MotoGP, Lucchinelli: “Valentino Rossi? Largo ai giovani”

MotoGP, Lucchinelli: “Valentino Rossi? Largo ai giovani”

Senza peli sulla lunga, l’ex campione della 500 ha detto la sua sul pesarese e sulle sue chance di vincere il titolo della categoria regina

01.04.2021 ( Aggiornata il 01.04.2021 14:04 )

Domenica scorsa Valentino Rossi ha iniziato la sua 26esima stagione, a 42 anni compiuti, e la prestazione non è stata delle migliori. Il pesarese è passato sotto la bandiera a scacchi in dodicesima posizione, senza aver mai brillato, e secondo Marco Luccinelli la sua era è ormai finita. L'ha ammesso proprio alla vigilia del secondo appuntamento del Qatar (ecco qui dove e quando vederlo), in cui Rossi punterà a rifarsi.

"Ora corre solo per arrivare"


L’ex pilota della 500, intervistato da Lapresse, ha affermato: “Rossi nel Motomondiale è stato una novità, un modo diverso di fare le corse, un marziano, un genio. Però adesso è tornato sulla terra e non si devono trovare più tante scuse. Ora largo ai giovani. Senza nulla togliere al nove volte campione del mondo, adesso basta”.

Parla senza mezzi termini il ligure, con la schiettezza che lo contraddistingue: “Così si porta via la moto a un giovane, da più di tre anni non vince una gara e l’ultimo Mondiale lo ha vinto nel 2009. Lui ha sempre corso per vincere ma ora corre per arrivare”.

 

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Rossi non è più un pretendente al titolo?


Nulla di personale, però: “Non ce l’ho con Valentino, ma con chi continua a trovargli delle scuse. Tranne lui c’è stata negli anni una alternanza. Credo che lui voglia fare sempre meglio e non va certo piano. Ma i giovani hanno quel pelino in più che fa la differenza. È diventato uno stimolo per i giovani per stargli davanti”.

Lucchinelli ammette che non si sentirebbe la sua mancanza: “Il motomondiale senza di lui non perderebbe appeal. Anche gli altri danno spettacolo. E poi le moto adesso non mi sembrano così tanto difficili da guidare perché anche gli esordienti vanno forte subito. Un tempo ti rompevi le ossa per tre anni prima di andare forte. Per vincere una gara sì, si può anche fare, ma per vincere un Mondiale significa che se ne devono fermare in tanti di piloti”.

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