MotoGP, Nakagami: “Marquez inimitabile, mette tanto istinto nella guida”

MotoGP, Nakagami: “Marquez inimitabile, mette tanto istinto nella guida”© Milagro

"Studiare Marc è facile, ma il vero problema è imitarlo! Però sono contento della mia crescita. Senza l’errore di Aragón sarebbe stato tutto perfetto", racconta il giapponese

02.02.2021 19:19

L’unico pilota della Honda capace di chiudere nella Top 10 l’ultima annata è anche l’unico certo di correre con gli stessi colori il primo GP del 2021. Takaaki Nakagami è reduce da una stagione in cui si è messo in luce, firmando anche la pole position nel GP Teruel (dove però è caduto al primo giro) e un’ulteriore prima fila due settimane più tardi a Valencia. E in Austria aveva lottato per vincere (era secondo nel GP Stiria prima dell’interruzione).  

"In molti lo hanno dimenticato, ma in Austria avevo avuto una chance" racconta il ventottenne che nel Team di Lucio Cecchinello verrà affiancato da Alex Marquez.  "La differenza è che ad Aragón sono stato davanti in tutte le sessioni, quindi accanto alla pole avevo anche il passo gara, molti piloti mi consideravano il favorito. Poi, però, per me è stata una situazione difficile da gestire, ho avvertito una pressione incredibile nelle ore antecedenti al via, non sono riuscito a controllare la mia eccitazione, sentivo che quella sarebbe stata la mia gara e che avrei vinto. È stato un mix di pressione e motivazioni, ho perso il controllo…".  
 
È un’esperienza della quale potrai far tesoro.  

"Sì, la prossima volta mi ricorderò di quel GP, penso che riuscirò a finire il primo giro, almeno (ride)".  

Sei sempre stato veloce nel secondo GP sulla stessa pista.  

"Abbiamo sempre lavorato bene sui dati raccolti nel primo weekend. Per me è stato naturale andare meglio nel secondo GP, non capisco come qualcuno possa aver fatto peggio. In una situazione del genere, ci si può concentrare facilmente sui dettagli sin dalle FP1".  

Dopo tre anni di MotoGP sei entrato nella Top 10 iridata, qual è ora il tuo punto forte? 

"Le curve veloci, anche perché sono più eccitanti. Sento che in quei tratti riesco a esprimere meglio il mio potenziale, le mie doti naturali, e di solito quelle sono le curve che fanno la differenza".  

Hai detto di aver capito meglio come frenare attraverso l’analisi della telemetria di Marc Marquez. Cos’altro hai capito vedendo i dati di Marc? 

"La cosa principale è stata il comportamento in frenata, ho trovato un modo migliore per gestire la moto nelle staccate più dure e per rialzarla nei cambi di direzione. Ovviamente, il migliore in tutto questo rimane Marc, fa tutto con grande rapidità e precisione. Dai suoi dati ho potuto cogliere qualche segreto, e non soltanto legato al controllo dell’acceleratore. Credo, comunque, che nella guida di Marquez ci sia tanto istinto".  

Cosa intendi? 

"Penso al modo in cui utilizza il corpo durante la guida. Non è facile da eseguire e nemmeno da spiegare, perché unisce il controllo del gas al movimento del corpo sulla moto. Ad Aragón, per esempio, in qualifica sono andato più forte rispetto al Marquez del 2019, ma in alcuni tratti lui era stato comunque più veloce".  

Quali? 

"I cambi di direzione. Questo mostra il mio margine di crescita, anche se non è facile emulare Marquez, credo sia evidente".  

Studiare Marc e vedere ciò che fa meglio rispetto a te, immaginiamo ti porti a cercare di replicare ciò che fa in pista, ispirandoti ai suoi dati.  

"Dopo ogni sessione io e il mio telemetrista studiamo a fondo i dati, e la perdita nei cambi di direzione è una costante. E allora studiamo nel dettaglio, perché in sella ho la percezione di non poter fare meglio di così. Alla fine ho sempre chiaro ciò che serve per fare ancora meglio, ma in certi casi è davvero impossibile".  

C’è una bella differenza tra leggere la telemetria e guidare.  

"Sì, ovviamente". 

Sei stato il primo giapponese in pole dopo 16 anni e il primo a chiudere il Mondiale della MotoGP in Top 10 dopo nove anni: il Giappone, che non va sul podio dalla wild card Nakasuga al GP Valencia 2012, ha nuovamente un idolo per cui tifare.  

"Dopo la pole nel GP Teruel ho ricevuto tanti bei messaggi da appassionati del mio Paese: è stato bellissimo, tutti hanno sottolineato come da troppo tempo mancasse un pilota in grado di firmare la pole. È stato bello sentirsi ringraziare, e ancora meglio è stato scoprire che qualche giovane è diventato tifoso della MotoGP grazie a me. Ma voglio fare ancora meglio".  

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