Che fine ha fatto: Alex Barros

Che fine ha fatto: Alex Barros©  Milagro

Proseguiamo il nostro viaggio alla riscoperta dei piloti “dimenticati” del Motomondiale con il simpatico brasiliano Alex Barros, protagonista nella 500 ed in MotoGP, con un passato anche nel Mondiale Superbike

09.01.2021 13:13

La seconda puntata della rubrica “che fine hanno fatto” è dedicata, in mero ordine alfabetico, al brasiliano Alex Barros, odierno proprietario di un team nella SuperBike Brasil ma con un passato glorioso nel Motomondiale ed una “scappatella” in Superbike nel 2006 con la CBR1000R del team Klaffi appositamente colorata di verdeoro.

Gli inizi: dalla 80 alla 250


Alexandre “Alex” Barros nasce a San Paolo il 18 ottobre 1970. Esordisce precocemente nel Motomondiale all’età di 15 anni il 4 maggio 1986 nell’allora classe 80 in sella ad una Autisa. Il 1986 è piuttosto complesso per il brasiliano che raccoglie solamente 6 punti, frutto di un 8° posto in Inghilterra ed il medesimo risultato a San Marino. Nel 1987 cambia moto passando ad una Arbizu/Casal ma il livello più o meno è quello dell’anno precedente: 8 punti con un 7° posto a Misano come miglior risultato.

Salta a piè pari la 125 per andare direttamente in 250 nel 1988. Disputa solo una gara, quella di casa in Brasile senza peraltro raccogliere punti. Nel 1989 viene ingaggiato dal team Venemotos per guidare una Yamaha: chiude 18° in classifica generale con 30 punti ed il 9° posto in Svezia come miglior risultato in gara.

La 500: Cagiva, Suzuki ed Honda


Nel 1990 la Cagiva lo porta in 500 al fianco di Randy Mamola e Ron Haslam. La firma con il team italiano arriva però a fine 89 grazie a Carlo Pernat. Termina al 12° posto con 57 punti ed un 5° posto a Spa come miglior risultato in gara. La stagione 91 è particolare per Barros: chiude 13° con 46 punti ma disputa solamente 6 gare con un 4° posto al Mugello come miglior risultato in gara. Nella stagione 92, ultima in sella alla moto italiana, invece è 13° con soli 29 punti ma con la perla del primo podio di carriera ad Assen.

 
 
 
 
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A fine 1992 viene ingaggiato dalla Suzuki per affiancare un certo Kevin Schwantz dal 1993. Resterà con la casa di Hamamatsu fino al 1994 togliendosi delle belle soddisfazioni come la prima vittoria in carriera a Jarama nel 1993, gara finale della stagione che vede Schwantz laurearsi campione del mondo. Nel 1994 va regolarmente a punti in tutte le gare, salvo quella di Donington. A fine avventura in Suzuki racimola 259 punti e 3 podi.

Dal 1995 inizia la lunga storia d’amore con Honda, interrotta solo nel 2003 (Yamaha) e nel 2007 (Ducati). Nel 1995 firma per il team Kanemoto e chiude 7° con 104 punti, mentre nel 96 è Pileri a prenderlo con sé in squadra. Il brasiliano chiude la stagione al 4° posto, suo miglior risultato di sempre, con 158 punti e 3 podi, 2 volte secondo in Malesia ed Indonesia e terzo ad Assen.

Nel biennio 1997-1998 passa sotto l’ala protettrice di Fausto Gresini, dapprima con la NSR V2 e poi con la V4: 3 podi raccolti in due anni e 239 punti.

Dal 1999 fino al 2002 e di nuovo nel 2005 corre per il team di Sito Pons. Nel 1999 chiude al 9° posto con 110 punti ed il podio, 2° posto, ad Imola. La stagione successiva, la penultima della storia della 500, il 2000 è di nuovo 4° in campionato con 2 vittorie (Assen e Sachsenring) e 3 podi complessivi (il terzo, ottenuto nel suo Brasile). Con la vittoria di Assen, Barros torna al successo 7 anni dopo la sua prima affermazione di Jarama del 93. Nel 2001 è nuovamente 4° in campionato con 182 punti, la vittoria al Mugello e 4 podi complessivi. 

