 ha praticato sci alpino. Cambia totalmente interessi verso i 12 anni buttandosi sulla velocità e nel biennio 2002-2003 partecipa al campionato nazionale ceco ed europeo di minimoto, categoria Junior B 125 giungendo terzo nel 2003. Nel 2004 partecipa al campionato nazionale, tedesco ed europeo di minimoto. 

125, 250 e Moto2


Nel biennio 2005-2006 corre in 125 con l’Aprilia, prima con il team Semprucci Cardion Blauer e nel 2006 nel team fondato da suo padre, Cardion AB Motoracing. Ottiene solamente 8 punti in due anni, tutti nel 2006 nelle due uniche gare a punti, Giappone e Portogallo. Nel 2007 passa in 250 rimanendo nella “comfort zone” del team di famiglia. 145 punti ottenuti dal 2007 al 2009 con 10 presenze in top 10 nei tre anni della Middle Class. La sua stagione migliore in Middle Class è la 2010, coincisa con l’avvento della Moto2 al posto della 250. Chiude al 10° posto con 96 punti centrando il suo primo podio in Giappone e la prima ed unica vittoria a Valencia

MotoGP e Superbike


Stesso discorso per il debutto in MotoGP nel 2011 con la Ducati Desmosedici del team di famiglia Cardion AB Motoracing. Delle 8 stagioni disputate in Top Class, le migliori sono state proprio le prime due, 2011 e 2012 nelle quali termina al 14° posto conquistando rispettivamente 64 e 59 punti. Con la ART nel 2013 ottiene solo 5 punti, ne conquista 33 nel 2014 con la Honda e zero nel 2015 sempre con la Honda.

Passa in Superbike nel 2016 con il team Milwaukee BMW e compagno di box Josh Brookes. Chiude 18° con 33 punti. Ritorna in MotoGP nel 2017 con la Ducati del team Aspar. Conquista 32 punti con il 7° posto in Olanda come miglior risultato e termina 20° in classifica generale. Rimane con il team Aspar (Angel Nieto) anche nel 2018 ma i risultati sono deludenti: 23° posto con soli 12 punti conquistati e l’11° posto in Australia come miglior risultato in gara.

Passa in Avintia nel 2019 al fianco di Tito Rabat. Ottiene solo 9 punti nelle 19 gare disputate e a fine stagione viene “tagliato” per far spazio a Johann Zarco.

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Karel Abraham oggi


Che cosa fa oggi l’ex pilota ceco? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, parlando anche della stagione 2020 sia del Motomondiale che del Mondiale Superbike. 

Karel, prima di tutto come stai e poi che cosa fai oggi?

Dal punto di vista della salute sto bene. Dall’altra parte invece mi mancano le gare, è il primo anno che non sono in pista dopo una vita passata in moto. Sfortunatamente il Covid ha cambiato drammaticamente i piani, io per fortuna non l’ho preso ma è stata dura per tutti con il paese chiuso”. 

Sappiamo che Brno non sarà in calendario l’anno prossimo, cosa ci puoi dire a riguardo? 

Non sono la persona adatta per parlare delle vicende politiche dietro la gara MotoGP a Brno ma qualcosina so. Da pilota o ex pilota è un terribile peccato che la MotoGP non venga più a Brno perché tutti amano questa pista e noi eravamo contenti di avere la gara. Brno tra l’altro è la pista più lunga del calendario insieme ad Assen. E’ una brutta notizia, sono deluso e triste che la gara di Brno non ci sarà più ma il Governo e Dorna non sono riusciti a trovare un accordo o comunque c’era ma non è andato a buon fine”. 

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Hai avuto modo di vedere la MotoGP quest’anno? 

Certamente, ho visto tutte le gare o quantomeno la maggior parte e 5-6 di queste le ho anche commentate per Czech TV. E’ stata una gran stagione e mi sono divertito ad osservare le gare”.

Cosa ne pensi del titolo di Joan Mir?

 

Joan Mir al suo fianco ha il mio ex capo tecnico di quando ero in Aspar, entrambi si sono meritati il titolo quest’anno. Conosco di persona Joan, mi piace come persona ed è un gran bravo ragazzo, ho tifato per lui quest’anno e si è meritato il titolo soprattutto per la seconda parte di stagione nella quale è stato perfetto. Sono felicissimo per lui. Devo ammettere però che ad inizio stagione non lo avevo indicato tra i possibili vincitori finali, mi ha sorpreso positivamente e spero che possa continuare così anche nel 2021 e che possa lottare ancora per il titolo”.

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E della situazione di Marc Marquez cosa ci puoi dire?

 

Marc ha palesemente fatto un errore a Jerez ed è stata un peccato la sua caduta perché poteva facilmente passare il secondo (Vinales, ndr) ma prendere Quartararo sarebbe stato impossibile con 4-5 giri ancora da percorrere. Penso che abbia spinto un po’ troppo ma lo capisco, sono le gare. Marc Marquez in passato è stato il migliore e sapeva cosa stava facendo in quel momento. Sono triste per il suo infortunio al braccio ed è un peccato per il campionato che lui non sia presente, perché è sempre un peccato l’assenza del migliore. Dall’altra parte lo abbiamo visto il campionato senza di lui. Tutti si aspettavano Marquez ancora campione e battaglie solamente per il secondo posto ma quest’anno è stato tutto diverso, per tutta la stagione nessuno sapeva chi avrebbe vinto il Mondiale. Spero che Marquez possa rimettersi presto”.

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Cosa ne pensi degli up&down di Quartararo?

 

Conosco Fabio dal paddock e penso che gli manchi ancora qualcosa. Ha il talento per essere un campione e lo ha dimostrato in alcune gare quest’anno che ha vinto anche con ampio margine e ha fatto un gran lavoro. Quello però che traspare vedendo le gare è che alcune le vinca facilmente ed in altre lotti per la top 10, cosa non consueta per un title contender. Sarà il prossimo Valentino Rossi o Marc Marquez ma non l’ha dimostrato quest’anno. Penso che gli manchi qualche cosa anche da Yamaha sulla moto o debba lavorare su se stesso dal punto di vista psicologico, l’ultimo step per diventare campione”.

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Ti sorprende Valentino Rossi ancora in pista?

 

Me lo aspettavo. E dal mio punto di vista ci sono dei suggerimenti su questo punto. E’ abbastanza divertente che per la prima volta abbia firmato un contratto di un solo anno invece di due. La cosa è abbastanza ovvia ma mi sbaglierò. Nel 2022 non sarà più pilota e a fine 2021 scadono molti contratti di team con Dorna per cui nella sua testa ha l’idea di aprire il suo team. Nel 2022 quindi non sarà più un pilota ma un team manager in MotoGP”.

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Da ex pilota Superbike, cosa ne pensi del sesto titolo di Jonathan Rea?

 

E’ il Marc Marquez/Valentino Rossi della Superbike. Jonathan è semplicemente incredibile, anche quando arriva qualcuno che pensa di potergli strappare il titolo, lui è sempre lì. Il suo punto di forza è la mentalità, è forte psicologicamente, anche quando le cose non vanno bene, è paziente e tutto si aggiusta a suo favore”.

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