MotoGP, Suzuki va cauta: tutti in Qatar per cinque settimane

MotoGP, Suzuki va cauta: tutti in Qatar per cinque settimane

Per volontà di Sahara, tutto il team, piloti compresi, ha accettato di restare cinque settimane in Qatar, per correre meno rischi possibili di contrarre il Covid

19.03.2021 ( Aggiornata il 19.03.2021 14:11 )

Sono molto orgoglioso del gruppo che siamo”, parole che il leader del progetto Suzuki, Sinichi Sahara, (ecco com'è andato il test pre-stagionale) ha rilasciato al giornale spagnolo Marca. Le dichiarazioni del giapponese questa volta non riguardano i risultati, come lui stesso ha spiegato: “Ho chiesto a tutto il team di considerare di rimanere in Qatar tra i test e la prima gara per evitare alcun rischio di prendere il Covid durante i viaggi e durante la permanenza con famigliari e amici in gara. Tutti hanno accettato, anche Mir e Rins”.

Un sacrificio sensato


I due spagnoli non solo non rivedranno i loro famigliari, ma dovranno anche seguire un severo protocollo, per ben cinque settimane, che prevede che non escano dall’hotel Ritz Carlton di Doha, se non per allenarsi. Un impegno importante, che li vedrà liberi liberi solo di allenarsi nella palestra dell’hotel, in bici sul circuito di Losail (quando non c’è azione in pista) e con le minimoto in un piccolo tracciato vicino al circuito.

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Sahara ha aggiunto: “Quando ho saputo che siamo stati l’unico team a restare in Qatar, incluso i piloti, ho pensato che devo esserne orgoglioso. Forse stiamo anche dimostrando, una volta in più, che siamo il team più unito, affrontiamo questa situazione difficile tutti insieme come un gruppo forte e come una famiglia”.

"Non è la fine del mondo"


Il campione del mondo Joan Mir ha affermato: Se vaccinarsi è stato un atto di responsabilità, restare qui ne è stato un altro. Mi alleno mentre loro sono al computer. Non è la fine del mondo, sono in un hotel di lusso”. Gli fa eco il suo compagno di squadra Alex Rins che ammette: “Restare è una rottura perché vuoi stare con la famiglia, ma penso a diminuire il rischio di contrarre il virus. Guarda cos’è successo a Iker Lecuona l’anno scorso: per esser stato in contatto con un positivo ha dovuto fare la quarantena. Siamo qui per correre”.

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