MotoGP Qatar: risultati e tempi della gara, vinta dal "missile" Vinales

A Losail, Maverick e la Yamaha ufficiale conquistano il GP, le Ducati di Zarco e Bagnaia strappano il podio in extremis alla Suzuki di Mir, dopo una bella battaglia. Ecco come è andata

28.03.2021 20:21

Quando si è messo in testa di vincere il Gran Premio del Qatar, Maverick Vinales se ne è infischiato dell'inferiorità di motore della sua M1 ed ha, come ha dichiarato ieri, usato testa e polso destro. Le missilistiche Desmosedici volavano sul dritto, Pecco Bagnaia guidava alla grande, ma il numero 12 Yamaha ne aveva di più.

Specialmente nel misto, dove il catalano del team Monster Energy ha cambiato passo. Belli i sorpassi inflitti ai rivali, micidiali le entrate decise - e pulite - ai danni di Fabio Quartararo, Jack Miller e Johann Zarco. Messosi in seconda posizione, a "Vinny" mancava "solo" la prima, detenuta appunto da Bagnaia.

Dopo un primo tentativo (per una risposta di Pecco eccezionale) la mossa decisiva, in piena piega. E via, il cammino verso la vittoria, l'ottava di carriera nella Top Class. Meno lunatico del solito, concreto come non mai, il ventiseienne di Barcellona ha mostrato un talento già conosciuto e, chissà, forse una maturità attesa da tempo. Sarà che presto diventerà papà?

Ducati battute "in casa"


Non è bastato il record di velocità, nemmeno i record della pista e la grandiosa pole ha aiutato. Le Rosse sono andate forte in Qatar, tuttavia, non fortissimo. Ricordando i successi di Andrea Dovizioso nel 2018 e 2019 ed i primati appena elencati, più di un bookmaker prevedeva una Ducati sul gradino più alto del podio.

Però, Maverick non si trovava d'accordo. Perciò, Zarco e Bagnaia ottimi, però battuti su un terreno decisamente e storicamente favorevole. Con la Desmosedici satellite Pramac, il francese ha fatto meglio dell'italiano. Miller è stato riassorbito, sino a retrocedere al nono posto. Colpa del vento, contrario al rettilineo principale?

Honda male, Suzuki così così, bene l'Aprilia, KTM malissimo


La miglior RC213 V? Ottava, nelle mani di Pol Espargarò, onestamente mai in corsa per le migliori posizioni. Il resto è, per la Casa dell'Ala dorata, noia o quasi. Le Suzuki, abituate a grandi rimonte, non hanno tradito le attese. Rimasto in scia al compagno di squadra per tre quarti di gara, il Campione del Mondo Joan Mir, ha poi fatto la differenza nell'ultima parte della corsa, mettendo in scena un'inarrestabile rimonta. Podio sfiorato per un errore all'ultima curva dell'ultimo giro, che ha privato lo spagnolo di quello che sarebbe stato un meritato secondo posto. Spalancando alle Ducati la porta verso la seconda e terza piazza finali.

Benissimo, invece, la RS-GP di Aleix Espargarò. Come una formichina (ricordate "Z", quella atomica?) il numero 41 ha messo in piedi una gara eccellente, sorpasso su sorpasso, foriero di un buon passo. Musicalità e toni da protagonista per Aprilia, che ha fatto molto meglio delle KTM, davvero imprecise e poco efficaci. 

I lenti, i ruzzolanti del deserto e la sopresa "Bestiale"


Petrucci subito nella sabbia, Nakagami poco dopo ed Alex Marquez a circa metà contesa. Ciotoli duri quello del Qatar, mixati con polvere e sabbia sulle tute, per fortuna protettivi a corpi senza ferite. Ferite morali, invece, quelli riportate da Valentino Rossi, Miguel Oliveira, Brad Binder e Franco Morbidelli.

Le posizioni ricoperte dai piloti appena elencati non rispecchiano i rispettivi valori. O meglio, quelli teorici. Mentre, piacevolmente, grande decimo posto per il rookie Enea Bastianini. Alla prima gara MotoGP della vita, il campione in carica Moto2 ha concluso con una ottima top ten "bestiale".

La classifica del GP


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