La MotoGP: Honda, Yamaha e Ducati


La nuova era del Motomondiale si apre nel 2002 con l’ingresso delle potenti 4 tempi in una stagione che comprende anche le 500 2T. Fino a Brno, Barros dispone ancora della ormai vecchia NSR500 che su certe piste se la cava ancora egregiamente contro le 4T. Centra 2 podi, Assen e Donington con la 2T e da Brno viene omaggiato della 4T con la quale vince a Motegi e Valencia salendo sul podio anche in Malesia ed Australia. Campionato chiuso al 4° posto ancora una volta con 204 punti.

Nel 2003 saluta il team Pons e la Honda per passare in Yamaha ufficiale. 9° posto finale con 101 punti ed un solo podio, in Francia.

Torna in Honda nel 2004 ingaggiato dal team Repsol al fianco di Hayden per sostituire il partente Rossi: 4° posto finale (la quinta volta complessiva nella sua carriera) con 165 punti e 4 podi.

Nel 2005 è di nuovo un pilota del team Pons con al fianco Troy Bayliss. In Portogallo centra il suo settimo ed ultimo successo di carriera e sale sul podio anche a Donington sul bagnato. Stagione chiusa all’8° posto con 147 punti.

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La parentesi in Superbike, il ritorno in MotoGP ed il ritiro


A fine 2005 accetta l’offerta del team Klaffi Honda per passare in Superbike nel 2006. Si presenta al via del round in Qatar con una livrea scelta appositamente. La sua CBR1000R è infatti tutta verdeoro. Non sfigura affatto nel Mondiale delle derivate chiudendo al 6° posto con 246 punti (il punteggio più alto mai realizzato dal pilota brasiliano in carriera), la vittoria ad Imola in gara-1 ed altri 5 podi.

A fine 2006 però lo richiamano la MotoGP e la Ducati. Nel 2007 passa al team Pramac D’Antin con una Desmosedici GP7. Stagione di alti e bassi ma che tocca il suo apice con il podio al Mugello dietro Rossi e Pedrosa. Chiude campionato e carriera al 10° posto con 115 punti. A fine stagione infatti annuncia il ritiro dalle competizioni a 37 anni.

Il ritorno alle gare nel suo Brasile ed il secondo ritiro


Nel 2016, a 9 anni di distanza dall’ultima gara disputata (Valencia 2007 in MotoGP), si rimette tuta e casco e torna a gareggiare alla “tenera” età di 46 anni. Fonda il suo team, Alex Barros Racing, con il quale disputa la SuperBike Brasil battagliando con avversari più giovani di lui e riuscendo ad ottenere dei buoni risultati: secondo nel 2018 e terzo nel 2019.

A fine 2019 però annuncia mestamente il suo secondo ritiro dalle competizioni ufficialmente perché la Federazione Brasiliana non ha accettato il ricorso presentato dal suo team contro quello di Eric Granado per irregolarità

Extra Motomondiale - EWC


Apparizione one shot only anche per Alex Barros alla mitica 8 ore di Suzuka. L’anno è il 1999 ed il brasiliano, in coppia con il giapponese compagno di marca Tadayuki Okada, centra il bersaglio grosso vincendo la gara più prestigiosa del panorama Endurance.

Alex Barros oggi


A 50 anni suonati (festeggiati lo scorso 18 ottobre), il brasiliano ha ancora le moto nel sangue. Dirige il suo team, l’Alex Barros Racing, nella SuperBike Brasil con le BMW S1000RR grazie al rapporto di collaborazione con BMW Motorrad da quando è tornato a correre all’età di 46 anni.

Oltre a dirigere il suo team, Barros ha aperto anche lui una sua Academy per trovare il prossimo "Alex Barros" che entrerà nel Mondiale. Al momento le speranze sono tutte riposte su Diogo Moreira che fa il CEV Moto3 con Honda Monlau e si è allenato con i fratelli Marquez.

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